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Perdonami se ti scrivo in fretta. Stamani mi sentivo quasi male.
Io penso di andare a trovare il Procuratore per sollecitare. Credi che ogni giorno mi diviene sempre più triste. E poi, senza te! Non voglio abbracciare sempre una forma del mio spirito . Io voglio te, ti voglio vicina.
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Sto sempre solo, e passeggio sempre solo. Ciò mi dà una libertà immensa. Tra questa gente mi sento un viaggiatore che s’è fermato poco volentieri.
Oggi ho riveduto mio padre, il quale mi ha tranquillamente sorriso. Ma i giuochi bastano anche con lui. Quel che egli ha fatto è fatto. E poi, non sarebbe il ricominciare da capo domani? Quindi... via!
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Anche passando dalla casa tua mi agito tutto.
...quando penso a te, tutta la mia anima si muove come le foglie di una vigna.
Hai ragione. Per distrarmi era necessario ch’io pensassi seriamente a te ed a me. Con la voglia di questo impiego, io ho acquistato un vigore nuovo. Mi sento anche meglio. Ma è necessario che noi siamo uguali. E quando ti sento tale la mia anima è come un torrente che freme di spume.
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In me è una purezza, alla quale voglio foggiare te. In me, forse, non traspare perché... non lo so. Ma questo bisogno d’una cosa ignota che cos’è? Questo vuoto che la bocca della volontà fa? Ciò che ho ottenuto un momento fa, diminuisce. Io ho bisogno di accrescermi sempre, perché l’acquistato scompare. Ma il mio spirito non ha incontrata ancora una cosa solida, su la quale s’assieda a guardare. Sembra che cammini sempre per certe strade silvestri, senza scopo, per fuggire gli altri.
Ti dirò una cosa. Oggi sono stato al sole.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Non so di quale piacere esso riempie tutta la mia carne.
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Senti: risogno anche il caldo di Roma. Mi ricordo ora della via Venti Settembre tutta accecante di luce, la quale m’ha fatto provare piaceri acutissimi. Da vero, ne ho il desiderio. Tu, scommetto, sei spaventata anche a sentirne parlare!