Federigo Tozzi
L'incalco

ATTO PRIMO

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ATTO PRIMO

 

SCENA PRIMA

 

Virgilio e Mario

Virgilio è disteso sopra un sofà, con parecchi cuscini sotto la testa. All’alzarsi del sipario, egli si desta e comincia a parlare. Mario è presso a lui con un libro in mano, legato in cuoio.

 

Virgilio

affabile, ma preoccupato

Ho dormito parecchio?

 

Mario

andandogli più vicino, con molto affetto

Quasi un’ora e mezzo.

 

Virgilio

E allora ti sarai annoiato?

 

Mario

sorridendogli

Ho letto sempre questo libro. Se tu fossi stato desto, mi sarebbe stato impossibile.

 

Virgilio

si è alzato del tutto e dopo aver fatto qualche passo per la sala

È venuto nessuno della mia famiglia mentre dormivo?

 

Mario

rassicurandolo

Nessuno. Il cameriere aveva portato il thè, ma l’ho rimandato via.

con molta premura

Adesso che vuoi fare?

 

Virgilio

Se dessi retta ai miei pensieri, io stesso non mi fiderei di me.

con amarezza

Non dire mai a nessuno che io ho avuto questo malessere. Mi farebbero visitare dal medico. Sono ancora un poco stordito, come se mi fossi sentito male da vero.

 

Mario

Riposati ancora.

 

Virgilio

con energia, quasi con sgarbo

Non occorre più. Ora bisogna che parli a mio padre. Egli deve capire che è necessario trattare con me con molta serietà. Mi devo approfittare di questi momenti. Dopo i malesseri che mi abbattono, mi sento più forte e parlo meglio. Tutto m’è chiaro di quel che devo dirgli. Perchè non mi dovrei regolare secondo la mia volontà? Non capisce mio padre che, se non mi lascia andare dove voglio io, non posso volergli bene? Perchè vuol tenermi con lui? Tu solo, se vuoi, se ti senti forte come me, potrai venire con me.

 

Mario

Bisognerà, se ti riesce, che tu lo convinca a poco a poco.

 

Virgilio

E se egli non mi capisce, devo restare qui, nella sua villa, a sacrificarmi?

 

Mario

La villa è anche tua. Un giorno sarà tutta tua.

 

Virgilio

Ma io voglio ch’egli viva, anzi, molto tempo. Egli, allora, vedrà chi sono io. Magari avessi già preso un anno prima la decisione di andarmene! Lo capisci che mi vergogno a restare qui appunto perchè sono stato sempre qui? Non ne posso più.

 

Mario

Sarà, specie per tua madre, un dispiacere enorme.

 

Virgilio

E a me non dispiace doverli obbedire a non muovermi? E io sono giovane! Che cosa ho fatto fino ad ora? Niente. Qui mi sento vecchio anch’io, invece. Una volta sognai un uomo con il viso giallo in un modo ripugnante: bastava che egli s’avvicinasse con quel viso perchè anche gli altri doventassero come lui. Io volevo fuggire, mentre si avvicinava verso di me. Volevo fuggire subito. Mi batteva il cuore come se morissi dall’ansia e dallo spavento. Ma non mi riescì, e sentii che anche io ero doventato giallo e sporco come lui. Ora è la stessa cosa. E perchè, proprio mentre mi sento giovane, mi viene questa voglia di piangere, dunque?

con tristezza

Io non so che malattia è entrata dentro i miei pensieri.

 

Mario

Bisogna che tu prenda le tue decisioni con più calma. Sopratutto perchè tu non trovi qualche ostacolo.

 

Virgilio

Gli ostacoli non sono altro che le fermate della nostra volontà. Gli ostacoli potrebbero essere soltanto dentro di me. Quelli degli altri non li vedo meno. Non vedi come io sono costretto, ed è necessario, a non ascoltare mai più nessuno? Voglio essere solo e libero. Perchè mi hanno fatto nascere credono di essere i miei padroni. Se io sono nato, vuol dire che debbo essere libero. Ma che importa della villa, dei giardini, del patrimonio! Queste tristezze che mi vengono sono sempre più nere e larghe. Qui, anche sopra gli occhi ho sempre di più voglia di piangere, come per un dolore che non avrà mai fine.

con veemenza

Lasciatemi fare quel che voglio!

 

Mario

con esaltazione e con persuasione

Ma io verrò con te!

 

Virgilio

dopo essersi un poco calmato

Sì: tu verrai con me. Ed ora bisogna scegliere tutto quel che ci sarà indispensabile. Non voglio di più.

con gaiezza

Prendiamo anche qualche libro? No, No!

ridendo

non leggerò mai.

con affetto e con sicurezza

meno tu.

 

Mario

Non devi essere così impaziente! Rifletti ancora qualche giorno.

con l’aria di fargli improvvisamente una confessione

Io sono legato a una donna.

 

Virgilio

sorpreso molto e poi con voce recisa

Non voglio sapere chi è, ma ti domando se le vuoi bene da vero.

 

Mario

un poco confuso e vergognoso

Sì.

 

Virgilio

con fermezza e chiarezza

E allora non la lasciare. Quando si ama, non si lascia la persona che ci ama.

 

Mario

Non voglio perdere la tua amicizia.

 

Virgilio

insistendo

Hai detto che c’è una che ti ama. In questo caso meno io me ne andrei.

 

Mario

Anche tua madre ti ama.

 

Virgilio

colpito

Sono, forse, impazzito? Che mi dirà quando io sarò sulla soglia per non voltarmi più meno addietro? Perchè così bisogna andarsene. Ma non devi impedirmelo. Tu la convincerai prima ch’io parta.

con inquietudine

Non verrà a dirmi niente.

esaltato

Io penserò sempre a lei. L’amerò di più. Per amarla, è necessario prima che io sia quel che voglio essere. È necessario che lo capisca. È suo obbligo.

con più fermezza

Sarà per lei una grande gioia. L’amerò tanto purchè non mi faccia restare qui. Che orgoglio per lei! Quando ne sarà sicura, verrà per la prima ad aprirmi la porta. Tu lascerai la donna che t’ha fatto innamorare se non sarai certo che è buona e ti ama fino a capirti.

 

Mario

Queste due donne soffriranno e basta. Non so quale delle due soffrirà di più. E possiamo farle soffrire?

 

Virgilio

dopo avere riflettuto

No: non possiamo.

 

Mario

Io ti debbo dire chi amo. È tanto tempo che io te lo debbo dire!

 

Virgilio

Hai ragione: ci vuole ancora qualche giorno prima di decidersi.

La mia tristezza è grande; come se avessi la sensazione della morte. Ed ecco che, ora, non sono più buono a niente! Questa tristezza che mi piglia, è come un velo che si rifà più fitto proprio dove riesco a metterci le unghie. Ecco che anche la mia giovinezza è inutile! Me la sento andare via più veloce di me. M’era sembrato di scorgere con un’occhiata sola tutto il mondo; come mettere il capo fuori della finestra e la distesa di quaranta o cinquanta anni, che pareva infinita ed inconsumabile dinanzi a me, ora è scomparsa di colpo. Io non la vedo più. Non lascerò questo palazzo.

Eppure, anche da ragazzo, correndo nel parco, mi pareva di dare alla mia anima i chilometri dell’infinito; l’avevo acciuffato come un mio compagno, l’infinito! Resterò qui. Farò quel che vogliono gli altri.

con ironia

È meglio!

 

Mario

Basta, dunque, il contatto di una parola perchè tu veda l’ombra dove prima ti abbarbagliava la luce? Che hai fatto? Erano come spugne di sogni e basta, ed ora le hai spremute tutte!

 

Virgilio

con tragicità giovanile

Non altro. Ora vedo un’altra limpidezza. Quelli che chiami sogni, e forse sono, non torneranno più.

accasciato

Acconsento alla volontà degli altri, che è più forte della mia.

Hai visto come hanno fatto presto a crescere i cipressi piantati da mio padre sulla strada della villa? Essi sono stati costretti a crescere non per altra ragione che perchè ce li aveva piantati. Così egli può dire di me. Un poco di vento passa, fa muovere le cime; sembra, nella tempesta, che se ne vadano; e, poi, sono sempre allo stesso posto. Il vento finisce, e stanno anche più fermi di prima. Guardali: sono belli lo stesso!

con sarcasmo

 

Mario

sorpreso

Tu ora non pensi che se io non avessi riflettuto più di te, e ti avessi dato retta subito, sarei obbligato a non considerare più la tua amicizia come la meta più alta del mio animo?

 

Virgilio

difendendosi

Non mi rimproverare. Forse, domani sarò più forte che mai.

 

Mario

E tu mi ritroverai ad aspettarti.

con effusione

Perchè io sono limitato e mediocre. Ho più bisogno di te che di me stesso. Senza uno sforzo enorme, non posso meno tentare a uscir di casa; se tu non mi ci costringi. Anche dianzi, leggendo quel libro, mi era impossibile tener dietro continuamente al senso di quel che leggevo. Il mio animo è vacillante, e il mio pensiero è soltanto un lembo troppo fuggevole d’una cosa che non mi riesce a capire per intero.

 

Virgilio

sentendosi scosso da queste parole

Ed io invece voglio riprendermi subito. Ora verrà mio padre a parlarmi, perchè è più d’una settimana che mi vuol parlare a pieno dei nostri affari e di quello che ha in testa. Verrà da vero, ormai. M’ha pregato ch’io mi faccia trovare qui. Vattene pure. Torna domani. T’aspetto.

 

Mario esce

 

 

 

SCENA SECONDA.

 

Virgilio ed Enzo

 

Enzo

cercando di guadagnare subito l’animo del figlio

Ti disturbo?

 

Virgilio

con affetto ma con molta recisione.

Anzi, ti ascolterò con la più affettuosa attenzione che si possa pretendere da un figlio. Ma, questa volta, parlerò anch’io a modo mio.

 

Enzo

opponendoglisi subito

Non è il momento. Tu non mi vorrai contraddire. Vengo a posta perchè tu non mi contraddica più.

 

Virgilio

Sarebbe il mio desiderio.

 

Enzo

Ti prego di non insistere: stasera sono più che mai orgoglioso di te e di tutta la nostra famiglia.

con intenzione

Vi comprendo anche tua sorella e tuo cognato.

È tutto il giorno che io mi sento preparato a dirti cose che ti proveranno il mio affetto.

 

Virgilio

Allora io spero che tu comprenderai anche il mio bisogno di parlarti di me.

 

Enzo

vivamente

Io ti sono affezionato soltanto a patto che tu mi sia obbediente. Come vuoi che un padre possa amare un figlio che gli è sempre contro?

Una volta, quand’ero fidanzato con tua madre, schiacciai sotto i piedi tutti i regali che durante due anni mi aveva fatto. Io stesso mi domandavo perchè facessi così, e mi pareva un sacrilegio. Quasi avevo terrore della mia insania e della mia cattiveria. Ma dal pentimento mi nacque più forte la passione per tua madre. Così, dopo tanti anni di matrimonio, sento di più l’istinto della famiglia. M’è venuta la paura che io, tu e tua madre non ci amiamo abbastanza tra noi fino al sentimento morale di questo istinto. E io non ne posso fare a meno! Quando ci penso, provo lo stesso terrore di quando schiacciai sotto i piedi i regali di tua madre.

Tu devi sentire la mia tenerezza; e devi capire che ognuno di noi non debba sottrarsi mai a ciò che costituisce la nostra famiglia.

Voglio sentire che tu sei mio figlio. Non ti chiedo altro.

 

Virgilio

E che mi darete in contraccambio, tu e mia madre, se io ti rispondo di sì?

 

Enzo

Ricevi da noi la stessa cosa che ci dai. È possibile che tu possa esitare?

con crescente affetto

Perchè non mi abbracci? Perchè non mi ringrazi, se io ti chiedo così poco? Tu sei carne della mia carne.

 

Virgilio

tenendo bassa la testa e alzandola sempre di più di parola in parola

È vero; ma voglio anch’io cominciare a vivere; ed è necessario che non attenda di più.

 

Enzo

Nessuno può vivere secondo la propria volontà. Bisogna chiedere misericordia a Dio, anzi, se fino ad ora abbiamo cercato fuori della famiglia un desiderio che le fosse pericoloso e avverso.

 

Virgilio

Tu parli sempre di Dio. Che c’entra Dio con quello che dobbiamo trattare tra noi?

 

Enzo

Te lo spiegherò, quantunque la tua superbia mi dia il diritto di tacere con te.

Vedi i ritratti dei miei antenati? Dimmi tu, sarebbero pitture eguali a tutte le altre che si vedono magari da un rigattiere, anche se io non sapessi che sono ritratti di persone esistite prima di me? Io giungo perfino a percepirmi come un’astrazione, che sia dotata di sensibilità. Credi che, quando noi ci parliamo, se non ci fossero i nostri sentimenti, sarebbe impossibile sapere quel che noi siamo.

 

Virgilio

Quando mi parli così mi fa lo stesso effetto che tu non voglia riconoscere che io esisto.

 

Enzo

Pensaci bene. Restano in noi, dei nostri genitori, molte cose che in loro non avevano finito di vivere. E, tuttavia, muoiono vivono; ma si servono della nostra esistenza per restare ancora evidenti. Ed è possibile perfino sentirci una sola cosa identica con quelli che non esistono più.

ripreso dalla sua violenza

E tu vuoi giudicare tuo padre?

 

Virgilio

Lo credo mio diritto. Ormai ho un’età che mi permette di capire se hai torto o ragione.

 

Enzo

Parli così per superbia.

 

Virgilio

Non è vero! A quando dovrei aspettare?

 

Enzo

con violenza sempre maggiore

Mai, mai! Non ti permetto di parlarmi così! È contro la legge di Dio e la mia.

 

Virgilio

Anche la mia legge esiste. È nata con me, ed io l’adopro.

 

Enzo

Saprò tenerti a posto. Non voglio più vederti dinanzi ai miei occhi.

 

Virgilio

Dammi il denaro, da cui nascono tutte le nostre liti, e io me ne andrò.

 

Enzo

Il mio denaro? Sei pazzo! Pazzo! Tu non mi vedrai mai, più. Il mio denaro l’avrai soltanto quando sarò morto!

passeggiando per la sala e come gridando da solo

Egli è giovane: io sono vecchio. Ma devo lasciargli il mio posto? Egli è giovane! È giovane!

 

Virgilio

dopo aver atteso alquanto gridando

Cerchiamo, piuttosto, di spiegarci. Mi puoi costringere ad andare d’accordo con il marito di mia sorella? Tutta la questione, tra me e te, si parte da qui. Badiamo di metterla in chiaro. Non c’è mai riescito fino ad ora, ma è proprio questo il punto che dobbiamo eliminare. Tu, fino a qualche settimana fa, sei stato il tutore per me dell’eredità di mio zio, che da qui in avanti dev’essere divisa in due parti tra me e mia sorella. O meglio, per essere più esatti, tra me e mio cognato, perchè la parte di lei la consegnerai a lui. E così vorresti fare della mia.

Tu vuoi che io resti legato a lui e a te, ma più a lui, per tutta la vita. Non vuoi ch’io prenda la mia parte e ne faccia quel che mi fa più comodo. Perchè il denaro conta più di noi stessi. Io, per appagare te, mi devo sottomettere a tutte le vostre vedute e lasciarvi amministrare anche ciò che è mio.

 

Enzo

Ma è per tuo vantaggio! Se noi restiamo uniti anche con il denaro, ed è il solo mezzo possibile, tu ne risentirai un beneficio.

 

Virgilio

No. Io non voglio invecchiare qui. Non voglio essere obbligato con nessuna gratitudine al marito di mia sorella. E, poi, non è proprio lui quello che ti convince ad agire così contro di me? Di quel che ti dico io, non ne tieni conto; quel che ti dice lui riesce bene e grato a tutto.

Io, anche per questo, voglio assicurarmi che non avrò mai niente in comune con lui. Preferisco, magari, perdere ciò che è mio. Vuoi dare tutto a lui? Fai pure. Ma egli me ne renderà conto. Vedi che contro di te non voglio far nulla; ma contro di lui, che vuole essere mio nemico, mi difendo senza riguardi. Avrà da giustificarsi con me.

 

Enzo

Non dividere ciò che io cerco di unire.

 

Virgilio

Piuttosto che avere queste liti con te, preferisco andarmene senza nulla. Diglielo pure a lui! Lavorerò. Credi che non sappia lavorare?

 

Enzo

Qui tu puoi essere un signore.

 

Virgilio

Non ci tengo. Tutto ciò che io guadagnerò da me mi basterà lo stesso. Ma certo non perdonerò mai a lui. Diglielo! Tu hai più fiducia a lui che a me!

 

Enzo

Sei mio figlio e mi devi amare! Vattene. Io spero che Dio ti apra gli occhi!

 

Virgilio per non leticare di più, esce per una delle porte laterali coperte da ricche tende.

 

 

 

SCENA TERZA

 

Enzo

senza essere abbattuto

In mezz’ora, tutta la mia vita è cambiata per sempre!

 

 

 

SCENA QUARTA

 

Enzo e Flora

 

Flora

accorsa quando ha sentito gridare

Queste liti, in casa nostra sono orribili. Siamo giunti al punto di volerci male!

 

Enzo

guardandola

Che cosa significa voler bene? Giacchè egli mi ha offeso, non sarebbe naturale che anch’io riescissi a non volergli bene? Non ho più da essergli padre. Ma se io, da vent’anni, mi son sentito sempre di più eguale a voi della mia famiglia, non è possibile che mi sia comportato in contrasto con l’istinto. Ci dev’essere un modo di trovarci sempre d’accordo. Se io sento staccarmi come una scheggia del mio essere quando mio figlio se ne vuole andare, mi ci devo opporre con tutto ciò che si trova a mia disposizione.

 

Flora

Tu solo, tra quanti siamo, sei capace di vedere le cose giuste. Io mi affido interamente a te.

 

Enzo

con ironia violenta

Ma c’è chi non dice così!

ripreso dalla sua agitazione

Perchè dovrei lasciarmi portare via ciò che è mio? Niente è più mio della mia persona e della mia coscienza. Questo istinto anche se nascesse, da vero, dal sentimento della proprietà, non è forse il più dolce di quanti la natura me ne ha dati?

Con che potrei io sostituirlo, quando per anni ed anni gli ho creduto sempre di più?

Mi ricordo quando Virgilio era piccolo. Sempre di più i miei occhi, incontrando i suoi, erano sicuri di averlo con me. Ed ora, perchè è grande, non dev’essere più la stessa cosa? Chi esigerebbe dalla mia anima questa contraddizione?

 

Flora

Forse, saremo in tempo a farlo ravvedere. È tanto giovane, ancora! Pensiamo che anche noi abbiamo avuto bisogno degli altri.

 

Enzo

Ma egli è diverso da noi; credi a me. È diverso! Se credi di riescire tu a farlo emendare, come dici, fanne pure la prova!

con ansia

Va’, va’ a trovarlo!

Flora esce da dove è uscito Virgilio

 

 

 

SCENA QUINTA

 

Enzo

Mi sarebbe più facile ucciderlo che lasciarlo allontanare da me. Meglio è che lo uccida io piuttosto che farlo uccidere dai suoi errori.

Gli vorrei meno bene!

 

 

 

SCENA SESTA

 

Enzo e Silvia

 

Enzo

quasi spaventato

Chi è?

 

Silvia

È entrata dall’ingresso di fondo che , come abbiamo detto, nel parco. È esitante.

Sono io.

 

Enzo

andando verso di lei con vivacità

Tu vieni così inattesa che la gioia di vederti mi fa quasi male.

Ma perchè il tuo viso è scomposto?

 

Silvia

cercando di nascondere

 

Non è niente! Credevo di trovare qui anche mia madre.

 

Enzo

La faremo chiamare subito.

con abbattimento triste

Anch’io avevo bisogno di non stare più solo.

 

Silvia

come per giustificarsi

Non volevo venire qui; ma mi ci sono trovata come contro la mia volontà.

 

Enzo

con sorpresa e cercando di indagarla

Non volevi venire?

 

Silvia

No.

piange

 

Enzo

Che hai? Tu piangi. Perchè?

 

Silvia

Perchè sono stata costretta a lasciare Guido. Infine sono stata la più debole, anche se mi sono rivoltata!

 

Enzo

quasi aggredendola

Che parole escono dalle tue labbra? Ti proibisco di dirne altre che mi facciano ribrezzo come quelle!

 

Silvia

con rimprovero

Allora, è inutile ch’io sia tua figlia.

 

Enzo

sempre aggressivo

Dimmi la verità. Subito. Senza tanti giri di parole. Hai lasciato Guido?

 

Silvia

cercando di rispondere con energia

Sì.

 

Enzo

Mi dici sì! La colpa è sua, dunque?

con convinzione affettuosa

Che t’ha fatto? Bada, però di essere giusta.

autorevolmente

Io lo credo un galantuomo. Lo credo come me.

minacciandola

Tienne conto. E giustificati senza omettere nulla. Poche parole!

 

Silvia

tremando e cercando di tornarsene via

Tu ora mi fai paura. Non mi lasci parlare come ho bisogno.

 

Enzo

Ti faccio quest’effetto? Non credevo. Vuol dire che tu non sei molto tranquilla. Bada bene.

 

Silvia

più risoluta

Ti dirò tutto.

 

 

 

SCENA SETTIMA

 

Enzo, Silvia e Flora

 

Flora

colpita

Che hai?

 

Silvia

abbracciandola

Niente, mamma! Tiemmi con te! Non mi domandare nulla. Tienimi soltanto con te. Fa’ conto ch’io sia sempre bambina. È la sola cosa che mi farà bene.

 

Flora

al marito

 

Che ha?

Enzo

agitato ed eludendo di rispondere alla moglie perchè vuole indagare da fino a fondo.

 

Niente; quasi niente. Sono nervi. Io non posso sopportare i nervi delle donnicciole.

 

Silvia

come trasognata

Mi sento la testa tanto calda!

cercando di sorreggersi senza che la madre la debba sostenere

E non vorrei piangere! Vorrei sorridere.

 

Enzo

Le passerà tutto.

 

Flora

per sottrarre la figlia a Enzo

Vieni nella mia stanza, Silvia.

 

Silvia

Vengo con te, mamma!

Flora e Silvia escono dalla porta opposta a quella per cui era uscito Virgilio. Enzo, restato solo, si decide subito. Va’ alla porta per dove è uscito Virgilio e chiama.

 

 

 

SCENA OTTAVA

 

Enzo e Virgilio

 

Enzo

Virgilio.

 

Virgilio

fraintendendo

Babbo, non parliamone più. Mi rincresce a non intendersi fra me e te. Io ti vorrei bene, ed ora m’ero dimenticato di tutto.

 

Enzo

con forza

Io no! Mi vorresti bene, dici! Perchè non me ne vuoi? Ma non si tratta di me e di te. Voglio darti una prova di fiducia; e voglio capire anche se tu c’entri per nulla.

Silvia è fuggita dal marito. È qui con vostra madre.

 

Virgilio

lieto

È qui?

 

Enzo

Io ti ordino di andare tu stesso a parlare con Guido. Digli che venga qui. Devo sapere di quel che si tratta.

 

Virgilio

rifiutandosi a obbedire

Lo dirà da Silvia.

 

Enzo

Ti somiglia troppo!

 

Virgilio

Lasciala fare come crede.

 

Enzo

Desideri, dunque, che si separino; perchè tu hai odio con suo marito?

 

Virgilio

Se è necessario io non mi ci opporrò.

 

Enzo

Niente è necessario. Bisogna agire secondo una regola morale alla quale si devono sottoporre tanto tua sorella quanto suo marito. Io sarò inflessibile. Non permetto che mia figlia se ne vada così dalla sua casa. Forse, sono inezie e basta. E se anche non fossero, io saprò trovare il bando della matassa e scioglierlo. La mia esperienza mi suggerisce così. Tu, invece di essere contro, mi aiuterai.

 

Virgilio

La tua esperienza sarà buona per te, non per gli altri. So come tu tratti me, quando proprio sei più convinto di agire per il mio bene.

 

Enzo

Perchè tu credi di essere differente a tutti.

 

Virgilio

Ognuno di noi è differente agli altri.

 

Enzo

Non è vero. Anche Silvia è fuori di . E, forse, l’hai messa su proprio tu.

 

Virgilio

Secondo me ella ha fatto bene. Ne sono sicuro. Glielo voglio dire.

 

Enzo

con grande violenza

Glielo dirai. Quel che vuoi. Anzi te la mando. Così capirò meglio con chi ho da fare.

esce e fa entrare Silvia

 

 

 

SCENA NONA

 

Virgilio e Silvia

 

Silvia

sempre sconvolta

Credevo di essere più forte!

 

Virgilio

I nostri genitori non ci capiscono più. Ma tu non potevi capitare in un momento più propizio per me e per te.

 

Silvia

incerta

Ma se il torto fosse nostro?

 

Virgilio

persuasivo

Non lo credo. Alla nostra età, anche se si sbaglia, si fa sempre bene; perchè noi ci comportiamo, soltanto noi giovani, con una sincerità che essi non possono più avere.

 

Silvia

Anche tu, dunque, soffri?

 

Virgilio

Tanto.

accorato

Come non mai. Prima che tu venissi, avevo parlato io a nostro padre.

 

Silvia

Ma tu non sai quel che io ho sempre nascosto a te, e avrei dovuto dirtelo subito.

 

Virgilio

con tenerezza

Me lo nasconderai ancora? Non avrai fiducia in me? Tu vedi che con loro è impossibile. Tu vedi che ho ragione io.

 

Silvia

quasi con enfasi

Ti dirò tutto.

con piena sincerità

Quantunque il mio pudore mi trattenga ancora.

 

Virgilio

Mi dirai tutto o sarà impossibile volersi bene. Affidati a me.

 

Silvia

Essi credono che si tratti di una cosa leggera, di nessuna importanza. Hanno capito che soffro, ma senza indovinare niente.

 

Virgilio

esaltandosi

Allora, tu sei salva. Parla presto.

 

Silvia

Tu credi che io ami Guido? Non l’amo.

 

Virgilio

sempre pensando

Da quando?

 

Silvia

Non lo so: amo un altro. Ho preso il pretesto da una inezia per fuggire.

 

Virgilio

esaltandosi un’altra volta

Io ti dico che fai bene, e piglio la responsabilità di quel che ti dico. I nostri genitori, se ci udissero, non capirebbero come è bello dirsi tutto così. Soltanto a me puoi parlare come a te stessa. Prosegui.

incitandola

 

Silvia

con un poco di fierezza e seguendo l’esaltazione di Virgilio

Io voglio amare un altro.

 

Virgilio

con importanza

Chi?

 

Silvia

cercando di capire come il fratello pensa di lei

Perchè mi domandi il suo nome?

Virgilio

tranquillo

Perchè me lo devi dire.

 

Silvia

con slancio

Hai ragione. Te lo dirò.

Virgilio

incitandola

Lo conosco?

 

Silvia

È un tuo amico.

 

Virgilio

Ho un amico solo.

 

Silvia

È lui.

 

Virgilio

contento

Non l’avevo indovinato. Potevate dirmelo subito. Ne sono contento. Tu l’amerai. Sei libera di amarlo. Meglio lui che un altro. Tu, dunque, devi ammettere adesso che il matrimonio dev’essere abolito subito perchè i nostri sentimenti, se esistono, contano più delle leggi. Tu non lo volevi ammettere con la tua testa; ma ora arrivi alla stessa conclusione con il cuore.

 

Silvia

con disperazione

Io sono vincolata a Guido in un modo irrimediabile.

 

Virgilio

Perchè?

 

Silvia

Tu lo sai che io sono per essere madre.

 

Virgilio

Lo so.

 

Silvia

Tu vedi da te che ho fatto male.

 

Virgilio

L’amore può essere contraccambiato soltanto con l’amore; e non con altro. Ogni amore, che sia anche in minima parte un obbligo, non deve esistere.

Ed è necessario, perchè sarai madre, che tu ami il marito?

 

Silvia

Credevo di no; ma ora che sono fuggita da lui, come se fossi capace a non tornare più, sento che non è vero.

 

Virgilio

Tuo figlio sarà tutto tuo.

 

Silvia

Non è vero. C’è, con il figlio, un sentimento che non si può abolire.

 

Virgilio

Ma se hai detto che non l’ami!

 

Silvia

Sono cose differenti. Vorrei essere innamorata del padre di mio figlio.

 

Virgilio

Bada di non pentirti prima di aver fatto il passo decisivo. Come farai a vivere con il marito?

 

Silvia

singhiozzando

Non lo so.

 

Virgilio

Tu devi amare: ne hai il diritto. Te lo dico io.

 

Silvia

Ma io non devo amare un altro.

 

Virgilio

Se torni da dove sei venuta, anch’io non sarò più buono a compiere le mie decisioni. Con te vicina, mi sento capace a tutto.

È come una vocazione della mia giovinezza: non trovo un’altra parola. Io sento che qui non posso più vivere. Per diventare uomo, ho bisogno di fare così. Per loro, questo è un eccesso che voglio commettere.

 

Silvia

Ma non è sempre possibile fare a modo nostro. Ti ricordi quando, tornando da scuola non volevi mai che nessuno sapesse per quali strade eri passato? Anch’io, ascoltando le liti violente che ne avevi con nostro padre, nascondevo alla mamma i miei sentimenti e i miei balocchi. Per nessuna ragione avrei voluto dire a lei quel che mi passava per la mente. E pure non pensavo niente di male! Ero più buona di tutti e piangevo a ogni momento.

 

Virgilio

Allora, dunque, avevamo più forza! Non avevamo paura di niente!

 

Silvia

Così dovrebbe essere. Ma non è più la stessa cosa.

 

Virgilio

Non è vero! Basta l’audacia.

 

Silvia

Ormai, forse, io sono una donna come loro.

 

Virgilio

Questa, invece, è l’età che dobbiamo avere anche noi le nostre risoluzioni. Senza darne conto a nessuno. Noi due insieme saremo forti. Tu amerai Mario. Farai quel che vuoi.

 

Silvia

sempre piangente

meno la tua generosità mi può bastare.

 

Virgilio

lo sono generoso? Non voglio che tu me lo dica. E non voglio essere.

 

Silvia

Tu sei buono quando credi di essere cattivo. Io credo di essere onesta, e non è vero. Dici che sono pregiudizi, ma tu stesso hai paura di udire certe parole. Non le puoi sorpassare.

 

Virgilio

sorridendo con amarezza

Saremo, dunque, come loro?

 

Silvia

Essi ci vogliono bene.

 

Virgilio

Non basta. Non voglio cedere a loro, soltanto perchè ci vogliono bene.

 

Silvia

E se io non mi sento capace di lasciare mio marito?

 

Virgilio

voltatosi all’ingresso, vede venire dal parco Guido Bardi. Si mostra contrariato

Eccolo. Egli viene a cercarti.

 

Silvia

Lascia che gli vada incontro da me. E tutto sarà finito. Sono ancora in tempo.

 

Virgilio

Non voglio. Nasconditi nella mia stanza. Prima lascia che gli parli io. Tu non devi negarmi quel che ti chiedo; se mi vuoi bene. Gli vado incontro subito, perchè non trovi prima gli altri.

Silvia va nella stanza di Virgilio, quasi costrettavi da lui. E Virgilio va incontro a Guido.

 

 

 

SCENA DECIMA.

 

 

Virgilio e Guido

 

Virgilio

Silvia ha parlato con me.

 

Guido

cercando di evitare di rispondergli

Dov’è?

 

Virgilio

un poco solenne e con enfasi

Ed ora dobbiamo parlare tra noi.

 

Guido

Si è spiegata con te?

con scontentezza e ostilità

 

Virgilio

con alterigia

Non si spiegherà con nessuno. Così abbiamo deciso.

 

Guido

E che hai detto a lei? Non mi aspettavo che così all’improvviso pigliasse una risoluzione che mi offende e mi angoscia. Lasciamici parlare subito. Ti prego. Devi aiutarmi. Tu mi aiuterai meglio di tutti gli altri.

 

Virgilio

Tu darai retta a me. È necessario. Tanto io che Silvia siamo pronti a tutto.

 

Guido

Ma è una cosa da niente, io spero. Un equivoco che avrei dovuto scoprire in tempo. Tu non hai niente da rinfacciarmi per Silvia. Non si può avere un carattere simile.

 

Virgilio

Raccontami pure, non avere pudori. Raccontami quale vita facevate questi ultimi mesi.

 

Guido

cercando di spiegarsi

Come prima. Soltanto pareva che io non riuscissi a capirla più. I suoi desideri erano sempre diversi da un’ora a un’altra. Era diventata capricciosa. Non ti dispiaccia s’io debbo adoprare questa parola. Ma perchè non parlare prima con me? Ho fatto di tutto per vivere in pace!

 

Virgilio

Non ti meravigliare se non ci sei riescito. Tra te e mia sorella è finito tutto.

Guido

irritandosi sempre di più, di mano in mano che parla con Virgilio

Non ti permettere questo linguaggio. Tu non sai giudicare.

 

Virgilio

Infatti, non giudico. Soltanto, approvo in tutto e per tutto Silvia.

 

Guido

fuori della pazienza

Lasciami parlare con lei. È un abuso non farmici parlare.

 

Virgilio

Rispondi a me, e vedrai che è più opportuno. Hai niente da rimproverare alla condotta di mia sorella?

 

Guido

È per me l’unica donna che io stimo. Non c’è bisogno che lo dica a te.

 

Virgilio

Sei disposto, se è vero questo, a portarle il massimo rispetto?

 

Guido

E chi più di me la potrebbe rispettare?

 

Virgilio

tranquillamente

Io.

 

Guido

Ma non insistere a provocarmi!

 

Virgilio

contenendosi

Per ora, no.

 

Guido

Tu, poi, mi spiegherai con quale diritto ti comporti così. Ma io sono venuto a cercare Silvia. Perciò lasciami entrare dov’è. O io sono disposto a andare fino a qualunque conseguenza. E ne chiederò ragione a chiunque si provasse a mettersi contro.

 

Virgilio

Io vedo che tu soffri, e per questo sto qui ad ascoltarti.

 

Guido

Non soffro soltanto! Ma mi meraviglio che in una casa dove io sono stato sempre accolto bene, mi si tratti così.

 

Virgilio

Non alzare la voce. Altrimenti, costringerai me a fare altrettanto.

 

Guido

Come vuoi.

 

Virgilio

senza dargli mai tempo di riflettere

Tu ami mia sorella?

 

Guido

Adesso, basta.

 

Virgilio

Sbagli.

 

Guido

Ma dunque Silvia era già d’accordo con te?

 

Virgilio

Quasi; ma è lo stesso. Dimmi se ami mia sorella. Te lo domando per la seconda volta.

 

Guido

con sdegno

Tu sei ancora troppo giovane, e non sei responsabile di quel che mi chiedi.

 

Virgilio

Io ti dico che se ami mia sorella, devi lasciarla dov’è. Se non l’ami, allora costringila pure a tornare insieme con te.

 

Guido

cercando di passare nelle altre stanze

È una stupidaggine!

 

Virgilio

attraversandogli il passo

Silvia non tornerà più da te.

 

Guido

E chi te l’ha detto?

 

Virgilio

Se cominci a capire, possiamo anche doventare amici. Tu con Silvia sei buono, e io capisco anche il tuo sentimento. Quindi, voglio essere giusto e imparziale; quantunque io abbia ragione di comportarmi con te in ben altro modo.

 

Guido

Bada che queste nostre parole possono avere conseguenze da far pentire specialmente Silvia.

 

Virgilio

Se tu minacci, non sei buono. Senti: io vedo il dispiacere che t’ho fatto; e avrei voluto risparmiartelo.

 

Guido

rassegnato e con grande tristezza

Ma Silvia mi ama? È possibile che ella si sia cambiata così da un giorno a un altro?

 

Virgilio

Dovevi avvedertene prima.

 

Guido

Io l’amo con tutta la mia passione. Più di prima.

 

Virgilio

Capisco che non sarà facile a Silvia liberarsi di te come io avevo sperato.

 

Guido

con angoscia

Liberarsi di me! Ma ci sono, dunque, stati d’animo che io non conosco!

 

Virgilio

sinceramente

Purtroppo. Ma il dissidio credo sia irrimediabile. Addolora anche me.

 

Guido

Quale dissidio?

 

Virgilio

Io so che non debbo rivelarti tutto. Ma se mia sorella amasse già un altro?

 

Guido

Non è possibile. Io sono convinto della sua onestà. Bada che tu mi fai molto male, quanto forse non immagini. Ma tu calunni Silvia!

 

Virgilio

con sincerità affettuosa

Vedo il tuo malessere; e, perciò, non ti dico nulla.

 

Guido

Io capisco che tu sei incapace a giudicare la portata delle tue parole.

 

Virgilio

Credo che tu sbagli.

 

Guido

È un caso di pazzia.

 

Virgilio

sempre con sincerità

Perdonami, Guido. Non credere che non mi dispiaccia. Vorrei essere io nel tuo posto; ma è il mio compito. È inutile che tu parli con quelli della mia famiglia. Parla con me. Ti prego anche a nome di Silvia.

 

Guido

È la tua cattiveria, e il tuo odio.

 

Virgilio

Era indispensabile.

 

Guido

Non me lo merito, e lo respingo.

 

Virgilio

con affetto

E che vuoi fare?

 

Guido

risolutamente

Quello che mi spetta. Dov’è Silvia?

 

Virgilio

Ti ripeto che non devi chiedere meno di vederla.

 

Guido

Levati dal mezzo. Io non mi presto più alla tua sciocchezza. Lasciami passare.

 

Virgilio

Esci, e non tornare. Ti mando via io. Letica con me, ma lascia mia sorella.

 

Guido

Ho pregato anche troppo. Tra galantuomini non accade così. Mi vendicherò di tutto. Sono io ora che respingerò tua sorella, se di quel che mi hai detto ne avrà qualche colpa; anche minima.

 

Virgilio

Non mi parrà il vero!

Guido esce per il parco

 

 

 

SCENA UNDICESIMA

 

Virgilio e Silvia

 

Silvia

cercando di raggiungere il marito

Lasciami! È troppo. Non resistevo più.

 

Virgilio

sorpreso, ma con energia

Te ne penti?

 

Silvia

Fino a questo punto io non dovevo essere responsabile con te.

 

Virgilio

con sprezzo

Lascialo andare.

costringe la sorella a restare


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