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Tutti quei fiori che ho sognato!
La mia anima , dunque, sapeva di qualche funerale che io non so. La mia anima è
stata a qualche funerale.
Infatti, tutt'oggi nella mia casa, vuota e deserta, c'era un senso di cose
tragiche, nascoste a me. Quand'io aprivo gli occhi avevo paura, e la carta
delle pareti aveva un'aria di silenzio quasi timido; non canzonatore o vispo,
come altre volte.
Tra le stanze c'era un'intesa e un accordo di non dirmi niente; qualche parola
che se la passavano quand'io voltavo le spalle. I miei libri facevano di tutto
perché io non li prendessi in mano; le stoviglie nel salottino da pranzo erano
mute e così tristi che io non mi sarei arrischiato ad adoperarle né meno una;
perché mi sarebbero cadute.
E ricordandomi in vece, nettamente, qualche altra giornata quand'ero stato
tanto bene in casa mia, quando non me n'ero né meno accorto di esserci!
Io, dopo tanto tempo, devo domandarmi ancora per chi erano quei fiori. Ma le
tortore hanno fame; e dico che comprino il miglio perché mangino.
* * *