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Con la mia moglie era un affar serio, ogni giorno di più!
Bastava un pretesto qualunque per leticare parecchie ore. Una volta, la
minestra mi parve sciocca; anzi, era certamente. Glielo dissi. Mi rispose:
- Perché non vai a trattoria?
- Se fossi più furbo!
- Vai dunque.
- Me lo vorresti proibire tu?
E la guardai con tutto il mio odio; ed ella altrettanto. Ma io non glielo
volevo permettere. Allora, feci l'atto di darle uno scapaccione. Si alzò,
rigida come uno stecco; e si mise a guardarmi fisso. Pareva che i suoi occhi si
allargassero sempre di più; ma mi sentivo tanto più forte di lei che non
pensavo né meno a offenderla. Mi disse:
- Vuoi scommettere che io vado dal procuratore del re?
- E perché no? Potevi esserci andata. Così mi sarei fatto fare la minestra più
salata, se non c'eri in casa!
Si slanciò; io mi riparai con un braccio piegato.
In questo mentre, vedemmo, tutti e due insieme, non so come, una formica che
dall'orlo del fiasco stava per scender dentro e cadervi.
La rabbia finì subito. Ella la prese con le dita e la scaraventò lontano. Io
dissi:
- Per fortuna l'hai vista! Avremmo dovuto buttar via tutto il vino!
E il pranzo finì bene quella volta.
* * *