Federigo Tozzi
Novale

Parte prima

4 dicembre 1902.

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4 dicembre 1902.

Non ho potuto rispondere subito alla sua grata perché mi trovavo fuori di Siena a tessere uno dei più deliziosi idillii con la mia... Mimì . Quindi sono certo di trovare presso di lei il perdono e il desiderio di spendere un altro soldo per scrivermi un’altra volta.

Ecco: io penso che Ella abbia notato quella mano mentre stava pregando. Non è vero? Se così è, non posso lodarla come religiosa né non ammettere che Ella sia una brava e intelligente signorina come se ne trovano poche. Non per la ragione di aver rilevato quel grossolano difetto di figurazione, che sarebbe ben poca cosa; ma perché da quello facilmente si comprende come i suoi occhi devono essere animati da una curiosità nobilissima .

Quel dipinto del Casolani è uno dei peggiori, sia pel colorito che pel disegno. Non sono stato a rivederlo dopo la sua lettera per una ragione semplicissima, che dietro i vetri delle finestre che sono di fronte alla chiesa, potrebbe esservi la fronte ridente di Annalena. Però mi ricordo bene della chiesa. Anzi le dirò che se io fossi un credente non andrei a pregare dentro. Per me ci vorrebbero delle chiese più grandi, capaci di darmi impressione ed immagini. S. Quirico (parlo della chiesa) è un aborto dell’arte. Che potevan far di più il Salimbeni, il Casolani e magari anche il Vanni? Per me questi tre artisti e i minori che furono della scuola loro, non meriterebbero di essere ricordati. Badiamo: a proposito del Vanni parlo di quello che ha dipinto a S. Quirico e non dell’altro che ha lavorato anche in Duomo nella cappella di S. Ansano, alla sinistra di chi entra, al lato dell’altar maggiore. Il Salimbeni poi è il più incapace di tutti. Basta vedere i lavori che ha fatto nella Chiesa di S. Spirito. Che roba! Degna di stare vicina alle carceri. Il Casolani ha qualche cosa di buono. Per esempio, al Carmine c’è il supplizio di S. Bartolommeo, che, toltane la troppa aridezza, è riuscito lodevolmente.

Questa volta le scrivo tra una forchettata e l’altra di pasta al sugo e non ho avuto voglia di consultare alcun libro o le mie note, per sfoggiare il mio patrimonio artistico. Ho scritto così alla buona, distendendo in periodi quello che mi veniva a mente.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . la prego a riscrivermi, indicandole di visitare la Chiesa del Convento dell’Osservanza, quasi l’unica che accolga bellezze artistiche di diverse scuole. Ci vada. Non badi al fango. Poi me ne parli. Il prossimo lunedì andrò alla Posta. Badi: non mi faccia fare il viaggio invano.


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