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Sono seduto a lato della Cappella in cui è sepolta una contessa, molto devota, secondo la sua lapide latina (A2).
T’ho colto questi ciclamini....
Sento il campano di un gregge e odo un belato tra gli alberi, ma lungi.
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Hai indovinato il mio desiderio intenso di tutta la giornata, che s’è accresciuto con la dimenticanza?
Il campano erra tra gli alberi. Odo i passi della pecora che ha il campano.
Non vorresti tu essere con me? Uguale nel mio pensiero? Ti adoro così, ed esiste questa rispondenza.
La pecora è venuta qui. Ha un rogo sul dorso. Le altre giungono con un calpestio su le foglie. La pecora guarda. Sul muso le batte il sole. Guarda verso le altre.
Non sei tu il mio pensiero stesso? Di quale altra sostanza esso è fatto?
La pecora è rimasta attraverso la strada. S’è fermata volta verso me. Ne giunge un’altra che la cozza col muso; e ambedue si muovono.
Non mi ami tu per sentire ciò che è, nella nostra unione?
Le pecore passano. Odo il campano.
Giunge tutto il gregge. S’è fermato. Si sente lo strappìo dell’erba.