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Federico De Roberto: Raccolta di opere
Federico De Roberto
L'illusione
PARTE SECONDA.
VI.
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VI.
Era
stata una
corruzione
sottile
,
lunga
e
sapiente
, una
febbre
malsana
, la
profanazione
dei suoi
sogni
d'
amor
forte
,
schietto
e
trionfante
. Non aveva
amato
quell'
uomo
,
era
stata
ubbriacata
da lui. Durante il
torpore
in cui i suoi
sguardi
e le sue
parole
l'avevano
immersa
, ogni
tentativo
di
rivolta
era
stato
soffocato
dall'
idea
della propria
ignoranza
, dall'
esempio
delle altre, dall'
ansietà
di
sapere
,
fin
quando quell'
uomo
era
andato
via
com'
era
venuto, da un
giorno
all'altro,
portandosi
qualche cosa di lei, del suo
pudore
, del suo
candore
,
lasciandole
in
fondo
all'
anima
, con un
amaro
disgusto
, un'
irrequietezza
scontenta
e come il
bisogno
d'una
purificazione
, d'un
ideale
lavacro
.
L'
improvvisa
decisione
di
Guglielmo
di
partire
per la
capitale
operò
in
buon
punto
una
diversione
nello
spirito
di lei. Il
marchese
stava sempre
male
, ma egli stesso aveva
consigliato
loro di
andar
via
, per
mettere
un
freno
alla
prodigalità
pazza
del
nipote
, che
restando
a
Palermo
, in
mezzo
alla
Società
abituata
a
vedere
il suo
lusso
, non avrebbe mai
saputo
frenarsi
. Il
bambino
era
affidato
, pel
momento
, alla
zia
Carlotta
ed a
Stefana
.
I
preparativi
della
partenza
, le
visite
di
congedo
, il
viaggio
, la
distrassero
; ella
era
piena
di
vaghe
fantasie
, di
aspettazioni
indecise
,
cercava
di
rappresentarsi
quel che le sarebbe
accaduto
in quella
nuova
fase
della sua
vita
che stava per
cominciare
. Nei
primi
giorni
di
Roma
, dinanzi alla
folla
sconosciuta
, con l'
oppressione
d'un
inverno
rigido
, non
trovò
che delle
crisi
d'
angoscia
muta
e
sconfinata
. Poi, come
lasciarono
l'
albergo
per un
quartiere
piccolo
ma
grazioso
, in
via
del
Tritone
, le
cure
dell'
assestamento
l'
occuparono
; a poco a poco la
vita
della
capitale
la
travolse
. Aveva
cominciato
per
andare
in
casa
di
Mazzarini
, il
ministro
siciliano
legato
con suo
nonno
da un
affetto
quasi
fraterno
; le sue
conoscenze
,
lì
, si
moltiplicarono
rapidamente
. I
salotti
del
ministro
erano molto
frequentati
da
uomini
politici
, da
alti
funzionarii
, da
ufficiali
; non v'
era
però l'
alta
aristocrazia
, le
grandi
dame
fra le quali ella si
struggeva
di
prendere
posto
. Una
sera
, si
vide
guardare
da un
giovane
alto
,
magro
, coi
capelli
bruni
, i
baffetti
biondi
. Malgrado gli
anni
trascorsi
, lo
ravvisò
subito; il
deputato
Arconti
, che aveva
incontrato
durante il suo
viaggio
di
nozze
.
Avvicinatosi
alla
padrona
di
casa
, egli le venne
incontro
insieme
con lei.
- L'
onorevole
Arconti
... -
cominciò
la
Mazzarini
.
Ella stava per
dire
qualche cosa; l'altro la
prevenne
:
- Io non
so
più se ella si
rammenta
che ebbi già l'
onore
di
esserle
presentato
, cinque
anni
addietro
...
- Ma sì,
rammento
benissimo
...
- Il
giorno
dell'
inaugurazione
della
legislatura
passata
, all'
albergo
di
Milano
...
Questa
precisione
di
ricordi
da
parte
d'una
persona
che
doveva
conoscere
tanta
gente
la
stupì
un poco. Voleva dunque
dire
che ella gli aveva
lasciata
un'
impressione
speciale
?... E intanto che egli
parlava
della
Sicilia
, del suo
desiderio
di
andarvi
, d'un
giro
che
prossimamente
vi avrebbe
fatto
in
missione
parlamentare
, ella lo
guardava
,
cercando
di
scoprire
l'
intimo
pensiero
di lui
dietro
alle sue
parole
rapide
e
calde
,
dietro
al suo
sguardo
scintillante
,
penetrante
,
irresistibile
. "Gli
piaccio
!..." si
diceva
; "che
effetto
produco
su lui!" Ed ella
restava
piena
della sua
figura
, della sua
voce
. Non
era
bello
, ma
pieno
di
simpatia
, col
fuoco
che lo
animava
, con la
schiettezza
buona
che
traspariva
dai suoi
occhi
vivaci
. Un
interesse
che non voleva ancora
confessarsi
la
induceva
a
parlare
di lui, a
chieder
notizie
intorno
alla sua
persona
ed ai suoi
casi
. Così venne a
sapere
che egli
apparteneva
ad una
nobile
famiglia
lombarda
, ma che, alla
Camera
,
sedeva
verso l'
estrema
sinistra
. Un
gran
dolore
gettava
un'
ombra
nella sua
vita
:
fidanzato
a una
bella
fanciulla
,
gracile
e
delicata
, nel cui
petto
un
germe
mortale
aveva già
cominciato
secretamente
la sua
opera
distruttrice
, egli
era
stato
spettatore
d'un'
agonia
straziata
in entrambi dall'
idea
della
felicità
perduta
sul
punto
che stava per
essere
raggiunta
.
Dicevano
che il
giorno
in cui la
poveretta
s'
era
spenta
, avean
dovuto
strappargli
a
viva
forza
il suo
revolver
,
perchè
egli non voleva
sopravvivere
alla
creatura
adorata
.
Era
stato
sul
punto
d'
impazzire
, poi aveva
viaggiato
lungamente
; di
ritorno
in
patria
, s'
era
buttato
alla
politica
.
Possedeva
una
coltura
brillante
,
era
un
oratore
irresistibile
, una
natura
di
fuoco
. Ella si
lasciava
vincere
da una
curiosità
irrequieta
, si
chiedeva
se quell'
uomo
potesse
amare
ancora,
studiava
il
senso
della
premura
con cui s'
era
fatto
ripresentare
.
Aspettava
che venisse a
trovarla
;
lasciò
invece una
carta
. Però lo
incontrava
sempre dalla
Mazzarini
; ed egli le si
metteva
vicino, le
parlava
a lungo: delle
conversazioni
attraenti
, nelle quali il
giovane
mostrava
una
rispettosa
deferenza
per tutte le
opinioni
di lei. Ma come ella
manifestò
una
sera
il
desiderio
di
assistere
qualche
volta
alle
sedute
della
Camera
, egli
protestò
:
- No! no!... Non ci venga!...
-
Perchè
?
-
Perchè
quell'
ambiente
falso
,
vecchio
,
ammorbato
, è
letale
per tutto ciò che è
grazia
,
freschezza
e
serenità
...
Perchè
gli
sguardi
fatti
per
contemplare
le
cose
belle
, tutto ciò che
riluce
e
sorride
, non si
debbono
perdere
in quel
limbo
tristo
!...
- Lei intanto ci
vive
.
Egli
tacque
un poco; poi
rispose
,
piano
:
- Io
seguo
i
precetti
della
medicina
omeopatica
:
curo
la
tristezza
con la
tristezza
.
Ella
pensava
: "Se quest'
uomo
mi
amasse
? Lo
amerei
anch'io?..." Non si
rispondeva
, però una
gaiezza
insolita
le
metteva
dei
muti
sorrisi
sulle
labbra
; si
diceva
: "Qualche cosa
nascerà
!..."
Gli aveva
detto
che
era
in
casa
tutti i
martedì
: e il
martedì
seguente
che ella
era
sola
, con un
libro
chiuso
fra le
mani
e il
pensiero
rivolto
a lui, venne a
trovarla
. Vi
era
, nella sua
voce
sommessa
, qualche cosa di
turbato
intanto che le
parlava
ancora della
Sicilia
.
- E lei è
nata
proprio a
Palermo
?
- Io sono
fiorentina
!
Ascoltava
intento
le
spiegazioni
che ella gli
dava
sulla propria
famiglia
; la
interrompeva
di
tratto
in
tratto
per
chiedere
qualche cosa, dei
minuti
particolari
.
- Io
andrò
presto in
Sicilia
... Ma,
fanciulla
,
dove
è
vissuta
?
- A
Milazzo
.
Si
sentì
intenerire
all'
idea
che egli
pensasse
al suo
passato
di
giovanetta
,
udendogli
pronunziare
quella
parola
:
fanciulla
, in cui le
era
parso
di
sentire
come una
blanda
carezza
.
La
conversazione
durò
ancora un poco; quando egli fu
andato
via
, ella
restò
con un certo
senso
di
disinganno
, come se qualcosa d'
aspettato
non
fosse
avvenuto
. Voleva dunque che le
cadesse
ai
piedi
? Ella
scherniva
la
fretta
da cui la propria
imaginazione
era
presa
; però aveva la
certezza
di non essergli
indifferente
. E un
gran
signore
romano
, il
principe
di
Lucrino
, che le avevano
presentato
in
casa
Varconati
, la
guardava
a lungo anche lui.
Era
un altro
tipo
: non s'
occupava
d'altro se non di
sport
, voleva fare la
vita
dell'
allevatore
: ogni
giorno
alle
sette
del
mattino
saliva
sopra un
due-ruote
e
fino
alle dieci
addestrava
un
cavallo
, col
bavero
del
paltò
sul
collo
, un
plaid
sulle
ginocchia
e
grossi
guanti
alle
mani
. Poi
andava
a far
colezione
, e subito
dopo
riprendeva
a
guidare
fino
alle quattro.
Assisteva
alla
ferratura
degli
animali
, faceva
mettere
sotto i propri
occhi
la
biada
in
macerazione
, e
comprava
lui stesso gli
arnesi
occorrenti
nella
scuderia
. I suoi
amici
lo
mettevano
un poco in
canzonatura
,
contestavano
la sua
competenza
. La sua
conversazione
era
molto
limitata
:
razze
,
corse
,
premii
,
allevamenti
. Tutte le
volte
che egli la
incontrava
, l'
osservava
da
capo
a
piedi
, con l'
occhio
avvezzo
a
giudicare
le
belle
forme
dei
nobili
animali
. Ella
discuteva
tra
sè
le
qualità
di quest'altro. Non aveva l'
ingegno
e la
cultura
del
deputato
, ma un
nome
più
sonoro
, una più
alta
posizione
sociale
e la
passione
per quella
vita
di
signorili
passatempi
alla quale ella stessa si
sentiva
portata
. Egli poteva
dare
l'
ebbrezza
dei
successi
mondani
; l'altro
parlava
alla
mente
ed al
cuore
. L'
amor
proprio di lei
era
solleticato
da quei
desiderii
destati
in due
uomini
appartenenti
all'
élite
della
capitale
. Del
resto
, la sua
bellezza
, le sue
doti
intellettuali
le
procuravano
da per tutto l'
accoglienza
più
lieta
. Le
restava
di
andare
a
Corte
: la
Mazzarini
s'
era
incaricata
delle
pratiche
occorrenti
.
Ella
studiava
attentamente
gli
usi
della
società
, per
correggere
i
provincialismi
dei quali poteva
essere
attaccata
. A
Palermo
, nel suo
giorno
, il
cameriere
annunziava
le
visite
:
vedendo
che dalla
principessa
di
Castrano
questo non si faceva,
diede
ordine
di
smettere
. Alcune
signore
ricevevano
coi
guanti
, altri senza: ella li
lasciava
da
parte
,
perchè
s'
ammirasse
la sua
mano
; e quando
arrivavano
delle
lettere
d'
amiche
, le
fiutava
prima di
leggerle
, per
sapere
quale
profumo
era
più in
voga
.
Venne anche il
principe
a
trovarla
. Come ella aveva
visite
, dei
Siciliani
di
passaggio
, fu tutta
lieta
di
mostrar
loro che
relazioni
avesse
stretto
. Per far
parlare
il
principe
,
avviò
il
discorso
sul suo
tema
favorito
,
chiedendogli
delle
notizie
e degli
schiarimenti
. Egli
descrisse
capo
per
capo
la sua
scuderia
,
annunziando
che il suo
Rataplan
era
già
iscritto
a
Palermo
per la
riunione
di
fine
marzo
.
Parlava
con una
voce
molle
,
strascicata
, da
prete
.
- Ma coi nostri
fantini
!... In
Francia
,
fantini
e
trainers
sono tutti
inglesi
; solo in
Germania
, a
Francoforte
, ho
visto
fantini
tedeschi
. Ogni
ottobre
, i
Francesi
fanno delle
corse
di
prova
: bisogna
vederli
,
sembrano
altrettante
scimmie
a
cavallo
...
- Del
resto
, l'
Inghilterra
è la
patria
dello
sport
...
- Però, vi sono
buoni
allevatori
anche in
Francia
.
Adesso
non solo
battono
gl'
Inglesi
che vengono da loro, ma
vanno
a
contendergli
il
campo
fino
a
Londra
.
Cominciò
Gladiateur
, il
primo
francese
vincitore
del
Derby
. Un
cavallo
!
Arricchì
il
proprietario
ed il
fantino
, che
scommisero
tutto, anche quello che non avevano...
Non
parlò
d'altro. Ella faceva tra di
sè
un
paragone
fra questa e la
visita
del
deputato
, fra le
impressioni
diverse
che i loro
discorsi
e i loro
atteggiamenti
le avevano
lasciato
. Le loro
qualità
erano
assolutamente
opposte
. Ella
antivedeva
il
momento
in cui avrebbe
dovuto
scegliere
; poi si
domandava
: "
Perchè
?" Non poteva
accogliere
egualmente
gli
omaggi
di entrambi?
Pensava
dunque a
cadere
con uno dei due?... E la sua
mente
correva
alle
signore
romane
che erano
cadute
, di cui
Aldobrandi
le aveva
narrato
le
avventure
: la
Triburzi
che
era
con
Gelli
, la
Respigliani
che aveva
fatto
dei
figliuoli
col
marchese
d'
Empoli
, la
Ferazzano
che aveva
abbandonato
per
Marino
Cortona
il
conte
di
Borgia
, il quale si
era
vendicato
riferendo
agli
amici
, in
pieno
Caffè
di
Roma
, tutto quello che aveva
ottenuto
da lei...
Al
principe
davano
delle
amanti
: l'
idea
di
toglierlo
ad esse la
tentava
. Ma la
vita
austera
di
Arconti
aveva
pure
la sua
seduzione
. Un
pomeriggio
che
era
al
Pincio
, in
carrozza
chiusa
,
ferma
sul
piazzale
, lo
vide
che le si
avvicinava
, col
cappello
in
mano
. Ella
sussultò
un poco,
comprendendo
che
era
lì
ad
aspettarla
.
Disse
,
porgendogli
la
destra
:
- Lei qui, tutto solo?
- Mi sono
messo
in
vacanza
!
I suoi
occhi
ridevano
.
Parlava
della
dolcezza
della
stagione
, le
chiedeva
, con un'
insistenza
discreta
:
- Non
scende
un poco?
Ella ebbe un
istante
di
esitazione
. Non avrebbe
fatto
questo a
Palermo
; ma
era
alla
capitale
, nessuno la
conosceva
...
Egli
aprì
lo
sportello
, le
porse
la
mano
. Il
giardino
era
quasi
deserto
: delle
coppie
che si
allontanavano
pei
viali
, qualche
straniero
fermo
contro il
parapetto
a
guardare
in
giro
col
cannocchiale
.
Grandi
nuvole
rosse
striavano
il
cielo
, verso
Monte
Mario
.
- Si
direbbe
un
incendio
!...
- È
bello
!... -
esclamò
lei. - Non la fa
pensare
a
Nerone
?...
- Sì, ma... Forse
dirò
un'
eresia
...
- Che cosa?
- Io
capisco
poco
Roma
antica
, la
grandiosità
delle
vecchie
pietre
.
- Oh, non lo
ripeta
!...
In
fondo
,
era
d'
accordo
con lui; ma le
pareva
che stesse
bene
mostrarsi
un poco
scandalizzata
.
- Lei così
intelligente
!... -
soggiunse
.
- Che cosa ne
sa
?
- Ma è il
giudizio
di tutti!
-
Potrebb
'
essere
una
calunnia
...
- Tutto ciò che lei
dice
dimostra
il
contrario
.
Camminandole
a
fianco
, egli
chinava
un poco il
capo
, in
atto
di
ringraziamento
un poco
scettico
.
- Allora, è
segno
che la mia
intelligenza
non
arriva
a certe
cose
.
- Ma non è
stato
mai al
Foro
Romano
, in un
tramonto
come questo? Non le è
parso
di
veder
sfilare
le
legioni
vittoriose
sotto gli
archi
trionfali
?...
Guardi
lassù
; non sono gli
uccelli
da cui
Romolo
trasse
gli
auspicii
?...
Parlava
vivacemente
,
affrettando
i suoi
piccoli
passi
. Egli
esclamò
,
ammirato
:
- Come s'
entusiasma
!... Sì, sì, ma io
vivo
nel
mondo
moderno
, e
ammiro
quello che
capisco
, quello che è
moderno
come me...
Debbo
dirlo
?...
Darei
tutta la
pittura
classica
per un
pastello
del De
Nittis
....
- Oh! oh!... - ella
soffermossi
un
istante
,
scuotendo
il
capo
,
protestando
.
Egli la
guardò
ancora, tutta; poi
disse
:
- Ecco, per
esempio
: in questo
momento
, sotto questi
alberi
, lei è un
pastello
del De
Nittis
.
-
Purchè
non
incominci
coi
madrigali
?
Riprese
il suo
moto
affrettato
,
sorridendo
interiormente
.
Adesso
egli
taceva
, e il suo
silenzio
le
permetteva
di
assaporare
l'
incanto
di quell'
ora
.
Parlò
ella stessa per la prima,
chiedendo
:
- È
stato
molte
volte
a
Parigi
?
- Tre
volte
.
Probabilmente
vi
ritornerò
in
estate
. È quella, l'
urbe
... Non la
conosce
?
- No, e me ne
duole
tanto!
Egli
propose
:
- Venga anche lei!
Per tutta
risposta
,
alzò
un poco le
spalle
, con una
mossa
enimmatica
, intanto che un
pensiero
si
formulava
nella sua
mente
, in due
parole
: "Se
fosse
?..."
Libera
,
sola
con quell'
uomo
,
assaporare
la
vita
che aveva
sognata
!... Non lo
ascoltava
più,
perduta
dietro
ad una
visione
, con lo
spirito
lontano
da quel
luogo
e da quel
tempo
. Un
alito
freddo
la
scosse
:
cercò
con gli
occhi
la sua
carrozza
.
Egli
disse
,
piano
:
-
Va
via
?
- È
tardi
.
- Che
peccato
!...
E intanto che la
carrozza
discendeva
pei
viali
serpeggianti
, che
correva
per le
vie
della
città
, ella si
ripeteva
ancora,
imaginando
l'
intimità
suprema
con quell'
uomo
: "Se
fosse
?... se
fosse
?..."
Ora
, l'
imagine
del
principe
si
scoloriva
, si
eclissava
dietro
a quella di lui: ella
pensava
che non avrebbe
trovato
mai uno più
degno
dell'
amor
suo. Ma
perchè
non le
diceva
ancora nulla? La
seguiva
da per tutto, si
trovava
spesso
sul suo
passaggio
, veniva ancora a
trovarla
lassù
al
Pincio
, alla stessa
ora
dell'altra
volta
, come si fossero
dato
tacitamente
un
convegno
; ma le
parole
di lui non
esprimevano
nulla più d'un'
ammirazione
rispettosa
. Se egli non l'
amava
? Se
era
pieno
della sua
morta
? Se aveva
giurato
di
rimaner
fedele
al
ricordo
di lei?... Ella lo
imaginava
dibattersi
tra l'
antico
e il
nuovo
amore
,
pensava
che il
culto
delle
memorie
potesse
trionfare
in un'
anima
come la sua; poi
scuoteva
il
capo
, si
diceva
scetticamente
: "Questo
avviene
nei
romanzi
!..." Ma, a tale
persuasione
in cui
riconosceva
il
frutto
della
trista
scuola
per la quale
era
passata
, uno
scontento
di
sè
la
prendeva
; ella
protestava
in
nome
dell'
ideale
, della
poesia
, in
nome
dello stesso
sentimento
dolce
,
delicato
, che quell'
uomo
le
ispirava
... Ebbene, se egli
soffriva
ancora per la
perdita
amara
, se
ricordava
sempre la
povera
morta
, ella avrebbe
agognato
di
ricevere
le sue
confidenze
, d'esser per lui una
consolatrice
, un'
amica
del
cuore
, una
sorella
. Un
affetto
puro
, un
sentimento
disinteressato
,
nascosto
a tutti,
gelosamente
preservato
dalle
cadute
fatali
, non
era
quel che
conveniva
ad entrambi?...
Delle
volte
, egli
era
un poco più
ardito
del
consueto
, la
guardava
insistentemente
, come sul
punto
di
confessarle
qualche cosa; poi
tornava
alla
discretezza
timida
di prima. Per alcuni
giorni
non si fece
vedere
: ella non l'
incontrò
in nessun
posto
. Allora, ad un
tratto
, all'
irrequietezza
sorta
in lei, ella si
confessava
la
verità
che aveva
cercato
nascondersi
. Ella lo
amava
d'
amore
! Aveva
bisogno
di lui, di
udir
la sua
voce
, di
vedere
la sua
figura
, di
ricevere
i suoi
omaggi
! Non
sapeva
che
pensare
, si
domandava
se gli aveva
fatto
qualche cosa
perchè
la
trascurasse
così.
Temeva
che
fosse
ammalato
, che
fosse
andato
via
; ma non
osava
chieder
di lui per
paura
che la
gente
le
leggesse
in
viso
il suo
secreto
. Erano
passate
due
settimane
; ella
cominciava
a
smaniare
. E come un
giorno
udì
discorrere
d'un'
interpellanza
interessante
che
doveva
svolgersi
alla
Camera
,
decise
di
recarvisi
.
La
Mazzarini
le
propose
di
andare
insieme
, nelle
tribune
della
Presidenza
. Il
segretario
di Sua
Eccellenza
le
accompagnava
; però, appena
entrate
, dei
deputati
vennero ad
ossequiare
la
moglie
del
ministro
,
offrendosi
di
guidarla
.
- Tu non hai
visto
ancora
Montecitorio
? -
chiese
la
Mazzarini
.
E
cominciò
a farla
girare
per le
sale
. Dai
divani
sui quali stavano
sdraiati
, degli
onorevoli
si
levavano
, al
passaggio
delle
signore
. Ella
credeva
di
vedere
Arconti
da un
momento
all'altro;
pensava
: "Qui
vive
una
parte
della sua
vita
!..." ma egli non
compariva
. Le
sale
di
conversazione
, di
lettura
, il
gabinetto
della
presidenza
, la
biblioteca
.... l'
amica
non le
risparmiava
nulla ed ella
cominciava
ad
essere
stanca
ed
impaziente
. L'
aria
calda
, il
leggiero
tanfo
di
fumo
e di
stoffe
polverose
le
davano
fastidio
. Finalmente,
attraversato
uno
stretto
corridoio
, si
trovò
nella
tribuna
.
L'
aula
era
spopolata
,
semi-buia
in quella
grigia
giornata
di
febbraio
. Un
nuovo
disinganno
: per la
distanza
, ella non
discerneva
le
fisonomie
.
- Chi
c'
è? -
chiese
la
Mazzarini
,
guardando
in
giro
con l'
occhialino
.
Il
segretario
nominò
alcune
notabilità
,
cominciando
dalla
destra
; poi
disse
:
- Ecco l'
onorevole
Arconti
. Ella lo
distinse
confusamente
.
- Chi
parla
?
- L'
onorevole
Stampini
.
Si
udiva
solo un
borbottio
confuso
. Il
tema
delle
interpellanze
era
il
lavoro
delle
donne
e dei
fanciulli
, a
proposito
di un
disastro
accaduto
in
Romagna
; ma gli
oratori
ascoltati
non avevano ancora la
parola
. Degli
onorevoli
venivano ad
ossequiare
la
Mazzarini
, che li
presentava
all'
amica
, non
lasciando
di
discorrere
intorno
ai
progetti
di
legislazione
sociale
. Ella
aspettava
che venisse anche lui. Invece, dei
campanelli
elettrici
squillarono
, l'
aula
si
popolò
, i
visitatori
si
congedarono
.
- La
parola
è all'
onorevole
Bernardi
.
- L'ex
ministro
,
sai
.... -
commentò
la
Mazzarini
-
Ascolta
che
eloquenza
!
L'
oratore
,
circondato
da un
gruppo
di
colleghi
,
cominciò
a
parlare
. Una
voce
fredda
,
studiata
, delle
parole
che si
spiccicavano
una
dopo
l'altra, come per
darsi
il
tempo
di
cercarle
; ma dei
periodi
filati
,
interminabili
,
correttissimi
. Ella si
chiedeva
,
guardando
verso il
posto
di
Arconti
: "Non m'ha
veduta
?..." Il
deputato
sedette
, fra un
mormorio
di
approvazione
.
Sorse
un altro, al
centro
. Ella
cominciava
a
seccarsi
; col
buio
crescente
non si
vedeva
più nulla.
- Potrebbero
accendere
, però....
- È presto -
rispose
la
Mazzarini
che, non
perdendo
una
sillaba
dell'
oratore
,
scuoteva
tratto
tratto
il
capo
ed
esclamava
: - Non è
vero
!.. ci sono i
documenti
!... -
chinandosi
poi verso di lei, quasi a
persuaderla
del
torto
di quell'altro.
Dal
banco
dei
ministri
si
udì
un'
interruzione
; delle
voci
sorsero
: "
Domando
la
parola
!..." e il
presidente
scampanellò
.
Dopo
un
terzo
discorso
, s'
alzò
il
ministro
dell'
agricoltura
. Ella
era
disperata
:
Arconti
non sarebbe venuto; la
noia
di quella
seduta
non avrebbe avuto più
fine
.
-
Senti
,
senti
!... -
diceva
la
Mazzarini
,
interessandosi
sempre più alla
discussione
.
Ma come il
ministro
ebbe
finito
, ella
propose
: -
Andiamo
via
? ho da far qualche
visita
.
L'
amica
era
già
alzata
, quando, nel
mormorio
confuso
che
seguiva
il
discorso
, s'
udì
la
voce
del
presidente
che
annunziava
:
- La
parola
è all'
onorevole
Arconti
.
Ella si
sentì
scuotere
da
capo
a
piedi
; avrebbe voluto
restare
, ma per
paura
di
tradirsi
si
contenne
. Non
udì
che le
prime
parole
di lui, la
voce
calda
,
vibrata
,
squillante
, che
arrivava
diritto
fino
alla
tribuna
.
Uscendo
, il suo
umor
nero
crebbe
a
dismisura
, ella s'
accusava
d'
impazienza
, poi
tentava
di
persuadersi
che non gl'
importava
di lui, e ad un
tratto
si
accorgeva
dei
passi
giganti
che la sua
passione
aveva
fatto
. Sul
Corso
accendevano
i
primi
lampioni
, e il
cielo
era
ancora
chiaro
: la
folla
ingombrava
i
marciapiedi
, le
carrozze
sfilavano
a
processione
incrociandosi
con la sua. Mentre l'
amica
parlava
ancora di
politica
, ella
pensava
che se quell'
uomo
le avesse
dette
delle
parole
d'
amore
, gli sarebbe
caduta
tra le
braccia
.
Perchè
, invece, non s'
era
fatto
vedere
? Come non
capiva
?...
Quando
tornò
a
casa
e
trovò
la
comunicazione
della prima
dama
di
Corte
che
annunziava
l'
udienza
della
regina
per il 20
gennaio
, non
pensò
più a lui.
Chiedeva
dei
consigli
,
preparava
la sua
toletta
, con un'
ansietà
febbrile
, con un
piacere
misto
ad una
specie
di
paura
, col
sentimento
che
imaginava
dovesse
provare
un
soldato
la
vigilia
d'una
rivista
,
affascinata
e
turbata
insieme
all'
idea
di
contemplar
da vicino la
maestà
regale
.... Come il
momento
s'
avvicinava
, la sua
emozione
cresceva
; però, dalla
carrozza
della
Mazzarini
che
saliva
su al
Quirinale
, avrebbe voluto far
sapere
alla
gente
in qual
luogo
ella
andava
. E come in
sogno
,
passava
dinanzi ai
soldati
ed ai
corazzieri
,
saliva
su per lo
scalone
,
attraversava
la
fila
delle
sale
,
rispondeva
agli
inchini
dei
cerimonieri
, si
trovava
nel
salotto
dove
le altre
signore
stavano ad
aspettare
. Ve n'
era
una,
infagottata
dentro
una
casacca
inqualificabile
,
goffa
ed
impacciata
.
- Chi è? -
chiese
all'
amica
.
- La
moglie
d'un
magistrato
; non
rammento
il
nome
.
- Ma non si viene a
Corte
in un
simile
accoutrement
, non
trovi
?
A un
tratto
,
entrò
la
regina
: un
fruscio
di
stoffe
, il
triplice
inchino
. Ella
divorava
cogli
occhi
la
figura
della
sovrana
, ne
afferrava
tutt'
insieme
la
toletta
e la
fisonomia
, l'
incesso
e l'
espressione
,
liberata
assolutamente
dalla
soggezione
che l'aveva
tenuta
sin
lì
. Sua
Maestà
,
salutando
in
giro
le
dame
,
arrivò
fino
a lei.
- La
signora
Duffredi
.
- Dei
Duffredi
di
Sicilia
?
-
Maestà
sì. Sono anzi i
soli
....
- No, no: ve n'è degli altri, a
Venezia
. Non lo
sapeva
? E però un'altra
famiglia
. La loro
discende
da
casa
d'
Altavilla
, non è
vero
?
- Si,
Maestà
....
Con un
sorriso
,
passò
oltre.
- Che
bella
toletta
!... -
osservò
piano
la
Mazzarini
.
La
sovrana
parlava
adesso
con
vivacità
, in
mezzo
a un
gruppo
di
dame
con le quali
era
intima
; poi si
rivolgeva
affabilmente
ora
all'una
ora
all'altra delle
nuove
presentate
. Il
discorso
, dalle
notizie
d'
Oriente
,
passava
alla
letteratura
slava
; Sua
Maestà
citava
la
leggenda
di
Marco
Kraljevich
e,
nominato
il
Karageorgevitch
, si
volse
a lei,
dicendo
scherzosamente
:
- Anche loro potrebbero
vantar
dei
diritti
sulle Due
Sicilie
!
Tutte la
guardarono
. Ella
rispose
subito:
- Non abbiamo che i
doveri
di
sudditi
devoti
!
Guardandosi
intorno
, ella
ora
pensava
d'esser stata sempre in quella
sala
, non
credeva
di
doverne
andar
via
, e quando Sua
Maestà
si
ritirò
, le
rimase
un
leggiero
senso
di
rammarico
, come per un
bel
sogno
svanito
.
Per dei
giorni
, il
ricordo
di quell'
udienza
l'
occupò
tutta; i
giornali
la
citavano
fra le
dame
ricevute
dalla
sovrana
. La
figura
di
Arconti
si
relegava
al
secondo
piano
, quantunque quegli stessi
fogli
le
mettessero
continuamente
sotto gli
occhi
il suo
nome
, nel
commentare
il
discorso
da lui
pronunziato
alla
Camera
.
Dalla
Mazzarini
, un
giovedì
, se lo
vide
improvvisamente
dinanzi.
- Le mie
congratulazioni
! - gli
disse
.
-
Perchè
?
- Pel
successo
del suo
discorso
. Ero alla
Camera
, lei non m'ha
vista
: aveva da
badare
a
cose
più
importanti
!
Al
leggiero
sarcasmo
, egli
rispose
balbettando
confusamente
qualche
parola
. Non le
levava
gli
occhi
di
dosso
. Ella
sapeva
di star
bene
, si
sentiva
innalzata
sulla
folla
anonima
,
assaporava
il proprio
trionfo
. L'
esaltazione
la faceva
provocatrice
;
sostenendo
gli
sguardi
di lui,
insisteva
a
chiedergli
:
- Dov'è
stato
? Fuori di
Roma
?...
- No.
- Come non la
vedevo
da un
pezzo
....
- Non ne
imagina
la
cagione
?
- No,
davvero
!
- Ma non
vede
che è per lei?... che ho voluto
evitarla
a
posta
?...
Si
mise
a
ridere
mostrando
i
denti
.
- Le faccio dunque
paura
?
La sua
ilarità
era
un poco
forzata
, ella
ostentava
una
sicurezza
che dinanzi al
pericolo
non la
sosteneva
più. Erano
appartati
in un
angolo
; al
pianoforte
il
tenore
Bagnoni
cantava
il
Suonatore
di
lira
, di
Schubert
e le
note
soavi
, i
melodiosi
sospiri
accompagnavano
le
parole
del
giovane
:
- Sì....
paura
,
terrore
....
perchè
la mia
vita
dipende
da lei....
perchè
io l'
amo
....
Aveva
parlato
piano
,
lentamente
, con un
fervore
contenuto
, con uno
struggimento
nella
voce
e nello
sguardo
.
Ella
ansimava
un poco, col
cuore
che
precipitava
i suoi
battiti
.
Disse
,
socchiudendo
gli
occhi
,
contraendo
quasi
dolorosamente
le
labbra
.
- Per
pietà
.... non
aggiunga
altro....
- No; bisogna che m'
oda
.
Dei "
bene
", dei "
bravo
" si
levarono
intorno
. Egli
riprese
rapidamente
:
- Ho
creduto
di
morire
, non
osavo
parlare
,
pensavo
che mai le mie
parole
avrebbero potuto
salire
fino
a lei....
Delle
persone
si
avvicinarono
; ella
ingiunse
:
-
Taccia
; ci
ascoltano
....
Ora
non
comprendeva
quel che si
diceva
intorno
a lei; si
mise
a
parlare
senza
pensare
quel che
diceva
, col
viso
in
fiamme
, un
tumulto
nell'
anima
, gli
occhi
attratti
dagli
sguardi
di
Arconti
che
martoriava
un
guanto
. Avrebbe voluto
dirgli
: "Non
insista
, io non posso
ascoltarla
, si
scordi
di me...." Ma quelle
parole
non l'avrebbero
tradita
,
dimostrando
la sua
esitazione
?
Bisognava
essere
più
dura
, più
recisa
. Come, se ella lo
amava
?...
Egli
pareva
in
preda
a una
nervosità
irritata
, sempre
crescente
a
misura
che il
tempo
passava
senza che ella
restasse
un
momento
sola
. Della
gente
cominciava
ad
andar
via
, suo
marito
arrivò
. L'altro
era
scomparso
; e un
pentimento
la
prese
:
era
stata troppo
severa
, lo aveva
offeso
, egli la
fuggiva
!... Nell'
anticamera
, se lo
vide
dinanzi.
Aiutandola
a
mettersi
il
mantello
, le
disse
rapidamente
, con una
supplicazione
tenera
:
- Mi
permette
di
scriverle
?
Guglielmo
si
avvicinava
; ella ebbe
paura
, e
chinò
gli
occhi
. Una
lettera
di
fuoco
,
riletta
ogni
ora
,
custodita
sulla propria
persona
; delle
frasi
inaudite
che le
tornavano
a
memoria
, come una
musica
... "Il
sogno
sfrenato
d'una
mente
in
delirio
è dunque
compiuto
?... Io v'ho
detto
senza
morire
che siete l'
aspirazione
dell'
anima
mia?... No, non ve l'ho
detto
ancora!...
Sorriso
del
cielo
,
poesia
del
creato
,
nembo
d'
oro
e di
rose
, io
piego
i
ginocchi
dinanzi a voi,
sospirando
... Una
virtù
nuova
m'
infiamma
, la vostra
grazia
discende
su me!..."
La sua
cameriera
, che le aveva
data
quella prima, le
consegnò
altre
lettere
, i
giorni
seguenti
. Ella
fingeva
di
lasciarle
sulla
toletta
,
dando
a
intendere
che
doveva
consegnarle
a qualche altro. Le
leggeva
quando poteva, a
letto
, in
carrozza
, nel
bagno
. Ve n'
era
una
lunga
,
fittissima
, in cui egli
narrava
la
storia
di quell'
amore
, la
lotta
combattutasi
in lui prima di
confessarlo
, e un'altra
brevissima
, un
biglietto
dove
non si
conteneva
che un
pensiero
, una
imagine
, una
preghiera
. "Un vostro
rigo
, una vostra
parola
, qualche cosa di voi, che
emani
da voi, che mi
parli
di voi, che mi
faccia
credere
alla
realtà
di quanto m'
accade
..."
Ella aveva
tentato
di
rispondergli
; ma
stracciava
fogli
sopra
fogli
, non
riuscendole
di
conciliare
l'
espressione
dell'
amore
coi
consigli
della
prudenza
. La
domenica
egli
mandò
due
lettere
, a
distanza
di poche
ore
. Voleva
rispondergli
di aver più
riguardi
, di non
comprometterla
;
preferì
di
dirglielo
a
voce
. Il
tempo
,
fattosi
orribile
, le aveva
impedito
di
andare
al
Pincio
,
dove
si sarebbero certamente
incontrati
. Ogni
giorno
guardava
il
cielo
,
studiava
il
corso
delle
nuvole
; il
vento
e la
pioggia
si
alternavano
di
continuo
. Il
lunedì
, come vi fu una
tregua
,
andò
fuori. Egli
era
all'
angolo
di
palazzo
Chigi
, con altre
persone
;
salutò
profondamente
. Però non venne al
giardino
,
dove
ella
girò
un
pezzo
spiando
continuamente
pei
viali
,
aspettandolo
. Non vi
era
nessuno; gli
alberi
nudi
, sotto un
cielo
di
cenere
,
mettevano
una
grande
malinconia
. Il
dispetto
del
primo
momento
per esser
lasciata
sola
,
cedeva
adesso
all'
imaginazione
del
conforto
che un
grande
affetto
doveva
procurare
contro le
tristezze
della
natura
e della
vita
.
Il
domani
, che
era
il suo
giorno
, ella fece una
lunga
toletta
. Sarebbe venuto certamente, l'
aspettazione
le
metteva
la
febbre
.
La prima
visita
fu invece quella di una
Americana
che aveva
conosciuta
dai
Mazzarini
. Ella s'
era
messa
a
parlare
inglese
, con l'
occhio
alla
portiera
,
aspettando
di
vederlo
comparire
. Si
udì
uno
squillo
di
campanello
; egli le venne
incontro
.
-
Arconti
, come
va
?...
Si
sentì
prendere
tutta dalla
mano
di lui; però,
dominandosi
, fece la
presentazione
.
Egli
pareva
felice
,
parlava
con
grande
vivacità
,
diceva
delle
galanterie
alla
straniera
, ma
guardando
lei. Ella stessa
recitava
una
parte
, e quella
commedia
di
salone
le
procurava
un
piacere
mai
provato
,
sedava
l'
agitazione
del suo
spirito
.
L'
Americana
andò
via
. Allora egli le
afferrò
la
mano
,
cominciò
a
divorarla
di
baci
,
mormorando
rotte
parole
.
- No!... No!... Stia
buono
... potrebbe venir
gente
!...
-
Amor
mio!... Non è
possibile
!... Che
tortura
...
A un
tratto
la
portiera
si
sollevò
nuovamente
:
apparve
, come
piovuto
dalle
nuvole
, il
vecchio
don
Gaetano
Linguaglossa
.
Repressa
la sua
violenta
commozione
, ella
stese
la
mano
al
nuovo
venuto.
- Sono a
Roma
da due
giorni
; la mia prima
visita
è per lei.
- Sempre
amabile
!... L'
onorevole
Arconti
, il
commendatore
Linguaglossa
...
Il
vecchio
lo
squadrò
con un'
aria
di
stupefazione
; poi
disse
,
lentamente
,
compitando
:
- L'
onorevole
deputato
? - e
stendendogli
a un
tratto
la
mano
, glie la
strinse
forte
- Oh, quanto
piacere
!...
L'altro non aveva
detto
nulla,
mordendosi
i
baffi
. Con degli
sguardi
supplichevoli
, intanto che il
commendatore
spiegava
il
motivo
della sua venuta alla
capitale
, ella gli
diceva
di aver
pazienza
, di non
tradirsi
. Però l'altro non
finiva
più di
parlare
,
narrando
la
storia
d'un suo
nipote
che,
dovendo
fare il
volontario
, aveva
corso
il
rischio
di
essere
arrestato
come
disertore
, per un
imbroglio
di
carte
.
- Una
legge
diabolica
, nessuno ci
capisce
niente! Dal
distretto
alla
prefettura
, dalla
prefettura
al
municipio
, dal
municipio
al
reggimento
, dal
reggimento
al
consiglio
di
leva
... - e a
misura
che
enumerava
i
passi
fatti
,
volgeva
gli
occhi
dal
deputato
a lei e da lei al
deputato
.
- Anzi,
giacchè
ho avuto l'
alto
onore
di
conoscere
l'
onorevole
- e s'
inchinò
un poco - potrebbe farmi
grazia
, di
dirmi
se al
Ministero
della
guerra
...
Egli
rispose
appena, con un
fastidio
mal
dissimulato
; il
commendatore
riprendeva
come nulla
fosse
. Vi erano dei
momenti
di
silenzio
, durante i quali
don
Gaetano
si
guardava
intorno
,
scrollando
il
capo
, in
aria
d'
approvazione
. Con la
tentazione
di
gridargli
: "
Andate
via
!..." ella
era
costretta
a
riattaccare
il
discorso
.
- E le sue
sorelle
, stanno
bene
?
- Così, come
comportano
gli
animi
. Ma il
tempo
qui è
micidiale
! Io ero
stato
a
Roma
d'
inverno
, la prima
volta
nel
1868
, quando
c'
era
il
potere
temporale
e
bisognava
fornirsi
nientemeno
di
passaporto
...
A un
tratto
Arconti
si
alzò
.
Ella gli
disse
,
trattenendolo
un poco per la
mano
:
-
Va
via
?...
- Sì, -
rispose
, quasi
duramente
.
Aveva
voglia
di
piangere
: egli l'aveva con lei, forse non sarebbe
tornato
! Come il
commendatore
se ne
andò
,
corse
al
tavolino
e gli
scrisse
la sua prima
lettera
: "
Perchè
mi avete
lasciata
così
bruscamente
? Non avete
compreso
che io
soffrivo
più di voi? È
stato
un
contrattempo
disgraziato
, nel quale io non ho
colpa
. Se
sapeste
che
male
mi avete
fatto
! Voi
dite
di
amarmi
e non vi
rassegnate
a
sopportare
le
piccole
contrarietà
che
sorgono
ad ogni
piè
sospinto
nel
mondo
!..." Aveva da poco
mandata
quella
lettera
, che ne
ricevè
una di lui. "Una
tortura
spietata
come questa nessuno può
imaginarla
: esser dinanzi a voi, aver
piene
le
labbra
, le
mani
, tutta la
persona
del vostro
profumo
, e non
potervi
stringere
al
cuore
, non
potervi
dire
le
sole
parole
che voi
dobbiate
ascoltare
!...
Vedete
che è
impossibile
durare
in questo
tormento
! Per
pietà
di me, se non volete farmi
commettere
una
pazzia
,
lasciate
che io vi
veda
sola
, un
momento
, non
fosse
che un
momento
,
dove
vorrete..."
Allora ella si
pentì
di avergli
scritto
quel
biglietto
. Appena
ricevutolo
, egli
rispose
: "Voi mi avete
scritto
! la vostra
mano
regale
si è
posata
su questo
foglio
! Il vostro
pensiero
arriva
fino
a me!
Incredibile
!...
Sogno
!...
Ora
e sempre, a
costo
di tutto, la vostra
volontà
sarà la mia. Nessuna
dolcezza
eguaglia
quella di
obbedirvi
. Voi avete
sofferto
per me! Ed io non ho ancora
data
la
vita
, per
sentirmi
dire
queste
parole
!..."
Le
lettere
seguivano
alle
lettere
, sempre più
infiammate
, sempre più
supplici
,
traboccanti
di
passione
devota
, di
amor
mistico
. Come un
aroma
d'
incenso
se ne
sprigionava
,
avvolgendola
tutta. Ella le
lasciava
cadere
,
tendendo
le
braccia
,
dicendo
tra
sè
: "Sì... sì...
prendimi
!..." Però, non gli
rispondeva
che per
scongiurarlo
di esser
calmo
, di esser
prudente
; e
incontrandolo
,
lassù
al
Pincio
, alle
supplicazioni
di lui
rispondeva
con altre
supplicazioni
:
- Abbia
pietà
di me! Si
contenti
di questo!... Io non posso
darle
di più...
Egli l'
accusava
,
freddamente
:
- Voi non mi
amate
!... Voi non mi avete
detto
ancora che mi
amate
!... Ve ne siete
guardata
bene
!...
- Oh!...
Allora gli
sguardi
di lui,
umidi
e
fissi
, la
penetravano
tutta, la
costringevano
ad
abbassar
le
palpebre
. E il
martedì
, nei
momenti
che
restavano
soli
, egli la
stringeva
alla
vita
, la
baciava
furiosamente
sulle
guancie
, sulla
bocca
.
Atterrita
all'
idea
di
veder
comparire
qualcuno, ella lo
allontanava
; allora l'altro si
lasciava
cadere
sopra una
poltrona
, si
prendeva
la
testa
fra le
mani
, con una
disperazione
muta
.
Per
confortarlo
, ella si
appressava
, gli
diceva
dolcemente
:
-
Perdonatemi
... ma che
colpa
è la mia? Non
sapete
a che
rischi
mi
espongo
?
- Sì, sì... avete
ragione
!... Siete voi che
dovete
perdonarmi
...
A sua
volta
ella si
gettava
a
sedere
, e dei
lunghi
sospiri
le
sollevavano
il
seno
, intanto che egli si
chinava
su di lei.
- Voi mi
amate
?...
Ditelo
, almeno!... Ch'io lo
senta
almeno dalle vostra
labbra
adorate
...
Ella
chiuse
gli
occhi
, poi gli
buttò
le
braccia
al
collo
. Così,
guancia
contro
guancia
, egli le
soffiò
all'
orecchio
le
parole
di
fuoco
:
- Verrete da me?...
- No!... Mio
Dio
!... No...
Ma una
febbre
le
accese
il
sangue
, e come egli
insisteva
,
pregando
,
minacciando
,
scrivendo
lettere
su
lettere
,
evitandola
più
tardi
,
torturandola
con la sua
indifferenza
,
tornando
a farsi
supplice
, ella
riconosceva
di non poter
durare
nel
rifiuto
, di esser
costretta
a
parlamentare
.
Era
dunque
fatale
passare
di
lì
? Si
metteva
una
mano
sugli
occhi
, s'
immergeva
in una
contemplazione
interiore
; poi,
alzatasi
,
passeggiava
rapidamente
da un
capo
all'altro della
stanza
,
mormorando
: "Ma se l'
amo
!... se l'
amo
!..."
Egli non le
dava
tregua
,
scongiurava
:
- Venite!... Ch'io vi
veda
sola
, ch'io vi abbia per me un'
ora
, un
minuto
!...
Perchè
dite
di no? Di che avete
paura
? Non
sapete
che la vostra
volontà
è la mia
legge
?...
Allora ella
metteva
innanzi altre
difficoltà
:
- Ma
dove
volete che venga? A
casa
vostra? Non
pensate
alla
compromissione
?...
- Non a
casa
mia... -
Abbassata
la
voce
,
presale
una
mano
,
spiegò
: - In un'altra
casa
... che è mia ed è vostra...
dove
non ci
conosce
nessuno...
Ella si
nascose
il
viso
tra le
mani
.
Era
laggiù
, in
via
Leonina
. Ella
era
andata
a
piedi
fino
a
piazza
Venezia
, s'
era
fatta
lasciare
in
carrozzella
a
Tor
de'
Conti
. Malgrado il
velo
che le
nascondeva
il
viso
, malgrado la
tranquillità
di quel
quartiere
, ella
credeva
di avere tutta
Roma
alle
calcagna
.
Andava
rapidamente
,
ansimando
,
leggendo
i
nomi
delle
vie
, con la
paura
di
smarrirsi
,
atterrita
all'
idea
di
dover
chiedere
la sua
strada
. A un
tratto
scoperse
la
casa
gialla
, il
piccolo
portone
. Un
uomo
vi stava
fermo
dinanzi. Ella
passò
oltre, col
cuore
stretto
da un'
angoscia
. In
capo
a
via
Santa
Maria
dei
Monti
,
tornò
indietro
: qualche
raro
passante
le
piantava
gli
occhi
addosso
. Ella
affrettava
il
passo
. Il
portone
era
libero
;
entrò
. A due
riprese
, su per le
scale
,
dovette
fermarsi
, sul
punto
di
svenire
. Delle
voci
che
partivano
dall'
alto
la
spronarono
. L'
uscio
cedette
alla sua
pressione
; due
braccia
la
sollevarono
.
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