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SCENA PRIMA
lietamente, ma con una certa preoccupazione
Tutto va secondo il mio desiderio. Meglio di così sarebbe impossibile. Figurati come mi sono subito incoraggiato quando è venuta Silvia! Non m’aspettavo che si decidesse così presto.
L’ho fatta restare in casa; e, ormai, non avrebbe più tempo a tornare indietro.
Io dubito, invece, che sarà peggio.
Non è vero! Ormai, mio padre è stato messo alle strette. E la sincerità, in tutti i casi, è sempre da preferirsi. Basta che non mi venga un altro malessere come quello di ieri... Tu, in tal caso, resterai qui finchè non sono tornato in me e risponderai tu; perchè non debbono illudersi che io mi senta perduto d’animo. Ma anche tu non hai abbastanza confidenza in me.
Sei sospettoso, ma sbagli.
E perchè, allora, non m’hai detto chi è quella che ami? Ti ci devo costringere, forse?
Non ho il coraggio di chiederti scusa. Te l’ha detto lei?
In uno dei momenti più belli della sua anima; senza che le avessi domandato nulla.
Devi scusarmi. Ma non osavo mai; perchè avevo paura di perdere la tua amicizia. Era una paura che non mi lasciava mai tranquillo. E per essa avrei perfino rinunciato ad amare Silvia.
Io la credo ancora in potere del marito; e non so se vorrà mai essere mia.
È tanta la mia confusione che non so da che parte farmi.
Dovresti abituarti ad essere sincero con me.
La differenza è troppa; sebbene fra me e te ci sia la nostra amicizia.
Ma non capivi quant’era importante dirmi subito ogni cosa?
Hai ragione.
Ho ragione, ma ti devo scusare. E devo sempre aiutarti. Lo faccio volentieri. Tu esigi da me questa specie di missione. E sia pure. Soltanto è indispensabile che tu e Silvia vi amiate davvero. Il vostro sentimento dev’essere così puro che esalti anche di più la nostra amicizia e dia torto a mio padre e a chiunque altro trovi da ridire.
È più di un anno. Ma quando è cominciato veramente non saprei. S’io ti dovessi dire quando è stata la prima volta che dagli occhi di tua sorella io non mi sono sentito più padrone di me stesso, non mi riescirebbe. L’ho amata subito fin dalle prime volte che l’ho incontrata qui da te. Tuttavia, c’imponemmo di vederci soltanto di rado. Tu lo capisci come io l’amo.
Non potresti amarla di meno.
Come della mia amicizia.
Senza nè meno dircelo ci siamo trovati d’accordo perchè il nostro sentimento restasse incontaminato. Ed ora tua sorella non deve essere più incerta!
ripreso dalla sua inquietudine
E perchè dobbiamo sentire questo malessere se desideriamo vivere a modo nostro? Perchè, mentre sono risoluto a tutto, mi piacerebbe che anche mio padre fosse d’accordo con me? Io vorrei andare a trovarlo e dirgli: non t’accorgi che a tuo figlio non dovresti negargli niente di quel che ti chiede? E, invece, sono costretto a trattarti come il mio nemico peggiore? Ma, per aver detto la verità, noi non c’intenderemo più. Quel che io penso sembra che venga piuttosto da un mio istinto di fare il male. E non mi riesce ad essere tranquillo. Se io sbaglio, come egli dice, perchè non m’insegna a non sbagliare?
Andremo via tutti e tre insieme. Mi sento riprendere animo. Discutere è inutile. Ora vado ad avvertire Silvia. Dev’essere già desta. L’ho lasciata ieri sera, dopo un colloquio con i nostri genitori, che ormai sanno tutto, un poco abbattuta. Sembrava che fosse per venirle la febbre.
Ma potremo vantarci d’aver fatto a modo nostro. Sento che ho mille volte ragione. E come mi sento più buono secondo il senso di questa libertà che i vecchi e gl’idioti non conoscono!
Con te ogni cosa è bella.
Con me? Io non ho nessun merito. E tu non hai il coraggio di confessarmi che mi sei amico così perchè sei innamorato di Silvia?
Noi la difenderemo da chiunque.
Impareranno da qui, in avanti.
Non più nè meno un giorno solo, dentro a queste mura.
Ed ora fai un confronto, se ti riesce, con la vita passata.
Non è più la stessa cosa.
Se non facessimo così, dovremmo rinunciare alla nostra dignità. Non saremmo due giovani!
Quando torneremo, tutto sarà cambiato per forza.
Ieri, mio padre mi parlava dei nostri antenati. Vedi? Eccoli lì. Non ti sembrano fantocci da buttarsi fuori dalla finestra? Quasi sono tentato di prenderli a calci, dal primo fino all’ultimo. Altro che antenati!
Come sono buffi.
Ci manca mio padre e mia madre.
Perchè non chiami subito Silvia?
Ti ama, e da questo sentimento dipende tutta la nostra vita.
Diranno che è una donna perduta.
L’hanno già detto.
Non sanno che vedere il male anche dove non è. Vorrebbero essere le altre donne come lei!
Tuttavia, le vogliono più bene che a me; perchè la credono più debole.
Obbedire, per loro, significa sacrificarsi. Io debbo alla tua amicizia la mia rigenerazione. Non mi sento più malato di volontà. Sentivo che mancavo di qualunque iniziativa, ed ora la mia natura s’è cambiata da sè.
Ognuno di noi non deve rispettare che la propria coscienza. Bada che tutto consiste in questa regola. Ma chissà se anch’essi non abbiano avuto uno scatto come il nostro durante il loro tempo giovanile? È il dubbio di questa somiglianza pericolosa che io voglio evitare.
Tu sei l’uomo che non conosce delusioni.
La mia gioia è così grande che mi sento destinato a fare tutto quel che voglio.
Sei ancora ostinato nel tuo orgoglio cieco?
Sempre.
Tuo padre, se non ero io, ti avrebbe già maledetto. Se non lo trattenessi, verrebbe a dirti che non ti considera più per figlio. Non ti ama più. Ma sei in tempo a pentirti. La mia devozione ti salverà. Vai da lui e parlagli da figlio sottomesso. Io spero di evitarti il suo castigo.
E che esigete da me?
Niente altro che il tuo rispetto. È troppo? Tu dovresti ringraziare la Provvidenza che noi ti vogliamo così bene.
Non capite il male che mi fate.
Noi possiamo farti del male? Dio ti ha tolto la ragione.
Mamma, non dovresti metterti tra me e lui. Lascia fare tutto a me.
E questo è il tuo amico che ti dà ragione?
Se non sono solo, dovresti ammettere che forse t’inganni tu e non io.
Che ne sa egli?
Mi dica quel che pensa lei, vedendo il mio dolore. Ha il coraggio di non aprire gli occhi a Virgilio? Che sorta di amico è lei?
con rispetto
Signora, egli spiegherà da sè.
Io sono spaventata. Mi farai morire prima. Tu avrai sempre questo rimorso. Ascoltami, Virgilio. Non ascolti più la tua mamma? Che hai contro di me? E tuo padre che male ti ha fatto? Dove vuoi andare? Che farai senza i tuoi genitori? Ascoltami, se tu sei mio figlio.
con tenerezza
Era meglio che tu non fossi venuta qui.
Non avresti più pace. Nessuno vorrà stare con te.
Signora, io sono un vero amico.
Lei non può capire quel che passa dentro il mio animo.
Lasci che Virgilio ottenga quel che vuole.
Mai. Crederebbe che potessi essere colpevole come lui?
Egli l’ama.
Non lo so; non lo voglio sapere.
E dovrai portare tutte le conseguenze di quel che fai.
Ne sono contento. Anzi, se qualcuno me le volesse evitare, non mi sentirei la coscienza tranquilla.
Lasciati persuadere da me. Tu sai che anche io senza tuo padre non stimerei nulla la vita. Ne avrei una paura folle.
Tu vuoi una cosa sola: che io rinunci ad essere come sono.
Perchè mi vuoi umiliare credendomi incapace a compiere quel che penso? Vedi che anche Silvia è stata costretta a lasciare la sua casa. Siete voi che ci costringete ad andarcene.
E io che sarei capace di uccidermi, se non mi sentissi una cosa sola con tuo padre!
Tu vorresti che anche Silvia si perdesse. Ma la tengo io, lei!
Bada che questo sarebbe per me lo strazio più forte.
Il primo che ti farà capire tutti gli errori.
Per tuo bene e per l’onore di lei.
Ti pare che sarebbe una cosa giusta se ella si piegasse alla vostra prepotenza?
a Mario
Diglielo tu quel che è vero e buono. Diglielo tu!
Se Dio l’aiuta, lo vedrai. E tu, se non ti ravvedi, sarai sempre senza famiglia. Perdi la nostra, e non ne potrai mai trovare un’altra.
a Mario
E lei, che si dichiara amico di mio figlio, non può rinunciare alla vergogna di Silvia?
Egli è leale. Come me.
Leale con se stesso, ma non con gli altri.
Tu vorresti metterti a traverso a tutto. Ma non ti passa per la mente che sia stato Dio stesso a staccare per sempre Silvia dal suo vincolo? Non dici tu che tutte le cose avvengono per volontà di Dio?
Ma non queste.
Soltanto quelle che fanno piacere a te?
Sì; perchè io non mi allontano dalle leggi della nostra coscienza. Avere una madre è una grazia sublime. Se nè meno il mio amore ti persuade, vuol dire che per te non c’è più nessuna speranza. Per i genitori, se è necessario, si deve anche morire. Ma ti si chiede soltanto che tu abbia rispetto e un poco di scrupolo. Va’ a tuo padre e piega le ginocchia dinanzi a lui.
Che mi avete insegnato voi? Soltanto l’obbedienza. Vi siete mai preoccupati d’altro?
Perchè tu non mi sai dire una parola di dolcezza?
Tu sei sedotto dalla vanità dei tuoi discorsi. Dovrebbe bastarti il mio nome di madre, per farti tornare in te stesso. L’ira di tuo padre è giusta.
La mia stessa sincerità è cosa buona. E tutto ciò che apertamente un uomo dice è buono.
La tua insensatezza non ha più limiti.
con affetto
Io ti lascio qui sola, per non contristarti di più. Non c’è cosa che mi faccia dispiacere quanto questa.
Onora tuo padre e tua madre: è il primo comandamento di Dio.
Si tratta di ben altro.
Virgilio e Mario escono per l’ingresso del parco
Flora è restata accasciatissima
Ti sei persuasa?
Io non credevo che fosse ridotto a quel punto.
Che concetto puoi farti di lui se dalla mattina alla sera sta con l’amante della sorella?
Non vorrei credere a me stessa e ai miei orecchi. Ma sii più mite con Silvia.
È la nostra vergogna.
Forse, è la meno responsabile.
Non mi resta altro.
Ma saprò io lavare la nostra casa.
Li perderemo ambedue.
E pensare che noi facciamo perchè siano nostri!
Sono troppo avvilita. Io stessa mi vergogno ad alzare gli occhi verso di te.
Ci vendicheremo perchè la vendetta li riconduca a noi.
Da soli non ci riesciremo.
Lascia fare a me. Quel che posso fare io non teme nulla.
Se mi avesse spezzata, non m’avrebbe fatto altrettanto male.
Egli stesso sarà spezzato: così è la legge.
Una figlia che dice alla madre: non amo più mio marito
Vedremo se tra poco dirà lo stesso.
Ma quando si è peccato fino a questo punto, bisognerebbe essere come Dio per non ricordarsene mai più. Se fossi capace a farla tornare in sè! Questo sarà il dovere che m’imporrò.
Ti lascerò fare solo a patto che io la veda tremare dinanzi a te.
Non le fare troppa violenza; per via di suo figlio.
Prima, ascoltala. Mi pare impossibile che da se stessa non trovi la via di tornare quale era.
Ho visto che soffriva da vero!
Non basta. Se io non sarò energico, giungerà a macchiare per sempre anche noi: di fronte a chiunque. E io ne sono responsabile.
Bisogna che tutto resti nascosto.
O io le leverò la voglia di andarsene di casa sua.
Dio l’ha mandata da noi appositamente. Se non fosse venuta qui?
Sono sicuro di quel che deve accadere.
Silvia si presenta da una delle due porte laterali senza parlare: appoggiandosi ai drappi della portiera. Enzo e Flora l’aspettano seduti accanto.
con severità implacabile
Ho mandato a chiamare Guido. Tra poco dovrà essere qui. Spero che egli verrà.
Non eri mai stata costretta a vergognarti della tua faccia.
Se io sono tornata in questa casa come quando ero giovinetta, e vi ho detto tutto senza che ci fossi obbligata, vi prova che io non volevo agir male e da sola.
Non basta.
Come convincerai tuo marito?
Prima, devo convincere me stessa.
Ma tu appartieni a lui e non a te.
Non mettere tra te e lui una distanza che non c’è.
I miei sentimenti non contano nulla?
Quali sono i tuoi sentimenti?
E tu li cambierai.
con più moderazione
Sta a te.
Nessuno, nè meno voi, può costringermi a fare una cosa che mi ripugna.
Ricordati che le tue parole sono giudicate per sempre. I tuoi genitori rappresentano Dio. Devi far conto di parlare con Lui. Tu non sai che anche io, una volta, ho sbagliato come te.
a Flora con violenza piena di tenerezza
Zitta! Tu non devi rivelare ai tuoi figli quello che è accaduto soltanto tra me e te, prima che essi venissero al mondo. Non li riguarda. Tua figlia non doveva ascoltarti. La tua vita di affettuosa purezza e di devozione incontaminata, ti innalzano per sempre nel mio animo e in questa casa. Quel che avvenne, conta meno di un minuto, che non esiste più, in tanti anni di amore. La tua coscienza è esatta; ma non ce n’era bisogno. Silvia ha da imparare da te anche come una donna respira.
Io le insegnavo come si parla dinanzi a Dio.
Tu occupi il primo posto nella mia famiglia. E la mia famiglia è l’incalco fatto con le mie mani che non sbagliano e non tremano. Anche i nostri figli debbono sentire questa nostra virtù. Debbono entrare, come voglio io, senza nè meno una incrinatura, in questa forma che io trasmetto a loro prima di morire. E l’incalco deve essere perfetto. Tua figlia deve cedere.
Voi mi dovete consigliare.
senza lasciare la sua severità aspra
Io esigo da te la più intera obbedienza.
Vi ho sempre obbedito.
Che dirai a tuo figlio? Tu non sarai che una cattiva madre.
Mi devo preoccupare di lui?
È necessario.
Egli dovrà rispettarmi.
Come tu fai con noi.
Io, dunque, non sono più padrona di me stessa!
Se tu non possiedi la rettitudine che è indispensabile, no.
Ma la mia rettitudine non dipende da quel che dovrò dire a mio figlio.
Anche da quello.
Ma voi, dunque, mi parlate fino da ora per lui.
È la tua fortuna.
Dovrò sacrificarmi per tutta la vita?
Noi confidiamo che tu abbia questa virtù.
Ma io non ammetto nè meno che tu possa amare un altro; invece che tuo marito.
Se sei costretta a mentire, la colpa è tua. Ma non mentirai, perchè amerai Guido.
Ho fatto di tutto. Mi sono mortificata giorno per giorno. Non ho trovato niente che mi potesse sollevare. È stata una lotta che ha richiesto tutte le mie forze. Ed io ho creduto che la sincerità, qualunque cosa ne potesse derivare, era sempre un mio diritto.
E come te ne trovi?
Non riconosci che noi possiamo insegnarti quello che non sai?
Dunque, non mi è più possibile rifare la mia vita?
Soltanto accostandoti alla felicità che volevi perdere. Ognuno ha il suo destino già fatto.
Ogni moglie che ama suo marito è come se amasse se stessa.
Non ci può essere nessuna eccezione?
Tutti crederebbero di essere quell’eccezione.
Ma io ho fatto quel che potevo per credere che fosse vero così.
La prova dev’essere più lunga.
E con più fede nei sentimenti che una volta ti hanno legata a Guido.
I miei sentimenti nuovi sono più fermi di quelli.
Non ci si lega che una volta sola.
Ci si può sciogliere, però.
Nè meno se tuo marito acconsentisse.
Chi dice questo?
Te lo dico io; te lo insegno io. Perchè a me è stato detto e insegnato così.
All’infuori di ciò, tutto è sbaglio. Se ti senti madre, devi ringraziare tuo marito. Puoi essere madre soltanto a patto di essere anche sposa.
Ma io non dovrò dire a Guido tutto quello che voi avete saputo spontaneamente da me? Io non lo voglio ingannare.
Questo non è un desiderio di sincerità, come vorresti che noi credessimo, ma tenti di mettere fra te e lui un pretesto che vi tenga separati anche di animo. Tu cercherai, invece, soltanto con la devozione più tenera di meritare da lui di essere perdonata. Egli dovrebbe sapere tutto; ma non vogliamo che egli sia spinto a ripudiarti.
Soltanto perchè tu non perda la felicità della tua vita. Di questo suggerimento siamo responsabili noi.
Saresti meritevole, invece, di portarne le conseguenze; anche se ti costassero lacrime e sangue. Ma il rimorso di avere ingannato sarà peggiore della confessione.
Mi ripugna troppo che io ritorni a lui, se tornerò, senza che egli mi conosca fino in fondo.
Disgraziata! Ogni parola che dici è contro di te.
Enzo e Flora escono dalla porta di destra
passeggia nervosamente, incerta della decisione da prendere
Bisognerà che io mi sappia decidere!
Mario entra dalla porta del parco, cercando di Virgilio. Vedendo Silvia, si arresta prima sorpreso poi con tutta confidenza dell’animo, le va incontro.
Non è più possibile che io e voi ci diciamo una parola.
Egli mi ha detto ogni cosa di voi.
Io devo soffocare il mio sentimento.
Per la purezza della nostra passione, io vi prego di dirmi quel che passa nella vostra anima.
Non lo so: non mi domandate altro; perchè le mie parole non seguono più i miei pensieri consueti.
È un momento di debolezza! Ho capito! Noi dobbiamo dare al nostro sentimento una decisione più elevata. Perchè, per tanto tempo, abbiamo perfino avuto paura di vederci?
È stato bene così. Ed è stato bene che voi non mi abbiate baciato nè meno le mani.
Ma il mio desiderio, in questo vostro rifiuto che ancora non capisco, è più vivo; e vi chiedo di essere completamente mia. Non basta più contentarsi del nostro sentimento, che è stato fino ad ora una promessa.
Resterà così.
Come si accordano le vostre parole con quelle di Virgilio?
Non mi è possibile rendermi conto di quel che faccio. Certo, nel mio impulso ho anche sentito il bisogno di essere contraccambiata da voi. Ma, ora, tutto mi sembra impossibile e scompigliato; senza che possa io stessa far nulla per dare alle mie parole una persuasione che vi basti.
Silvia! Da oggi noi siamo più che mai liberi. Potremo amarci senza più nascondere nulla a nessuno.
La vostra voce mi è ancora troppo dolce; e non dovrei ascoltarla.
Se potessi dirvi come questo vostro cambiamento mi fa soffrire! Lasciate che io ve lo dica.
Una decisione dev’essere presa; ma non so ancora quel che farò.
Dovrete amarmi come sempre. Lasciatevi convincere.
Lo so, e vi capisco. Ma, se è necessario, dovrete fare come me.
Mai. Io vi amerò sempre.
Anche se io non vi amerò?
Lo stesso. E perchè voi non mi amereste?
Ci sono nella vita certe cose più forti di noi.
Non dite così! Parlate con Virgilio.
Non acconsento. Non potrei rassegnarmi. Voi mi avete amato fino ad oggi; e, così, da un minuto all’altro pretendete che anch’io non vi ami più!
Non v’ho detto questo. Lasciatemi qui sola. Ho bisogno di essere sola. Andate da Virgilio.
È possibile che io non possa più dirvi nulla?
No. Bisogna che io trovi da me la via da prendere.
Come vi amo. Basta che io vi parli, perchè senta un tremito che mi fa battere il cuore! Come vi amerò sempre!
Dovrete accontentarvi di quel che vi dirò io. Non esigerete da me niente che sia diverso da quello che vorrò io.
Basta che mi promettiate di non lasciarvi ingannare e sopraffare dagli altri.
Sono sempre libera.
Temo che non sia più vero. Avete parlato con i vostri genitori e, già, non vi rendete conto di come mi costringete a soffrire. Perchè?
Lasciatemi qui sola!
Ma, ormai, abbiamo tutto deciso anche con Virgilio.
La colpa non è mia.
Perchè proprio oggi parlate così? Che cosa pensate? Non mi avete detto quel che pensate.
Se ve lo dicessi, soffrireste anche di più. Non soffrite. Dobbiamo dare retta alle cose che sono sopra a noi.
Prima d’oggi non ci avevate pensato mai.
Dunque, non mi amate?
Non dipende da me.
E da chi?
Non me lo domandate.
con affetto
Non è possibile che voi siate così ostile.
Devo soffrire per me e per voi.
Non è vero; perchè io vi amo. Ma non sapete quanto vi amo? Ditemi che lo sapete. Toglietemi subito da quest’angoscia che è contro anche il vostro sentimento.
Non mi amate!
venendo dalla porta di sinistra. A Mario
Non mi aspettavo di trovare lei qui. Che cosa vuole? Esca. Subito.
A Silvia
C’è tuo marito. Per quale presagio m’è avvenuto di entrare prima di lui?
Mario esce per la porta di sinistra, per dove crede di incontrare Virgilio
Che cosa gli dicevi?
Mamma, era necessario che noi ci parlassimo.
Ti riconsegnamo tua moglie.
È stata una leggerezza da bambina. Ne è pentita.
Virgilio non m’aveva detto così. Ma io sono contento di sentire lei stessa. Il mio dolore è stato forte.
Noi ti chiediamo scusa anche per lei. Saprai come stanno le cose.
Enzo e Flora escono per la porta di destra
Non sarei venuto, se i tuoi genitori, che io stimo, non mi avessero richiamato.
con un rimprovero appassionato
È quello che desidero.
con rimprovero più angoscioso
Hai detto, però, che se non ti chiamavano non saresti venuto.
con rammarico
Ero, forse, obbligato di venirti a ricercare?
Obbligato, no; ma perchè mi vuoi bene, sì.
Tu, dunque, conti sul bene che io ti voglio?
Soltanto in quello.
E quale è stata la ragione di esserti comportata così? Tuo fratello, difendendoti, ti ha compromessa. Tu sai quello che mi ha detto? Hai sentito? Sono io che ti amo: tu no. Ed ora piangi! Non è la prima volta che tu mi rendi lacrime quando io ti dò tutto il mio amore. Perchè piangi? Non vuoi dirlo a me? Bada che si potrebbe spezzare il desiderio immenso che ho di parlarti con dolcezza.
Potrebbe accadere che io ti dicessi cose che a me stesso farebbero male.
con abbandono
Dimmi quel che vuoi. Tu puoi dirmi tutto.
Non ti dirò niente. Basta che noi ci spieghiamo. Se te ne sei andata, vuol dire che credevi di far meglio così. Accetto qualunque spiegazione, perchè tu sei buona, e credo in te; soltanto in te. Alza su il viso. Guardami negli occhi come faccio io. Che hai da rimproverarmi?
Niente. Per questo mi viene da piangere.
Dimmi se non sei contenta di me.
La colpa non è tua: è mia.
Che male puoi avermi fatto? Tu me lo diresti.
È la mia anima, che io non capisco più.
Dimmi, allora, che cosa ha la tua anima. Me lo vuoi dire?
Ma io ti voglio bene!
Non te ne saresti andata.
con angoscia
Vedi che ora tu dubiti di me? Non dubitare di me. Ho bisogno soltanto di questo.
con dolore
Non cerco altro. Ma le tue parole mi traggono, forse, in errore. Tu hai un modo insolito di parlarmi. Non sei più tu. Perchè ti sei cambiata così?
Non dipende da me.
Non ti capisco.
Tu devi parlarmi con tutta la franchezza che hai.
E, allora, ho paura di dirti quel che non è vero. Perchè anche io ti voglio bene.
Tu preferisci restare lontana da me?
Meglio da me.
Volevi sparire da tutti?
Avrei dovuto non farmi vedere più.
Queste sono idee che prima non avevi. È vero che prima non le avevi?
Dovevo uccidermi, e non mi sono capita.
E tu m’avresti lasciato solo?
Soltanto per questo, forse, non mi sono uccisa; e ora ritorno con te.
Se mi dici così, vuol dire che mi nascondi qualche cosa.
Non ti nascondo niente. È necessario che tu mi creda.
con slancio
Ti crederò.
Non ti dispiace?
Farò di tutto: te lo prometto. Qualche volta, si sbaglia più di quel che non pare. Qualche volta si crede di far bene in un modo e, invece, è tutto il contrario.
Anch’io, dopo che te n’eri andata mi domandavo se non fossi stato capace a non pensare più a te. Ma era un’assurdità. Lo sento bene, ora che ti vedo e sono in faccia a te. Non ti dimenticherò mai. Mai! Quando ti stringo mi pare che le tue braccia siano come due ali e il tuo respiro è come l’aria mossa perchè si scuotono. Ma io te le chiudo con le mie mani, stavo per dire con i miei pugni.
E allora non volo più?
Tu voli; ma verso di me. Sempre verso di me; e pare che il volo non finisca mai. E il tuo petto è largo a posta, perchè mi basti.
con dolcezza angosciata
Mi amerai sempre? Avevo pensato di potere essere amata di più. Era questo il mio desiderio. E avevo paura che restando con te vi dovessi rinunciare.
Non senti, invece, quanto ci vogliamo bene?
È vero.
E io ti amerò anche di più.
Potrai dimenticare quel che oggi e accaduto?
Non ci penserò mai. Basterà che io ti guardi negli occhi per trovare sempre la tua anima.
Se è così, perdonami. Mi sono comportata male. Troppo male.
Forse, era necessario per sentirsi più l’uno dell’altro; come oggi.
venendo dal parco
senza lasciare il marito, benchè piena di sentimento per il fratello
Ti parlerò dopo. Verrai da me. Sono troppo felice perchè io possa rinunciare.
con dolore
Tu sei felice?
Tanto! Come ne avevo bisogno!
Guido la prende sotto il braccio e la porta con sè, verso la porta di destra.
va verso il sofà. Vi si abbandona sopra e singhiozza coprendosi la faccia
Ma io no! Vorrei che ella mi vedesse qui a piangere!