IntraText
Indice
:
Generale
-
Opera
|
Parole
:
Alfabetica
-
Frequenza
-
Rovesciate
-
Lunghezza
-
Statistiche
|
Aiuto
|
Biblioteca IntraText
|
Cerca
Federico De Roberto: Raccolta di opere
Federico De Roberto
L'illusione
PARTE PRIMA.
IX.
«
»
Link alle concordanze:
Normali
In evidenza
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
IX.
Quella
lunga
parentesi
che
era
stata la sua
dimora
a
Milazzo
si
chiuse
d'un
tratto
; appena
entrata
in
casa
della
zia
, ella
riprese
la
vita
di prima come se non l'avesse mai
interrotta
.
Giulia
,
ora
baronessa
Turi
, venne a
trovarla
per la prima, le
chiese
perdono
del suo
silenzio
; ma le erano
accadute
tante
cose
!
- Sei
contenta
? -
domandò
lei.
L'
amica
fece
spallucce
,
esclamando
giocondamente
:
- Eh,
sai
!... Bisogna
adattarsi
!...
Bice
Emanuele
e
Anna
Sortino
erano sempre quelle d'un
tempo
: una tutta
poesia
, l'altra tutta
prosa
. Del
resto
,
Anna
era
anche lei
fidanzata
, col
marchese
Pucci
;
talchè
Giulia
restava
sempre la sua
fida
compagna
. Le aveva
presentato
suo
marito
: un
bell'
uomo
, un po' troppo
forte
secondo
il suo
gusto
, ma
pieno
di
forme
; e stavano sempre
insieme
, come
sorelle
. La
società
,
intorno
ad esse, non
era
mutata
: la
Gelia
, un poco più
vecchia
,
era
sempre
circondata
da
antichi
amici
e da
nuovi
sospiranti
;
Matilde
Gerosa
aveva una
febbre
più
ardente
negli
occhi
misteriosi
, ed al suo
apparire
, come prima, un
senso
di
pauroso
rispetto
faceva
ammutolire
i più
ciarlieri
.
Enrico
Sartana
era
sempre fuori e non aveva ancora
preso
moglie
; sua
madre
veniva
spesso
a far
visita
alla
zia
, come se nulla
fosse
accaduto
tra loro: la prima
volta
che la
vide
, l'
abbracciò
con
effusione
, la
chiamò
figlia
mia, come un
tempo
. Il
babbo
stava a
Venezia
, si
diceva
anzi che non sarebbe più
tornato
in
Sicilia
. E i
Crociati
eran sempre gli stessi; però ella
scorgeva
,
centro
di
attrazione
di tutti gli
sguardi
, un
giovane
sconosciuto
,
elegantissimo
, che s'
incontrava
dovunque
, in
carrozza
,
guidando
una
meravigliosa
quadriglia
di
roani
, o
fermo
in
sella
come una
figura
da
romanzo
illustrato
, o a
piedi
tra lo
stormo
degli altri
Crociati
.
- Chi è quello li? - aveva
chiesto
all'
amica
.
Giulia
sorrise
un poco, prima di
rispondere
.
-
Guglielmo
Duffredi
...
Duffredi
di
Casàura
... Ti viene proprio
nuovo
?
-
Assolutamente
!
-
Credevo
che lo
conoscessi
...
Sai
cosa si
dice
? Che tuo
nonno
t'ha
condotta
qui
perchè
egli ti
veda
...
Ella si
morse
le
labbra
. Ancora un'
esibizione
, ancora un'
offerta
che facevano di lei. Ma il
corruccio
, questa
volta
,
svaniva
in un
grande
stupore
. Quell'
uomo
che
era
fra i più
invidiati
in tutta
Palermo
, avrebbe potuto dunque
divenire
suo
marito
? Lo
stupore
cresceva
,
mano
mano
che ella
apprendeva
qualche cosa di
nuovo
sulla sua
ricchezza
, sul
lusso
di cui si
circondava
, sui suoi
successi
mondani
, sui suoi
viaggi
a
Londra
, a
Pietroburgo
, sui
rifiuti
che aveva
opposti
a
partiti
più
vantaggiosi
di quello di lei.
Era
d'una
nobiltà
quasi
regale
: i
Duffredi
discendevano
da
Umfredo
,
figlio
naturale
di
Drogone
d'
Altavilla
conte
di
Puglia
, uno dei tanti
fratelli
di
Roberto
il
Guiscardo
, i
fondatori
della
dinastia
Normanna
! E la
zia
e lo
zio
, con un'
aria
di
mistero
,
parlavano
di quel
progetto
,
convenivano
che il
nonno
aveva avuto
ragione
,
perchè
un
matrimonio
come quello
lì
era
il
sogno
di tutte le
ragazze
.
Adesso
, avevano la
casa
in
rivoluzione
: i
decoratori
, i
tappezzieri
, i
fornitori
d'ogni
genere
andavano
e venivano tutto il
giorno
; si facevano
preparativi
grandiosi
per il
carnevale
, per delle
feste
in cui i due
giovani
dovevano
incontrarsi
. E la
voce
si
spargeva
, dei
complimenti
le venivano
sussurrati
all'
orecchio
; però, quando ella
incontrava
Duffredi
, egli non la
guardava
neppure,
tirava
dritto
,
sferzando
i
cavalli
o
confabulando
cogli
amici
. L'
interesse
e la
curiosità
di lei
crescevano
,
miste
a un
dispetto
, a una
specie
di
sfida
ch'ella
lanciava
a
sè
stessa.
Perchè
non la
notava
? La
trattava
come una
provinciale
? Non
era
buona
ad
attirarlo
?...
E la
sera
che le fu
presentato
, intanto che il
giovane
s'
inchinava
, ella
abbassò
appena il
capo
, di traverso,
continuando
a
parlare
con
Giulia
,
animatamente
, di tante
cose
, senza però
saper
troppo
bene
quel che
diceva
,
guardando
con la
coda
dell'
occhio
lui, che la
guardava
anch'egli, da
lontano
.
Pieno
di
distinzione
, di
eleganza
, con la sua
carnagione
leggermente
dorata
, coi suoi
capelli
nerissimi
, i
baffi
castagni
, quasi
biondi
, il
viso
magro
, il
naso
affilato
, un po' troppo lungo, ma di
razza
...
I
giovanotti
cominciavano
a
sollecitare
gl'
impegni
; nessuno però veniva da lei, con la
tacita
intesa
che ella
dovesse
ballare
col
pretendente
; però non veniva neppur lui,
occupato
a
discutere
in un
gruppo
, dinanzi a un
balcone
, a
voce
un poco
alta
. Le si
appressò
,
infine
, quando stavano per
dare
il
segnale
della
danza
.
Ballava
bene
, ma
tenendosi
troppo
discosto
; ella avrebbe voluto
dirgli
: "
Stringa
dunque!"
- La
signorina
- le
chiese
con
voce
un poco
cascante
- non
era
venuta prima d'
ora
a
Palermo
?
- Sì, due
anni
fa.
- Io sono
stato
a
Milazzo
; non
capisco
come ci si possa
vivere
.
Era
la
verità
; però, a
sentirla
dire
da un altro, in
tono
leggermente
sprezzante
, ella si
sentiva
quasi
umiliata
. Nondimeno, gli
domandò
:
- Vi
conosce
qualcuno?
- Sì,
Luigi
Accardi
; fummo
insieme
in
collegio
.
Ella
restò
con un
senso
di
stupore
dinanzi a quello
strano
incontro
.
Adesso
tutti si
contendevano
un
impegno
con lei; ella
passava
da uno ad un altro
ballerino
,
adulata
,
ammirata
; e come l'
animazione
del
ballo
cresceva
, ella
dimenticava
Duffredi
e il
matrimonio
, con una
turbinosa
visione
negli
occhi
, tutta al
piacere
della
festa
.
Il
domani
,
entrando
nella
camera
da
lavoro
della
zia
, vi
trovò
la
famiglia
raccolta
a
confabulare
.
- È come se
fosse
fatta -
insisteva
il
nonno
. -
Fate
conto
che verrà a farla.
- Che cosa? -
chiese
ella.
- La
domanda
di
Duffredi
.
E tutti
cominciarono
a
spiegare
l'
eccellenza
di quel
partito
.
Non si
parlava
della
nobiltà
, fra le
prime
del
mondo
; gli
mancava
, è
vero
, un
titolo
, il
rappresentante
del
ramo
diretto
essendo suo
cugino
il
principe
di
Casàura
; ma quel
cugino
aveva
cinquantacinque
anni
, e un solo
figlio
naturale
,
ragione
per cui il
titolo
di
Casàura
sarebbe venuto, col
tempo
, a lui o alla sua
discendenza
. Intanto egli aveva una
grande
sostanza
-
bastavano
i tre
feudi
di
Caltanisetta
! - e un
vecchio
zio
malaticcio
, il
marchese
di
Lojacomo
, che
viveva
con lui e gli avrebbe
lasciata
tutta la sua
sostanza
.
- È una
fortuna
! Una
vera
fortuna
! -
diceva
la
zia
.
-
Davvero
!... -
confermava
suo
marito
.
- Tu cosa
dici
? -
chiese
il
nonno
. -
Parla
,
rispondi
...
- Che cosa volete che vi
dica
? Faccio quel che volete voi.
Non
era
vero
. Ella
esultava
, in
cuor
suo; non avrebbe potuto
sognare
una
fortuna
più
grande
; aveva ben
letto
un'
invidia
secreta
negli
occhi
delle sue
antiche
nemiche
. Quell'
uomo
incarnava
il suo
tipo
di
distinzione
e di
eleganza
; ed ella
provava
per lui un
singolare
contrasto
di
impressioni
: le
piaceva
,
trovando
che aveva un
naso
da
Pulcinella
; lo
ammirava
malgrado, anzi a
cagione
della
sprezzante
superiorità
che aveva nell'
accento
e nell'
attitudine
. Il
sabato
seguente
egli non venne. La
serata
passò
meno
animata
, il
nonno
era
di
cattivo
umore
, v'
era
nell'
aria
qualche cosa che ella non
capiva
,
stordita
come sempre dal
piacere
della
danza
, dalle
lodi
che
raccoglieva
. Il
giorno
dopo
, una
collera
del
nonno
annunziò
una
cattiva
notizia
.
Duffredi
era
partito
per
Napoli
; ma,
spiegava
la
zia
, sarebbe
tornato
presto - il
tempo
di
sistemar
degli
affari
.
Perchè
dunque non aveva fatta la
domanda
prima d'
andarsene
?... Ella non
dava
però molta
importanza
a questo; avrebbe voluto
piuttosto
che egli avesse
cercato
di
vederla
da
sola
, di
scriverle
, per
dirle
ciò che
provava
per lei, il
bene
che le voleva, la
felicità
che
sperava
. E se non le voleva
bene
?... Tutta
sola
, ella si
strinse
un poco nelle
spalle
.
Infine
!... Ne avrebbe
trovato
un altro!...
La
sera
venne da lei
Anna
Sortino
, che
sposava
a
giorni
. Le
parlò
del suo
corredo
, del
viaggio
di
nozze
, le
annunziò
che
Giovannina
Leo
era
promessa
con
Cutelli
.
- Mi fa
piacere
-
disse
ella.
- Si, ma è
cattiva
,
sai
! Non
va
dicendo
che
Duffredi
non ti vuole, che è
partito
perchè
ha una
relazione
a
Napoli
?... Anche se
fosse
vero
, sarebbe una
malignità
rallegrarsene
, come fa lei!...
Allora,
repentinamente
, all'
idea
che quell'
uomo
le
sfuggiva
, che la
gente
avrebbe
riso
di lei, tutta la sua
superbia
s'
impennò
: no! egli sarebbe
stato
suo! ella avrebbe
vinto
!
Poichè
un'altra
donna
lo
amava
, egli le
appariva
esaltato
, più
degno
d'
amore
, ed ella si
sentiva
impegnata
a
contenderlo
a quell'altra, a
spiegare
nella
lotta
tutta la
forza
che le veniva dalla sua
purezza
di
vergine
, dal suo
candore
incontaminato
.
Egli
tornò
, venne da lei; ma con un'
aria
triste
, con un'
espressione
più
interessante
. Ed ella
imaginava
che quell'altra lo avesse
lasciato
, che il suo
cuore
fosse
sanguinante
, che egli avesse
bisogno
d'un
conforto
, che lo
cercasse
nell'
amor
sano
e
forte
d'una
sposa
; e si
sentiva
attirata
di più verso lui, tutta
disposta
a questa
pietosa
missione
.
Il
nonno
stava fuori delle
giornate
intere
,
tornava
sopra
pensieri
; degli
amici
,
don
Gaetano
Linguaglossa
principalmente
, lo venivano
continuamente
a
trovare
,
chiudendosi
in
camera
con lui, come se
ordissero
una
congiura
. Finalmente, ella
comprese
che qualche cosa
dovesse
esserci per
aria
: una
volta
Duffredi
venne di
giorno
, a
domandare
del
nonno
;
restò
un
pezzo
con lui; poi
passò
a
salutare
le
signore
,
rapidamente
, e
andò
via
...
Quando il
nonno
disse
che
era
venuto a
parlare
del
matrimonio
, che fra
giorni
avrebbe fatta la
domanda
formale
, ella
restò
a
capo
chino
, a
guardare
per
terra
, in
preda
a un
sordo
scontento
. Ella dunque non
contava
per nulla? Non le
diceva
neppure una
parola
d'
amore
?
Era
dunque una cosa, un
oggetto
da
barattare
?... Tutto il suo
romanticismo
insorgeva
contro quella
prosa
, contro quel
mercato
; le
dava
un
sottile
rimpianto
dei
poetici
amori
giovanili
, delle
emozioni
che
Enrico
Sartana
e
Luigi
Accardi
le avevano
fatto
provare
.
Passeggiando
di su e di
giù
per la sua
cameretta
, in
preda
a una
concitazione
crescente
, dei
propositi
di
scandalo
le
frullavano
per il
capo
: ella avrebbe
risposto
un no
tondo
e
netto
alla
proposta
concreta
, ella non si sarebbe
arresa
, a
costo
di
soffrirne
, a
costo
di
morirne
!
Imaginava
che egli
intendesse
farle un'
elemosina
,
sposandola
; e voleva
metterselo
sotto i
piedi
,
rifiutarlo
ancora se,
apprezzandola
tardi
, egli le
fosse
morto
dinanzi. Poi ella se la
prendeva
con
sè
stessa, con le
stranezze
della sua
natura
; ma
tornava
per questo a
persuadersi
che nessuno
riusciva
a
comprenderla
!
Il
sabato
venturo
, quando
cominciò
a venir
gente
, ella si
studiò
di
nascondere
la sua
agitazione
. Le
signore
la
baciavano
con
effusione
, si
avvicinavano
alla
zia
,
mormorando
dei "mi
rallegro
"
cogli
occhi
rivolti
a lei; gli
uomini
le
davano
delle
strette
di
mano
più
calde
, o s'
inchinavano
più
profondamente
. Ella aveva
alzato
fieramente
il
capo
,
tirandosi
i
bracciali
verso il
gomito
,
fiutando
l'
aria
con le
narici
dischiuse
, in
attesa
della
lotta
. A un
tratto
, un
piccolo
sciame
di
amiche
entrò
, con delle
mani
levate
a
salutare
, con delle
brevi
retrocessioni
reverenti
. Ella si
vide
circondata
, intanto che ciascuna
esclamava
, con
accento
di
devozione
e di
rispetto
:
-
Signora
Duffredi
!...
-
Donna
Teresa
di
Casàura
!...
-
Signora
Duffredi
di
Casàura
!...
Subitamente
, il suo
sdegno
, la sua
fierezza
ribellata
si
stemperavano
in una
compiacenza
trionfante
, in una
voluttà
di
amor
proprio
esaltato
, in una
ebbrezza
di
dominazione
, durante la quale ella si
sentì
fatta più
alta
, le
parve
di
oltrepassare
con la sua
statura
la
statura
di quelle
amiche
prosternate
.
- Ci
accorderai
ancora la tua
protezione
?
- Non
bisognerà
domandarti
udienza
per
vederti
spero
?...
-
Dammi
un
bel
bacio
!...
Adesso
tutte la
baciavano
, ed ella non
pensava
più a nulla, nella
dispersione
di tutta la sua
volontà
, col solo
bisogno
di
assaporar
quel
trionfo
...
Era
dunque
vile
? Si
lasciava
vincere
?... Qualcuno s'
era
messo
al
pianoforte
,
eseguiva
un
ballabile
di
Chopin
: la
musica
affrettava
i
battiti
del suo
cuore
; tutti gli
occhi
eran
fissati
su di lei; e
Duffredi
,
salutata
la
zia
, le si
dirigeva
incontro
. Ella non
vide
più
chiaro
, non
pensò
più nulla,
fin
quando il
giovane
,
fermatosi
accanto a lei,
disse
sottovoce
:
-
Signorina
, suo
nonno
m'ha
fatto
l'
onore
di
concedermi
la
mano
di lei... però... - ella
adesso
tremava
da
capo
a
piedi
- bisogna che lei stessa
dica
se è
disposta
ad
accordarmela
.
Il
sangue
le si
ritirò
intorno
al
cuore
: un'
angoscia
ineffabile
. Come
baleni
rapidissimi
, dei
pensieri
le
solcavano
la
mente
, tutti
insieme
: l'
amore
che egli non le
confessava
, la
voce
che lo
diceva
legato
ad un'altra, i suoi
propositi
di
rifiuto
e il
bisogno
di
uscire
da quella
vita
, la sua
ebbrezza
vile
di poco fa e la
paura
di
darla
vinta
alle sue
nemiche
; e tutto questo si
confondeva
, si
compendiava
in una
domanda
che, mentre
Duffredi
parlava
, ella
credeva
quasi di
formulare
ad
alta
voce
: "Che fare?... Che fare?..." Appena egli ebbe
finito
,
aspettando
una
risposta
, delle
parole
le
uscirono
dalle
labbra
,
inconsciamente
, senza che ella ne
intendesse
il
senso
:
- Se il
nonno
ha
detto
di sì...
-
Grazie
... -
mormorò
egli; e subito il
nonno
, la
zia
, lo
zio
, le
amiche
la
circondarono
.
- Il
Signore
ti
benedica
!...
Baciami
,
cara
... Qua la
mano
!...
Teresa
!.... I miei
augurii
... Ma li
mangeremo
presto questi
confetti
?... Io
protesto
!... E a me non
dici
nulla?... Ah,
sorniona
, le fai di
nascosto
?... Vieni un po' qui!...
Delle
strette
, degli
abbracci
, delle
parole
sussurrate
all'
orecchio
: "Come hai
fatto
a
conquistarlo
?... T'
invidiano
,
sai
!..." e un
coro
di
esclamazioni
ammirative
: "Che
bella
coppia
!...
Sembravano
destinati
l'uno all'altra!..." una
dolcezza
di
lodi
che le
scendeva
dritta
al
cuore
, le
accendeva
gli
sguardi
,
esaltava
il suo
spirito
,
gonfiava
il suo
petto
, intanto che ella
pensava
: "È
finita
! Non si può
tornare
indietro
!"
Duffredi
, tra un
crocchio
d'
uomini
,
riceveva
delle
congratulazioni
da
canto
suo;
era
anch'egli
animato
in
viso
,
pareva
insofferente
di star
fermo
, veniva a
mettersele
un poco vicino,
scambiava
qualche
parola
, s'
allontanava
nuovamente
.
Perchè
non le stava sempre al
fianco
?
Perchè
non le
diceva
nulla all'
orecchio
, qualcuna di quelle
espressioni
che fanno
chinare
gli
sguardi
e
affrettare
il
respiro
;
perchè
non se la
prendeva
sotto il
braccio
? Ella avrebbe voluto
stringersi
a lui,
dirgli
con quell'
atto
che
dipendeva
ormai
tutta da lui!... Sarebbe
stato
per un'altra
volta
, quando non avrebbero avuto dinanzi tanti
spettatori
. Egli
tornava
, infatti; veniva quasi ogni
giorno
; però ella
aspettava
sempre che le
dicesse
una
parola
dolce
. Aveva avuti dei
gioielli
magnifici
, che le
amiche
non si
stancavano
di
ammirare
; ma una
tenera
frase
d'
amore
non le avrebbe
fatto
un
piacere
men
grande
.
Lo
zio
di lui,
inchiodato
sempre a
casa
dalla
podagra
, le
scrisse
una
bella
lettera
, che la
commosse
più di quella
mandata
dal
babbo
da
Venezia
.
Era
un
gentiluomo
dello
stampo
antico
; in
gioventù
aveva
fatto
parlare
di
sè
tutto il
regno
delle Due
Sicilie
,
vivendo
in
mezzo
al
fasto
della
Corte
. Quando ella
andò
nella sua
futura
casa
, il
vecchio
volle
alzarsi
ad ogni
costo
, le venne
incontro
fino
alla
scala
, le
baciò
galantemente
la
mano
. Ella gli
offrì
il suo
braccio
per
ricondurlo
fino
alla
poltrona
, e le
bastò
quel
breve
tragitto
per
conquistarlo
.
La
casa
era
antica
, ma
signorile
, tutta
divisa
a
stanzoni
enormi
dalle
vôlte
alte
come
cupole
, dai
pavimenti
lisci
e
lucidi
come
specchi
su cui si
riflettevano
le
linee
dei
mobili
rococò
. Ella ne aveva
cominciato
il
giro
col
cuore
in
festa
, tutta
confortata
dalla
simpatia
dimostratale
da quel
bel
vecchio
; però
Guglielmo
era
molto
freddo
,
precedeva
la
comitiva
quasi
infastidito
, si
allontanava
,
batteva
un
piede
. Come si
trovarono
soli
un
momento
, dal
dispetto
ella fece per
raggiungere
gli altri.
- Non si
passa
! -
esclamò
lui,
preso
a un
tratto
da una
bambinesca
voglia
di
scherzare
.
Ella
disse
,
freddamente
, sul
punto
di
prorompere
:
-
Lasciatemi
passare
...
-
Cos'
hai?... Sei in
collera
?...
E le
prese
delicatamente
una
mano
,
guardandola
negli
occhi
. Ella
cominciò
a
tremare
, intanto che il
giovane
le
girava
un
braccio
attorno
alla
vita
,
accostava
la sua
guancia
alla sua,
appoggiava
tempia
contro
tempia
.
-
Poverina
...
Poverina
...
E con un
impeto
frenato
,
cominciò
a
suggerla
a
baci
. Ella avrebbe voluto
dirgli
: "Sì, sono tua!... tutta tua!..." dalla
gratitudine
per quella
buona
parola
; ma
sottraendo
un poco le sue
guancie
e le sue
labbra
al
fuoco
di quei
baci
,
chiedeva
invece,
sollevando
lo
sguardo
fino
agli
occhi
di lui:
- Mi vuoi
bene
,
di'
, mi vuoi
bene
?
- Sì... sì...
La
voce
del
nonno
si
avvicinava
; egli si
ricompose
dicendo
un
gesto
di
fastidio
. Però ella
uscì
trionfante
da quella
casa
, dalla sua
casa
,
vedendo
fugati
tutti i suoi
dubbii
,
guardando
all'
avvenire
con
fede
sicura
.
Trovava
Duffredi
fatto
secondo
i suoi
desiderii
; non
era
molto
istruito
, ma
possedeva
una
grande
competenza
mondana
,
conosceva
la
genealogia
delle più
grandi
famiglie
d'
Europa
,
era
amico
di
diplomatici
, di
ufficiali
stranieri
;
sapeva
la
storia
di tutti i
cavalli
vincitori
del
Derby
e del
Grand
Prix
; e certi
giorni
che il
discorso
s'
avviava
su qualcuno di quei
temi
, non
finiva
più di
parlare
,
allegro
,
vivace
; certi altri, però, un
pensiero
molesto
errava
sulla sua
fronte
. Non s'
occupava
dei
preparativi
del
matrimonio
,
diceva
: "
Fate
voi...
fate
come volete..." poi si
correggeva
: "Come vuole
Teresa
." Questo
temperava
per lei la
brutta
impressione
del
fate
voi quasi
annoiato
. Ella si
diceva
che
bisognava
prenderlo
col suo
carattere
, com'
era
fatto
. Quella sua
specie
di
freddezza
stanca
accresceva
il
valore
delle sue
lodi
; una
volta
le aveva
detto
: "Come sei
bellina
!..." un'altra l'aveva
trovata
elegante
. Ma le
incertezze
di lei
rinascevano
, per un voi
datole
invece del tu, per un
rifiuto
di
andar
fuori con lei a far delle
compere
. Quando egli aveva
espresso
un
proposito
, vi si
ostinava
; ella
restava
un
giorno
di
malumore
. Poi si
consolava
ancora se egli
era
più
espansivo
, più
affettuoso
, come il
giorno
che
andarono
alla sua
villa
di
Misilmeri
.
Era
fuori del
paesetto
, in una
posizione
amenissima
, in
mezzo
a
giardini
d'
aranci
. Mentre ne facevano il
giro
,
Guglielmo
le
diceva
che vi avrebbero
passato
il
venturo
autunno
,
perchè
in
inverno
, se lo
zio
marchese
stava
meglio
, se ne sarebbero
andati
a
Roma
, vi avrebbero
messo
casa
. E in
giardino
, come furono
soli
, la
baciò
a lungo,
abbracciandola
fitta
,
ripetendole
che le voleva tanto
bene
. Così, ella non s'
inquietava
più, se talvolta delle
ombre
pareva
velassero
la
fronte
di lui, se
restava
qualche
giorno
senza venire:
era
sicura
dell'
amor
suo,
era
felicissima
. Egli
pareva
impaziente
che i
preparativi
fossero
finiti
,
affrettò
la
sottoscrizione
del
contratto
. Fu una
festa
intima
, coi
soli
parenti
e qualche
amico
appena. Il
nonno
le
costituiva
in
dote
la
Rocca
, il
Gelso
e le altre
proprietà
che aveva
acquistate
di
recente
; il
babbo
le
assicurava
una
rendita
di
cinquemila
lire
: tutt'
insieme
un
valore
che s'
avvicinava
al
milione
. Ella
comprendeva
poco dei
patti
stipulati
, dei
termini
curialeschi
;
sapeva
che da quel
momento
, dal
momento
che avevano
firmato
, erano
marito
e
moglie
.
Guglielmo
le
restava
a
fianco
, dinanzi al
balcone
,
parlando
dell'
avvenire
, del
giorno
che sarebbero
stati
uniti
per
davvero
, del
viaggio
di
nozze
che avrebbero
fatto
, appena
sposati
,
fino
a
Parigi
.
- Faremo presto... appena sarò
tornato
...
Ella
credè
d'aver
udito
male
.
-
Tornato
?... Tu
vai
dunque
via
?...
- Per pochi
giorni
soltanto
...
Vado
a
Napoli
, ho degli
affari
...
Ella
esclamò
,
fissandolo
negli
occhi
:
- Tu
parti
?...
Ora
?... Mi
lasci
ora
?...
- Ma non ti
lascio
!
Vado
e
torno
, ti
dico
;
quindici
giorni
, al più...
A un
tratto
,
prendendolo
per una
mano
, ella
cominciò
a
scongiurare
, a
bassa
voce
:
- Non
andare
,
Guglielmo
. Se mi vuoi
bene
, non
andare
!...
Andremo
insieme
,
affretteremo
le
pratiche
... Hai
aspettato
tanto, non
cadrà
il
mondo
se
tarderai
un altro poco!... Fammi questo
favore
: è il
primo
che ti
chiedo
!... Sono
superstiziosa
, non mi
lasciar
sola
in questi
giorni
, mi
parrebbe
un
triste
presagio
...
- Ma che
romanticherie
!
- Fammi questo
piacere
,
dimmi
di sì, che non
parti
...
dimmi
di sì!...
Egli
rispose
:
- Non
insistere
, è
necessario
.
Ella
lasciò
la sua
mano
, non
disse
più nulla,
aspettò
di esser
sola
per
nascondersi
il
viso
tra le
palme
, per
mormorare
scrollando
il
capo
: "Che
errore
!... che
inganno
!..." Un
velo
le
cadeva
dagli
occhi
: egli non l'
amava
, non
era
suo, non
era
stato
mai suo!... Ella non poteva nulla su di lui! Che cosa
era
dunque la sua
seduzione
se quell'
uomo
le
sfuggiva
così? Allora, il
proposito
di
romper
tutto, di
dirgli
: "Vi
rendo
la vostra
parola
, tutto è
finito
tra noi!"
tornava
a
tentarla
; ma ella s'
accorgeva
di non
poterlo
più
tradurre
in
atto
,
perchè
voleva
bene
a quell'
uomo
,
perchè
si
sentiva
legata
a lui dai
baci
che le aveva
dati
, dalle
speranze
che le aveva
fatto
nutrire
... Che
importava
?
Era
dunque
meglio
legarsi
per tutta la
vita
a chi non l'
amava
? Nulla v'
era
di
compromesso
: quel
foglio
di
carta
poteva
lacerarsi
, dei
matrimonii
s'erano
rotti
la
vigilia
d'
andare
alla
chiesa
. Ella avrebbe
ripresa
la propria
libertà
; sarebbe
stato
soltanto
più
difficile
trovare
un altro
partito
, quella
rottura
le sarebbe
riuscita
di
pregiudizio
. Che
importava
? Avrebbe
ricominciata
la sua
vita
di
fanciulla
, si sarebbe
rassegnata
alla
solitudine
, alla
tristezza
... e
sconsolata
,
impietosendosi
al suo
destino
,
rompeva
in
singhiozzi
.
Ma come già
mormoravano
che tutto
fosse
rotto
, che egli non sarebbe
tornato
,
nè
presto
nè
tardi
, come le sue
nemiche
le venivano innanzi con un'
aria
dolente
, quelle
persuasioni
cedevano
subito ad una
sfida
ostinata
: "No, sarà mio!
dovrà
esser mio!"
La
zia
, col suo
buon
senso
,
cominciava
già a fare delle
osservazioni
, a
parlare
liberamente
: "Che
razza
di
fidanzamento
era
quello?" e le
consigliava
di
sciogliersi
; ma ella
rispondeva
:
- No!
adesso
è
tardi
!... Me l'hanno voluto
dare
,
adesso
lo voglio!...
Ella avrebbe
sofferto
tutto,
perchè
la
gente
non
ridesse
alle sue
spalle
,
perchè
quella
rottura
non facesse le
spese
di tutte le
conversazioni
. Egli le
scriveva
,
annunziava
il suo
prossimo
ritorno
, ed ella
adesso
lo
difendeva
:
- Se mi
scrive
che verrà!... Se vuole che si
faccia
presto!...
Andava
fuori come prima,
parlava
a tutte della
prossima
cerimonia
nuziale
,
mostrava
dovunque
un
viso
giocondo
.
Improvvisamente
, un
giorno
, alla
passeggiata
della
Libertà
,
impallidì
come se uno
spettro
le
fosse
apparso
dinanzi: in una
victoria
rapidamente
incrociatasi
con la sua
carrozza
scorse
Enrico
Sartana
: il
giovane
la
guardò
fiso
, senza
cavarsi
il
cappello
.
Un
tumulto
le si
scatenò
nell'
anima
. Qual
giuoco
del
destino
le
metteva
dinanzi quell'
uomo
, mentr'ella
passava
per così
dure
prove
? Che cosa voleva egli
dire
con quello
sguardo
, con quell'
insulto
? Che la
disprezzava
? Che non l'aveva
dimenticata
?... Ed ella,
pensava
ancora a lui, se al solo
vederlo
s'
era
sentita
agghiacciare
?... Che altro avrebbe
fatto
egli
adesso
? Avrebbe
cercato
di
incontrarla
? di
rammentarle
il
passato
? Ella
esclamava
,
stringendosi
la
fronte
: "Mio
Dio
! mio
Dio
!
perchè
tutto questo
deve
accadere
a me?..."
Si
diceva
, per
darsi
forza
: "Io sono d'un altro! Non posso, non
debbo
ascoltarlo
!" Ma quell'altro non l'
amava
, non
tornava
, non le
scriveva
!... E l'
impegno
preso
dinanzi al
mondo
? e i
contrasti
che sarebbero
scoppiati
in
famiglia
?... Avrebbe voluto
partire
,
raggiungere
Duffredi
,
rivelargli
tutto,
provocare
una
spiegazione
; o
piuttosto
confidarsi
a sua
zia
,
chiedere
consigli
a
Giulia
, o
piuttosto
ancora
mandare
Stefana
ad
Enrico
... non
sapeva
ella stessa che cosa. Allora,
invocava
la
memoria
della sua
mamma
.
Bambina
,
rammentava
che il
nonno
, per
distrarre
la
mamma
agonizzante
, le aveva
narrato
un
giorno
un
romanzo
in cui un
cavaliere
,
andato
a
morire
in
Palestina
per
liberare
il
Santo
Sepolcro
, aveva
ottenuto
dal
Signore
di
ricomparire
tre
volte
sulla
terra
, nel
corso
dei
secoli
, quando un
mortale
pericolo
avrebbe
minacciato
una
persona
della sua
stirpe
. Ella si
chiedeva
se la sua
mamma
, di
lassù
, non
vedeva
il suo
pericolo
, se non poteva
soccorrerla
...
Inaspettato
,
Guglielmo
tornò
, di
buon
umore
,
affettuoso
, con delle
casse
di
regali
- e
Sartana
non s'
era
fatto
vedere
. Ella
giunse
le
mani
,
rese
le più
fervide
azioni
di
grazie
al
buon
Dio
, alla
santa
anima
che l'aveva
protetta
.
- Ma
perchè
sei
restato
tanto
tempo
? -
disse
al
fidanzato
, con un
tono
di
dolce
rimprovero
.
- Ho
pensato
per te...
- Per me... ed a me?...
- Si
capisce
!
Sentiva
rinascersi
,
tornava
da
morte
a
vita
.
Adesso
tutto
era
pronto
: le
carte
, il
corredo
, la
casa
; e il
tempo
pareva
avesse l'
ali
.
I
finimenti
di
brillanti
, gli
abiti
regalati
dallo
sposo
erano una
magnificenza
; i
doni
che ella
raccoglieva
uno più
bello
dell'altro; però
restava
col
secreto
desiderio
d'un
mazzo
di
fiori
, tutto
bianco
, che il suo
fidanzato
avrebbe potuto
mandarle
le
mattine
di quegli
ultimi
giorni
. Ella non
esprimeva
quel
desiderio
perchè
,
chiesto
, l'
omaggio
non avrebbe avuto più
valore
.
Guglielmo
, a
misura
che la
data
del
matrimonio
s'
approssimava
, non le
pareva
più come al suo
ritorno
da
Napoli
; ma ella non faceva più
caso
di queste
intermittenze
di
contegno
;
soltanto
, il
giorno
che si
doveva
andare
al
Municipio
, come tutti erano
pronti
, egli
tardava
,
tardava
, non
compariva
. L'
inquietudine
cominciava
a
nascere
in tutti;
temevano
che si
fosse
sentito
improvvisamente
poco
bene
,
mandarono
a
casa
sua: egli
arrivò
finalmente,
pallido
in
viso
,
scusandosi
. Le
carrozze
partirono
, una
dopo
l'altra, in
processione
; la
gente
si
voltava
,
ferma
sui
marciapiedi
. Accanto alla
zia
, ella non
diceva
nulla,
guardando
lo
scorrere
della
folla
,
trovando
che quei
momenti
non le
davano
l'
emozione
sognata
. A un
tratto
,
fermi
ai Quattro
Canti
,
scorse
un
manipolo
di
Crociati
che stavano a
contemplare
la
sfilata
delle
carrozze
. Ella si
buttò
rapidamente
indietro
per non
dar
loro il
gusto
di
scorgerla
, di far dei
commenti
. Una
folla
di
curiosi
, al
Municipio
; il
Sindaco
in
persona
che
cingeva
la
fascia
tricolore
, un sì
sommesso
che
Guglielmo
rispondeva
alla sua
domanda
, un sì più
sicuro
che
rispondeva
ella stessa; e un
gran
rimescolìo
,
sorrisi
,
strette
di
mano
. Di
nuovo
in
carrozza
, alla
fotografia
Ricciardi
: un'
idea
del
nonno
, che lei aveva
combattuta
,
parendole
una cosa
borghese
quel
gruppo
che il
fotografo
combinava
lungamente
, intanto che
Guglielmo
frenava
a
stento
la propria
impazienza
. Ed a
casa
,
fino
a
tardi
, della
gente
che
andava
e veniva, un
andirivieni
di
persone
di
servizio
, delle
discussioni
sull'
ora
in cui
doveva
celebrarsi
, il
domani
, il
matrimonio
religioso
.
Prima delle cinque, avrebbero
fatto
a
tempo
a
imbarcarsi
subito
dopo
; ma il
nonno
pretendeva
che s'
aspettasse
un altro
giorno
ancora, volendo far
celebrare
la
cerimonia
di
sera
, in
gran
gala
, e
chiudere
con un
ballo
. Ognuno
dava
consigli
, ella non aveva
volontà
.
Guglielmo
disse
,
alzando
le
spalle
, sul
punto
di
andar
via
:
-
Fate
quel che vi
piace
.
Ella lo
prese
in
disparte
; gli
chiese
,
ansiosamente
:
-
Cos'
hai?... Sei
seccato
?
Egli
rispose
:
-
Sai
, tuo
nonno
ha certe
idee
!... Vuol
tirare
un
fuoco
d'
artifizio
?... non siamo
fatti
per
intenderci
.
E
adesso
, sì, ella
preferiva
che si
aspettasse
un altro
giorno
ancora, che si
ritardasse
ancora il
momento
decisivo
, col
cuore
chiuso
da una
vaga
,
indefinibile
ambascia
...
La
volontà
del
nonno
aveva
trionfato
; la
cerimonia
era
fissata
per le sei della
sera
successiva
. Di
buon
mattino
, erano
stati
a
confessarsi
; la
mezza
giornata
era
trascorsa
lentissimamente
; poi subito erano
cominciati
i
preparativi
della
toletta
.
Stefana
piangeva
,
aiutandola
a
passarsi
la
veste
nuziale
,
appuntandole
sul
seno
il
fior
d'
arancio
fresco
che le aveva
colto
lei stessa; anche
Miss
e la
zia
avevan
gli
occhi
un po'
rossi
: ella faceva la
forte
, s'
irrigidiva
contro l'
emozione
; ma
agiva
come per
effetto
d'una
spinta
esteriore
,
sentendo
che
bisognava
andare
fino
in
fondo
,
fatalmente
, a qualunque
costo
.
Ricominciava
l'
andirivieni
degli
intimi
, la
processione
delle
carrozze
, la
folla
dinanzi al
portone
ed in
chiesa
. Un
gran
tappeto
per
terra
, un
acuto
profumo
di
fiori
, l'
altare
splendente
come una
raggiera
. Ella non
udì
più nulla,
vide
solo la
gran
vampa
delle
faci
,
pensò
alla sua
mamma
, alla sua
sorellina
, alla
fanciulla
che
moriva
in lei, a quel
cadavere
che si sarebbe
trascinato
sempre con
sè
, e due
grosse
lacrime
le
rigarono
il
viso
.
Adesso
bisognava
che ella
rispondesse
ancora;
inghiottito
il suo
pianto
,
alzò
il
capo
e
disse
:
- Sì.
-
Cos'
hai? -
chiese
Guglielmo
,
chinandosi
un poco verso di lei.
- Nulla... nulla!
Quella
parola
la
riconfortò
tutta: non
toccava
a lui
adesso
di
proteggerla
, di
sostenerla
, di
amarla
? Egli le
diede
il
braccio
,
traversò
al suo
fianco
la
piccola
chiesetta
,
prese
posto
allato
a lei, in
silenzio
.
In un
impeto
di
tenerezza
, ella gli
buttò
le
braccia
al
collo
.
-
Guglielmo
!...
-
Teresa
... - E le
prese
la
mano
.
Ella si
scosse
tutta come per un
brivido
. Gli
disse
:
- Sono tua,
adesso
.... per sempre!... Non ho che te al
mondo
!...
- Sì... sì...
poveretta
...
E,
passatole
un
braccio
alla
vita
, la
baciò
lievemente
in
fronte
.
Salendo
le
scale
di
casa
, ella s'
appesantiva
sul suo
braccio
. S'
era
appena
buttata
sopra un
divano
,
spossata
dall'
emozione
, che
ricominciava
lo
stordimento
: a
tavola
, come il
servizio
s'
inoltrava
, tutti avevano delle
cere
gioconde
, i
discorsi
s'
incrociavano
da un
capo
all'altro, gli
augurii
, i
commenti
; poi, come
arrivò
gente
, tutti
passarono
nel
salone
.
Adesso
, ella
era
nuovamente
animata
; aveva
preso
poco
cibo
, ma il
vino
di
sciampagna
le
dava
alla
testa
. Il suo
trionfo
, in
mezzo
alla
festa
,
era
completo
,
assoluto
: ella si
conteneva
un poco,
perchè
il
brio
vivace
non le
pareva
de
mise
.
Guglielmo
,
dopo
aver
fatto
un
giro
con lei, la
cedè
agli altri
giovinotti
con la
miglior
grazia
del
mondo
.
Sopravvenivano
altri
invitati
, ella
era
costretta
a
traversare
continuamente
il
salone
,
accompagnando
le
signore
,
andando
a
salutare
le
amiche
che le facevano
cenno
da
lontano
. Ad un
tratto
si
vide
dinanzi la
Sartana
, che le
tendeva
le
braccia
,
sorridendo
. Ella si
guardò
istintivamente
intorno
:
Enrico
, in
fondo
al
salone
,
parlava
allegramente
con suo
marito
,
stringendogli
la
mano
; poi s'
avanzò
verso di lei.
Ella
chinò
un poco gli
occhi
,
dicendosi
mentalmente
: "
Coraggio
! Ci siamo!..." e come le fu vicino, lo
guardò
in
viso
.
Egli
disse
,
stringendole
la
mano
:
- Posso
presentarle
anch'io le mie
congratulazioni
?
Ella
strinse
forte
la sua
mano
,
rispondendo
:
- Sono fra le più
gradite
!
Un
momento
,
rimasero
guardandosi
; la
fisonomia
di lui
prendeva
adesso
un'
espressione
di
sottile
ironia
.
- Vi
rammentate
-
riprese
,
piano
- degli
augurii
che un
tempo
voi
credeste
di farmi?... Come sono
mutate
le
circostanze
, e come sono
invertite
le
parti
!...
Ancora, ella
chinò
gli
occhi
.
Disse
, senza
rialzarli
,
guardando
l'
anellino
nuziale
lucente
al suo
dito
:
- Se vuole
essermi
amico
, non
parli
di questo, la
prego
...
Pensi
... che è troppo
tardi
, che io non potrei più
ascoltarla
.
Il
giovane
fece col
capo
, col
braccio
, un
gesto
di
consenso
.
- È
vero
; mi
perdoni
. - Poi
aggiunse
,
rapidamente
: - Ciò non
impedisce
che io
soffra
, che
domani
sera
...
Col
seno
allevato
dal
respiro
frequente
, ella
alzò
uno
sguardo
severo
su di lui. Egli
tacque
. Per
fortuna
, nessuno
era
intorno
a loro; e, malgrado i
pericoli
di quella
spiegazione
, ella vi
trovava
un
fascino
arcano
,
era
come
ammaliata
da quella
romanzesca
fatalità
.
Il
giovane
chiese
:
- Mi
accorderà
una
danza
?... - ma, prima che ella
rispondesse
,
soggiunse
: - No, non voglio...
- Come le
piace
!
Della
gente
adesso
s'
appressava
; ella gli
disse
:
- M'
offra
il suo
braccio
, m'
accompagni
di
là
...
Come furono un
istante
soli
, egli
riprese
:
- Mi
dà
un
bocciuolo
di quei
fiori
?... - e
guardava
il
fior
d'
arancio
olezzante
sul suo
seno
.
Ella
esitò
un
istante
; poi
staccò
un
fiorellino
e glie lo
porse
.
Il
turbine
della
festa
la
riprendeva
. Ella
era
pentita
d'avere
accondisceso
a quella
strana
richiesta
; poi si
diceva
, con un
sorriso
che non
sapeva
bene
donde
le venisse: "
Povero
ragazzo
!..." E gli
eventi
rapidi
,
incalzanti
,
straordinarii
, la
stordivano
, le
davano
il
bisogno
d'un
istante
di
quiete
, di
solitudine
, di
raccoglimento
.
Quando tutti furono
andati
via
,
Guglielmo
si
congedò
anche lui. Lo
zio
esclamò
:
-
Pazienza
; ancora
ventiquattr'
ore
!
Ella
accompagnò
suo
marito
fino
all'
uscio
. Egli la
strinse
forte
, le
pose
sulla
bocca
dei
baci
umidi
.
- A
domani
!
- A
domani
...
Tornò
a
lenti
passi
, con le
braccia
pendenti
lungo i
fianchi
,
piena
della
vaga
paura
dell'
ignoto
, del
mistero
che l'
attendeva
. Sua
zia
l'
accompagnò
nella sua
cameretta
; ella
pensava
che forse le avrebbe
detto
qualche cosa.
La
zia
diceva
:
- Se
fosse
qui tua
madre
!... Che
consolazione
sarebbe per lei... Le
dorrebbe
di
perderti
, sì; ma noi
donne
siamo
destinate
a questo... Ci siamo
passate
tutte... Tu puoi
chiamarti
fortunata
... hai un
marito
giovane
, con un
bel
nome
, in una
posizione
invidiata
...
Dipende
da te ch'egli ti
voglia
bene
e ti
faccia
felice
...
sai
che i
mariti
sono come noi ce li facciamo... tutto
dipende
dall'
accortezza
, dalla
prudenza
della
donna
... Tu potrai molto su di lui,
vedrai
!...
Sì, ella avrebbe
contato
su di
sè
stessa, sulle sue
forze
per
guadagnarsi
il
cuore
di suo
marito
; ma come più il
momento
in cui ella avrebbe
dovuto
assumersi
questa
missione
si
avvicinava
, ella
sentiva
la propria
debolezza
, la
passività
impotente
del suo
sesso
, la sua
ignoranza
del
mondo
- e la
forza
dell'
uomo
, la
forza
della sua
volontà
e dei suoi
muscoli
... Ella si
rannicchiava
,
paurosa
,
rabbrividendo
, nel suo
verginale
lettuccio
sul quale non avrebbe più
riposato
,
correndo
con la
mente
da un
ricordo
ad un altro,
rivedendo
in una
successione
tumultuosa
tutta la sua
vita
:
Milazzo
, le sue
povere
morti
, delle
scene
perdute
in
fondo
alla
memoria
e che si
ricostruivano
a un
tratto
in tutte le più
minute
particolarità
.
Riapparivano
le
figure
degli
adolescenti
che ella aveva
creduto
di
amare
; la
voce
di
Enrico
Sartana
le
risuonava
ancora all'
orecchio
. Come nulla
accadeva
di quel che si
era
previsto
! Chi le avrebbe
detto
, sei
mesi
fa, che ella avrebbe
sposato
Duffredi
? Non lo
conosceva
neppure! Il
ricordo
di
Luigi
Accardi
non le
diceva
più niente; un
tempo
, non aveva
creduto
possibile
pensare
ad un altro
uomo
! Però, un
principio
di
tristezza
la
invadeva
. La
vita
tanto
sognata
sarebbe
cominciata
fra
breve
, nondimeno una
specie
di
rammarico
accompagnava
l'
agonia
della
vita
da cui aveva voluto
uscire
.
Perchè
dunque questo
scontento
? Avrebbe forse voluto
tornare
indietro
? La sua
mamma
, la sua
sorellina
pregavano
in
cielo
per lei?..
Il
giorno
seguente
, il
cielo
apparve
tutto
velato
da una
bassa
cortina
di
nubi
. Ella
tentò
di
reagire
contro l'
oppressione
di quel
grigio
che si
aggiungeva
all'
oppressione
del suo
spirito
. Si
dava
l'
ultima
mano
alle
casse
, alle
valigie
: dalla sua
camera
venivano fuori tanti
oggetti
minuti
a cui ella non aveva
pensato
e che
restava
a
considerare
un poco, senza
sapere
che farne.
Stefana
glie ne
chiedeva
, come dei
ricordi
;
Miss
anche lei. Ella non
sapeva
quale
simpatia
trovasse
ora
nel
viso
severo
, quasi
duro
di
Miss
, che le aveva
destato
un
tempo
tanta
avversione
. La
vecchia
governante
partiva
fra
giorni
per l'
Inghilterra
: chi poteva
dire
se si sarebbero
riviste
più?... Si
parlava
poco; di tanto in tanto qualcuno faceva delle
osservazioni
che
restavano
senza
risposta
. Alle
undici
, ella
andò
a
passarsi
la
toletta
grigia
da
viaggio
; un'
ora
dopo
venne
Guglielmo
,
pronto
anche lui per la
partenza
. Si
aspettava
, per
andare
a
colazione
, l'
arrivo
di
Linguaglossa
. Egli
tardava
; ad un
tratto
arrivò
,
pallidissimo
in
viso
, con lo
sguardo
smarrito
.
- Che
cos'
avete?
- Che
disgrazia
terribile
!...
Matilde
Gerosa
...
giù
dal
balcone
...
morta
...
sfracellata
sul
colpo
...
Della
gente
lo
circondò
; egli
rispondeva
piano
alle
domande
di cui l'
assediavano
. Però ella
udì
ancora:
- Suo
marito
...
scoperto
tutto... le
lettere
...
Sentì
un
gran
brivido
di
freddo
passarle
pel
corpo
; e nel
súbito
orrore
che la
invase
,
vide
quasi il
cadavere
informe
giacente
attraverso la
strada
,
sbarrarla
,
sbarrare
tutte le
strade
che ella
doveva
percorrere
. Allora, il suo
terrore
dinanzi a quella
vita
ignota
,
misteriosa
, che per lei si
schiudeva
e che per la
disgraziata
finiva
in quel
tragico
modo
, contro le
lastre
taglienti
del
marciapiedi
,
crebbe
talmente
, che ella
credette
un
istante
di
svenire
.
Sola
, ella si
sentiva
,
sola
oramai
,
perduta
, più
sola
dinanzi a quello
sconosciuto
seduto
silenziosamente
al suo
fianco
, che se le
fosse
realmente
mancata
ogni
compagnia
. E come il
nonno
,
alzandosi
, fece un
segno
, ella si
afferrò
a lui, alla
zia
,
convulsa
, come sul
punto
di
annegare
, con un
istinto
di
salute
che le
suggeriva
un
grido
represso
: "No!... non voglio!... non voglio
andare
...
Pietà
!..."
Ella
sentiva
adesso
qualche cosa di
caldo
sulla sua
mano
: le
labbra
di
Stefana
, che
baciavano
la
mano
fredda
e
tremante
.
- Qui!... qui!...
E
buttò
le sue
braccia
attorno
al
collo
rugoso
della
povera
serva
, si
strinse
al
cuore
il suo
capo
devotamente
piegato
, la
baciò
sulle
guancie
.
-
Zia
!...
Miss
!...
Degli
abbracci
, ancora, degli
augurii
, dei
saluti
a tutti, dei
ricordi
per gli
assenti
, come per una
separazione
eterna
, come per una
morte
. Le
carrozze
partivano
scalpitando
, le
cose
sfuggivano
come in
sogno
; ella
avvertì
a un
tratto
l'
aria
del
mare
che le
colpiva
la
fronte
infiammata
.
-
Addio
!...
Addio
!...
Buon
viaggio
!... A
rivederci
!....
La
barca
si
dondolava
sul
mare
leggermente
mosso
; ancora dei
saluti
, ancora dei
baci
. Dalla
riva
, i
restanti
agitavano
i
fazzoletti
. Ella
dava
libero
sfogo
alle
lacrime
mute
,
salutando
.
Guglielmo
guardava
verso il
largo
, verso il
vapore
. I
remi
battevano
forte
sugli
scalmi
, in
cadenza
.
«
»
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText®
(VA2) - Some rights reserved by
EuloTech SRL
- 1996-2010. Content in this page is licensed under a
Creative Commons License