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grassetto = Testo principale
grigio = Testo di commentoAddio, Amore!
Parte, Cap.
1 1, I| una statua e la sua vita era tutta nello sguardo, che
2 1, I| freddo. Da che il lume si era spento, una fiamma le era
3 1, I| era spento, una fiamma le era salita dal cuore al cervello,
4 1, I| cuore al cervello, le si era diffusa per tutto il sangue,
5 1, I| spiraglio fra le imposte era stato lasciato da lei, apposta:
6 1, I| trascorsa l'ora detta. Forse era trascorsa, nella immobilità,
7 1, I| udì suonare l'orologio. Era l'ora detta.~ ~Allora, con
8 1, I| scarpe, i vestiti. Tutto era lì, vicino, messo appositamente
9 1, I| osato fare un passo innanzi, era certa che Laura si sarebbe
10 1, I| potuto levare un piede, ne era sicura.~ ~– Un po' di forza,
11 1, I| laggiù. La prova suprema era fatta. Fece un gesto, buttandosi
12 1, I| sè, poichè nel salottino era facile inciampare in qualche
13 1, I| inciampare in qualche mobile; era pieno di tavolinetti, di
14 1, I| la povera e buona donna era di sonno duro, ella lo sapeva;
15 1, I| lei, Stella Martini, che era doloroso ingannarla. Ma
16 1, I| nostra disperazione?~ ~– Era inutile – disse Giustino,
17 1, I| sciallo, che dalla testa le era scivolato sulle spalle,
18 1, I| scivolato sulle spalle, poi le era caduto ai piedi, senza che
19 1, I| s'inginocchiò innanzi – era la prima volta che lo faceva –
20 1, I| intesero che la loro vita era decisa, che avevano giuocato
21 1, I| per qualche tempo: egli si era sollevato e allontanato
22 1, I| il sangue di Anna, gli si era comunicata. Pareva che non
23 1, I| ma anche il loro amore era passato in seconda linea,
24 1, I| mano dice queste cose. Ma era un giuramento di amici,
25 1, I| Rientrando nella sua casa egli era triste e fiacco, senza idee
26 1, I| luce, nella loro camera, era acceso il lume, Laura era
27 1, I| era acceso il lume, Laura era svegliata, Laura aveva visto
28 1, I| almeno, che, tranquilla come era Laura, a un certo punto
29 1, I| Laura, quando sua sorella era sparita, andando a mettere
30 1, I| non sospettava nulla, ed era meglio affrontare coraggiosamente
31 1, I| dalla piccola e fiera bocca, era seduta sul letto e leggeva
32 1, II| ironica, sprezzante. Laura era presente, taciturna, con
33 1, II| me stessa, e la vita mi era insopportabile, accanto
34 1, II| noi c'illudevamo, e che era suo dovere opporsi a tale
35 1, II| imparasse a mente le parole. Era solo nella sua piccola casa:
36 1, II| abbassò il capo sul petto ed era smorto in viso: si sentiva
37 1, II| pitture dall'alta volta, era quasi deserta: le vecchie
38 1, II| rivolgeva; spesso un silenzio era la risposta, mentre un respiro
39 1, II| fece severo, l'ammonì che era un peccato molto brutto
40 1, II| animo fiero e impetuoso si era ormai chiuso alle letificanti
41 1, II| all'idea bella e atroce che era proprio lei, Anna Acquaviva,
42 1, II| teneva più: ormai tutto era finito, non l'avrebbero
43 1, II| l'avrebbero più ripresa, era via, era via, nell'ignoto,
44 1, II| avrebbero più ripresa, era via, era via, nell'ignoto, essere
45 1, II| grande azione decisiva ella era precisa e rigida nei movimenti,
46 1, II| sola, colà: niente, niente, era immobile, senza più un sentimento,
47 1, II| segreta voce del destino le era confusamente risuonata nella
48 1, II| che ridono fra i pampini: era sparito il mare lucidamente
49 1, II| landa sterile, dove il fuoco era passato, distruggendo la
50 1, II| invero Anna, più che mai, si era messa a desiderare profondamente
51 1, II| automaticamente, il suo cuore era preso da un solo, da un
52 1, II| ometto curvo e lento, si era avviato innanzi a lei, per
53 1, II| treno, tutto quello che vi era in lei d'impetuoso, di tumultuario.
54 1, II| andarsene, le disse che non era permesso nè di disegnare,
55 1, II| umile, sapendo bene che era inutile far queste raccomandazioni
56 1, II| ogni nozione, di ogni cosa, era sparita. A un tratto innanzi
57 1, II| libertà, si mise un'ombra. Era giunta senza far rumore;
58 1, II| dalle vivide guance dove era affluito il sangue, dalle
59 1, II| vorrai sempre?~ ~– Sempre.~ ~Era come un'eco molle e mesta;
60 1, II| divino velo di passione le era disceso sugli occhi. Andavano,
61 1, II| occhi onesti:~ ~– Che hai?~ ~Era una domanda affannosa: la
62 1, II| dopo, più tardi – e la voce era nervosa, ella sogguardava
63 1, II| Ma Giustino, deciso, si era allontanato, per parlare
64 1, II| parlare con l'oste. Poi, era tornato:~ ~– Vieni.~ ~–
65 1, II| guardò intorno: il salottino era volgarmente ammobiliato
66 1, II| un'occhiata nella camera. Era vasta, con due letti in
67 1, II| salì il rossore, al viso. Era agitatissima. Ma levando
68 1, II| Nessuna risposta. Giustino si era seduto e aveva nascosta
69 1, II| Ella non dette un lamento; era colpita al cuore. Tutto
70 1, II| comanda.~ ~Innanzi a lei era la crudele, la terribile
71 1, II| terribile realtà: non vi era che una sola decisione da
72 1, II| nel suo cuore. Ma troppo era orrenda la verità e non
73 1, II| nella mattinata, quando era sola, accanto a Giustino,
74 1, II| Adesso... adesso tutto era finito, giammai più, giammai
75 1, II| strazio. Giustino non si era mosso dal suo posto, con
76 1, II| sentendo bene che il mondo era scolorato senza l'amore...
77 1, II| l'amava, infine, perchè era un uomo, coi suoi nervi,
78 1, II| dunque.~ ~– Addio.~ ~Ella era ritta in mezzo alla stanza,
79 1, II| alla porta dell'albergo: era Giustino. Stette fermato
80 1, II| pietra. Tutto è finito: vi era nella frase, l'ultimo saluto
81 1, II| nel suo pudore offeso. Oh era bene sola, adesso, poichè
82 1, II| sola, adesso, poichè tutto era finito! A tentoni, andò
83 1, II| grida, senza lamenti. Tutto era finito: tutto finiva anche
84 1, II| testa, aspettando. Tutto era finito: anche lei finiva,
85 1, II| speranza e nel desiderio, era così castigata; la peccatrice
86 1, II| altro. Un peso di piombo era sulle sue palpebre chiuse:
87 1, III| III.~ ~ ~ ~Anna Acquaviva era stata tre settimane in lotta
88 1, III| tutto il bollente sangue era venuto sotto la pelle, a
89 1, III| Pure la lotta con la morte era finita: ma Anna Acquaviva
90 1, III| marzaiola napoletana, ella era cerea e sfinita, con un
91 1, III| lamentava o sospirava.~ ~Era un tacito pianto lungo,
92 1, III| quel resto di forza che era in lei, parea che si liquefacesse
93 1, III| parola di conforto. Forse non era neppure un dolore vivo che
94 1, III| quei pianti silenziosi: era come uno sfogo tacito ed
95 1, III| giornate di celibe galante, era venuto due o tre volte al
96 1, III| prossimi che lui: e Cesare non era neppure un parente: era
97 1, III| era neppure un parente: era un tutore, un amico del
98 1, III| moglie di Francesco Acquaviva era morta cinque anni dopo la
99 1, III| scetticismo che stupiva ognuno, era Cesare Dias, il gaudente
100 1, III| fuori della correttezza – era la sua parola – correttezza –
101 1, III| invidiava, gli diceva che era una fortuna per lui esser
102 1, III| Francesco Acquaviva, egli era stato diffidente con loro
103 1, III| diffidente con loro e si era chiuso in un contegno anche
104 1, III| peccato e di entusiasmo, gli era vagamente piaciuto, così,
105 1, III| indistinta ammirazione, che era dunque anche un'ammirazione
106 1, III| espressa bene, degnamente. Non era neanche una simpatia; era
107 1, III| era neanche una simpatia; era una rassomiglianza. Invece
108 1, III| sembrava così scorretto – ah era la sua parola, la correttezza –
109 1, III| animo passionale di Anna.~ ~Era un miracolo, se i due caratteri,
110 1, III| le lor passioni: talvolta era Cesare che taceva, sorridendo,
111 1, III| pupilla Anna Acquaviva si era innamorata di un giovanotto
112 1, III| delle teorie di Cesare Dias era che la rettorica si combatte
113 1, III| seppe che Anna Acquaviva era fuggita dalla sua casa,
114 1, III| volgari leggi dell'esistenza. Era un uomo che disdegnava le
115 1, III| fatti, e veramente, egli era sgomento; una fanciulla
116 1, III| dicendole che egli sapeva ove era Anna, in salvamento, e che
117 1, III| bisognava perdonarle, perchè era una povera creatura in balìa
118 1, III| padroneggiare. Ah, se ella era fuggita di casa, era, probabilmente,
119 1, III| ella era fuggita di casa, era, probabilmente, perchè più
120 1, III| probabilmente, perchè più forte le era parso l'amore di Giustino
121 1, III| un novello affetto; molto era in guardia, da anni, contro
122 1, III| improvvisa sorgesse in lui. Ma era giusto, anzi tutto: riconosceva
123 1, III| che la infelice fanciulla era degna di pietà.~ ~E seguendo
124 1, III| salottino innanzi a lui, era Laura Acquaviva, sempre
125 1, III| imminente festa, Cesare Dias era ancora bello: gli occhi,
126 1, III| debolezza, in cui il suo animo era malleabile come la cera;
127 1, III| Giusto, Anna Acquaviva era in una prostrazione così
128 1, III| parleremo un altro giorno.~ ~Era rientrata Laura Acquaviva:
129 1, III| Quietati, Anna.~ ~Il tono era un po' duro, ma la mano
130 1, III| questa dolcezza di pietà era in contrasto con la freddezza,
131 1, III| quello che le si accordava, era una grazia. Ogni tanto,
132 1, III| Adesso il suo solo desiderio era un'obbedienza assoluta a
133 1, III| sfinita dopo la grande febbre, era per lei una dolcezza non
134 1, III| storiella, diceva quello che era stato il ballo della sera
135 1, III| adattava a un ambiente che gli era tanto inferiore: gli pareva
136 1, III| e il cui muto coraggio era di prendere in buona parte
137 1, III| ragione.~ ~Ora che ella si era levata, restavano spesso
138 1, III| andarsene lo trovava sempre. Era una creatura schiva, silenziosa,
139 1, III| nè amare come gli altri. Era meglio lasciarla ai suoi
140 1, III| lei tremava di emozione: era tutta la mala inclinazione
141 1, III| forte di tutto e di tutti – era l'assioma di Cesare Dias.~ ~–
142 1, III| fuori lungo tempo, Anna era rimasta sola, sdraiata nella
143 1, III| stessa Anna Acquaviva, che era fuggita di casa. Aggrottò
144 1, III| merletto della sua vestaglia. Era dunque venuto il rimprovero
145 1, III| paura segreta: la parola le era stata risparmiata, per un
146 1, III| breve periodo, ma, poi, era stata detta: Chi dice troppo,
147 1, III| nelle vene, il cuore non era che pieno di pentimento.
148 1, III| coraggio, senza pietà.~ ~– .. era una persona seria, un uomo
149 1, III| stessa.~ ~– Anna, quello era un uomo onesto, lo dovete
150 1, III| una cosa sciocca, Anna.~ ~Era il gentiluomo corrotto e
151 1, III| gentiluomo corrotto e raffinato, era colui che aveva bevuto a
152 1, III| bevuto a tutte le coppe, era il gaudente sempre annoiato
153 1, III| poichè quella, invero, era la parola segreta, il nodo
154 1, III| interrogativo della sua anima era soddisfatto.~ ~– I forti
155 1, III| trionfare.~ ~Ella tacque. Era oppressa da quella filosofia
156 1, III| aveva vinto le burrasche, era in porto; forse, attraverso
157 1, III| persone più care; forse egli era un frammento sdruscito,
158 1, III| inutile: ma che importa? Era alla spiaggia, spezzato,
159 1, III| di un mostruoso egoismo; era incerta e tremava di dovere
160 1, III| degno di ammirazione. Ella era in fondo a un precipizio,
161 1, III| fragile errore: Cesare Dias era sulla montagna, fra l'aria
162 1, III| Acquaviva, vestita di bianco, era entrata: vedeva e udiva.~ ~ ~ ~
163 1, IV| divampante delle fiammelle a gas, era un formicolio di gente che
164 1, IV| trotto, arrivavano sempre, ed era uno schiudersi e un richiudersi
165 1, IV| corridoi, la circolazione era difficile e da tutte le
166 1, IV| ondeggiavano, e intorno al teatro era un romorìo sempre vivo di
167 1, IV| otto e un quarto non vi era nessuno: San Carlo aveva
168 1, IV| sala, dalle sette e mezzo, era un ciarlìo sommesso di gente
169 1, IV| spalle al palcoscenico, era un occhieggiare, un accennare,
170 1, IV| a ogni rumore più forte, era un zittìo, come se l'opera
171 1, IV| carattere della sua persona era preciso, ben lineato, un
172 1, IV| sofferta, il viso di Anna si era un po' affinato, fatto più
173 1, IV| tutta la sua fisonomia vi era qualche cosa di vago, di
174 1, IV| della sua vita sfiorita, si era messa un po' indietro: Anna
175 1, IV| secondo; il posto in mezzo era vuoto. Subito gli occhialini
176 1, IV| accompagnassero, solo al San Carlo era possibile vederle un poco:
177 1, IV| della bruna, si diceva che era stravagante, che avea avuto
178 1, IV| amore infelice, per cui era stata prossima alla morte;
179 1, IV| prossima alla morte; ma era una diceria incerta, niente
180 1, IV| Carlo Scalisi: il pubblico era immobile, pietrificato nell'
181 1, IV| avesse niente da dire: ed era così calma, pareva così
182 1, IV| quattro, dirimpetto a loro, era apparso Cesare Dias, in
183 1, IV| contegno inglese; con lui era un giovane gentiluomo. Si
184 1, IV| Acquaviva. Il giovane gentiluomo era di statura media e prestante:
185 1, IV| della scena la distoglieva, era per un breve momento: quasi
186 1, IV| pur restando pallida, ne era irradiata. Ella stessa,
187 1, IV| senza tentare di difendersi; era qualche cosa di avvolgente
188 1, IV| di quel fascino, ma ella era presa, Anna Acquaviva, ella
189 1, IV| presa, Anna Acquaviva, ella era assorbita e pur non sapendo
190 1, IV| dove due persone vivevano, era così lineato precisamente,
191 1, IV| indietro; il luminoso teatro si era trasformato in un grande
192 1, IV| occhi socchiusi. Nel teatro era un rumorìo, di nuovo, di
193 1, IV| deserte. Il giro delle visite era cominciato; i mariti, i
194 1, IV| Martini, impensierita, poichè era la prima volta che la fanciulla
195 1, IV| Grazie, molto meglio: era il caldo.~ ~E tentò di ritornare
196 1, IV| che come amanti.~ ~Dove si era seduta adesso, Anna Acquaviva,
197 1, IV| fedele, mentre la signora era serena, raggiunto l'equilibrio
198 1, IV| quella gran sera, a S. Carlo, era un focolaio incandescente
199 1, IV| dove così manifesta che era impossibile non vederla,
200 1, IV| istinto dell'amore. Ella era giovane, ella aveva risalita
201 1, IV| sapeva o non voleva sapere, o era lontana da quel magico circolo
202 1, IV| finiva per importarle, tanta era la fiducia dell'amore in
203 1, IV| amore in se stesso, tanta era l'allettante stupefazione
204 1, IV| sè, poichè in se stessa era morto, Anna non chiese.
205 1, IV| velatura di malinconia che era così bizzara in lui.~ ~–
206 1, IV| che a Dias, il quale si era levato: parve avesse compreso,
207 1, IV| per cortesia, e perchè le era permesso di dare il suo
208 1, IV| dirimpetto, accanto a Laura, vi era Stella Martini.~ ~– Starete
209 1, IV| brutta brutta infine... Non era mille volte più bella la
210 1, IV| Alemagna che Cesare Dias era andato a visitare, prima
211 1, IV| occhialino? Non più bella era forse, non più verginalmente
212 1, IV| caldo e dalla musica, ma era invece un disdegno della
213 1, IV| la umiliava. Lo specchio era alle sue spalle: si pentiva
214 1, IV| congiura. Anche Cesare Dias si era rivolto un poco alla scena,
215 1, IV| correttamente al suo posto, era così vicino ad Anna, che
216 1, IV| vasto, incommensurabile, era raccolto, riassunto in quella
217 1, IV| di teatro, di arte: Anna era immobile, con gli occhi
218 1, IV| ora flebile, ora grave era la musica: e ogni sua forza,
219 1, IV| suono della voce: l'attimo era così bello, così intensamente
220 1, IV| bene che un minuto divino era sospeso sul suo capo, divino
221 1, IV| ma non lo trovò più: egli era intento, pari a tutti, alla
222 1, IV| emozione, ma l'applauso era soffocato sul nascere da
223 1, IV| chinando il capo.~ ~Non le era forse sembrato che la voce
224 1, IV| riflettere, a che? Ella era giovane e amava, non da
225 1, IV| amava così, perchè questo era il suo destino: non doveva
226 1, IV| focolare di passione che era il San Carlo di quella sera,
227 1, IV| stupefatta, sentiva che il minuto era finito.~ ~– Avete la carrozza? –
228 1, IV| Martini. Che pazza speranza le era venuta di poter andar con
229 1, IV| il servitore, la carrozza era lì, innanzi alla porta della
230 1, IV| come se svenisse. Tutto era finito, il minuto divino
231 1, IV| smarrimento, perchè egli non era venuto con loro, che si
232 1, IV| Morelli?~ ~– No, non vi era – disse sordamente Anna.~ ~–
233 1, IV| sordamente Anna.~ ~– Come, non vi era?~ ~– Per me, non vi era.
234 1, IV| era?~ ~– Per me, non vi era. È morto Giustino Morelli.~ ~
235 1, V| sacrificando tutto quello che era stato, un tempo, la sua
236 1, V| dell'anima umana. Ma non era tranquillo. Tanta docilità,
237 1, V| bruciando dentro, mentre era placida e calma di fuori,
238 1, V| finanche le parole.~ ~Ma non era stata sempre un tesoro di
239 1, V| troppa magnanimità? No, non era possibile. Cesare Dias conosceva
240 1, V| novella vita dal giorno in cui era fuggita a Pompei?~ ~Ah no,
241 1, V| no, no, Cesare Dias non era rassicurato; conosceva la
242 1, V| propria volontà, sapeva quale era il proprio dominio sopra
243 1, V| Acquaviva: ma non bastava. Vi era qualche altra cosa.~ ~Di
244 1, V| con chi le piacesse: egli era certo che Laura avrebbe
245 1, V| sè una buona scelta. Egli era del parere di tutti gli
246 1, V| maritarla. Ma Anna Acquaviva era un carico così pesante d'
247 1, V| bello Luigi Caracciolo. Era, certo, una tacita intesa
248 1, V| pettegolezzi. E d'altronde non era lodevole Cesare Dias, di
249 1, V| fine eleganza di modi che era una delle sue seduzioni,
250 1, V| Caracciolo e Anna Acquaviva era quella comune alla gente
251 1, V| Caracciolo ad Anna Acquaviva era dunque fatta come tutte
252 1, V| da loro, che quando non era più possibile di starvi
253 1, V| involontario, Cesare Dias era complice di Luigi Caracciolo.
254 1, V| in fondo a tutto, poi, vi era una pungente curiosità di
255 1, V| solo si vedeva che egli era innamorato, non molto, alla
256 1, V| impressione troppo forte: o se era lieta, la sua allegrezza
257 1, V| succedeva, o se l'allusione era troppo trasparente, gli
258 1, V| chiuso nell'offesa, e non era possibile più di strapparle
259 1, V| strapparle una parola. Ma se era invece Cesare Dias che faceva
260 1, V| Luigi Caracciolo, che era acuto, vedeva bene tutto
261 1, V| giovane, che del resto si era condotto come se fosse un
262 1, V| gentiluomo. E perchè non era stato possibile il matrimonio?
263 1, V| il matrimonio? Il giovane era povero. E la ragazza lo
264 1, V| Caracciolo: ma sentiva che non era quella tutta la verità,
265 1, V| sposare Luigi Caracciolo era voler prendere una fortezza
266 1, V| e abbassar la voce, non era forse anche il cuore che
267 1, V| imperiosa? Soltanto... egli non era certo che Anna avrebbe obbedito
268 1, V| parea sentimentale – egli era spesso sentimentale, alla
269 1, V| darle ragione, solo perchè era donna, perchè era una cara
270 1, V| perchè era donna, perchè era una cara persona che gli
271 1, V| quando tutto intorno le era contrario, un profondo rancore
272 1, V| diventava odioso. Costui era Luigi Caracciolo. Pareva
273 1, V| umilmente.~ ~– Vi ho detto qual era il dovere di una fanciulla
274 1, V| tempo. A farlo apposta – non era forse un motto d'intesa? –
275 1, V| Taceva, il suo silenzio era una concessione; ma tacendo
276 1, V| spiacevoli. Però quando era il suo tutore che nominava
277 1, V| della premura. In realtà era furioso che nella prima
278 1, V| Acquaviva! La sua collera era mescolata di vivaci sospetti,
279 1, V| sempre più vivaci, poichè era impossibile che la condotta
280 1, V| efficace. Difatti Anna si era immediatamente pentita di
281 1, V| ella non aveva capito qual'era l'intenzione del discorso
282 1, V| osava dire altro. Perchè era così ingiusto con lei, che
283 1, V| questo pauroso pensiero era sorto, e nelle agitate cogitazioni
284 1, V| pareva insopportabile.~ ~Era mai possibile che in quel
285 1, V| movimento psicologico di Anna era così tumultuario, vi si
286 1, V| si guariscono mai. Ma chi era, dunque? Di quale donna
287 1, V| donna si trattava? Quale era la persona che lo attraeva
288 1, V| Tre o quattro volte si era seduta al tavolino per scrivergli
289 1, V| dove la parola amore non era certamente scritta, ma dove
290 1, V| qualunque altra parola: ora era una lettera d'amore, breve
291 1, V| secca risposta che Dias era in Napoli e che stava bene,
292 1, V| ciò che faceva da quando era stata malata Anna: e Anna
293 1, V| incontrarlo un'altra volta: era l'ora della passeggiata.
294 1, V| di nuovo, ma in carrozza; era salito sopra l'alto carrozzino
295 1, V| riacquistato un tesoro: eppure egli era stato freddo, disdegnoso,
296 1, V| non importa! Certamente era stato un caso averlo incontrato,
297 1, V| in quell'ora che Anna vi era: certamente lei e Stella
298 1, V| gli rassomigliava tanto, era così tutto lui in quella
299 1, V| contentava, pensava che era già una gran fortuna aver
300 1, V| quell'ora, che, infine, egli era molto disdegnoso, molto
301 1, V| Egli è così.~ ~Egli era così e così bisognava accettarlo,
302 1, V| male che si mutasse. Egli era così, assai diverso da quanti
303 1, V| Sta benissimo.~ ~– Era naturale.~ ~– .. e verrà
304 1, V| annunziava Cesare Dias, se n'era fuggita nella propria stanza,
305 1, V| ammirazione. Poi venne Anna: era un po' imbarazzata, e il
306 1, V| sorta fra loro e che si era chiusa con quell'amaro rimprovero
307 1, V| persona che l'aveva provocata era sparita nel nulla. Anzi
308 1, V| Dias: ma Luigi non se n'era accorto, ed ella si era
309 1, V| n'era accorto, ed ella si era subito rimessa, decisa a
310 1, V| Adesso l'umore di Anna era diventato così variabile,
311 1, V| un piccolo miracolo. Ma era uomo assai acuto e comprendeva
312 1, V| ella rispondeva no, che non era vero; la gente crollava
313 1, V| gridare, di urlare che non era vero, che ella non avrebbe
314 1, V| le aveva scritta, ella si era accostata a Cesare Dias
315 1, V| quella discussione. Oh! ella era inquieta, assai più della
316 1, V| dovesse cogliere una sventura; era inquieta, e il sole allegro
317 1, V| Per farvi piacere: perchè era amico vostro – gridò lei,
318 1, V| minaccia, insolito in lui. Ma era insolita in lui anche la
319 1, V| aveva assalita la fanciulla. Era una delle due o tre circostanze
320 1, V| della sua vita, in cui egli era giunto all'esasperazione,
321 1, V| di Giustino Morelli che era il passato e di Luigi Caracciolo
322 1, V| di Luigi Caracciolo che era l'avvenire, erano sparite
323 1, V| se nella prima battaglia era stato sconfitto, il suo
324 1, V| Addio, Anna.~ ~Ella si era seduta affranta, come precipitata
325 1, V| le due sorelle. Laura si era messa a lavorare a quel
326 1, VI| anima indimenticabile – egli era colà, io non lo vidi, non
327 1, VI| Egli non ha colpa di nulla: era un povero innocente, sciocco
328 1, VI| odio, Giustino Morelli, che era quello che era, quello che
329 1, VI| Morelli, che era quello che era, quello che è adesso, quello
330 1, VI| alla mia sorte, che non era quella del mio amore, ma
331 1, VI| quella del mio amore, ma era quella del mio secondo amore;
332 1, VI| che le si parava innanzi era la soluzione peggiore. Cesare
333 1, VI| peggiore. Cesare Dias non era nè arrabbiato, nè lusingato:
334 1, VI| arrabbiato, nè lusingato: era indifferente. E non lo pungeva
335 1, VI| ansia. Per lei, la passione era, ancora una volta, una tragedia:
336 1, VI| tragedia: ma per Cesare Dias era, ancora una volta, un qualunque
337 1, VI| immutabile. Cesare Dias: questa era la idea saliente, nella
338 1, VI| aveva detto tutto e che Dias era restato indifferente, padrone
339 1, VI| il capezzale. Ma che uomo era dunque costui, che a quell'
340 1, VI| la purità spirituale, chi era dunque costui, che a tale
341 1, VI| vuoto, pensando a quello che era il cuore di Cesare Dias:
342 1, VI| che veniva dalla montagna, era perduto, e che ella non
343 1, VI| approssimate, il suo delirio si era quietato, man mano, e la
344 1, VI| mano, e la voce dell'amore era diventata più forte di ogni
345 1, VI| accorsi che il mio cuore era risorto e che vi amavo.
346 1, VI| suprema, quando colui che era la Passione, per me, era
347 1, VI| era la Passione, per me, era fuggito vigliaccamente,
348 1, VI| amava abbastanza, colui che era l'indifferenza, era accorso
349 1, VI| che era l'indifferenza, era accorso a perdonare, a soccorrere,
350 1, VI| risorta. Così Lazzaro che era stato quattro giorni, morto,
351 1, VI| che vi regnava, quando io era immersa nel più profondo
352 1, VI| stessa ritenutezza con cui era scritta, l'umile riserbo
353 1, VI| altera e così impetuosa qual'era Anna, gli facevano una maggiore
354 1, VI| essere amato da una donna, era soddisfatto e lusingato,
355 1, VI| sperato, in fondo all'anima vi era una preoccupazione. L'amore
356 1, VI| egli sapeva per prova che era la donna dei partiti estremi,
357 1, VI| tutto questo? Cesare Dias era un uomo di grande esperienza
358 1, VI| capiva bene che tutto non era detto nella lettera, e che
359 1, VI| prima lettera, Cesare Dias era sicuro che ella sarebbe
360 1, VI| aveva subito rivelato dove era il grave imbarazzo della
361 1, VI| consuetudini mondane; mentre era distratto dalla conversazione,
362 1, VI| vorrà essere amata. Questo era il fatto: tutto il resto
363 1, VI| il fatto: tutto il resto era un cumulo di parole. E infine,
364 1, VI| avrebbe dimenticato. Egli era un uomo assolutamente refrattario
365 1, VI| fatta involontariamente. Era un uomo, infine: ed essere
366 1, VI| Fra le altre cose egli era nemico delle lettere di
367 1, VI| col suo passo elastico che era una delle attrazioni della
368 1, VI| dove la mano di Anna si era posata con tanta tenerezza:
369 1, VI| e la sua immaginazione era così vivace, che udiva il
370 1, VI| per dichiararle che ella era un'audace, una pazza, per
371 1, VI| innanzi ad un semplice sogno. Era così agitata, così distratta,
372 1, VI| discussione.~ ~Ma a Stella Martini era parso che il volto così
373 1, VI| invero tutta la sua vita era sfiorita, ella era un essere
374 1, VI| vita era sfiorita, ella era un essere senza tetto, senza
375 1, VI| nel governo della casa; vi era qualche cosa di più amoroso,
376 1, VI| risposta da Laura, ella si era recata immediatamente nella
377 1, VI| voluto disturbarla e si era ritirata discretamente.
378 1, VI| ritirata discretamente. Era tornata una seconda volta;
379 1, VI| una seconda volta; Anna era ancora inginocchiata, ma
380 1, VI| di tacere. Un campanello era squillato. E Stella Martini
381 1, VI| viene – disse Stella, che era ancora inquieta.~ ~– Sta
382 1, VI| dialogo, chetamente, come era il suo solito, si levò e
383 1, VI| quasi corda sonora, non era Dias un uomo perverso e
384 1, VII| sul mare. Veramente essa era fabbricata sull'alto scoglio
385 1, VII| giornate in cui il mare era tempestoso e in cui non
386 1, VII| cocchiere. La casa di Sorrento era più ampia e più ricca di
387 1, VII| di quella di Napoli: vi era più libertà e più lusso;
388 1, VII| in cui Caterina Acquaviva era morta: tanto che la bianca
389 1, VII| del colle e della marina, era diventata sacra per lui.
390 1, VII| villa Caterina, poichè essa era piena della poesia dei ricordi,
391 1, VII| ma la loro piccola chiesa era bene la antica stanza nuziale
392 1, VII| giovane Caterina Acquaviva si era inginocchiata a pregare.
393 1, VII| amore per Cesare Dias si era rivelato, dalla primavera
394 1, VII| e la dimora di Napoli le era diventata troppo amara.
395 1, VII| soffrire, intensamente. Era una sofferenza silenziosa
396 1, VII| risoluzione della morte; ed era, anche, una sempre crescente
397 1, VII| tutto l'interno strazio. Era diventata così buona, così
398 1, VII| dalla impetuosa creatura che era stata.~ ~Nelle dolci giornate
399 1, VII| scrivere a Cesare Dias. Era l'unica, solitaria manifestazione
400 1, VII| passione che la consumava: era un gran conforto e, nel
401 1, VII| stanza vuota, ma egli non vi era, non vi era; mentre scriveva,
402 1, VII| egli non vi era, non vi era; mentre scriveva, talvolta,
403 1, VII| felice. Ma quando la lettera era partita per la sua destinazione,
404 1, VII| una lettera di Anna gli era offerta dal suo servitore,
405 1, VII| fors'anche di tenerezza era notata da lei, immediatamente;
406 1, VII| nelle prime lettere, si era ingannata sulla propria
407 1, VII| vivono. Ah, non lei, non lei era fatta per questo! Era un
408 1, VII| lei era fatta per questo! Era un temperamento vivido e
409 1, VII| dei suoi piaceri morali; era un carattere violento, insofferente
410 1, VII| conseguimento di ogni desiderio era una necessità spirituale:
411 1, VII| una necessità spirituale: era una donna a cui non bastava
412 1, VII| come la pelle di Ester che era macerata e impregnata nei
413 1, VII| desiderio di essere amata.~ ~Era una donna, in tutta la umana
414 1, VII| luminosa chiaroveggenza, era apparsa la gran verità,
415 1, VII| sofferenza, ma in verità non era che una misera creatura,
416 1, VII| convinta ormai che tutto era perduto, scrisse a Cesare
417 1, VII| scrivergli più, poichè tutto era inutile, poichè egli non
418 1, VII| avrebbe amata giammai, poichè era finito tutto, tutto, e non
419 1, VII| sua madre aveva amato ed era morta. Lo salutava, con
420 1, VII| inconsciamente! La lettera era convulsa, male scritta,
421 1, VII| tanto che villa Caterina era necessaria a dar pace alla
422 1, VII| il buon viaggio, perchè era occupatissimo, ma mandava
423 1, VII| solito, la lettera: ma non era venuto! Non voleva lasciar
424 1, VII| una esiziale decadenza ed era discesa alla morte, ella
425 1, VII| Giacobbe con l'angelo, e si era data per perduta: adesso
426 1, VII| per perduta: adesso non vi era in lei che una grande distesa
427 1, VII| accurata. Anna, invece, si era subito buttata sull'inginocchiatoio
428 1, VII| Stella Martini, che già si era cambiata d'abito, le venne
429 1, VII| religione del ricordo, che era in lei tanto profonda, in
430 1, VII| porto dell'estrema calma, era sopraggiunta. Nel giro adesso
431 1, VII| di maggio: e lei, che si era quasi assopita in quell'
432 1, VII| loro, in quella stanza che era il tempio della gioventù,
433 1, VII| volte la chiave nell'uscio, era così pallida e bianca, che
434 1, VII| qui.~ ~E nella sua voce vi era qualche cosa d'infranto,
435 1, VII| silenzio profondo, ma il lume era sempre acceso. Quella luce
436 1, VII| aveva schiusa la porta ed era entrata. Aveva trovato Anna
437 1, VII| poi si riassopiva. Non era un sonno, era un torpore.
438 1, VII| riassopiva. Non era un sonno, era un torpore. Stella ritornava
439 1, VII| tormentava la buona donna, era la quotidiana, lunga dimora,
440 1, VII| quell'inizio dell'estate era deliziosa, nel suo giardino
441 1, VII| dove il profumo di violetta era così sottile e antico, che
442 1, VII| lagrime agli occhi, dove tutto era l'emblema di una giovinezza
443 1, VII| Vedendola così, Stella era presa da una pietà immensa,
444 1, VII| decadenza. Il tormento di Stella era diventato materno, e quando
445 1, VII| passò; la stagione balneare era già inaugurata; tutte le
446 1, VII| senso di maggior amore. Era di domenica, e Laura e Stella
447 1, VII| quel candore, Laura anche era venuta a baciarla: ed ella
448 1, VII| loggia. La notte plenilunare era così luminosa che si sarebbe
449 1, VII| profonda di beltà, di luce le era intorno, ma ella era, veramente,
450 1, VII| le era intorno, ma ella era, veramente, un atomo doloroso
451 1, VII| credevano che ella morisse. Era adunque la pietà della morente,
452 1, VII| indotto a venire a Sorrento: era dunque la pietà, che ammolliva
453 1, VII| posso guarire, Cesare.~ ~Ed era così disperata la sua affermazione
454 1, VII| che io vi avevo scritto, era una fallace, passeggera
455 1, VII| illusione; tutto il mio piano era campato sull'assurdità.
456 1, VII| superbia, vedete!~ ~Ella si era sollevata sulla poltrona,
457 1, VII| dolcezza del plenilunio era immensa.~ ~– Sono così terrena! –
458 1, VII| vostra esistenza che non mi era dato conoscere, quando ho
459 1, VII| detto, che la passione non era per voi, o che non l'avreste
460 1, VII| sogno, semplice, modesto, era di potervi amare con tutte
461 1, VII| istante di felicità, se mi era dato; e in questa nobile
462 1, VII| amare in pace. Che visione! era degno di me, questo sacrifizio
463 1, VII| ogni personale aspirazione; era degno di voi, elevare questa
464 1, VII| modo così agitato, mentre era solito a dominare qualunque
465 1, VII| proprio turbamento. Egli era veramente commosso, una
466 1, VII| altezza glaciale in cui si era tenuto sempre, da quella
467 1, VII| muretto del terrazzo, dove si era appoggiata, parlandogli:
468 1, VII| sopra il raggio del sole. Era dunque, tutto intorno ad
469 1, VII| della stanza materna, dove era stato il nido di un puro
470 1, VII| la fronte di sua madre si era appoggiata e la sua mano
471 1, VII| dove, certo, sua madre si era seduta a leggere, a scrivere,
472 1, VII| benedicente. L'ora della notte era avanzata e la luna era ormai
473 1, VII| notte era avanzata e la luna era ormai altissima sul cielo,
474 2, I| intanto. Per un momento, era restata in piedi, in mezzo
475 2, I| simpatia femminile. Ed essa era così giovane, fresca, vivida,
476 2, I| restarono schiuse. Egli si era tornato a sdraiare nella
477 2, I| fumatori solitarii. Anna si era seduta in bilico, sul bracciuolo
478 2, I| maniera del Cinquecento, vi era un grande crocifisso di
479 2, I| giorno, quando suo marito era uscito, dopo colazione,
480 2, I| grande scrivania austera ne era giovenilmente poetizzata.
481 2, I| risovvenendosi della ragione per cui era venuta in quella stanza.~ ~–
482 2, I| si distaccò da quello che era l'elemento essenziale del
483 2, I| e mentre la mano destra era fulgente di anelli gemmati,
484 2, I| schiuse e Laura comparve. Era vestita, come sempre, di
485 2, I| candore: il suo gran cappello era coperto di piume bianche,
486 2, I| del matrimonio di Anna, si era completata nel suo tipo,
487 2, I| stessa Anna le diceano che era tempo di maritarsi, ormai,
488 2, I| insieme; ma Anna sentiva che era un giudice severo per quanto
489 2, I| taccuino di seta su cui era ricamato Anna Dias, di traverso,
490 2, I| volta alle corse, quando vi era sempre andato da scapolo,
491 2, I| scale a rilento. Ma fuori era così piena di luce e di
492 2, I| tale scintillio di atomi era nell'aria, che Anna pensò
493 2, I| suo brutto vestito. Laura era rosea sotto la falda bianca
494 2, I| ginocchia; e infine, Anna era felice che sua sorella fosse
495 2, I| ancora una volta, poichè era il suo pensiero fìsso, di
496 2, I| bruna dagli occhi azzurri si era vestita primaverilmente,
497 2, I| coraggio d'interrogarlo, che si era vestita modestamente, con
498 2, I| male intesa, con Laura che era carina, è vero, ma di cui
499 2, I| tutta la loro esistenza era regolata da quel patto scambiato
500 2, I| di accorgersene; il patto era stato sottoscritto: egli
501 2, I| quella debole e folle donna era stata più fine, più astuta
502 2, I| irrorato di luce bionda, era così lieto, così bello,
503 2, I| Luigi Caracciolo: egli era assai bello quel giorno,
504 2, I| raccoglierli. Ne prese uno che era caduto sulle sue ginocchia
505 2, I| mano: all'occhiello non era restato che il gambo senza
506 2, I| peso. D'altronde la tribuna era piena di conoscenze e la
507 2, I| tutte le giovani spose, Anna era molto circondata: la società
508 2, I| dirigersi sicuramente. Dias era sparito, laggiù, laggiù,
509 2, I| Luigi Caracciolo, che si era adesso seduto, raggiunta
510 2, I| perfettamente semplici.~ ~Laura si era disinteressata della conversazione.
511 2, I| altri due cavalieri; ed ella era più bella ancora, con quel
512 2, I| Cesare Dias pareva quel che era, ancora bello, ma consumato
513 2, I| quel suo sorriso di cui le era impossibile nascondere lo
514 2, I| dell'ombrellino di Anna, che era appoggiato a una sedia.
515 2, I| perchè la seconda corsa, che era d'importanza, era stata
516 2, I| corsa, che era d'importanza, era stata vinta dal favorito,
517 2, I| scuderia napoletana: e vi era folla intorno ai bookmakers,
518 2, I| certa impressione. Egli non era uno sciocco, per niente;
519 2, I| restava inoperoso, poichè egli era ricco, lo applicava alla
520 2, I| rifiuto di Anna, di cui egli era stato molto innamorato,
521 2, I| Realmente, sino allora, nulla vi era di premeditato nel contegno
522 2, I| tutte le donne.~ ~Ma Anna era così lontana da tutto questo!
523 2, I| amato Cesare Dias, un velo era disceso fra lei e il mondo,
524 2, I| lo avesse veduto venire: era salito da un'altra scala.~ ~–
525 2, I| precisava maggiormente; ed era che suo marito aveva ragione.
526 2, I| sono grandi sentimenti: era la sua noia che la feriva
527 2, I| quotidiana del suo dolore era meschina e gretta. Mentre
528 2, I| amarezza senza confine, si era rigettata indietro alla
529 2, I| profondamente e forse il loro amore era costato loro molte lacrime;
530 2, I| bianca figura di Laura si era allontanata con Cesare Dias,
531 2, I| dormienti nel fondo, ed era attossicata per sempre.
532 2, I| attossicata per sempre. Che era dunque venuta a far lì,
533 2, I| mentre la sua infelicità era inguaribile, poichè veniva
534 2, I| voce di Luigi Caracciolo.~ ~Era ritornato, con quella sua
535 2, I| è vero, diceva che essa era stata per morire d'amore
536 2, I| il braccio a Laura, che era bellissima, tutta rosa nel
537 2, I| frivolezza e la vacuità: egli si era molto divertito, nel suo
538 2, I| noia del suo matrimonio: era lieto, mostrava la sua lietezza,
539 2, I| finanche con Anna, il che, poi, era il colmo dell'allegrezza.
540 2, I| dell'allegrezza. Ed ella era assai contenta, di portarselo
541 2, I| spirituale e sensuale che era in fondo agli occhi di tutti,
542 2, I| subire l'ambiente. Per le vie era una folla immensa popolana
543 2, I| apparve. Il volto di Laura era perciò rischiarato di basso
544 2, II| segnale della sua seccatura, era sempre di trovare il pranzo
545 2, II| Infine la sua allegria si era comunicata anche alle due
546 2, II| passarono nel salotto di Anna: era una serata pari del mese,
547 2, II| sparsi un po' dappertutto – era il giugno, giusto un anno
548 2, II| Sì, sì... buona sera.~ ~Era partito. Laura aveva udito
549 2, II| Laura quel riso beffardo che era l'antitesi del suo purissimo
550 2, II| potesse annodarsi. Anna si era sdraiata sulla sua sedia
551 2, II| scherzosamente Anna, che era ancora di buonumore, per
552 2, II| libro, dopo partita Laura. Era l'Adolphe di Beniamino Constant,
553 2, II| la signora Dias. Ella non era precisamente alla moda,
554 2, II| precisamente alla moda, poichè non era entrata ancora nel turbine
555 2, II| della sua bionda gioventù. Era in marsina, portando il
556 2, II| di riposo, dove Anna si era seduta di nuovo.~ ~– E che
557 2, II| dolcezza, della tenerezza, era nella sua voce. Egli parlava,
558 2, II| pagina dell'Adolphe, che le era restato fra le mani. Pure,
559 2, II| diss'ella, sentendo che si era ingolfata in una pericolosa
560 2, II| un gomito al tavolino che era presso la sua sedia di riposo
561 2, II| sedia di riposo e pensava. Era mezzanotte, ormai. Fra pochi
562 2, II| con Luigi Caracciolo, le era uscito di mente suo marito:
563 2, II| suo eterno pensiero, che era Cesare. Anzi, adesso ne
564 2, II| tutte le figure, a lui! Era la mezza dopo mezzanotte:
565 2, II| grossa treccia nera: ed era più attraente, con quell'
566 2, II| e ostinato egoismo. Anna era stata la prima a ubbidire
567 2, II| di Anna e costei, che si era seduta nella poltrona, accanto
568 2, II| sapeva che ella lo attendeva, era già il tocco, sarebbe mancato
569 2, II| suo: non, dunque, tutto era deserto e tutto era senza
570 2, II| tutto era deserto e tutto era senza dolore, quando egli
571 2, II| dolore, quando egli non vi era? Quella sera, poi, dopo
572 2, II| di tutto il suo cuore, ed era l'inno di ogni sua facoltà,
573 2, II| ancora il silenzio; Anna si era ingannata. E un po' di sudor
574 2, II| stipite della porta, che era di quercia scolpita: stette
575 2, II| le due dopo mezzanotte. Era questo: Cesare sarebbe ritornato
576 2, II| nei suoi arazzi smorti, era assai chiara in quella luce
577 2, II| grido di strazio si levava, era tale lo spasimo di quell'
578 2, II| legge, la cui sola speranza era la passione, delle infinite
579 2, II| dar la felicità ad alcuno era l'anima di Cesare. Ebbe
580 2, II| libro. Il suo turbamento era immenso. Un orizzonte funebre
581 2, II| orizzonte funebre le si era aperto dinanzi: ed ella
582 2, II| missionario.~ ~Ella non era mai stata molto devota,
583 2, II| poichè la sua fantasia era troppo fervida, e il misticismo
584 2, II| che l'animo di suo marito era più profondo di quegli sterili
585 2, II| vita. Sopra un tavolino era buttato un paio di guanti,
586 2, II| della vestaglia. Ma dove era dunque Cesare? Il fastidio
587 2, II| onda. Perchè non tornava? Era tardi, infine, assai tardi,
588 2, II| in quella notte, e non vi era nessun circolo di gentildonna
589 2, II| fino a quell'ora.~ ~Dov'era, dunque, Cesare? Ogni tanto,
590 2, II| Cesare, il caro amore, dove era, dove era? Si doveva levare,
591 2, II| caro amore, dove era, dove era? Si doveva levare, di nuovo,
592 2, II| della Vittoria. Profondo era il silenzio, intorno. Ella
593 2, II| silenzio, intorno. Ella si era messa a un angolo del balcone,
594 2, II| vide bene che Caracciolo si era fermato, appoggiato al cancello
595 2, II| erano sbarrate. Caracciolo era dunque stato l'ultimo frequentatore.
596 2, II| frequentatore. Cesare non vi era. Ella provò un freddo orribile
597 2, II| chiacchierava, la conversazione era finita: dovunque si mangiava
598 2, II| e l'ultimo ritardatario era andato via: dovunque si
599 2, II| dovunque si giuocava, il giuoco era finito: la vita di notte,
600 2, II| esaltava e che istupidiva, era cessata, dovunque, e i più
601 2, II| Cesare Dias, suo marito, era presso una donna. E l'acuto
602 2, II| nuovamente. Presso una donna, era certo. Questa verità le
603 2, II| suoi amori presenti? Non era lei forse un'estranea, tollerata,
604 2, II| confidente, di amica?~ ~Era colei che rappresentava
605 2, II| importare un nome? Il fatto era quello, innegabile. Suo
606 2, II| innegabile. Suo marito non era rientrato: era presso una
607 2, II| marito non era rientrato: era presso una femmina qualunque.
608 2, II| femmina qualunque. Questo era il fatto. Non doveva cercare
609 2, II| dunque l'uomo, che uomo era dunque suo marito, di freddamente
610 2, II| dunque, è l'uomo, quest'uomo era dunque Cesare Dias, che
611 2, II| Cesare, il cui ideale le si era per sempre intorbidato nell'
612 2, II| colpirono. Levò la testa. Era giorno. Una luce verdina,
613 2, II| della porta. Cesare entrò, era pallidissimo: con gli occhi
614 2, II| la riconoscesse. Ella si era levata, sbiancata, senza
615 2, II| sigaretta in una ceneriera: si era tolto il cappello. Quanto
616 2, II| buttandolo sopra un divano.~ ~Era in marsina. Ma la cravatta
617 2, II| cravatta bianca, in lui che era così corretto, era risalita
618 2, II| lui che era così corretto, era risalita verso la spalla,
619 2, III| morali, fra marito e moglie era sorta una freddezza. Sì,
620 2, III| discussione con suo marito: e si era accontentata di quelle dichiarazioni
621 2, III| del suo devoto amore ne era stata attossicata. In quanto
622 2, III| quanto a Cesare, egli ne era stato annoiatissimo di quella
623 2, III| e i loro svenimenti, gli era dovuto capitare giusto di
624 2, III| debolezza, ancora una volta si era rivolto contro Anna. Ella,
625 2, III| un giorno in cui Anna si era mostrata più dolente e più
626 2, III| lui.~ ~Ma in verità, egli era un uomo e non un angelo:
627 2, III| il loro viaggio di nozze era ormai compito, che essa
628 2, III| quella libertà che egli si era giuocata così scioccamente,
629 2, III| della bionda Minerva si era dileguata, e il bianco viso
630 2, III| dileguata, e il bianco viso si era chiuso in una cogitazione
631 2, III| ma nelle sue lettere vi era sempre, se non una frase
632 2, III| scriveva? A chi scriveva? Era nella sua stanzetta sulla
633 2, III| penna. Più di una volta, era entrata Anna. Allora, quietamente.
634 2, III| turbamento della sua fisonomia si era dileguato.~ ~– Che scrivi? –
635 2, III| Uno dei primi a comparire era stato Luigi Caracciolo che
636 2, III| settimana di luglio, egli si era trovato colà, senza che
637 2, III| della sua presenza: e si era installato, per restarvi,
638 2, III| Sorrento Anna Dias. Egli ne era fortemente innamorato. A
639 2, III| rendevano più cara. Egli era innamorato, è vero, ma come
640 2, III| scopo piccolo o grande, era efficace di per sè; e quella
641 2, III| specialmente a Sorrento, dove era sola e dove era molto triste,
642 2, III| Sorrento, dove era sola e dove era molto triste, di parlarle
643 2, III| allontanava mai dal posto dove era Anna, ma le gironzava una
644 2, III| cancello di villa Caterina. Era insistente, con una insistenza
645 2, III| raffinato in amore, non era di quelli che godono di
646 2, III| bellissimo giovane. Ciò era alquanto arrischiato, per
647 2, III| Caterina Acquaviva, che era morta così presto, come
648 2, III| Francesco Acquaviva, che era morto prima del suo tempo.
649 2, III| adorava: e Luigi Caracciolo era troppo esperto di anime
650 2, III| con una insinuazione: ella era così ingenua, così intera
651 2, III| che durasse ancora, poichè era impossibile che il matrimonio
652 2, III| crudele da un marito che era vecchio al confronto, egli
653 2, III| ed egli stesso, che ne era innamorato, si tormentava
654 2, III| e il suo vecchio metodo era un'arma a due tagli, feriva
655 2, III| l'immagine di Cesare Dias era scrollata, un poco, dall'
656 2, III| la gran corruzione umana era apparsa in una sola notte,
657 2, III| il metodo per Caracciolo era doloroso, poichè egli vedeva
658 2, III| parlava di Cesare. Dove era, che faceva, quando sarebbe
659 2, III| forse, a quell'ora, Cesare era sul Righi con la contessa
660 2, III| anteriore di suo marito, ella era giunta, per la gran sete
661 2, III| che l'amava. Pure, non le era possibile di resistere più,
662 2, III| poveretta, poichè ella era una donna di cuore. Caracciolo
663 2, III| che il cuore di Cesare era stato sempre troppo freddo
664 2, III| catastrofi, ella vedeva che tutto era inutile, che quell'uomo
665 2, III| inutile, che quell'uomo era restato sempre il medesimo,
666 2, III| Talvolta a questa conversazione era presente Laura, la bellissima
667 2, III| Luigi Caracciolo, poichè vi era una fanciulla presente,
668 2, III| Luigi Caracciolo.~ ~Egli era un innamorato pieno di pazienza,
669 2, III| passato i quarant'anni, che era sciupato dall'età e dalla
670 2, III| capaci di tutto, e che era meglio non curarsi di loro.
671 2, III| curarsi di loro. Ma, infine, era innamorato. Si era messo
672 2, III| infine, era innamorato. Si era messo al giuoco, volendo
673 2, III| infine, alla sua maniera, era innamorato.~ ~Un giorno,
674 2, III| Francia e dalla Svizzera: era di buonissimo umore, ed
675 2, III| unico segreto della sua vita era Cesare, standogli seduta
676 2, III| petalo di una camelia. Ciò era accaduto in un minuta solo:
677 2, III| abbracciare anche lei. Istintivo era il movimento di Laura, facendosi
678 2, III| ma subito represso. Non era stato neanche un cattivo
679 2, III| neanche un cattivo pensiero; era stato uno di quei brividi
680 2, III| chiaroveggenza delle cose spirituali. Era piuttosto un senso di fastidio,
681 2, III| a Sorrento. La stagione era allegrissima, quell'anno,
682 2, III| diceva ad Anna che quella era una buona stagione per lanciare
683 2, III| miracoli di fedeltà, che si era visto difficilmente, nei
684 2, III| No, non mi piacerebbe – era stato pronto a dire lui.~ ~
685 2, III| un tono malinconico, che era mentito solo per metà.~ ~–
686 2, III| in un giardino, ai bagni, era subito raggiunta da Caracciolo.
687 2, III| prolungava un penoso silenzio. Le era impossibile di sopportare,
688 2, III| la martirizzava. Ella non era dunque niente per quest'
689 2, III| mandolini e di chitarre.~ ~Era la prima volta che gli rispondeva
690 2, III| rifiutato egualmente.~ ~Era triste, dicendo ciò. Sempre
691 2, III| sotto gli occhi di tutti, era commentato a maggior gloria
692 2, III| conclusione che Cesare Dias era un grande affascinatore:
693 2, III| tutti crollavano le spalle. Era la storia di un insuccesso,
694 2, III| insuccesso, quella.~ ~Lo strano era che Luigi Caracciolo, mosso
695 2, III| giovinotto bello e felice, era apparso sulle sue labbra:
696 2, III| labbra: e giammai più si era mescolato a una di quelle
697 2, III| giovanotti, dove spesso era stato l'anfitrione, o almeno
698 2, III| salone, in un teatro, e che era inquieto, nervoso, sino
699 2, III| precipitosa, quando ella se n'era andata: e la sua preoccupazione
700 2, III| questo si vedesse. Anna era una creatura assai diversa
701 2, III| esteriore e dello scetticismo. Era troppo freddo e scettico
702 2, III| semplice e passionale che era Anna, doveva simpatizzare
703 2, III| autunno, egli vide che Anna era di nuovo agitata, distratta
704 2, III| gioia del ritorno di Cesare era svanita. Anna si chiudeva
705 2, III| quell'amore.~ ~Suo marito era stato tenero e cortese,
706 2, III| dovunque, con la scusa che essa era troppo grande per essere
707 2, III| quella ragazza, posto che ne era il cognato. Talvolta Anna,
708 2, III| qualunque miracolo, visto che era il cognato di Laura e che
709 2, III| che erano delle puerilità. Era una puerilità, sicuramente,
710 2, III| punirsi, per punirsi! Ah ella era una creatura abietta, con
711 2, III| in pericolo. E Cesare si era anche fatto, in quel periodo,
712 2, III| arricciandosi i mustacchi, il che era un suo movimento di soddisfazione.~ ~–
713 2, III| le tumultuava nel core.~ ~Era però singolare che Laura,
714 2, III| le due sorelle, Anna si era scolorata quasi le urgesse
715 2, III| della sua fisonomia, le era caduto ogni coraggio di
716 2, III| giocondo e amoroso, che era accresciuto dalla idea della
717 2, III| non si sentiva amata: ella era gelosa, e questo delicato
718 2, III| si divertisse: e quando era restata sola a villa Caterina,
719 2, III| Caterina, quando non vi era più nessuno che badasse
720 2, III| ginocchio nella stanza dove era morta sua madre, chiedendo
721 2, III| il saluto di congedo. Si era alla metà dì ottobre, ma
722 2, III| ottobre, ma anche lui si era trattenuto oltre l'usato,
723 2, III| aspettare. Soltanto, anche egli era triste: il suo amore, di
724 2, III| giuramento che aveva fatto. Egli era sincero, in quel minuto:
725 2, IV| le donne. Sua sorella che era stata sempre la purità istessa,
726 2, IV| E una illusione, infine, era stata quella precipitosa
727 2, IV| ormai, che la sua tortura era tutta interiore, e che avrebbe
728 2, IV| donna, che non parlava, che era sempre in uno stato di sogno
729 2, IV| a vittima, che ella non era una vittima, e che tutte
730 2, IV| singultava lei.~ ~Egli se ne era subito andato, maledicendo
731 2, IV| Ella gli sorrideva. Non era un cattivo amico e col suo
732 2, IV| certo tempo, e che infine era giovane, e tutte le corde
733 2, IV| creatura disperante, poichè era come il fuscello di legno
734 2, IV| tal paragone? il suo cuore era preso, la sua anima era
735 2, IV| era preso, la sua anima era presa, i suoi sensi erano
736 2, IV| andavano a sparire in lui, ella era presa di lui, inguaribilmente,
737 2, IV| per quella strada, egli era ridiventato galante con
738 2, IV| fondo dell'anima di Anna vi era una collera contro se stessa
739 2, IV| sanguinante per cui non vi era balsamo, per cui perdevano
740 2, IV| dicevano che ormai ella era una gran mondana; ma i più
741 2, IV| bene che la signora Dias era una donna attraentissima,
742 2, IV| doveva andare al San Carlo; era una serata di prima rappresentazione.
743 2, IV| fingesse di volerle bene, tutto era guadagnato di fronte al
744 2, IV| bionde, ma la cui tinta era così indovinata, che la
745 2, IV| magnifico. Il busto del vestito era screziato, qua e là, di
746 2, IV| suo marito. Non dunque lei era una qualunque vilissima
747 2, IV| volubile signore? Egli venne. Era ancora in abito da casa.
748 2, IV| aver salutato Laura, che si era ritirata nelle sue stanze,
749 2, IV| e tanto sofferto. La zia era pronta. Andarono al teatro.
750 2, IV| dove un cartellino rosso era attaccato sul cartellone
751 2, IV| della prima donna, non vi era più spettacolo quella sera
752 2, IV| Carlo: per l'ora tarda, era stato impossibile apprestarne
753 2, IV| E nelle carrozze, tutto, era un malumore subitaneo, manifestato
754 2, IV| crollò il capo, nell'ombra. Era tristissima per la sua serata
755 2, IV| suo bel vestito azzurro era perfettamente inutile! Malinconicamente,
756 2, IV| riaccompagnarla a casa; era una serata perduta, non
757 2, IV| lieve piccola carrozza, era passata quasi un'ora da
758 2, IV| quasi un'ora da che Anna era uscita di casa: e tornando
759 2, IV| al portiere se il signore era già uscito. No, non era
760 2, IV| era già uscito. No, non era uscito. E vedendo che il
761 2, IV| entrava, non a quella che era in comunicazione col corridoio
762 2, IV| alla quale ella si fermò, era chiusa con la maniglia,
763 2, IV| non farsi udire. Cesare era già vestito, in marsina,
764 2, IV| profondamente soddisfatta. Egli era seduto in uno dei suoi grandi
765 2, IV| modo seducente. Egli non era solo.~ ~Laura, tutta vestita
766 2, IV| fronte e alle tempie, che era la gloria della sua beltà
767 2, IV| sua beltà muliebre, Laura, era nella stanza di Cesare.
768 2, IV| stanza di Cesare. Ella non era seduta in una di quelle
769 2, IV| scolpito, di cui la camera era provvista; nè sul seggiolone
770 2, IV| cuoio, accanto a Cesare; ell'era seduta, alla meglio, sul
771 2, IV| seggiolone, dove Cesare era sdraiato: seduta di fianco,
772 2, IV| dondolava.~ ~Un suo braccio era allungato sulla spalliera
773 2, IV| tanti altri. Giusto, Anna era capitata dietro alla tenda,
774 2, IV| mano bianca e fine di Laura era restata in quella di Cesare,
775 2, IV| nulla: ma la loro istoria era in quelle persone amorosamente
776 2, IV| amorosamente ravvicinate, era in quelle dita congiunte
777 2, IV| nulla potrà mai infrangere, era in quello sguardo lungo,
778 2, IV| silenziosa scena d'amore. Ma era anche così forte il tumulto
779 2, IV| alle tempia e ai polsi, era tale la vibrazione dei suoi
780 2, IV| bianche rose invernali che vi era passato dentro, sempre guardando
781 2, IV| fanciulla, affascinata, si era inchinata, inchinata, a
782 2, IV| farla morire. Poichè ella era colpita dalla grande stupefazione,
783 2, IV| infatti, un profondo sospiro. Era uscito dal petto di Laura,
784 2, IV| fanciulla, bruscamente, era scivolata dal seggiolone,
785 2, IV| mezzo alla stanza. Adesso era più vicina ad Anna: Anna
786 2, IV| perfettamente. Il volto di Laura era sconvolto. Una fiamma era
787 2, IV| era sconvolto. Una fiamma era salita ad abbruciarle le
788 2, IV| arruffati, mentre nessuna mano era venuta a disordinarli ed
789 2, IV| l'aveva seguita, non si era levato neppure. Ma veramente,
790 2, IV| inchiodato nel suo seggiolone, era turbatissimo, nel suo pallore
791 2, IV| quel vorticoso turbine che era diventato il suo cervello,
792 2, IV| diceva ancora che quella era follia, a un tratto, un
793 2, IV| Laura. Parlavano. Laura si era sciolta da quei baci furiosi
794 2, IV| baci furiosi di Cesare, si era rialzata e stava ritta innanzi
795 2, IV| interminabile, lungo, che era forse un secolo, da che
796 2, IV| ella udì parlare, di nuovo. Era Laura questa volta che,
797 2, IV| della propria forza, egli si era rialzato, e avendo passato
798 2, IV| espressione fiera e dura, che era forse quella della passione
799 2, IV| verso la scrivania: egli era così disfatto che pareva
800 2, IV| per non cadere: la voce era sorda.~ ~– Non vi era spettacolo?
801 2, IV| voce era sorda.~ ~– Non vi era spettacolo? O ti sei sentita
802 2, IV| avvertire nulla.~ ~– Non vi era spettacolo – ella soggiunse,
803 2, IV| questa menzogna, ella che era innocente.~ ~– E Vostra
804 2, IV| verso la porta.~ ~Ma egli si era già allontanato e non udì.~ ~. ~ ~
805 2, IV| allontanato e non udì.~ ~. ~ ~Era tardi quando Anna si levò
806 2, IV| coperta di piume che si era tirata addosso, in una delle
807 2, IV| insopportabile fatto, visto e udito: era quel tremore che l'aveva
808 2, IV| quando il sogno fatale le era apparso, diventato una realtà
809 2, IV| buttato sopra una poltrona, si era schiuso, pendeva sino a
810 2, IV| il filo di perle, che si era strappato violentemente
811 2, IV| tutto, poichè la cieca non era stata che lei; e quella
812 2, IV| da tutti i servi: ed ella era l'oggetto della loro pietà.
813 2, IV| rientrato: ma certo egli era ancor fuori, col suo tenace
814 2, IV| passasse. Nella sua camera era acceso il grande lume, dal
815 2, IV| tutto nell'appartamento era ombra e silenzio. Passando
816 2, IV| andava a fare. Ma tutto era inutile ormai, paura e pentimento;
817 2, IV| mente quella notte, quando era salita attraverso le tenebre,
818 2, IV| insieme. Giustino Morelli? Chi era costui? Un'ombra fugace,
819 2, IV| adesso... adesso tutto era irrimediabile, tutto. Schiuse
820 2, IV| bianco volto, purissimo, era soffuso di un roseo mite:
821 2, IV| in quella veste, Laura era stata baciata da Cesare,
822 2, IV| immagine del tradimento; era lei il fatto, atroce e insopportabile:
823 2, IV| collera, anche Laura si era levata: rispose sdegnosamente:~ ~–
824 2, IV| ferita al vivo, essa che era tutta una ferita.~ ~– Io
825 2, IV| come se svenisse. Ma tanta era la forza di quell'animo,
826 2, IV| sua sorella, il suo volto era chiuso, freddo, austero.
827 2, IV| quella chiusura di porta. Era sola, ormai. Fra sè, diceva
828 2, IV| miserabile creatura che era stata, capace di sopportare
829 2, IV| violenza per cui ad Anna era parso, parlando con Laura,
830 2, IV| l'aveva atterrata. Anna era andata a lei, forte del
831 2, IV| unica, poichè ella, Anna, era nella verità, nella giustizia
832 2, IV| da Cesare; poichè Laura era fuori di ogni legge umana
833 2, IV| Il suo amore per Cesare era così grande e sincero, e
834 2, IV| tumultuaria del fatto ed era anche tanta la sua stupefazione,
835 2, IV| vedeva perchè il tradimento era insopportabile, ella soffriva
836 2, IV| coscienza di quello che era la sua ferita, ella sapeva
837 2, IV| parlare con Laura, ella era nell'ebetismo di un colpo
838 2, IV| ora... ora il tradimento era veramente, realmente atroce,
839 2, IV| fanciulla, tanto che si era vista innanzi, implorante,
840 2, IV| tradita, e il suo cuore non si era infranto di tenerezza: certo
841 2, IV| nella sua vita, quando si era trattato di salvare la propria
842 2, IV| giorno, perchè amava, ed era innocente, ed era bella!
843 2, IV| amava, ed era innocente, ed era bella! Nella sera fatale
844 2, IV| vita: ed anche allora, essa era la creatura più appassionata,
845 2, IV| Sorrento come a Pompei, ella era stata vinta, vinta da chi
846 2, IV| Pompei, come a Sorrento, ella era stata vinta da Giustino
847 2, IV| Non sapeva. Tutto ciò era così contrario alla legge
848 2, IV| dell'amore e della vita, era così contrario a ogni idea
849 2, IV| rettitudine e di morale, era tale un crollo d'ogni santo
850 2, IV| parola della felicità, non era stato quello suo un miserabile
851 2, IV| dell'irreparabile fatto? Era così schiacciante nella
852 2, IV| questo fatto terribile, era così veramente implacabile
853 2, IV| credere a una fatalità.~ ~Era destino. Una forza arcana
854 2, IV| gente dal cuore profondo. Era destino che ella dovesse
855 2, IV| mattino, la notte d'inverno era altissima e fredda. Si fermò
856 2, IV| una notte d'inverno in cui era andata, fra l'ombra e il
857 2, IV| a quella di suo marito. Era chiusa a chiave, la porta.
858 2, IV| impazienza dell'amore, ella era venuta nella stanza dell'
859 2, IV| balde speranze di vittoria, era finita, per lei, con una
860 2, IV| all'idea che tutto, tutto era nelle mani di Cesare, restò
861 2, IV| dentro, due ore prima, non era un sogno, era un fatto,
862 2, IV| prima, non era un sogno, era un fatto, nella sua implacabilità,
863 2, IV| veniva a metter gaiezza. Era morto, dunque, il sole?
864 2, IV| del sole. Ma la mattinata era bigia, nel cielo e nel mare:
865 2, IV| aggravava sulle palpebre: era il solo segnale della stanchezza,
866 2, IV| non volendo niente. Si era vestita, così, per quel
867 2, IV| beneaugurante trifoglio era deturpato: e il suo fascino
868 2, IV| deturpato: e il suo fascino era spezzato.~ ~– Che importano
869 2, IV| alla catastrofe: il dramma era lungo, cara – egli disse,
870 2, IV| è dimostrato che Otello era epilettico.~ ~– E uccise
871 2, IV| non l'ho uccisa!~ ~Cesare era un po' pallido, niente altro:
872 2, IV| po' pallido, niente altro: era come il domatore di fronte
873 2, IV| andata a messa, perchè oggi era domenica.~ ~– Con quell'
874 2, IV| ascolta alle porte.~ ~– Era mio diritto di ascoltare,
875 2, IV| singhiozzo il petto. Egli non si era mosso dal suo posto; inchiodato
876 2, IV| Cesare vide che ella si era buttata sopra la lunga sedia
877 2, IV| faccia la vostra.~ ~E il tono era così gelido, la parola era
878 2, IV| era così gelido, la parola era così lenta, che Anna intese
879 2, IV| E veramente, l'insulto era così atroce, per lei, che
880 2, IV| della vostra età: questa era la regola, è vero, sarebbe
881 2, IV| dalla malattia. La lezione era stata dura, e qualunque
882 2, IV| occhi: ma non s'intenerì! Era una donna che gli aveva
883 2, IV| non s'intenerì. In fondo, era soddisfatto di aver debellato
884 2, IV| s'intenerì. E pensò che era tempo di andar via.~ ~–
885 2, IV| sino alla soglia. Cesare si era già allontanato, ella udì
886 2, IV| squisita: il fazzoletto era ficcato nel manicotto di
887 2, IV| avorio giapponese scolpito, era stretto in una mano: ella
888 2, IV| nulla: tirò un cassetto che era sempre aperto, ne prese
889 2, IV| facevano più oscure: e dovunque era una tinta di cenere sulle
890 2, IV| piccolissimo orologio, che era graziosamente incastrato
891 2, IV| da grandi alberi. Non vi era un'anima, non si udiva nè
892 2, IV| grandi alberi. La rotonda era come segregata dal mondo
893 2, IV| attraverso gli alberi. Il terreno era umido, giallastro, coperto
894 2, IV| plumbeo. Un silenzio profondo era intorno. I bimbi che erano
895 2, IV| il tic-tac dell'orologio, era un rumore impercettibile.
896 2, IV| le due precise. L'aria si era fatta più bigia, più triste,
897 2, IV| balcone della sua stanza era spalancato; un vuoto nero,
898 2, IV| pallido volto, che sino allora era restato senza nessuna espressione:
899 2, IV| richiudeva. Luigi Caracciolo era in alto sulle scale: e malgrado
900 2, IV| piccola mano guantata e se l'era passata sotto il braccio;
901 2, IV| dove Luigi Caracciolo si era fermato, con Anna, aveva
902 2, IV| ferro.~ ~Questo salotto era tutto coperto, sulle mura
903 2, IV| La medesima emozione che era in tutta la persona di Anna,
904 2, IV| parola d'amore ancora non era comparsa in quelle morbidissime
905 2, IV| tenuità di un soffio; ma era inerte, sempre, la piccola
906 2, IV| nella stanza. Anche Anna si era levata ed era venuta a mettersi
907 2, IV| Anche Anna si era levata ed era venuta a mettersi dietro
908 2, IV| Anna – e domandandoglielo, era seduto così basso innanzi
909 2, IV| veletta nera non copriva. Anna era così assorta in una desolata
910 2, IV| troppo egli l'amava, troppo era giovane e innamorato, per
911 2, IV| ostacoli, senza paura, ed egli era un uomo, infine, e non voleva
912 2, IV| confusamente che l'adorava, che era la sua cara signora, la
913 2, IV| diventato di gelo.~ ~No, non era civetteria di donna che
914 2, IV| ritardare la sua caduta: non era soltanto la ribellione del
915 2, IV| ribellione del pudore muliebre: era qualche cosa di più profondo,
916 2, IV| vere, le invincibili. Così era la resistenza di Anna: vera,
917 2, IV| vera, invincibile. Ella era restata in piedi, presso
918 2, IV| guardava, sentendo quale abisso era fra loro, sebbene ella fosse
919 2, IV| soffrire, egli soffriva. Era pallido, adesso: si sentiva
920 2, IV| cielo della stanza. Anna si era colpita al cuore: roteò,
921 2, IV| La piccola mano guantata era raggricchiata sul piccolo
922 2, IV| donna morta. Poichè non vi era, in quel giovane viso, quella
923 2, IV| corso. La bocca di Anna era contratta dolorosamente,
924 2, IV| in tutta quella figura vi era ancora il dolore immenso,
925 2, IV| portava seco nella tomba: vi era il dolore di coloro che
926 2, IV| mentre il loro segreto era l'amore: il dolore di coloro
All'erta, sentinella!
Racconto, Cap.
927 Ert, I| nessuna ombra d'uomo si era veduta, apparendo e sparendo,
928 Ert, I| marini, sulla spiaggia, era rimasto deserto, lasciando
929 Ert, I| tutte le molignane di cui era arrivato carico, al mattino:
930 Ert, I| in città: il carrettiere era in camicia e calzoni di
931 Ert, I| spiaggia, spiegando che quello era il poligono dei Bagnoli,
932 Ert, I| sotto la grotta. Ovvero era qualche equipaggio padronale
933 Ert, I| strada diritta e polverosa. Era una carrozza nera nera e
934 Ert, I| i soldati convalescenti: era un forgone nero nero, tutto
935 Ert, I| borbottare uno scongiuro. Ma non era il carrettone dei morti.
936 Ert, I| sorpresi. Il negro forgone si era fermato sull'arena, poco
937 Ert, I| dietro, l'unica sua porta, si era aperta, ne era sceso un
938 Ert, I| porta, si era aperta, ne era sceso un carabiniere, poi
939 Ert, I| brivido di emozione.~ ~Egli era un giovanotto di venticinque
940 Ert, I| di spalle: il suo volto era bianchissimo, di una bianchezza
941 Ert, I| invincibili anelli di ferro, era la sua qualità, il suo nome,
942 Ert, I| mistero. Ah invano egli era forte, giovane, dal volto
943 Ert, I| invano, poichè quella catena era il dramma truce, sanguinolente,
944 Ert, I| diceva a tutti che egli era un essere pernicioso, malvagio,
945 Ert, I| La catena, la catena! Era quella che faceva tacere,
946 Ert, I| di passaggio. La catena! Era l'incubo di tutti, quel
947 Ert, I| immobilizzava l'uomo; e l'uomo era un ladro, un micidiale,
948 Ert, I| tranquillità, come quando era sceso dal forgone. Anzi,
949 Ert, I| sempre nell'ordine come era salita, tenendo fra sè il
950 Ert, I| lo inebbriassero. La via era lunga ma saliva senza sforzo
951 Ert, I| impallidì, intendendo che era una sentinella, intendendo
952 Ert, I| intendendo che quel luccicare era la canna di un fucile. Impallidì
953 Ert, I| Nisida. L'appuntato, che era pratico, si diresse verso
954 Ert, I| ufficio al pianterreno. Era magramente mobiliato, con
955 Ert, I| condannato. Entrò il direttore. Era un uomo sui quarant'anni,
956 Ert, I| restarono in direzione. Ora era solo col carceriere, ma
957 Ert, I| insopportabile.~ ~La catena era lunga più di un metro.~ ~—
958 Ert, I| alla cintura.~ ~Difatti vi era un uncino nella cintura
959 Ert, I| isola di Nisida e il mare, era una profonda e molle notte
960 Ert, I| galeotti a cui Rocco Traetta si era mescolato macchinalmente
961 Ert, I| basso, cupo, crudele. Egli era andato con loro alla cappella,
962 Ert, I| fresco, dove quella folla si era messa su certe panche di
963 Ert, I| un angolo, Rocco Traetta era stato vinto da una grande
964 Ert, I| tranquillo e forte, che era stato così felice di lasciare
965 Ert, I| sentiva che ogni galeotto era oppresso da quella che era
966 Ert, I| era oppresso da quella che era parte della sua vita, indivisibile;
967 Ert, I| pesante, fredda. Ah no, non era fantastico Rocco Traetta,
968 Ert, I| fantastico Rocco Traetta, era una creatura primitiva e
969 Ert, I| il senso dell'altezza gli era sfuggito, in quel primo
970 Ert, I| opprimeva. Ogni quarto d'ora, era terribile. Nella notte stellata,
971 Ert, II| delle cattive nuove. Egli era stato un patriota ardente,
972 Ert, II| battersi nel 1866 come si era battuto nel 1860, pensando
973 Ert, II| durava da troppo tempo. Era una giovanetta dal volto
974 Ert, II| dell'Emporio Pittoresco. Era un pallido bimbo di tre
975 Ert, II| ll bimbo si levò subito: era grande per la sua età, ma
976 Ert, II| spazzolava il soprabito: era l'ora di andare in ufficio.
977 Ert, II| coraggiosamente. Infine, era una povera ragazza, senza
978 Ert, II| avrebbe consolata di tutto. Era un temperamento sensibile
979 Ert, II| anime, semplici e buone. Era venuta incinta, in quell'
980 Ert, II| negli ultimi mesi: e si era chiusa in casa immediatamente,
981 Ert, II| lunga, che il piccolo Mario era nato: un piccolo figlio
982 Ert, II| a baciarlo, la madre, vi era qualche cosa di desolato
983 Ert, II| culla dove Mario dormiva, era uscita dalla officina di
984 Ert, II| sempre sulla sua strada, era un grande giovanotto robusto,
985 Ert, II| rimorso. In verità, ella era una creatura molto buona,
986 Ert, II| giusto di suo marito che era cosi severo con loro, diceva
987 Ert, II| facevano orrore. Che fare? Era più forte di lei. Solo,
988 Ert, II| bontà e della giustizia, ma era una debole e povera donna,
989 Ert, II| quel giorno, proprio, ella era piena di rimorso più di
990 Ert, II| volta: innanzi a suo marito era stata sconoscente, quasi
991 Ert, II| severità, ma seriamente. Quanto era migliore di lei! Le sue
992 Ert, II| reprimendo un sospiro.~ ~Poichè era una grossolana carrozzetta
993 Ert, II| cintura, una carrozzetta che era pesante e difficile a spingere
994 Ert, II| momento si guastava. Quando era lì dentro, il picciolo Mario
995 Ert, II| dentro, il picciolo Mario era così felice, che non avrebbe
996 Ert, II| avrebbe mai voluto levarsene: era magro e un po' debole di
997 Ert, II| un po' debole di gambe, era felice di sdraiarsi su quei
998 Ert, II| imbottiti per renderli morbidi. Era felice di farsi portare
999 Ert, II| due ad accompagnarlo, non era possibile:~ ~vi era bisogno
1000 Ert, II| non era possibile:~ ~vi era bisogno di lavoro, in casa,