Federigo Tozzi
Novale

Parte seconda

Da Siena, a Roma, 5 giugno 1907.

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Da Siena, a Roma,
5 giugno 1907.

Mio padre è affezionatissimo ed è pronto a qualunque volere mio. Ora sta alla fortuna. Perdonami. Sono così agitato dalla fatica e dalle impressioni di Siena che non potrei dirti nulla.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Ho vedute le solite facce di vagabondi e di persone non molto per bene. Credo che per la salute mia (e tua) dovremmo tentare d’uscirne per sempre.

Che silenzio e che antipatia! Sono in una camera in via del Refe Nero e vi sto bene .

Come t’ho detto, mio padre mi vuol bene. Onde tutto è da credere.

Ti devo spiegare. Mio padre non m’ha fatto nessuna domanda. M’ha accolto da vero padre. Nel suo viso si vedeva tutto.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Vuole ch’io faccia una cura ricostituente, perché m’ha trovato molto magro...

Ho tanta voglia di lavorare. Non so; porrei mano a tutto.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Ho mangiato in una stanza di questa casa. Un lume a petrolio, al quale assomigliavo me; e i canti dei beceri dentro le taverne. Io sono sopra una taverna.


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