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(Luigi Caracciolo).
Uno sbadiglio atroce contrasse la bella bocca di Maddalena Herz e un piccolo grido esasperato di noia, un piccolo ruggito di sciacallo, le sfuggì dalle labbra:
- Che hai? - le disse gravemente Beatrice Albano uscendo dal torpore pieno di pensiero, dove era immersa.
- Tutti gli uomini sono sciocchi, - sentenziò Maddalena, con un atto sprezzante della mano.
- Tutte le donne sono ingiuste.
- Sciocchi e seccanti, gli uomini: così seccanti, tanto seccanti, - -soggiunse Maddalena con uno scoramento profondo.
- Perchè seguiti ad occuparti di loro?
- Sono essi che si occupano di me.
- Fuggili: dividiti dal mondo.
- Io lo farò, - disse Maddalena, con una perfetta convinzione, girando e rigirando i suoi anelli gemmati.
Poi dopo una pausa di silenzio:
- E nessuna donna capisce niente - le replicò Beatrice, guardandola coi suoi larghi e severi occhi, dove una gran bontà attenuava la durezza dell'affermazione.
- Tu mi contrasti per farmi arrabbiare, Beatrice?
- No, cara.
- Tu disprezzi gli uomini, come me, confessalo, pensosa signora.
- Non li disprezzo; e tu neppure.
- Come, io neppure? Il mio disprezzo è mondiale, anzi universale, per non dimenticare il cielo.
- T'inganni, su te stessa: non li disprezzi, li conosci poco, o male, ecco tutto.
- Tu li conosci meno di me, cara donna Beatrice, che non avete voluto nè amanti, nè corteggiatori, dandovi il raro e nobile lusso di essere virtuosa.
- Io non sono virtuosa, - replicò Beatrice, con un lieve sorriso sulle labbra vivide e sinuose, ma come suggellate in un volontario silenzio.
- Andiamo, tu ami la contraddizione, questa sera. Tu sei virtuosa, te lo giuro: e io sono una donnina esecrabile.
- Non giurare, non giurare.... - e Beatrice sorrideva ancora, in una posa così tranquilla, con le mani bianche abbandonate sulla copertina di seta antica del libro che aveva finito di leggere.
- Non mi farai mai credere che tu conosca gli uomini, per averne ben conosciuto uno: non crederò mai che tu abbia avuto un amante, - esclamò Maddalena Herz con un gesto risoluto e definitivo.
- Veramente, io ho avuto un amante, - dichiarò Beatrice Albano, con molta tranquillità.
- Bugia!
- Sull'anima mia, io ho avuto un amante.
- Io non ti credo.
- Fa come vuoi, ma la verità è una sola.
- Un amante, tu, la impeccabile? No, no. Nessuno lo ha mai saputo.
- Infatti, nessuno lo ha mai saputo. Uno dei meriti speciali e grandissimi di questo mio amante, era il segreto.
- Il segreto? Tu hai potuto ottenere il segreto? - chiese Maddalena Herz, di già accendendosi all'istoria.
- Sì. L'amore nostro è stato solamente conosciuto da me e da lui. Siccome egli, mi amava solo per amarmi, assolutamente ed esclusivamente per amarmi, così volle e mantenne il segreto.
- E non lo violò giammai?
- Giammai.
- Forse vi siete amati per poco tempo?
- Per tre anni, insieme: però egli mi amava da molto più tempo.
- -Forse vi vedevate raramente, così il segreto ha potuto esser conservato.
- Non tanto raramente, cara. Spesso, anzi: quanto più spesso potevamo.
- Allora.... avete realizzato un miracolo. Io ho sempre creduto che il segreto non esistesse, in amore, - mormorò Maddalena Herz, che pareva sprofondata nelle riflessioni.
- Anche io, prima, così credevo.
- E vi è stato un uomo che non ha proclamato sui tetti il suo amore, che non lo ha mormorato, sottovoce, a varii suoi amici e confidenti, che non lo ha, almeno, lasciato compiacentemente trapelare?
- Vi è stato: è stato il mio amante.
- Ti amava, poi, costui?
- Immensamente.
- Come lo sai?
- Moltissimo: meno di quello ch'egli meritava.
- Non bello, probabilmente brutto....
- Ma ti piaceva?
- Era riuscito a piacermi molto.
- Basta così; era bellissimo. Giovane?
- Aveva trentacinque anni.
- Egli non mi disse mai nulla.
- Perchè?
- Per rispetto, credo. E per riconoscenza, io non gli domandai nulla. Però, tanto nell'ardore, quanto in una certa ingenuità, mi parve che egli fosse al suo primo amore.
- Ti avrà ingannata.
- Allora, ha saputo ingannarmi. Ma, sai, alle volte il primo amore viene molto tardi.
- O mai - disse malinconicamente Maddalena Herz. - Era geloso questo tuo amante?
- M'immagino di sì.
- T'immagini di sì? Non lo sai?
- Non mi fece mai nessuna scena: ma era geloso. Lo vedevo dai suoi occhi, in certi momenti; pure, subito si reprimeva.
- No: punto. Nè volle diventarlo mai.
- Tu glielo proponesti?
- Io? mai. Era una cosa che mi faceva ribrezzo.
- Già, tu sei stata sempre virtuosa, Beatrice.
- Chi ha avuto un amante, Maddalena, non è virtuosa.
- Un amante, un amante! Quello era un angelo!
- No, ti assicuro che era un uomo.
- Sentimentale?
- Mi amava.
- Molto fantastico?
- Mi amava.
- Molto appassionato?
- Mi amava.
- Ma che era, dunque?
- Niente altro che un uomo innamorato, senza divisioni e classifiche. Innamorato, ecco.
- Hai detto tutto. Quante lettere al giorno ti scriveva?
- Due, ordinariamente: talvolta tre.
- E tu?
- Nessuna.
- Come sarebbe a dire? Non gli scrivevi?
- Egli aveva rinunziato alla dolcezza di avere mie lettere. Temeva che mi sorprendessero, temeva che le lettere si perdessero, temeva che in casa sua un ladro o un male intenzionato gliele rubasse.
- E aveva rinunziato alle lettere? Questa creatura maschile eccezionale, che rinunzia alle lettere, è esistita?
- Sì.
- Forse ti amava poco, - soggiunse Maddalena Herz, ricaduta nel suo scetticismo.
- Mi adorava; io vedevo bene, in lui, quanto gli costasse il suo sacrificio: io l'ho visto pallido e scoraggiato, spesso, di lontano, e ho tentato di consolarlo, con una lettera: ma, sentendo la stessa ebbrezza del suo sacrificio, non l'ho fatto.
- Sì, spesso.
- Molto triste?
- Moltissimo. Ma l'amore non è sentimento gaio.
- Forse, - disse Beatrice Albano, incrociando le mani sulle ginocchia.
- Per quanto è possibile, felici.
- Poco felici, allora?
- Come tu vuoi. Giudica: due creature che si adorano, che s'intendono perfettamente, che vivono in un'armonia completa, che credono all'amore, che credono nella vita.... giudica.
- E che mi raccontavi di tristezze? Voi siete stati felicissimi! - esclamò Maddalena Herz.
- Io lo credo, - disse con un fugace sorriso Beatrice Albano.
Un silenzio regnò fra le due donne. Maddalena Herz aveva gli occhi assorti nel roseo, grande paralume che copriva la lampada.
- Beatrice, che faceva questo tuo amante?
- Nulla. Mi amava.
- Non giuocava, non fumava, non andava al club, non scommetteva alle corse?
- Nessuna di queste cose.
- Era disoccupato, dunque?
- Era occupatissimo ad amarmi.
- Tutto il giorno?
- E la notte, anche. Pensa che le difficoltà erano enormi, che la pazienza doveva essere infinita e infinita l'audacia, che l'occasione fuggiva sempre, che la lotta era accanita.... e che egli ha sempre vinto.
- Sempre vinto?
- Sì, egli era forte, paziente, acuto, sagace, audace, ostinatissimo: e tutte queste qualità gli venivano dall'amore e all'amore servivano.
- I pericoli sono stati grandi?
- Grandi e imminenti. Non li ha curati. Era un uomo che credeva nell'amore.
- Tanto pochi uomini ci credono!... - osservò tristamente Maddalena Herz.
- E pochissime donne. Neanche io. Vedi! È lui che mi ha ispirata questa fede.
- Chi ha fede, non naufraga: ma tanta gente affonda.
- Perchè non ha intesa la parola salvatrice; io l'ho udita.
- Beata te! Se fosse accaduto uno scandalo, che avresti tu fatto?
- Eravamo decisi. O lo scandalo era grave e allora saremmo morti insieme: o lo scandalo era ridicolo, e saremmo andati via insieme.
- Morire? Avete parlato di morte?
- Sì, si è parlato di morte, - disse Beatrice, a voce più bassa, chinando il capo.
- Egli era pronto a dar la vita, per te?
- Pronto. E io per lui.
- Lo avevate giurato?
- Ce lo eravamo detto, molto semplicemente. Poichè egli era un uomo semplice, cara Maddalena.
- Alle volte, la semplicità viene da una raffinata corruzione.
- È vero, ma che importa? Ciò che preme è la conseguenza, non la causa. Una virtù che si acquista vale una virtù naturale: vale di più talvolta.
- È una bizzarra teoria, ma mi piace. Forse il tuo amante era un infame, e ha voluto essere una creatura celestiale.
- Non lo so. Io non ho mai vista la bruttura, e ho sempre vista la virtù.
- Dissimulava?
- Non credo. Pure, se ha dissimulato, anche questo era un omaggio dell'anima sua all'amore: Maddalena, Maddalena, nessuna delle azioni di quell'uomo, nessuno dei suoi pensieri, che non partisse e non ritornasse all'amore. Per l'amore egli poteva essere laido come un malfattore e apparire innocente come un fanciulletto: per l'amore egli era profondamente buono, ma poteva arrivare al delitto.
- Oh Beatrice, quanto lo hai amato!
- Quanto, quanto!
- Non lo tradisti, tu?
- Io? Io? Puoi chiedermi questo?...
- Ed egli, ti tradì?
- Mai, mai.
- Ne sei certa?
- Certissima.
- Chi te lo ha detto?
- Nessuno: lo so. Non mi ha mai tradito.
- Qual donna può esser sicura?
- Io solamente.
- Pure.... non lo vedevi sempre.... eravate lontani....
- Che importa!
- ....egli incontrava delle altre donne.... l'assenza.... il tempo....
- Mai, Maddalena, mai. Quell'uomo fu mio, in tutto il tempo che ci amammo, in una unione perfettissima, senza mai ombra d'infedeltà.
- No, Maddalena.
- Disprezzava le donne?
- Niente affatto: le stimava e le compiangeva.
- Le fuggiva, forse?
- Tutt'altro: le ricercava, con gentilezza: restava con loro, circondandole di un delicato rispetto.
- La fedeltà assoluta o relativa, è impossibile, Beatrice.
- Sarà: ma io l'ho incontrata.
- Da cinque a sei anni.
- Tu non ti annoiasti mai di questo amante così sublimemente perfetto?
- Però.... la natura umana è così irrequieta.... proprio, non ti seccò mai?
- Non vi fu il tempo, Maddalena.
- E perchè?
- Perchè questo amore finì, - disse con immensa tristezza nella voce e nel gesto, Beatrice Albano.
- Ah! è vero: finì. Questo meraviglioso amore, fatto di adorazione segreta, di rispetto profondo, di sacrifizio silenzioso, di devozione infinita, questo amore ardente e fedele, è finito, è finito, ha subito la sorte comune, è finito.
- È finito, - e Beatrice Albano si covrì gli occhi con la mano, a nascondere il suo pallore, la sua emozione.
Maddalena Herz la sogguardò. Ella era buona, nel fondo del cuore: e amava la sua amica così austera e pure così tenera. Non osò, subito, interrompere quella commozione. Le prese una mano e la carezzò:
Beatrice Albano la guardò, silenziosamente.
- In un modo molto doloroso, è vero? Questi grandi amori, questi amori unici.... tu avrai tanto sofferto?
- Orribilmente.
- Tu non te ne sei consolata?
- Non me ne consolerò mai, - disse Beatrice, desolatamente.
- Perchè non piangi un poco? Ciò ti farebbe molto bene.
- Io ho pianto, in segreto, nell'ombra, tante volte; ma le lagrime non mi hanno guarita.
- Dimmi, dimmi come è finito, - disse carezzevolmente Maddalena Herz, credendo udire una storia d'abbandono.
Beatrice fece uno sforzo per parlare: poi disse:
- Egli è morto.
- Come, morto? - gridò Maddalena.
- Sì, - disse Beatrice, con un atto disperato delle braccia.
- Più tardi.... quando l'amore era finito?...
- No, morto in pieno amore, morto nella verdezza e nell'ardore della passione, morto quando il sogno era diventato realtà e quando la realtà pareva una visione, morto, strappato all'amore!
- Si chiamava Luigi Caracciolo, - singhiozzò l'amante infelicissima.
- Egli avrà dovuto esser disperato di morire?
- No: sulle prime, pareva straziato: poi si rasserenò. Diceva di morir bene, senza disinganni e senza delusioni. Mi adorava, mi benediceva, dal letto di morte. Quanto diventò bello, dopo, Maddalena....
E a lungo, a lungo, Beatrice Albano pianse su quel ricordo così vivace e così fremente nel suo cuore. Piano piano Maddalena Herz le rasciugava le lacrime, senza dirle nulla, con una piccola carezza muta. Alla fine, le lacrime s'inaridirono; ma la donna dolente rimase immobile, con le mani incrociate sulle ginocchia, guardando nel vuoto.
- Egli era troppo perfetto per vivere e per amare; doveva morire, - disse Maddalena Herz, come se parlasse a sè stessa.
Beatrice la guardò: le palpebre le batterono, assentendo.
- E l'amore è una cosa imperfetta! - soggiunse Maddalena. - Imperfetta e miserabile. L'uomo val meglio del sentimento.
Beatrice Albano acconsentì, col capo.