Eduardo Scarpetta
'No pasticcio

ATTO SECONDO

SCENA NONA   Nunziata, Cecilia e Angiolella poi Pasquale.

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SCENA NONA

 

Nunziata, Cecilia e Angiolella poi Pasquale.

 

ANGIOLELLA: Favorite, ve vaco a chiamà lo patrone. (Mamma mia, sta figliola, rassomiglia tale e quale a chella ch’è venuta poco prima. (Via a sinistra.)

NUNZIATA: Ma Cecilia mia, lascia una volta questo male umore, chesto che cos’è nun saccio cchiù c’aggia pe te vedé allegra, nun fosseme maje jute a S. Carlo, ma me pare c’aggio fatto quello che tu desideravi, stasera una festa da ballo, prima per farti vedere quella giovanetta, e poi per farti conoscere il tuo futuro sposo. Dunque statte allegramente.

CECILIA: (Staje fresca. Alberto è lo core mio, e a chillo m’aggia spusà).

PASQUALE: Oh, rispettabilissima signora.

NUNZIATA: Caro D. Pasquale.

PASQUALE: Accomodatevi. (Seggono.)

NUNZIATA: Grazie.

PASQUALE: Questa qua forse è quella figliola che si deve maritare?

NUNZIATA: Sissignore, stava a Roma, in casa di un mio fratello, il quale siccome ha dovuto partire per affari suoi, così, me la sono ritirata in casa mia, comme ve pare, è na bella giovane?

PASQUALE: Bellissima, come si chiama?

CECILIA: Cecilia Fiorelli, ai vostri comandi.

PASQUALE: Preghiere sempre.

NUNZIATA: Essa non se poteva mai credere che io le faceva trovare lo sposo a Napoli, quando ce lo dissi. si meravigliò, ed è un buon partito, un certo D. Attanasio Pirosicco, ricco, di buona famiglia, non è brutto, solamente che non è tanto giovine, ma che fa, il marito non deve essere giovine.

PASQUALE: Ah, si capisce... e quando si farà il matrimonio.

NUNZIATA: Subito. Stasera si conosceranno, e per il mese entrante si può effettuire tutto.

PASQUALE: Bravissimo. (E sta fresca!)

NUNZIATA: E intanto sta di un umore così cattivo che voi non potete credere. Stanotte se l’ha fatto a piangere tutta la nottata.

PASQUALE: Uh! E perché?

NUNZIATA: vi dico io: dovete sapere che mia sorella buon’anima, diede alla luce 2 ragazze gemelle, a una pose nome Cecilia, e all’altra Faustina. Cecilia è questa. Faustina, 7 anni fa si mise a far l’amore con un giovine, e siccome non teneva niente, era uno spiantato qualunque, mia sorella era ostinata a non darcelo. Un bel giorno, piglia Faustina, afferra Faustina, non c’era più Faustina.

PASQUALE. Oh, e era andata?

NUNZIATA Eh, chi lo , credo che dovette andare nel pozzo. (Se ne fuggì con l’innamorato!)

PASQUALE: (Ho capito). Ma non piangete.

NUNZIATA: Cecilia basta , me che ne volete pigliare una malattia.

CECILIA: Era lei, era lei, ne sono sicura.

PASQUALE: Che dice?

NUNZIATA: Ecco qua, ve dico io, ieri sera la portai a S. Carlo per farla vedere il ballo nuovo, mentre stavamo tanto bello, uscirono 8 ballerine, tra le quali ce n’era una, che colpì tanto Cecilia, le somigliava perfettamente, incomiciò a dire che quella la sua sorella, che quella era Faustina, e che assolutamente ci voleva parlare. Io francamente D. Pasquà, vi dico rimasi stordita pur’io. Fra le altre cose, domandammo ad un signore, che stava cu nuje, e ci disse che si chiamava Faustina Cocolicò, vedete che combinazione a confrontarsi perfino il nome.

PASQUALE: Ah, ah, questa è bella.

NUNZIATA: Insomma per non tirarvela alla lunga, per farla contenta, stammatina mi sono informata dove abitava, e l’ho mandata ad invitare per la festa che questa sera.

PASQUALE: Ah, bravissimo.

NUNZIATA: Così la vedrà, ci parlerà, e chi sa, può essere che sia lei veramente con un altro cognome.

CECILIA: Ah, è lei, è lei. (Piangendo.)

PASQUALE: E non piangete più, questo che cos’è, tenite zi zia che vi vuoi tanto bene.

NUNZIATA: E poi non voglio che sta così, lo sposo vedendola di quella maniera chi sa che si può credere.

PASQUALE: Dice bene zi zia.

NUNZIATA: D. Pasquà, voi stasera ci dovete onorare con le vostre figlie.

PASQUALE: Oh, grazie, l’onore sarà nostro.

NUNZIATA: Dove stanno le vostre ragazze, le voglio far conoscere a Cecilia.

PASQUALE (alzandosi): Con piacere, ma passiamo nell’altra stanza.

NUNZIATA: Quanto le salutiamo ed andiamo via, perché abbiamo tanto da fare.

PASQUALE: Favorite, signorina. (Viano a sinistra.)

 


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