Federigo Tozzi
Novale

Parte seconda

11 febbraio 1908.

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11 febbraio 1908.

Devi avere anche tu una gran gioia. Io ne ho tanta che ricordo le cose come se fossero lucide. Non puoi imaginare quel che hai fatto ieri sera a me. Mi sembrò un sogno questa notte e oggi m’esalta. Vorrei...

E fino a domani il tempo non è poco. Ogni imagine di te mi fa come stupefatto di quel che provo. Io posso star così a sognare di te, delle tue mani, come se tu fossi (e sei) il termine della mia anima.

Ieri sera avrei pianto di gioia e il mio spirito pianse; ma (vedi?) ogni cosa scritta è niente. Ed io scrivo soltanto perché so che tu provi quel che provo io. Hai lo stesso slancio in un infinito raggiante. Sembra che io trattenga il fiato sotto il senso di trovarmi in una immensità.

Capisco che in quel momento dovesti perdonarmi. Ma in tal modo  giungiamo ad un amore che non aveva concepito né meno la mia mente.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Oggi mi pare un giorno di festa.


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