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MARIETTA: Signori, il pranzo è pronto.
PERSICONE: Andiam, che ho molta fame?
MARCHESE: (Tu ch’hai fatto?). L’avete voi sentito?... Al solo vostro aspetto gli torna l’appetito. Passiam nell’altra stanza...
ERRICO (a Giulia): Posso il mio braccio offrirvi?..
MARCHESE: Io vi precedo. (Via.)
ERRICO (a Giulia piano): Ho tante cose a dirvi...
GIULIA: (Me le direte a basso...).
CARLO: Ci, vengo... (E questi due?..)
ERRICO: (Essi verranno poi.)
CARLO: (Ah! che santa pazienza, ma se questa mi scappa!).
ERRICO: (Mi sembri un fanciullino a cui si dà la pappa. Andiam, non c’è pericolo; è quegli un asinaccio...).
CARLO: (E certe volte, gli asini ti pongono in impaccio!) (Viano.)
PERSICONE: Sentite, signorina.., vorrei saper...
PERSICONE: Però vi prego solo, il vero rispondiate. Vorrei sapere un poco se adesso a voi v’è entrato.
CHIARA: Che cosa?
PERSICONE: Nol sapete? Non mi sarò spiegato... Siccome è poco tempo che noi... così...
PERSICONE: O ch’io non so spiegarmi, o voi non mi capite...
CHIARA: Che cosa non m’è entrato?.. Parlate...
PERSICONE: Eccomi qua...
CHIARA: Cosa?..
PERSICONE (dopo pensato): Ve lo dirà papà! (Viano.)
MARIETTA: Ah! Ah! mi vien da ridere! Che grosso lanternone! Ah! che figura stupida che qui ci fa il padrone! Il figlio se la gode, la figlia n’ha piacere... Ed egli come un asino, smoccola il candeliere! (Via ridendo.)