Federigo Tozzi
Bestie

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Era dopo mezzanotte. Ogni passo che facevo verso la mia casa pareva che mi troncasse le gambe. E dovevo arrivare a tutti i costi! Io non amavo più la donna che mi aspettava; e perciò, qualche volta, mi soffermavo con gli occhi fissi alle stelle, sentendomi doventar pazzo e cattivo. E già vedevo il tetto della casa, nell'ombra di otto cipressi, più suoi che miei perché niente mi pareva mio all'infuori della donna che non amavo.
La mattina dopo, avrei avuto la forza di andar via, perché il suo pessimo amore non corrompesse più il mio sangue? Per fortuna non l'avevo sposata, e non volevo più che la sua anima, falsa come due dei suoi denti, sebbene non m'avesse mai tradito, cercasse la mia quando sognavo l'amore che devastava tutta la mia anima. Mi pareva di durar fatica ad attraversare il chiaro di luna, così silenzioso, tra le ombre delle fronde e quelle delle cancellate dinanzi alle ville.
Quando fui presso un pino, sentii un usignolo; io feci un grido, e poi gli tirai un sasso. Avessi avuto un fucile!

* * *


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