Federigo Tozzi
Novale

Parte seconda

28 marzo 1908.

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28 marzo 1908.

È mezz’ora che aspetto di finire di mangiare. Sono entrati tre avventori, e la padrona è occupata per loro. Suo marito, che è un mattonaio, addormenta suo figlio. La bambina gira dalla stanza alla cucina, e si approssima ad una lanterna di ferrovieri che è accanto a un mucchio di fiaschi. Un mattonaio è seduto dinanzi a me. Ha un naso che somiglia il becco di un’anatra. Un altro, che ha già mangiato, s’appoggia con il braccio al tavolino.

Ho avuto una lettera da casa dove mi si prega di avere pazienza se devo lavorare undici ore, e... si finisce con la santa benedizione.

Dice che è migliorato...

Tutti i giorni viene qui una ragazza delle filature. Si mette a sedere dinanzi ai vetri e guarda nel piazzale. È stata fatta madre dal portalettere, che in quest’ora scarica i pacchi alla stazione. Quando ella lo scorge le si arrossano gli occhi. Ora è scoppiata a piangere... È strano il colloquio che ella fa, piangendo, con un facchino che le è seduto di dietro...

Entrano i ragazzi del trattore, ed ella guarda, sporgendosi.


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