Eduardo Scarpetta
'Na santarella

ATTO PRIMO

SCENA SETTIMA   Rachele e detti, indi Michele ed Eugenio.

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SCENA SETTIMA

 

Rachele e detti, indi Michele ed Eugenio.

 

RACHELE (dalla destra. Si ferma e guarda la coppia con tenerezza.) Brava! Brava figlia mia!... Ma basta adesso! Il troppo studio vi può far male seriamente!

NANNINA: Come volete voi madre mia!

RACHELE: Come si è portata, maestro?

FELICE: Magnificamente, signora superiora!... (Chesta overo va bello!).

RACHELE: Ora, maestro, scusate... lasciateci un momento sole! Debbo dire una cosa a Santarella!

FELICE: Subito, signora superiora!... (Eh! Santarella!... Si sapesse chesta che tene ncuorpo!...). (Via.)

NANNINA: Che volete dirmi madre mia?

RACHELE: Ecco qua... dovete sapere... (Chesta certo se spaventa!)... Fuori vi è una persona che desidera parlarvi!

NANNINA: Una signora?

RACHELE: No, un signore!

NANNINA (sorpresa): Un signore?... (Gridando con esagerato spavento.) No... no... madre mia!

RACHELE: (Io l’aggiu ditto!...). Non vi mettete paura... è un Ispettore del Ministero... un vecchio...

NANNINA: Un ispettore?... Un vecchio?...

RACHELE: Sì! E venuto per interrogare la migliore allieva del convento delle Rondinelle... e questa siete voi, cara Nannina!

NANNINA: Oh, madre mia!

RACHELE: Sì! Così ho detto all’ispettore... egli sta per entrare!

NANNINA: Ma, madre mia... le regole del convento?

RACHELE: Non dubitate: voi non lo vedrete ed egli non vi vedrà! Ascolterete la sua voce e egli ascolterà la vostra... voi risponderete a tutte le sue domande!

NANNINA: Come volete voi, madre mia!

RACHELE: (Che angelo! Che angelo!). (Chiama.) Michele?

MICHELE: Comandate?

RACHELE: Piglia subito chillu paravento e miettelo ccà!

MICHELE: Sissignore. (Esegue mettendo il paravento nel mezzo.)

RACHELE: Così, bravo! Fate entrare il signor Ispettore.

MICHELE: Subito. (Via a destra.)

RACHELE: Voi non vi muoverete da quà e rispondete esattamente!

NANNINA: Sì madre mia!

RACHELE: (Che perla! Che perla!).

MICHELE (introduce Eugenio): Favorite, favorite... (E via.)

EUGENIO (elegante nella sua divisa. Pantaloni azzurri a bande rosse; giubba nera; guanti bianchi; sciabola. Porta il chepì in mano.) Grazie. (A Rachele:) Ebbene, signora?

RACHELE: Essa è ... (Indica il paravento. Eugenio ha un moto istintivo per andare di dal paravento.) Eh! Eh!... Scusate... ricordate il nostro convenuto!

EUGENIO (frenandosi): Va bene, non dubitate! (Si avvicina al paravento e facendo una voce da vecchio si rivolge a Nannina che è dall’altra parte.) Perdonate signorina del disturbo! Non vi spaventate: io conosco la solennità di questa santa casa... che nessun uomo vi entra mai... ma io lo posso perché sono il più vecchio dei professori... sono proprio il decano degli ispettori!

NANNINA (ingannata dalla falsa voce da vecchio di Eugenio): (Mamma mia! Ha da tené per lo meno ottantanni!).

EUGENIO: In questo giorno il Ministero mi ha comandato di fare un’ispezione in questo convento... Qui mi hanno indicato voi come modello di virtù, d’intelligenza e di candore! Ditemi dunque, come passate l’esistenza in questo convento?

NANNINA (a Rachele che è in disparte e presenzio al colloquio): Debbo rispondere, madre mia?

RACHELE: Sicuro, rispondete!

NANNINA: Signor Ispettore, io vi giuro che non perdiamo mai tempo: dalla mattina fino alla sera, non facciamo altro che studiare e pregare! Alle sette e mezza preghiera del mattino. Dalle otto alle nove: passeggiata in giardino, ove raccogliamo rose e viole per la nostra buona superiora! Dalle 9 alle 12 si studia sempre. Nell’ora di ricreazione, cioè dalle 12 all’una, ci occupiamo a fare confetture, dolci e altre cose squisite! Dall’una alle due si studia musica, si prova qualche coro per cantarlo la domenica! Dalle tre alle quattro si pranza: i cibi sono squisiti, ottima la cucina: tre piatti e la minestra. Alle 4 e mezza si prega. Alle cinque passeggiata in giardino. Dalle sei alle otto si studia, dalle otto alle nove si prega... poi un poco di cena e si va a letto dopo aver baciato la mano alla nostra buona superiora! Siamo tutte istruite abbastanza... conosco la musica, canto discretamente, suono il pianoforte benino, per quello che mi dicono, e parlo mediocremente il francese: «Nôtre bonne mère la superieure rien nous fait desirer... Elle nous trait très bien; je vous assure monsieur l’Inspecteur que dans ce convent on vit hereuses et tranquilles! Nous nous aimons comme des seures: jamais des disputes, d’agaceries... toujour d’accord! Nous ne connaissons que trois choses: la prière... l’etude et l’obeissance!».

EUGENIO (a Rachele): Ma che bella voce, che bella voce... che bei sentimenti!... Voglio vederla!

RACHELE: Ah, no! scusate... E la promessa?...

EUGENIO: Avete ragione... ma che volete... ha una voce che rapisce! Permettete che continui a parlarle?

RACHELE: Questo si!

EUGENIO (riprende a parlare con voce da vecchio): Signorina?

NANNINA: Signor Ispettore?

EUGENIO: Avete pensato qualche volta che un giorno dovrete uscire dal convento?

NANNINA: Sì, qualche volta! Ma questo pensiero mi ha talmente rattristata che subito ho cercato di distrarmi!

EUGENIO (a Rachele): (Non ci credo!...) E dite un po’... Avete mai pensato al matrimonio?

NANNINA (con esagerata sorpresa): Al matrimonio?... Al matrimonio?... Madre mia, avete inteso?... Ha detto «matrimonio!...».

RACHELE (con rimprovero a Eugenio): Perché avete detto matrimonio? (A Nannina:) è niente, figlia mia, è niente... non ti mettere paura!...

NANNINA (piagnucolosa): No... no... me ne voglio andare!

RACHELE: Nonsignore, aspettate... deve andar via prima l’Ispettore! (A Eugenio, piano:) (Comme v’è venuto ncapo de matrimonio?).

EUGENIO (piano): (E m’è scappato!...).

RACHELE: (E nun ve l’aviveva scappà!...).

EUGENIO: (Ma come, debbo andare via senza vederla?...).

RACHELE: (Si capisce! è stato il nostro convenuto!...).

EUGENIO: (Ma almeno fatemi vedere una piccola cosa...).

RACHELE: (è impossibile, signore... Queste sono le regole del convento!...).

EUGENIO: (Va bene... la vedrò a Roma in casa di suo zio! Intanto, signora superiora, prendete questa lettera... e suo zio che vi scrive... (La .) Vi ringrazio di ciò che avete fatto per me!).

RACHELE: (Ma niente... per carità!...).

EUGENIO (forte): Vi giuro che ho provato una grande soddisfazione interrogando la signorina Annina Fiorelli! (Si volta verso il paravento e s’inchino.) Signorina...

NANNINA (che durante il dialogo di Eugenio e Rachele ha cercato inutilmente di guardare al di sopra del paravento, s’inchino a sua volta): Signor Ispettore...

EUGENIO (a Rachele): Vi ringrazio di nuovo, madre! (Esce a destra. Rachele legge la lettera: il suo viso esprime rammarico.)

NANNINA (a parte): (Nun aggiu pututo vedé commera!... Ma io nun credo che era viecchio... Si era viecchio nun mettevene lo paravento!...

RACHELE (che ha letto): Lo zio me scrive che se retirà la guagliona da lo convento... e oggi stesso ha da partì pe Roma!... Quanto me dispiace!... (Chiama:) Michele?... Michele?...

 


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