Federigo Tozzi
Novale

Parte seconda

10 ottobre 1907.

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10 ottobre 1907.

Dammi tu di che sognare in te stessa, e mi sembrerà (e sarà così) ch’io ascenda a quel che Dio mi ha dato. Non è vero ch’Egli, a cui io credo (A15), ha donato ed affidato te a me; che l’ho trovato? Non è vero che Egli ha voluto ch’io provassi in te quel che il mio intelletto aveva foggiato? Tu comprendi come tu mi sia sacra.

Ma io adopero Dio per amare te. Di quel che Egli ha aumentato il mio io, mi faccio come una forza per adorare te. Non sento altro scopo. E la mia anima termina in te.

Stamani ho portato al C. l’elenco delle spese da farsi per i fogli alla Ferrovia, e tra poco vado a prendere la risposta paterna ch’egli ha avuto. Avrei già presentato gli altri alla Posta se mio padre avesse saputo firmare un foglio di carta bollata. Egli ha messo la firma... troppo distante; onde gli ci vorranno ancora sessanta centesimi. Questa volta, va a cercare il pane da vero!

Io vivo solamente di te. E come se tutto il rimanente non fosse altro che una sensazione: talvolta tediosa. Vorrei essere lungi dal rumore degli uomini.

Il C. s’adopra, quanto può, per affrettare i miei fogli. Ma non gli è stato possibile avere oggi una risposta, perché ora è il tempo della vendemmia... Egli m’ha detto che procurerà di farmeli fare, ed io son deciso di farmi prestare le dieci lire da lui, nel caso di un rifiuto. Credo però, che il buon senso comune prevalga.


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