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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Anch'io ho avuto due carri verniciati di rosso, che mi
destavano la mattina, quando i contadini li portavano con i bovi nel
campo.Carri di concime o di uva, di granturco o di grano, di saggine o di
pomodori.
Li ebbi da mio padre, ed io li vendei perché avevo da pagare un debito.
Io non avevo mai posseduto niente, che mi fosse durato molto. Mi ci ero tanto
abituato che anche i miei sentimenti, scambiandoli per balocchi da pochi
centesimi, li ascoltavo sempre con malevola e giusta ironia. Non era, forse,
l'unico modo per non ingannarmi più? Impazzito per aver pensato subito che io
potevo finalmente credere; effetto del mio bisogno di credere. Dopo tanto tempo,
ecco che in vece di altre cose innumerevoli, di ogni genere, io ripenso ai due
miei carri. E alla mia vita quale avrebbe dovuto essere.
A me non era lecito escire dal mio paese. Ascoltare là le musiche della
domenica, passeggiare con tutti gli altri le mezze giornate intere per la
strada che gira attorno alle case, amare quache ricca fantoccia.
E, sopra a tutto, avere ancora i due carri verniciati di rosso.
Il gallo che la mattina fa tremare il cuore di gioia; le noci mangiate con il
pane, ancora in maniche di camicia; le cipolle strofinate sul sale tenuto nel
palmo della mano. La dolcissima aia costruita bene e spazzata!
Fedeltà ed amicizia dei campi verdi!
Le prime pesche vendute, i vitelli comprati alla fiera, il vino assaggiato dai
tini, ancora caldo e torbido; e il suo afrore! Gli acquazzoni che fanno ridere;
la terra che sporca le mani!
E le feste di campagna con gli organetti briachi, a singhiozzare lontano tra i
campi; e fanno venir voglia di andarci anche noi, dietro; le feste che restano
per sempre nell'anima con i fuochi artificiali e i palloni di carta che vanno a
cadere quando pigliano fuoco.
E la cometa che fa paura!
E il temporale livido, con la grandine bianca bianca; con i lampi che accecano!
E tutte queste case del paese, che ci sono non si sa perché; con le strade
lontane per la maremma di Grosseto e verso Siena; e si sperdono, giù nelle
vallate, dopo dieci o quindici chilometri; le strade che aspettano. In vece,
non l'ho né meno più visto questo bernoccolo di case! I miei carri non mi
destano più; e il gallo, benché duro, l'ho mangiato.
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