Federigo Tozzi
Novale

Parte seconda

20 agosto 1907.

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20 agosto 1907.

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In quanto al mio io, son ben certo che c’è tutto ciò di cui ha bisogno il tuo. Tu a me sei, psicologicamente, ciò che per altrui è la divinità. Sono certo, dicendo così, di esprimere bene la verità che è dentro di me. Io mi sentii come abbandonato, come respinto da tale atto, ed errai. Ma solo degli errori che t’ho scritto. Sai bene che non potrei nascondere la mia sincerità, che riscapperebbe da una parte se io la volessi respingere dall’altra.

Del resto, in tal modo è cacciato ancor meglio, il male che per una allucinazione forse (perché devo credere alla stima che tu hai ad altrui) io trovo riunito in quella persona. Ma credi ch’io sono stato sempre puro con la tua anima? Dimmi che non hai nessun motivo di lagnarti e di addolorarti. E che appunto per preservare te stessa da quel male io ho cercato di allontanartelo. Ma non sono state queste le mie intenzioni? Non ho agito male, dunque.


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