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Comprometti la tua serietà quando vuoi sapere le donne che mi sono piaciute.
Prima di conoscere te, non sono mai stato amato da nessuna, quando ho avuto una simpatia: due volte sole.
Ma la mia intelligenza m’ha sempre salvato. Come ti posso parlare di quella cosa inesprimibile che mi tiene fuori delle sensazioni comuni? Dopo aver amata te, senza averne coscienza, non ho più parlato a nessuna, né mi è più piaciuta nessuna. Chiameresti amori quelli della giovinetta che era sarta in casa della padrona di Firenze? Io le parlavo come ad un’altra qualunque. Ella soltanto sentiva qualche cosa. Così pure dei fidanzamenti carnevaleschi di Siena. C’è bisogno che ti faccia conoscere ch’io son fatto così? Da quella giovinetta di Firenze, io non ho ingannato più nessuna. Ed esse non mi hanno dato effetto differente a tutte le altre donne.
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Dunque, di me nemmeno gelosia nei ricordi. Tu mi creasti l’intelligenza e l’affetto. Perché prima d’allora io non sapevo scrivere. Sentivo dentro di me qualche potenza, ma non avevo trovato chi me la sviluppasse.
Io mi sono rinnovato.
Ma vedi: è tanta la differenza presente, che quando parlo di tali cose mi sento avvilitissimo. Ti chiedo sempre perdono.