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Federico De Roberto: Raccolta di opere
Federico De Roberto
L'illusione
PARTE PRIMA.
VIII.
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VIII.
Un
nuovo
lutto
, un
lutto
di cui non
era
traccia
sugli
abiti
, ma che
pesava
eternamente
sul
cuore
.
Era
bene
,
adesso
,
rivivere
in quella
piccola
città
silenziosa
che le
rammentava
il
tempo
per sempre
volato
della sua
fanciullezza
, dov'erano
sepolti
i suoi
cari
; in quella
vecchia
casa
piena
di tanti
ricordi
!... Il
mondo
tutt'
intorno
, non
era
mutato
; ella lo
guardava
da
lontano
,
indifferente
a tutto,
oramai
!...
Dicevano
che ella aveva delle
arie
, che
era
superba
, che si
sentiva
superiore
agli altri
perchè
veniva da una
grande
città
- e non
sapevano
come s'
ingannavano
! Ella si
sentiva
troppo
provata
dalla
sventura
per avere
ambizioni
, per
curarsi
di nulla. Il suo
voto
era
già
fatto
:
rifiutare
tutto,
lasciarsi
vivere
, senza
desiderii
, senza
rimpianti
, in una
quieta
vegetazione
. Non
serbava
più
rancore
a suo
nonno
;
infine
,
era
tutta
colpa
di lui? Se quell'altro l'avesse
amata
realmente
, si sarebbe così
facilmente
rassegnato
a
perderla
? Delle
domande
le si
affollavano
talvolta alla
mente
, nel
bisogno
di
trovare
una
spiegazione
a quella
condotta
inesplicabile
; poi,
esaurite
delle
ipotesi
, si
diceva
,
scrollando
le
spalle
: "A che pro?...
Oramai
!..." Ella non
sapeva
che cosa
pensare
di lui;
sapeva
bene
, però, che il suo proprio
cuore
era
morto
, che non avrebbe avuto più un
palpito
. Lo aveva già
dichiarato
a suo
nonno
, un
giorno
che egli,
credendo
tutto
finito
, aveva
fatto
delle
allusioni
al
matrimonio
di lei.
- Puoi star
sicuro
che io non mi
mariterò
- gli aveva
risposto
, con
voce
pacata
.
-
Sentiamo
quest'altra,
adesso
!...
- È
inutile
,
sai
,
nonno
. Non mi
parlare
di questo,
perchè
è
tempo
sprecato
. Tu
vedi
che io faccio quel che vuoi, che sto qui, senza
chiederti
nulla, così,
tranquillamente
. Io farò tutto ciò che
dirai
, anche per l'
avvenire
; a
patto
che non mi
parlerai
di
partiti
, di
matrimonii
e di niente.
Fino
a quando mi vorrai con te a questo
patto
, ci starò; se non vorrai,
andrò
a
chiudermi
in
convento
.
Ella aveva a lungo
rimuginata
quell'
idea
:
andarsi
a
chiudere
alla
Badia
, fra le
vecchie
monache
che
passavano
il loro
tempo
a
preparare
conserve
e a
scodellar
biancomangiari
, od a
pregare
ed a
seguire
le
funzioni
religiose
dietro
una
grata
.
Era
andata
lassù
, a fare una
visita
alla
vecchia
zia
Serafina
, a
domandarle
minute
informazioni
sulla
vita
delle
monache
, sulla
possibilità
per una
ragazza
come lei di
ritirarsi
fra loro, sulle
vestizioni
secrete
che ancora si
celebravano
malgrado la
proibizione
del
governo
. Però non aveva
detto
nulla del suo
proposito
,
trovando
che ci sarebbe
stato
tempo
, e che intanto la sua
vita
era
proprio d'una
monaca
. Nessuna
distrazione
mondana
, tranne dei
consigli
che le
conoscenti
- non aveva più
amicizie
- le
chiedevano
sulla
foggia
degli
abiti
, sulle
cose
che si
portavano
, sopra
minuti
lavori
femminili
. Ella si
rassegnava
nuovamente
alla
tirannia
di
Miss
e non si
vestiva
quasi più; se la
zia
invece di
abiti
confezionati
le
mandava
dei
tagli
di
stoffe
, li
lasciava
dentro
una
cassa
, in
pasto
alle
tignole
.
Oramai
!... Ella
passava
il suo
tempo
leggendo
,
divorando
la
vecchia
collezione
del
Journal
pour
tous
, tutti i
libri
del
nonno
e quelli dei suoi
amici
, i
giornali
che
arrivavano
in
casa
e quelli che
portavano
dal
Gabinetto
in
seconda
lettura
.
Dopo
i
romanzi
francesi
, i
Promessi
Sposi
che non
conosceva
ancora, le
parvero
un poco
noiosi
:
Ettore
Fieramosca
la fece
palpitare
; e, tutta
sola
, con
voce
velata
dalla
commozione
,
declamava
i
versi
del
Marco
Visconti
:
Rondinella
pellegrina
Che ti
posi
sul
verone
...
o
canticchiava
sulle
arie
delle
opere
udite
a
teatro
, e quasi
piangendo
, le
strofe
della
Serventese
:
Nella stessa
oscura
cella
-
Entro
un
sol
letto
di
morte
La più
bella
- ed il più
forte
Poser
taciti
a
giacer
.
Lampeggiar
parve
d'un
riso
-
Al
levar
della
celata
Presso il
viso
- dell'
amata
Il
sembiante
del
guerrier
.
Un
giorno
,
leggendo
l'
Edmenegarda
del
Prati
, le venne in
mente
di
scrivere
la sua
storia
: non
era
piena
di
strani
avvenimenti
, di
casi
straordinarii
? Così,
comperò
della
carta
reale
, la
migliore
che
trovò
; fece venire il
legatore
, gli
spiegò
in che
formato
doveva
tagliarla
e come
doveva
rilegare
il
libretto
. Quando l'ebbe, ne fu molto
contenta
: aveva l'
aria
d'un
album
semplice
e
severo
.
Scrisse
sul
frontespizio
:
Memorie
della mia
vita
,
rimandò
a un altro
giorno
la
composizione
del
primo
capitolo
, e non ne fece più nulla.
A
Milazzo
,
adesso
,
c'
era
una
monotonia
ancora più
grande
di prima;
pure
, se il
nonno
la
forzava
ad
andare
in qualche
posto
, ella lo
seguiva
, per
dovere
, per non
dar
troppo nell'
occhio
, ma senza
distrarsi
, senza
notar
nessuno.
Luigi
Accardi
era
a
Messina
,
Niccolino
Francia
aveva
preso
moglie
a
Barcellona
; e fra gli altri
giovanotti
che le stavano
attorno
ve n'erano alcuni non
brutti
,
Manara
, per
esempio
; ma il suo
gesto
continuo
quando si
vedeva
guardata
, quando
pensava
per
caso
a qualcuno di essi,
era
una
piccola
alzata
di
spalle
- un
gesto
che ella
ripeteva
dinanzi alla
gente
e che veniva
appreso
come un
tic
nervoso
. Il
nonno
,
preoccupato
da quell'
aria
costantemente
annoiata
, faceva dei
progetti
, voleva
rinnovare
la
casa
per
ricever
gente
; ma lei
rispondeva
:
-
Perchè
?
Lascia
stare! Una
spesa
inutile
...
- Ma allora, che
diavolo
vuoi? che
diavolo
bisogna fare per
vederti
contenta
?
- Nulla,
nonno
!... Sono
contentissima
!
- Con quella
faccia
da
accompagnamento
?... Ma
dici
cosa vuoi! Vuoi
andar
via
? Vuoi
andare
a
Napoli
?...
- No, non voglio nulla...
Però, ella si
penti
subito di aver
rifiutato
. Avrebbe potuto
andare
in quella
gran
città
,
portare
il proprio
lutto
in
mezzo
al suo
tumulto
, alle sue
feste
,
osservare
la
vita
senza
prendervi
parte
,
incontrare
anche
Enrico
,
chissà
!...
sorprenderlo
a
fianco
di un'altra
donna
,
vederlo
impallidire
ad un
tratto
- e poi
rifiutare
di
ricevere
le
persone
che egli le avrebbe
mandate
,
sorda
alle sue
insistenze
, ai
ricordi
che egli avrebbe
evocati
in
lettere
di
fuoco
, nelle quali avrebbe
minacciato
uno
scandalo
, una
pazzia
...
Adesso
, ella
era
irritata
contro di
sè
stessa per quello
sciocco
rifiuto
, e la sua
irritazione
cresceva
pensando
che se avesse
chiesto
al
nonno
di
contentarla
, egli avrebbe subito
accondisceso
, ma che, per non
sentirsi
rinfacciare
la sua
mutabilità
d'
opinione
, per non
mostrar
di
piegarsi
, ella non gli avrebbe
chiesto
mai nulla...
Di tanto in tanto, quando
arrivava
gente
da
Messina
o dal
fondo
della
provincia
, il
nonno
era
tutto
occupato
, faceva dei
preparativi
di
ricevimento
, oppure le
diceva
di
vestirsi
per
condurla
a qualche
posto
. Ella
sapeva
che cosa
significava
tutto ciò: qualche
candidato
alla sua
mano
che veniva in
casa
, o che
bisognava
andare
a
trovare
in
casa
altrui: dei
provinciali
milionarii
, ma
goffi
come dei
contadini
, che le facevano
pena
,
perfino
-
poveretti
! - o certe
volte
dei
giovanotti
messinesi
, o di
Reggio
,
chiacchieroni
,
antipatici
, o
comuni
, come tutti gli altri,
incapaci
di
parlare
al suo
cuore
. Ella si
sentiva
offesa
da quelle
esposizioni
della sua
persona
, dalle
contrattazioni
di cui
indovinava
di
essere
oggetto
, da quel
mercato
che si
pretendeva
fare di lei; e al
nonno
che le
chiedeva
che cosa le
era
parso
del tale o del tal'altro,
rispondeva
, con un
mal
dissimulato
fastidio
:
- Te ne
prego
,
nonno
:
lasciami
in
pace
...
sai
bene
che io non ti
domando
nulla, a te...
Il
nonno
gridava
, le
dava
della
pazza
,
minacciava
di
andarsene
al
Capo
, di
piantar
tutti. Lei lo
lasciava
dire
finchè
la
tempesta
si
chetava
.
Quando l'
orgoglio
non la
sosteneva
più, un'
immensa
tristezza
le
gravava
sull'
anima
: ella si
sentiva
così
sola
al
mondo
, senza
madre
, senza
padre
! Non v'
era
più
avvenire
per lei, la sua
vita
era
infranta
! A che le
servivano
la sua
nascita
, la sua
ricchezza
, tutte le
doti
della
mente
e dell'
anima
? E
invidiava
la
sorte
degli
umili
, dei
poveri
di
spirito
. Ma certe
notti
d'
insonnia
, se la
scossa
prodotta
da una
lettura
metteva
in
moto
il suo
cervello
, una
prodigiosa
serie
di
visioni
la
teneva
immobile
,
cogli
occhi
sbarrati
, col
cuore
palpitante
, come se tutti gli
avvenimenti
imaginati
, le
gioie
, gli
spasimi
, le
stranezze
del
destino
, le
audacie
sue proprie, fossero
reali
e
presenti
. Che cosa le sarebbe
realmente
accaduto
? Avrebbe ella un
giorno
divisa
la sua
vita
con quella d'un
uomo
? Allora, a quell'
idea
, all'
idea
di
vestire
la
bianca
veste
delle
spose
, di
cingere
la
simbolica
ghirlanda
del
fior
d'
arancio
, due
mute
lacrime
le
rigavan
le
gote
.
Di
tratto
in
tratto
, lo
slancio
mistico
della
rinunzia
la
riprendeva
;
andava
spesso
in
chiesa
,
ricamava
delle
tovaglie
d'
altare
,
seguiva
tutte le
funzioni
religiose
, si
confessava
spesso
,
era
assidua
alle
prediche
di
padre
Raffaele
; e nelle
cerimonie
del
Natale
e della
Pasqua
la sua
commozione
si
risolveva
in lungo
pianto
. Ma se
riprendeva
a
leggere
romanzi
,
sognava
di
vivere
nel
gran
mondo
, di
andare
a
cavallo
, di
essere
corteggiata
, e quei
desiderii
la
struggevano
.
Manara
non le
dispiaceva
; se egli l'avesse
chiesta
, forse avrebbe
finito
per
dir
di sì; ma il
giovane
la
seguiva
soltanto
da
lontano
. Certe
notti
,
sognava
di lui, di altri
uomini
, e i suoi
sogni
erano
pieni
di un
turbamento
misterioso
. Ella
esaminava
a lungo il suo
corpo
: quantunque
fosse
cresciuto
ancora un poco,
rimaneva
piuttosto
piccolo
, ma
era
d'una
modellatura
squisita
:
vita
snella
come un
anello
,
seno
e
fianchi
sviluppati
,
gambe
e
braccia
che
parevano
fatte al
tornio
. Che le
giovava
? In
casa
Russo
, v'
era
un
bel
ragazzo
di dieci
anni
; si
chiamava
Mario
, aveva un
viso
d'
angelo
. Ella se lo
teneva
spesso
vicino, gli
regalava
delle
cravatte
o dei
fazzoletti
ricamati
da lei stessa, gli
prodigava
lunghe
carezze
, lo
baciava
sulla
bocca
. Poi se ne
stancava
, e il
vuoto
della sua
vita
le
pareva
più
grande
.
Allora, il
desiderio
di
viaggiare
prima di
maritarsi
, di
vedere
un poco il
mondo
, la
riprendeva
, più
cocente
di prima. Se il
nonno
avesse
rinnovata
la sua
offerta
! Ma non ne
parlava
più... Solamente, un
giorno
, come la
Gazzetta
di
Messina
annunziò
l'
arrivo
della
squadra
in quella
città
, e se ne
discorreva
dai
Ferla
, alcuni
proposero
:
- Si
va
a
vederla
?
-
Andiamo
! -
disse
il
nonno
. - Facciamo
svagare
i
ragazzi
!...
Ma la cosa
era
ancora un
progetto
, quando, una
mattina
, la
rada
presentò
uno
spettacolo
straordinario
: la
squadra
all'
áncora
, tre
corazzate
e un
avviso
, con uno
sciame
di
barche
intorno
.
Dal
dispetto
pel
viaggio
mancato
, ella aveva
rifiutato
di
visitare
le
fregate
; però in
città
c'
era
un
gran
movimento
: il
Municipio
dava
un
pranzo
allo
stato
maggiore
delle
navi
, un
pranzo
ufficiale
, di
soli
uomini
, ma
seguito
da un
ricevimento
al quale erano
invitate
le
signore
. Ella si
sentì
a un
tratto
invasa
dalla
febbre
antica
,
spese
nella sua
toletta
le
cure
d'un
tempo
.
Quando la loro
carrozza
arrivò
dinanzi al
Municipio
, una
folla
di
dimostranti
con la
musica
, dei
lampioncini
, delle
torcie
,
gridavano
:
Viva
la
Marina
!
Viva
la
squadra
a
Milazzo
!... Ella
entrò
nel
momento
che
ufficiali
,
autorità
e
invitati
si facevano ai
balconi
: dei
battimani
, l'
inno
,
nuove
grida
, un'
esaltazione
che si
propagava
contagiosamente
. I
militari
non
sapevano
come
ringraziare
; il
sindaco
,
rientrato
in
sala
, faceva delle
presentazioni
sommarie
, intanto che la
musica
, di sotto,
continuava
a
strepitare
.
Rimasta
un poco in
disparte
, ella
sorrideva
di
pietà
,
vedendo
le altre
donne
circondate
dagli
ufficiali
; avrebbero
saputo
dir
loro tante
cose
, quelle
stupide
!...
Adesso
il
sindaco
conduceva
accanto all'
ammiraglio
il
nonno
, che
chiamava
anche lei: e ad un
tratto
ella si
vide
in
mezzo
allo
stato
maggiore
.
Si
parlava
delle
navi
ancorate
nella
rada
; avendone
letta
la
descrizione
nella
Gazzetta
di
Messina
, ella
stupiva
tutti con la
precisione
delle sue
notizie
; e
udendola
chiedere
che cosa si
fosse
fatto
pel
rinnovamento
della
flotta
, e
discorrere
degli
errori
commessi
nella
battaglia
di
Lissa
, che il
fanalista
del
Capo
le aveva
narrata
di
fresco
, l'
ammiraglio
attestava
la sua
meraviglia
per avere
incontrata
una
signorina
così al
corrente
di certe
quistioni
.
- I miei
complimenti
,
davvero
!... Ma non siamo per nulla in quest'
isola
che è la
perla
dei
mari
!
Adesso
l'
ammiraglio
parlava
col
pretore
, e un
tenente
di
vascello
, un
bel
giovane
magro
, col
viso
inquadrato
da una
barbetta
bruna
e dei
grandi
occhi
pensierosi
, le
spiegava
in che cosa
consistessero
le
esercitazioni
che ogni
giorno
la
squadra
andava
a fare al
largo
.
- Non sarà
possibile
visitare
le
navi
?
- S'
imagini
!... Sempre, sempre che siamo all'
áncora
-
rispose
il
giovane
,
premurosamente
. - La
signorina
non ne
conosce
nessuna?
- No, ed è un
torto
...
- Che ci
prometterà
di
riparare
...
Ella se n'
era
andata
a
casa
con una
leggiera
esaltazione
prodotta
dalla
folla
, dal
successo
che aveva
riportato
. L'
imagine
di quell'
elegante
ufficiale
le
tornava
spesso
dinanzi; ella avrebbe voluto
sapere
se
pensava
a qualcuna, se non aveva
lasciata
una
persona
cara
al suo
paese
,
domandandosi
ancora che cosa avrebbe
pensato
di lei, l'
effetto
che quell'
incontro
gli avrebbe
prodotto
... Il
domani
, il
segretario
comunale
,
girando
con una
carrozzella
, venne a
dire
che l'
ammiraglio
invitava
a
bordo
, pel
pomeriggio
, tutte le
persone
che erano state al
ricevimento
del
Municipio
.
-
Pare
che ci saranno delle
regate
...
credo
che si
ballerà
...
Ella
mise
la
casa
sottosopra
,
mandò
a
chiamare
la
sarta
, fece
rovistare
in tutte le
casse
e in tutti gli
armadii
per
trovare
un
nastro
; se la
prese
con
Miss
e con
Stefana
che non facevano
abbastanza
presto. Aveva
scelta
la sua
toletta
bianca
,
adattandovi
come
cintura
una
gran
fascia
azzurra
, i cui
lunghi
capi
pendevano
al
fianco
; il
cappellino
di
paglia
guarnito
d'
azzurro
anch'esso, una
cravatta
della stessa
tinta
, l'
ombrellino
di
merletto
écru
, le
scarpette
sboccate
che
lasciavano
vedere
le
calze
color
del
mare
: un
assieme
che faceva
voltar
la
gente
, alla
Marina
, mentre si
dirigeva
col
nonno
e con
Miss
allo
sbarcatoio
. Le
scialuppe
della
squadra
venivano
prese
d'
assalto
dagl
'
invitati
: una
barca
a
vapore
,
comandata
dall'
ufficiale
bruno
,
fischiava
. Ella voleva ad ogni
costo
salir
su di essa e
trascinava
il
nonno
da quella
parte
; ma l'
ufficiale
, appena
scorto
il
senatore
,
saltò
a
terra
.
-
Onorevole
, se vuol
prender
posto
...
Signorina
, s'
appoggi
...
Le altre, dalle
barche
a
remi
,
guardavano
con
invidia
la
lancia
che
filava
rapidamente
,
avanzandole
tutte. Ella aveva
aperto
l'
ombrellino
, e
ascoltava
le
spiegazioni
dell'
ufficiale
che
additava
or l'una or l'altra
nave
e
dimostrava
il
meccanismo
della
piccola
vaporiera
. Egli le
offrì
ancora la
mano
,
saltando
sul
pianerottolo
della
scala
pendente
lungo il
fianco
nero
dell'
ammiraglia
; e su in
alto
, il
ponte
coperto
di
tappeti
era
adorno
di
vasi
di
fiori
, di
rami
di
palma
, come un
salone
. I
canotti
che
dovevano
correre
se ne
andavano
a
prender
posto
verso
terra
,
dove
si
vedeva
una
siepe
di
folla
fittissima
. Poi, ad uno
sparo
,
partivano
, tra
grida
lontane
,
confuse
, e come s'
appressavano
,
volando
sull'
acque
spumose
, con un
batter
fragoroso
di
remi
, delle
esclamazioni
si
levavano
dal
gruppo
degli
invitati
, e i
marinai
di
bordo
gridavano
anch'essi,
incitando
i
compagni
:
Palestro
!...
Roma
!...
Arranca
,
arranca
!...
Roma
!...
San
Martino
!.... Un
clamore
, dei
battimani
, il
timoniere
vincitore
che
agitava
il
berretto
; e ad un
tratto
,
volgendosi
alle
signore
, ella
propose
vivacemente
:
- Un
premio
!... bisogna
offrire
un
premio
ai
vincitori
!...
Quelle
stupide
non
sapevano
che cosa
dire
, che cosa
risolvere
; solo la
moglie
del
sindaco
e qualche altra
approvavano
. Ma che
dare
, che
comprare
, in quella
bicocca
dove
non si
trovava
mai nulla?
- Io
mando
a
casa
... la
statuetta
di
bronzo
,
sai
,
nonno
?... E
voialtre
?
Ciascuna
adesso
offriva
un
oggetto
;
bisognava
però
mandare
qualcuno a
terra
. Ella si
guardò
attorno
:
Manara
stava a
divorarla
cogli
occhi
.
-
Scusate
,
Manara
, volete farmi un
piacere
?...
Andate
a
casa
nostra,
fatevi
dare
la
statuetta
che è sull'
étagère
del
salotto
,
sapete
... e a
casa
di queste
signore
...
Il
giovane
partì
,
dicendole
cogli
occhi
che
andava
per lei; e l'altra
regata
cominciò
. Ma ella
preferiva
adesso
visitare
la
nave
, e appena
espresse
quel
desiderio
, l'
ufficiale
le si
mise
a
fianco
.
Andarono
con
Miss
,
scavalcando
catene
,
girando
attorno
alle
ruote
di
cordami
,
scendendo
in
batteria
; ed egli
spiegava
ogni cosa, faceva
muovere
i
cannoni
sulle
rotaie
semicircolari
,
mostrava
la
manovra
del
caricamento
. Come
Miss
era
rimasta
un poco
indietro
, ella
appoggiò
una
mano
sulla
gola
fredda
e
nera
d'un
pezzo
,
tenendo
l'altra sul
pomo
dell'
ombrellino
. L'
ufficiale
,
contemplandola
un poco,
sussurrò
:
- Mi
lasci
adesso
ammirare
questo
quadro
: la
forza
cieca
accanto alla
grazia
splendente
...
- Lei fa dei
madrigali
!...
La
visita
ricominciò
.
Scesa
un'altra
scala
, si
trovarono
nelle
viscere
della
nave
: dei
corridoi
scuri
con delle
lampade
pendenti
dalla
vôlta
bassa
, una
balaustrata
di
ferro
da cui l'
occhio
si
sprofondava
nella
voragine
delle
macchine
, un
uscio
socchiuso
dal quale si
scorgevano
dei
visi
di
marinai
febbricitanti
.
- L'
ospedale
.
-
Povera
gente
!
S'
udivano
,
soffocate
, le
grida
salutanti
i
vincitori
della
seconda
regata
. Ella
adesso
trovava
che la
vita
del
mare
doveva
avere delle
grandi
attrattive
: la
lotta
degli
elementi
, le
grandi
calme
e le
convulsioni
supreme
, le
genti
lontane
, i
nuovi
costumi
; ma che, alla
lunga
, poteva
riuscire
monotona
.
- È
vero
!
L'
ufficiale
diceva
la sua
vocazione
di
fanciullo
, i
contrasti
che aveva
dovuto
superare
, l'
opposizione
della sua
mamma
- e l'
ideale
finalmente
raggiunto
.
- Ma vi sono, è
vero
, delle
ore
in cui si
prova
la
nostalgia
della
terraferma
.
E gli
occhi
aggiungevano
: "È questa, l'
ora
..."
Risalirono
, intanto che il
sole
tramontava
e che
arrivava
Manara
,
trafelato
, coi
doni
. Egli
mostrò
il suo
dispetto
,
vedendola
con l'
ufficiale
accanto; ma ella
adesso
era
occupata
a
chieder
consiglio
sul
modo
con cui
distribuire
quei
premii
improvvisati
. I
vincitori
si
avanzavano
,
salutando
militarmente
e
prendendo
gli
oggetti
con le
mani
ruvide
,
incallite
, dalle sue
mani
esili
ed
inguantate
. La sua
statuetta
toccò
al
timoniere
della
San
Martino
; l'
ufficiale
,
vedendola
portar
via
,
mormorò
:
-
Peccato
!...
E ad un
tratto
una
musica
invisibile
, tutta
ottoni
,
intuonò
un
vivace
ballabile
. L'
ammiraglio
scusava
i suoi
ufficiali
che
andavano
impegnando
signore
e
signorine
, e sul
ponte
sgombro
, nella
sera
fresca
, alla
grand'
aria
del
largo
, delle
coppie
intrecciarono
i loro
giri
. Ella
ballava
col suo
tenente
, ed ogni
volta
che
passava
dinanzi a
Manara
,
scorgeva
il suo
sguardo
geloso
, il suo
pugno
chiuso
. Come il
cielo
era
già
scuro
, una
viva
esclamazione
di
meraviglia
si
levò
dalla
folla
: delle
lampade
elettriche
si
accendevano
in
cima
alle
antenne
e una
specie
di
chiaror
lunare
si
proiettava
sulla
riva
, di
nuovo
formicolante
di
spettatori
curiosi
. Altre
danze
, un
buffet
sontuoso
dinanzi al quale tutti si
affollavano
, degli
sguardi
accesi
dal
piacere
, le
risa
degli
ufficiali
instancabili
, egli che
ballava
un'altra
volta
con lei,
premendole
appena la
mano
, nell'
onda
luminosa
che
pioveva
dai
fari
elettrici
, una
luce
fantastica
, come di
sogno
... Un
sogno
che ella
continuava
con la
testa
in
fiamme
sul
guanciale
, nella
silenziosa
oscurità
della sua
cameretta
. Le
parole
dell'
ufficiale
le
ritornavano
tutte, ad una ad una: erano degli
omaggi
, delle
dichiarazioni
implicite
, una
grande
lusinga
per lei. "
Peccato
!..." egli
invidiava
il
marinaio
a cui
era
toccato
un
oggetto
che le
apparteneva
: forse se lo sarebbe
fatto
cedere
, mediante un
compenso
! E
sorrideva
pensando
alla
gelosia
di
Manara
,
trovando
naturale
di essersi
servita
di lui per
mandarlo
a
terra
. L'
imagine
del
tenente
,
dolce
,
seria
,
distinta
, non le
andava
via
dagli
occhi
: ella lo
seguiva
nella sua
cabina
,
aspettava
di
rivederlo
.. quando, il
domani
, la
rada
si
mostrò
vuota
,
deserta
. Nella
notte
,
era
venuto l'
ordine
di
partenza
, e la
squadra
aveva
salpato
, all'
alba
.
Allora uno
stupor
triste
, una
malinconia
indefinita
invase
il suo
cuore
, al
pensiero
di quell'
incontro
rapido
,
imprevisto
, che non si sarebbe
rinnovato
mai più. Poteva
dire
di
amarlo
, quell'
uomo
? Non ne aveva avuto il
tempo
; nondimeno
sentiva
un
vuoto
desolato
, uno
sconforto
di
vivere
, e
insieme
uno
struggimento
tenero
al
pensiero
che qualcuno, attraverso ai
mari
,
portava
via
l'
imagine
di lei
chiusa
in
cuore
: un'
impressione
indefinibile
, come ella non aveva ancora
provata
l'
eguale
...
E il
rancore
per quella
vita
inutile
,
monotona
,
uggiosa
, e il
rimpianto
della sua
gioventù
sfiorente
a poco a poco,
crescevano
, si facevano
cupi
e
profondi
. Un
disprezzo
l'
animava
contro tutta la
gente
da cui
era
circondata
, contro la
grettezza
provinciale
che le faceva altrettante
colpe
delle sue
iniziative
, del suo
spirito
; che
condannava
ogni suo
modo
di
pensare
, che si
scandalizzava
d'ogni sua
parola
, d'ogni suo
atto
- come quella
proposta
dei
premii
per le
regate
, che non le
perdonavano
perchè
a nessuna di loro sarebbe venuta in
mente
. Ed ella
doveva
ancora
vivere
lì
? Avrebbe
dovuto
morire
tra quelle
mura
? Esser
sepolta
in una di quelle
chiese
tristi
ed
oscure
?... A
volte
, la
prendeva
la
tentazione
di
fuggirsene
via
; poi
invidiava
i
morti
, quelli che
dormivano
l'
eterno
sonno
sotto il
marmo
bianco
a
San
Francesco
di
Paola
, e il suo
dolore
finiva
in
pianto
.
L'
orgoglio
, la
superbia
le
impedivano
di
chieder
nulla al
nonno
, di
darsi
per
vinta
- e i suoi
giorni
erano
adesso
d'un
grigio
che niente
rompeva
. Nei
primi
tempi
, aveva
spesso
ricevuto
lettere
dalle sue
amiche
, specialmente da
Giulia
Viscari
; poi si erano fatte
rare
, erano
cessate
. Ella
diveniva
scettica
, non
credeva
più all'
amicizia
, si
rimproverava
lo
zelo
che vi aveva
portato
. Un
giorno
la
zia
scrisse
che
Giulia
era
promessa
ad un
ricco
signore
di
Trapani
, che fra
breve
avrebbe
sposato
.
Dapprima
, ella quasi
credette
d'aver
letto
male
,
suppose
un
momento
che la
zia
avesse
sbagliato
: l'
amica
non le aveva
giurato
tante
volte
che si sarebbe
uccisa
piuttosto
che
rinunziare
a
Toscano
? Ella non
era
stata
spettatrice
della sua
passione
che
pareva
sfidare
l'
universo
? Come
era
dunque
possibile
?... Ed
era
vero
! Ed ella si
diceva
,
scrollando
le
spalle
: "
Dopo
tutto!..." Che cosa
era
infine
l'
amore
? Ella
era
stata molto
sciocca
a
giurare
unicamente
su di esso! L'
amore
non aveva
impedito
ad
Enrico
Sartana
di
lasciarla
, di
scomparire
, di
amare
delle altre! V'
era
l'
interesse
, più
forte
dell'
amore
; v'erano la
ragione
, le
necessità
della
vita
!
Giulia
aveva
compreso
questo, ed anch'ella lo
comprendeva
. Ancora facevano di lei delle
esposizioni
umilianti
,
contrattavano
in suo
nome
; quel che avrebbe avuto di
meglio
a fare non sarebbe
stato
di
accettare
il
primo
partito
che
capitava
? Ne
prendeva
l'
impegno
con
sè
stessa; ma sempre la
volgarità
, la
goffaggine
, l'
ignoranza
di quella
gente
la faceva
indietreggiare
,
inorridita
.
Maria
Ferla
s'
era
fatta
sposa
con uno di
Patti
, un
milionario
; il
giorno
che
era
entrato
in
casa
della
promessa
, egli le aveva
regalato
un
braccialetto
di
brillanti
,
dicendole
: "
Prendi
questo, per
adesso
; poi te ne
darò
uno più
caro
..." Non sarebbe ella
morta
, se avesse
udite
queste
parole
rivolte
a lei?
Dove
trovare
lì
in
mezzo
qualcuno che
realizzasse
il suo
sogno
di
nobiltà
, di
eleganza
, di
cavalleria
? E a poco a poco veniva anche
rassegnandosi
all'
idea
d'una
mediocrità
alla quale le
conveniva
adattarsi
, se voleva
vivere
un'altra
vita
, d'un
pis
aller
che
doveva
accettare
per
romperla
una
volta
con quell'
esistenza
che
era
peggio
della
morte
...
A un
tratto
, ella aveva
scorto
nel
nonno
i
segni
forieri
dei
soliti
progetti
: delle
lettere
che
riceveva
e
spediva
, delle
confabulazioni
col
notaio
Artali
, degli
sguardi
che
fissava
a lungo su di lei e che lo
tradivano
. "Ci siamo ancora!..." ella si
era
detto
tra
sè
, e
cercava
d'
indovinare
di chi poteva
trattarsi
. Ma non veniva nessuno a
casa
sua, non la
conducevano
in nessun
posto
, e la sua
curiosità
aveva
finito
per
cadere
, quando un
giorno
il
nonno
annunziò
:
-
Doman
l'altro
partiremo
per
Palermo
.
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