IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Che primavera disperata e terribile! Avevo ancora da pagare
il conto del fabbro, quello del falegname, quello del carraio, quello della
spazzatura, dello zolfo, del maniscalco, e i soldi non c'erano. Il tepore
dell'aria mi faceva girare la testa.
Andavo per il mio campo, da un filare all'altro, quasi tutto il giorno, senza
perché, come un cane che cerca un osso qualunque. La sera, prima di dormire,
soffrivo anche di più; e mi sforzavo di non pensare a niente, ma di sognare
subito. Una mattina mi alzai con la voglia di uccidermi: dalla finestra pareva
che anche il mio campo si travolgesse come me, nel vento; come mi volesse
portar via tutti gli olivi. I muri della camera si facevano sempre più stretti,
accostandosi insieme, e il mio respiro si mescolava con il loro; sentivo il
sapore della calcina. Sono certo che piangevo! Mi pareva di cadere con la testa
in giù, senza aver niente a cui sorreggermi.
Un tratto, proprio dinanzi alla mia bocca, io vidi un ragnolino, quasi
trasparente, attaccato, come un peso, al suo filo.
* * *