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Federico De Roberto: Raccolta di opere
Federico De Roberto
L'illusione
PARTE SECONDA.
V.
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Normali
In evidenza
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V.
-
Guarda
,
guarda
un po', quell'
imbroglione
di tuo
nonno
!...
Era
sorta
una
lite
,
provocata
dai
creditori
di
Ragusa
, l'
antico
proprietario
del
Gelso
,
Sostenevano
che costui li aveva
frodati
,
vendendo
quel
feudo
quando, pei suoi tanti
debiti
, non poteva più
considerarsene
come
padrone
. Si
parlava
di
rivendica
in
danno
, di
azione
pauliana
,
pioveva
della
carta
bollata
e
Guglielmo
ne
spiegazzava
dei
fogli
:
-
Guarda
in quali
impicci
mi
mette
!... Questa è la tua
famosa
dote
!... M'ha
venduto
la
pelle
dell'
orso
,
capisci
?... Una
causa
sulle
spalle
!...
- È forse
colpa
mia?... Che cosa posso farci? che ne
so
?...
Perchè
te la
prendi
con me?
- Già, è lo stesso che
dire
al
muro
!... Hai la
testa
ai
nastri
, agli
svolazzi
: queste son le
cose
di cui t'
intendi
!...
E come più l'
affare
minacciava
di
complicarsi
, più se la
prendeva
contro di lei.
- Hai
visto
, eh?...
Senti
quel che
dice
l'
avvocato
? Una
causa
che
durerà
degli
anni
!...
Capisci
in che
imbrogli
mi
cacciano
?...
- Ma
Guglielmo
-
protestava
allora -
perchè
affliggi
me,
adesso
?
Egli si
traeva
indietro
,
turandosi
la
bocca
,
affettando
di
prodigar
delle
scuse
:
-
Perdono
,
sai
!...
Scusa
!... Non lo farò più!... La
colpa
è tutta mia!...
Poi
riprendeva
:
- Questa è la
famosa
dote
!... Sono più le
noie
che altro!...
Capisci
?...
Perchè
tu non te ne venga con la tua
famosa
dote
!...
Imbroglione
ed
intrigante
! Gli puoi esser
grata
, a quell'
intrigante
di tuo
nonno
!.. Già, la
colpa
è mia, che mi son
lasciato
mettere
nel
sacco
!...
Lo
sdegno
le
ribolliva
in
cuore
, nondimeno
taceva
,
soffriva
, lo
lasciava
dire
. Avrebbe voluto
minacciarlo
,
confonderlo
con la
rivelazione
dei propri
meriti
; ma non
diceva
nulla,
disgustata
,
insofferente
di
vederselo
dinanzi, non
sperando
altro che di esser
lasciata
in
pace
. A poco a poco, l'
infelicità
di quella sua
condizione
veniva
conosciuta
da tutti; ella stessa, senza
lagnarsi
apertamente
, senza
riferire
i suoi
motivi
di
dolore
, faceva
comprendere
agli
intimi
lo
sconforto
in cui
viveva
. Tutti la
compiangevano
; alcune le
dicevano
:
- Voi siete una
santa
!... Un'altra al vostro
posto
gli avrebbe
reso
pan
per
focaccia
...
Con
Giulia
,
era
più
espansiva
; le
narrava
quel che suo
marito
le faceva
soffrire
, le
esortazioni
interiori
che ella
rivolgeva
a
sè
stessa.
- Che fare?
Urtarlo
di
fronte
?
ribellarmi
?... È
peggio
ed
inutile
!....
Andarmene
? e come? per far che? con un
bambino
, un
innocente
che
c'
è di
mezzo
?
Domando
al
Signore
di
darmi
forza
! lo
lascio
dire
, lo
lascio
fare, lo
evito
...
purchè
mi
rispetti
...
Giulia
le
dava
ragione
, si
lagnava
ella stessa della
condizione
disgraziata
che la
società
faceva alle
donne
.
Toscano
cominciava
forse a
trascurarla
?
Ella lo aveva
visto
spesso
vicino a una
signora
di
Girgenti
, la
baronessa
Cannetto
, venuta a
stabilirsi
a
Palermo
: una
donna
matura
, ma
libera
, sul
conto
della quale si
dicevano
tante
cose
e che molti
uomini
circondavano
.
Guglielmo
glie l'aveva
presentata
, quasi
forzandola
a
trattarla
.
- Per questa qui non ci sono
difficoltà
? - aveva
osservato
lei, in
tono
leggermente
ironico
, ma senza
secondo
pensiero
.
E un
giorno
, quando un'
intimità
s'
era
stretta
fra loro, la
zia
Carlotta
le
disse
;
- Non ti far
vedere
troppo con quella
donna
.
-
Perchè
?
La
zia
non volle
rispondere
altro; ma
Giulia
le
ripetè
più
tardi
la stessa cosa, e allora,
subitamente
insospettita
, ella
esclamò
:
- Tu
sai
qualche cosa!...
Dimmi
tutto!... Sarò
forte
,
vedrai
...
- Ma no, nulla...
- Non sei
sincera
!...
Vo
'
sapere
... te ne
scongiuro
!... Mio
marito
!...
Come l'
amica
non
rispondeva
, ella si
portò
una
mano
alla
fronte
:
- Con lei?... Oh!
Restava
interdetta
, dallo
stupore
, dalla
mortificazione
: una
vecchia
, a
quarant'
anni
,
ritinta
,
infinta
... quella
vecchia
era
preferita
a lei?
- E si
vedono
?... Oh, te ne
prego
, non mi
nasconder
nulla!...
Guarda
: sono
tranquilla
; che cosa potrei fare?... Si
vedono
,
dove
?...
- In una
casa
... fuori
porta
Sant'
Antonino
... T'
assicuro
che non
so
precisamente
dove
...
Anche questa! Questa con le altre!... Ed ella si
ripiegava
ancora su
sè
stessa,
inghiottiva
l'
amaro
,
rinunziava
ai
lamenti
sterili
,
ridicoli
ed
umilianti
. Non
metteva
alla
porta
quella
smorfiosa
, la
riceveva
, le
restituiva
le
visite
,
studiando
il suo
contegno
,
misurando
la sua
falsità
. Con la
bocca
chiusa
, il
collo
un poco
piegato
, colei le
prodigava
elogi
,
dimostrazioni
d'
amicizia
, la
chiamava
amorino
mio, la
baciava
in
viso
! Ella
sentiva
la
tentazione
d'
incrociare
le
braccia
, di
guardarla
bene
negli
occhi
, di
dirle
,
lentamente
: "
Spudorata
, a chi vuoi
darla
a
intendere
con le tue
smorfie
? Come hai il
coraggio
di
comparirmi
dinanzi?..."
Quarant'
anni
? Ma
doveva
averne di più. Sotto la
veletta
, sotto la
cipria
, si potevano
contare
le
rughe
! Le
mani
con le
dita
cariche
di
anelli
sfolgoranti
facevano
pietà
! I
capelli
dovevano
esser
tinti
! Ed
era
costei che le
preferiva
! Che cosa aveva dunque, che cosa
sapeva
fare, per
sedurre
ancora gli
uomini
?... Ma non
era
piuttosto
per l'
attrattiva
del
nuovo
, del
diverso
, del
frutto
proibito
, che suo
marito
preferiva
quella
vecchia
a lei,
giovane
e
fresca
, ma
saputa
e
risaputa
? Non
era
il
desiderio
del
nuovo
, del
diverso
, del
frutto
proibito
che
metteva
in lei stessa un'
irrequietezza
, uno
scontento
, una
febbre
intermittente
di cui
Sampieri
ed
Accardi
avevano
provocato
due
assalti
?... V'
era
della
gente
che
conosceva
le
delizie
della
passione
, il
sapore
del
mistero
, l'
emozione
del
pericolo
!
Pericoli
,
spasimi
,
torture
, tutto
era
seducente
, tutto
dava
valore
all'
esistenza
! Tutto
era
compensato
dalle
ebbrezze
divine
, dalle
estasi
misteriose
...
Sognandone
ad
occhi
aperti
,
languendo
di
desiderio
,
restava
lunghe
ore
immobile
sopra una
poltrona
, o a
letto
; a un
tratto
, si
sollevava
protendendo
il
busto
,
offrendosi
, come se un
essere
presente
ed
invisibile
, come se un
fantasma
, come se l'
aria
potesse
abbracciarla
,
porgendo
l'
orecchio
come se qualcuno
mormorasse
delle
parole
d'
amore
.
Sola
nella sua
carrozza
, si
stringeva
in
sè
stessa,
imaginando
di avere una
persona
cara
al
fianco
, di far
sentire
a questa
persona
il proprio
corpo
,
freddolosa
e
innamorata
. Se
incontrava
delle
donne
sole
procedenti
a
capo
chino
lungo i
muri
,
supponeva
che
tornassero
da un
convegno
d'
amore
; gli
uomini
vi
correvano
, e tutti avevano un
secreto
compenso
alla
volgare
monotonia
della
vita
. La
felicità
degli altri faceva la sua
infelicità
: ella non avrebbe mai
conosciuto
i
palpiti
e i
delirii
che aveva
provati
in
sogno
! Eppure, si
sentiva
un
cuor
tenero
e
forte
, una
fede
viva
e
profonda
: nessuna di quelle altre le
pareva
altrettanto
degna
d'
amore
quanto lei stessa. Si
giudicava
capace
d'una
passione
grande
,
immensa
,
imperitura
: l'
aspettava
, l'
affrettava
...
Poichè
suo
marito
veniva meno a tutti i suoi
doveri
, non
era
ella
sciolta
dai proprii? A che cosa
era
tenuta
verso di lui? Ognuno avrebbe
preso
per la sua
via
; dinanzi alla
gente
sarebbero
rimasti
uniti
,
salvando
le
apparenze
, come ella aveva
letto
che si faceva nelle
grandi
famiglie
aristocratiche
, a
Parigi
, a
Londra
. Non le
importava
più nulla degli
intrighi
di suo
marito
;
era
tacitamente
inteso
che ognuno
riprendeva
la propria
libertà
.
Una
volta
,
rientrata
tardi
dopo
aver fatte molte
visite
, il
cameriere
le
disse
:
-
C'
è stata la
baronessa
Cannetto
.
Ella
rispose
tranquillamente
:
-
Va
bene
... Le hanno
detto
che non
c'
ero?
- Non
so
...
credo
di no,
perchè
è
salita
... l'ha
ricevuta
il
signor
cavaliere
...
- Ah!...
Ella si
morse
le
labbra
. Ancora quest'altro
affronto
!... Però la sua
maggiore
irritazione
era
contro
sè
stessa, che non
restava
indifferente
come aveva
giurato
. Il
domani
, nel suo
salotto
,
chinatasi
a
raccogliere
il
tagliacarte
cadutole
,
vide
qualche cosa per
terra
, accanto al
poggia-piedi
. Una
forcina
da
capelli
... una
forcina
non sua, come ella non ne aveva
portate
mai!... Tutto il
sangue
le
montò
al
viso
;
rapidamente
, senza un
istante
di
esitazione
,
andò
in
camera
di suo
marito
.
Egli
leggeva
un
giornale
,
fumando
,
sdraiato
sopra una
sedia
a
dondolo
. Gli
disse
,
freddamente
:
- Un'altra
volta
, quando
riceverai
in
casa
mia le tue
ganze
,
procura
che non
dimentichino
nulla.
Guglielmo
abbassò
il
giornale
,
guardandola
curiosamente
.
- Sei
ammattita
?
-
Rimanda
la sua
roba
a quella
sfrontata
, se non vuoi che la
rimandi
io stessa con un mio
biglietto
da
visita
!
E
gettò
la
forcina
sopra un
tavolo
.
- Ma di chi
diavolo
parli
?
- Ah, non lo
sai
?... Non
mentire
,
guarda
;
perchè
io posso
tollerar
tutto,
fuorchè
la
menzogna
!
Egli
ripiegò
il
giornale
,
mettendosi
le
mani
in
tasca
.
-
Adesso
ti
pregherei
di non
rompermi
il
capo
.
- Sì, non è
vero
?
-
Precisamente
... Mi
secchi
l'
anima
, con le tue
tragedie
!
Ieri
è venuta una
signora
, io stavo per
uscire
, s'è
fermata
un
momento
. Sono
cose
che
accadono
tutti i
giorni
.
Ella
batteva
un
piede
,
incrociando
le
braccia
.
- Proprio?... Ma
perchè
accadono
precisamente
a te?
Perchè
non
accade
a me d'
essere
ricevuta
da un
signore
, solo?
Come egli
scuoteva
tranquillamente
la
cenere
del proprio
sigaro
, ella
stese
un
braccio
:
- Ma
bada
,
sai
!... Quello che non è
accaduto
potrebbe un
bel
giorno
accadere
!
Allora egli
scoppiò
a
riderle
in
viso
.
- Ah! ah!... ah! ah!... ah! ah!
-
Guglielmo
, non
ridere
!...
Guglielmo
,
bada
!
- Ah! ah!....
-
Bada
che
finora
ho
sopportato
, ho
sofferto
, ho
resistito
...
bada
!...
- Che
vai
minacciando
,
sciocca
?
imbecille
?...
- Di
gettarmi
in
braccio
al
primo
venuto!
-
Fàllo
!...
Próvati
!... Ed io non ti
caccio
a
pedate
,
sciocca
che sei? Non mi
libero
di te?...
- Sta
bene
! Si
resta
intesi
!...
Soltanto
,
avverti
quella
sgualdrina
di non
metter
piede
in
casa
mia...
Egli si
alzò
,
dicendo
con
voce
minacciosa
:
-
Casa
tua?....
Casa
tua?.... Questa è
casa
mia, qui
comando
io,
capisci
?.... Qui tu non sei nulla!...
- Io ti
prometto
che se colei mi
comparisce
ancora dinanzi, la
mando
ruzzoloni
per le
scale
.
Allora le si
avvicinò
rapidamente
,
alzando
un
braccio
.
- Ah, sì?... -
gridò
, coi
denti
stretti
, il
pugno
chiuso
, gli
occhi
iniettati
di
sangue
. - Ah, sì? Ed io ti
prometto
che farò venir qui tutte le
ciabatte
di
Palermo
, qui
dentro
! in
camera
mia! te
presente
!
capisci
?... tutte le
ciabatte
di
Palermo
, quelle da una
lira
,
capisci
?...
Ella
sentì
un
gran
freddo
passarle
per la
schiena
. Egli
continuò
:
- Qui, in
casa
mia,
dove
io sono il
padrone
, e tu niente!...
dove
tu sei venuta a
ficcarti
per
forza
,
dove
ti ha
ficcata
quel
farabutto
di tuo
nonno
.
- Oh!
Ella si
ritrasse
,
lentamente
,
barcollando
,
cercando
un
appoggio
con una
mano
,
portandosi
l'altra alla
tempia
. I
polsi
le
battevano
con
violenza
, un
velo
avvolgeva
tutte le
cose
; ella s'
aggirava
per la sua
camera
automaticamente
, non
sapendo
quel che facesse. A un
tratto
gridò
,
buttando
indietro
il
capo
,
stendendo
minacciosamente
il
braccio
,
increspando
le
narici
:
- Lo farò,
sai
!... lo farò!...
L'
abbattimento
soprovveniva
, tanto più
profondo
quanto più
forte
era
stata l'
esaltazione
. Ella
sentiva
a un
tratto
che quei
propositi
di
vendetta
erano
vani
,
perchè
ella non avrebbe
saputo
come fare,
perchè
le
repugnava
darsi
a qualcuno, così,
freddamente
, senza
amore
... Dei
lunghi
giorni
passavano
, durante i quali ella non
vedeva
più suo
marito
altro che a
pranzo
, dinanzi alle
persone
,
scambiando
con lui una
dozzina
di
sillabe
.
Chiusa
nelle sue
stanze
, delle
fantasmagorie
le
sfilavano
dinanzi:
rievocava
tutta la sua
vita
passata
, e
pensando
alla
storia
del suo
matrimonio
, un
pentimento
smanioso
la
rodeva
: come
era
caduta
nello stesso
errore
di sua
madre
!
Perchè
non s'
era
ribellata
in
tempo
? Cento
volte
, la
condotta
di quell'
uomo
glie ne aveva
data
l'
occasione
: una
sola
parola
sarebbe
bastata
a
salvarla
! Che
fatalità
! E non
potere
distruggerla
più!
Doverne
subire
eternamente
il
peso
!... Se avesse
saputo
evitarla
, come la sua
vita
sarebbe stata
diversa
!
Enrico
Sartana
l'avrebbe fatta
felice
:
perchè
non lo aveva
aspettato
? Si
accusava
,
riconosceva
che la
colpa
era
stata sua! E si
metteva
a
pensare
a lui,
assiduamente
. La
ricordava
ancora? Si sarebbero
incontrati
mai?...
Adesso
egli
viveva
a
Napoli
, e la
notizia
del suo
matrimonio
corse
un
giorno
per tutta
Palermo
:
sposava
un'
ereditiera
, la
duchessa
di
Santorsola
. Allora, anche quel
ricordo
andò
svanendo
: le
restavano
solo gl'
inutili
pentimenti
, le
dolorose
imaginazioni
della
felicità
che altrimenti le sarebbe
toccata
, le
vane
aspettazioni
d'un
compenso
al quale
sentiva
di avere
diritto
.
Disperando
di
ottenerlo
, si
proponeva
di
rinunziare
al
mondo
, di
ritirarsi
in
campagna
, di
darsi
tutta all'
educazione
di suo
figlio
. Se lo faceva
recare
vicino,
trovandolo
un
amore
,
compiacendosi
del suo
precoce
sviluppo
; però il
bambino
non
restava
volentieri
con lei, o aveva delle
voglie
insaziabili
, o
metteva
tutto
sossopra
. Ella
tentava
di
riafferrarsi
alla
vita
esteriore
, ma la
vuotaggine
delle
conversazioni
, la
grettezza
dei
giudizii
e dei
pregiudizii
finivano
di
disgustarla
. La
provincia
non
era
fatta per lei, e il
rancore
contro suo
marito
cresceva
,
poichè
egli non aveva neppure
mantenuto
la
promessa
di
stabilirsi
a
Roma
, di
passarvi
almeno gl'
inverni
. Ma avrebbe
preferito
farsi
tagliare
la
lingua
piuttosto
che
dovergli
qualche cosa, e
precipitando
in una
sfiducia
infinita
, s'
appartava
,
usciva
di
rado
, faceva poche
visite
. Durante una di queste, dalla
marchesa
di
Carini
, le
presentarono
un
forestiere
: il
conte
Aldobrandi
. Non
era
giovane
, ma ella non aveva ancora l'
idea
d'una
distinzione
come la sua: se invece d'
essere
innanzi a due
piccole
provinciali
si
fosse
trovato
in
cospetto
di due
regine
, non avrebbe potuto
contenersi
altrimenti.
- Ha
detto
,
Aldobrandi
? -
chiese
alla
marchesa
, quando egli si fu
congedato
.
- Sì, gli
Aldobrandi
di
Firenze
,
sa
bene
...
- E cosa viene a far qui?
-
Cerca
casa
;
precede
sua
moglie
che viene da noi per
salute
.
- Ah! è
ammogliato
?
Non lo avrebbe
supposto
.
Rivedendolo
una
sera
a
teatro
,
notò
che egli la
guardava
con
insistenza
.
Era
già
legato
con suo
marito
, venne a
trovarla
nel
palco
. Ella ne
provò
un'
intima
sodisfazione
. Tutti gli
occhi
del
pubblico
elegante
erano su di lui; le
piaceva
mostrare
che ella
riceveva
fra le
prime
i suoi
omaggi
; e
riprendendo
a un
tratto
la
padronanza
di
sè
,
cominciò
a
sfoggiare
tutto il suo
spirito
, la sua
seduzione
. Egli
era
stato
nella
diplomazia
,
parlava
del suo
soggiorno
di
Madrid
e di
Bucarest
; un poco del
fascino
regale
gli si
era
attaccato
. Venne a
trovarla
a
casa
; per
istrada
, al
passeggio
, la
seguiva
in
carrozza
, la
salutava
tre, quattro
volte
,
voltandosi
sempre a
guardarla
.
Ella
pensava
: "Ci siamo! Mi fa la
corte
!" Gli
dava
un po'
retta
, lo
guardava
a sua
volta
,
lusingata
che un
uomo
suo
pari
, nella cui
memoria
doveva
esserci un
harem
,
notasse
una
provinciale
come lei. Però, non
ammetteva
che egli potesse
essere
pericoloso
: le
piaceva
fisicamente
, lo
trovava
d'uno
chic
supremo
; poi
pensava
che aveva
moglie
, che
doveva
avvicinarsi
alla
cinquantina
, e non
ammetteva
che potesse esservi nulla fra loro.
Il
conte
tornava
a
trovarla
, le
dimostrava
in ogni
occasione
la propria
preferenza
, la
ubbriacava
di
lodi
, le
diceva
che il suo
salotto
era
il più
attraente
di
Palermo
, che ella
era
la
dama
più
elegante
e
spiritosa
di
Sicilia
.
-
Via
, non m'
aduli
!... -
fingeva
ella di
protestare
,
sorridendo
- Lei non le
conosce
tutte...
-
Crede
dunque che ci sia
bisogno
di
conoscere
le
persone
per
giudicarle
? Non
basta
vederle
? Non vi è un'
impronta
, una
linea
, qualche cosa che
rivela
, da mille
miglia
, la
grazia
, l'
intelligenza
, tutti gl'
istinti
più
alti
e più
nobili
?
Ed
accompagnava
le
parole
con un lungo
sguardo
scrutatore
, che
diceva
: "Quest'
impronta
, questa
linea
, questo qualche cosa lo
vedo
in voi, nei vostri
gesti
, nel vostro
abito
, nel vostro
corpo
..."
Ma ella
scrollava
il
capo
,
ribattendo
:
- L'
argomento
è
abile
... fa
onore
al suo
talento
di
diplomatico
...
- Questo vorrebbe
dire
che io
fingo
?
- Che
grossa
parola
! Non
fingere
, ma...
dare
a
intendere
...
Quistione
di
sinonimi
!...
- Dunque non mi
crede
?... E se io le
dicessi
che appena l'ho
vista
?...
Tutte le
volte
, però, che egli
minacciava
una
dichiarazione
, ella lo
interrompeva
, gli
chiedeva
notizie
di sua
moglie
: "Sta
bene
?... E quando verrà?..." per
rammentargli
i suoi
doveri
, per fargli
comprendere
che quel
linguaggio
gli
era
interdetto
. E con un
senso
di
trionfo
,
vedeva
che quelle
allusioni
lo
imbarazzavano
,
turbavano
la sua
correttezza
anglosassone
,
finivano
quasi per
irritarlo
.
Finalmente la
contessa
arrivò
: una
bruna
,
alta
,
magrissima
, senza
petto
, con due
occhioni
enormi
,
inquieti
,
febbricitanti
; d'una
eleganza
indefinibile
,
originale
,
capricciosa
e
chifonnée
. Ella si
era
legata
con la
nuova
venuta, le aveva
reso
nei
primi
tempi
tutti i
minuti
servigi
che si
debbono
ai
forestieri
,
mettendo
a sua
disposizione
la propria
carrozza
, facendole da
guida
per la
città
,
accompagnandola
nel
mondo
. La
contessa
le
dimostrava
la propria
gratitudine
,
confidandosi
con lei,
dicendo
che
trovava
Palermo
una
bella
città
, ma che vi stava a
malincuore
,
perchè
aveva
lasciato
altrove la
miglior
parte
di
sè
,
perchè
suo
marito
era
per lei da tanto
tempo
un
estraneo
. Un
giorno
si erano
chiamate
di tu;
ora
ella la
considerava
come un'
intima
amica
. Il
conte
,
traendo
profitto
della
frequenza
dei loro
incontri
,
insisteva
nella sua
corte
, nelle sue
allusioni
; ella lo
lasciava
dire
,
sedotta
da quella
condizione
drammatica
, dalla
lotta
che
imaginava
si
combattesse
in
sè
stessa fra il
rispetto
che
doveva
all'
amica
e la
simpatia
sempre più
forte
che l'
uomo
le
ispirava
. Però, quando la
contessa
si
lagnava
della propria
solitudine
, ella la
confortava
:
- Ma tu hai accanto tuo
marito
! un
marito
che tutte t'
invidiano
! che è il
cucco
delle nostre
signore
...
L'altra
alzava
le
spalle
,
affondava
il
capo
nella
touffe
di
tulle
che
portava
sempre
annodata
intorno
al
collo
esile
.
- Te lo
regalo
... lo vuoi?...
Egli, come la
capitava
sola
,
riprendeva
con
maggiore
insistenza
:
- Avete
giurato
di farmi
dannare
?...
Perchè
siete così?...
- Così, come, di
grazia
?
- Così
tentatrice
, così
diabolica
, così
divina
?...
Sorridete
, sì;
sapete
che per un vostro
sorriso
qualcuno
darebbe
la
vita
?
- Ah! ah!... - ella
rideva
, di
cuore
. - Ma
sa
che lei è di
pessimo
gusto
?... Ha sua
moglie
vicina
, che
vale
tanto più di me...
- Lo
dica
un'altra
volta
!
- E
parla
del mio
sorriso
!... Ma il
sorriso
di sua
moglie
è un
incanto
!... Non mi
parli
, per
carità
, delle
bocche
piccole
come la mia. Le
labbra
di sua
moglie
sono dei
petali
carnosi
!... E quel
pallore
così
distinto
! e quello
sguardo
che
affascina
! quel
languore
pieno
di
soavità
, quella
voce
che è una
melodia
!...
Uomo
,
farei
pazzie
per lei!...
Sentiva
quel che
diceva
, ma
pensava
pure
che
fosse
dover
suo
tenergli
quel
linguaggio
; poi ancora le
piaceva
ascoltar
le
proteste
del
conte
, che erano altrettante
esaltazioni
della
bellezza
sua propria. E come egli, più
umilmente
, a
voce
più
bassa
,
esprimeva
il suo
voto
, ella lo
interrompeva
:
-
Tacete
!... No, mai!...
- Ma
perchè
? Vi
dispiaccio
tanto? Sono così
disgraziato
da
riuscirvi
intollerabile
?
Messa
alle
strette
, ella
evitava
di
rispondere
.
- Che
c'
entra
questo?... Io ho dei
doveri
... e voi anche!...
Allora egli
sorrideva
un poco,
scetticamente
.
-
Doveri
?... Ma se da per tutto si fa così!...
E aveva
preso
a
deridere
gli
sciocchi
scrupoli
provinciali
, la
buffa
gelosia
da
Arabi
andati
a
male
dei
Siciliani
,
narrando
quel che si faceva da per tutto, le
raffinatezze
del
piacere
, gli
sfrenamenti
delle
orgie
. A poco a poco le sue
parole
diventavano
più
crude
; ella
avvampava
,
ascoltandole
.
Grandi
dame
che si
vendevano
,
velate
, in
casa
di
provveditrici
discrete
, quando avevano
bisogno
di
denaro
;
duchesse
spagnuole
che facevano
chiamare
i
toreadori
più
gagliardi
;
alte
cortigiane
che
ricevevano
i
principi
nei
letti
dalle
lenzuola
di
raso
nero
perchè
il
roseo
delle
carni
spiccasse
di più; le
orgie
imperiali
di
Saint-Cloud
, le
caccie
aux
flambeaux
in cui le
prede
erano
rappresentate
da
donne
ignude
... Malgrado l'
ansia
malsana
di
sapere
quelle
cose
, ella gl'
imponeva
di
tacere
, si
portava
le
mani
alle
orecchie
; egli
continuava
. La
contessa
di
Streetford
, prima di
andare
a
Corte
, quando
era
vestita
di tutto
punto
,
sfolgorante
di
gemme
, si
abbandonava
al suo
cocchiere
in
livrea
; la
Cordellani
riceveva
con certi
accappatoi
ovattati
che s'
aprivano
rapidamente
, in
modo
che ella poteva
mostrarsi
tutta agli
amanti
negli
intervalli
fra una
visita
e un'altra; la
principessa
Valitzine
, la
celebre
Russa
, aveva dei
gusti
contro
natura
... Ella si
chiedeva
come
era
arrivata
fino
al
punto
che quell'
uomo
le
parlasse
così!
Ritrovandola
, egli
cercava
di
ricominciare
.
-
Basta
! -
esclamava
lei - non voglio
saper
nulla, non voglio
nausearmi
...
- Ma la
vita
è così!
- È molto
brutta
,
convenitene
...
- Bisogna
conoscerla
!
E le
parlava
delle
donne
che aveva avute:
analizzava
la loro
bellezza
,
entrava
in
particolari
intimi
, faceva dei
paragoni
con lei,
riferiva
le
fantasie
, le
stranezze
che avevano avute alcune, le
sensazioni
che gli avevano
procurato
altre: una
corsa
di
notte
, in
islitta
, a
Bucarest
, sotto le
pelliccie
, in un
deserto
di
neve
; la
visita
fatta con la
moglie
del suo
ambasciatore
a un
museo
secreto
... Le
mandava
dei
libri
, dei
romanzi
; ogni
volta
erano più
arditi
, più
liberi
. Ella si
sentiva
prendere
insensibilmente
, malgrado il
proposito
di
resistergli
.
Fingeva
di non
comprendere
le
cose
che le
diceva
, gli
restituiva
quei
libri
senza
parlargliene
,
pensando
così di non
compromettersi
; ma si
sentiva
tutta
inerme
dinanzi a lui,
sedotta
dall'
idea
ch'egli la
desiderasse
,
vedendosi
messa
per questo solo a
paro
con tutte quelle
donne
più
belle
, più
ricche
, più
nobili
;
presa
certe
volte
,
repentinamente
, dalla
folle
tentazione
di
sentirsi
giudicar
tutta da un
conoscitore
suo
pari
... E una
soggezione
la
vinceva
,
pensava
intimidita
che egli
doveva
trovarla
molto
provinciale
; aveva
paura
, lei così
padrona
di
sè
, di
commettere
delle
gaucheries
. Egli
era
vissuto
nel
fasto
delle
Corti
,
conosceva
i
secreti
delle
alcove
regali
!... Però, come si faceva più
ardito
, ella lo
scostava
:
- No, è
inutile
!... Vostra
moglie
mi è
amica
... non la
tradirò
mai!...
-
Tradire
? No, non la
tradirete
...
Ella
rovesciava
il
capo
,
lasciava
pendere
un
braccio
,
oppressa
,
turbata
, intanto che egli le
alitava
in
viso
,
mormorando
:
- Non
c'
è
bisogno
di
tradirla
...
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