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Quel che vedo e penso è come se lo leggessi.
Leggerò, forse, fino a stasera; ma il libro non lo chiuderò; resterà aperto
tutta la notte e troverò i sogni su le pagine come se fossero figure.
In vece, no. Allora percepisco solo le cose, che stanno vicino a me: e, perché
sono seduto sotto la mia pergola, mi metto a guardare un pampino: forse, uno
dei più larghi. Perché non capisco quel che fo, lo strappo dal tralcio e lo
butto dietro di me, di là dal pancone verniciato di verde.
Il sole, tra gli altri pampini, taglia gli occhi con i suoi pezzetti di vetro.
Una cavalletta mi salta su una mano.
Nel bosco cerco l'albero che, tagliato a bara, imputridirà sotto terra con me.
Gli voglio tanto bene: forse, è quello dove ora c'è sopra un merlo.
* * *