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Federico De Roberto: Raccolta di opere
Federico De Roberto
L'illusione
PARTE SECONDA.
VII.
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VII.
-
Leggi
questo
telegramma
.
Ella
afferrò
il
foglio
che
Guglielmo
le
tendeva
,
corse
a la
finestra
e
sollevata
la
veletta
sulla
fronte
,
lesse
:
Marchese
aggravato
,
tenuto
consulto
dottor
Caldara
, avute
speranze
,
avvertovi
onde
prevenire
notizie
inesatte
."
Il
sangue
, dal
cuore
ov
'
era
affluito
,
gonfiandolo
, le si
riversò
nuovamente
per tutte le
vene
. Però la sua
vista
si
confuse
; ella
dovette
appoggiarsi
al
muro
.
- Una
bella
notizia
!...
Bisognerà
tornare
a
Palermo
,
giusto
adesso
... Sono
cose
che
capitano
soltanto
a me!...
Guglielmo
passeggiava
di su e di
giù
per la
stanza
; ella si
passava
una
mano
sulla
fronte
. Avrebbe voluto
cadere
in
ginocchio
, delle
lacrime
di
gratitudine
le
gonfiavano
le
palpebre
;
diceva
in
cuor
suo,
guardando
il
cielo
: "
Signore
!...
Signore
!..." Appena
scorto
il
telegramma
, un
terrore
l'aveva
gelata
, un
brivido
le aveva
drizzati
i
capelli
: il
castigo
fulmineo
, la
morte
che
piombava
su qualcuno dei suoi... suo
figlio
!... "
Signore
!...
Signore
!..." e un
tremito
la
scuoteva
ancora, le faceva
battere
i
denti
.
- Tu
cos'
hai?... -
disse
a un
tratto
Guglielmo
,
fissandola
.
- Io?... Nulla... questa
notizia
... il
freddo
d'
oggi
...
Però il
cuore
le
dava
un
balzo
ad ogni
parola
, ad ogni
rumore
; un
nodo
le
serrava
la
gola
; e con una
sete
ardente
aveva
paura
di
chieder
dell'
acqua
.
Suo
marito
, frattanto,
riprendeva
a
discutere
intorno
alla
malattia
dello
zio
.
-
Dev'
esser
grave
, altrimenti il
telegramma
non si
spiegherebbe
... "Avute
speranze
" vuol
dire
che s'erano
perdute
; è
chiaro
?
- Sì, ma egli è
forte
...
supererà
anche questa...
Evitava
di
guardarlo
, non si
fidava
di
sostenere
lo
sguardo
di lui; se almeno egli l'avesse
maltrattata
, se le avesse
detto
qualche cosa di
urtante
! Invece, le
chiedeva
:
-
Perchè
sei
uscita
a
piedi
, con questo
freddo
?
-
Credevo
di far
meglio
, di
riscaldarmi
col
moto
.
- E
dove
sei stata?
La
terribile
domanda
scoppiava
,
imprevista
. Tutto l'
intimo
essere
suo si
ribellava
alla
menzogna
,
protestava
contro la
slealtà
, intanto che le
labbra
pronunziavano
:
- Da
Mistress
Blackson
, dalla
Mazzarini
...
- A
proposito
, che t'ha
detto
di suo
marito
?
- Nulla...
- Vuol
dire
che non lo
sa
ancora. Si
parla
delle sue
dimissioni
...
Ed aveva
cominciato
ad
esporre
la
situazione
parlamentare
. Ella
era
impaziente
di
restar
sola
, di
raccogliere
i suoi
pensieri
, però un
infiacchimento
della
volontà
, un
avvilimento
di tutta
sè
stessa la
teneva
ancora
lì
.
- Ma come sei
pallida
!... Ti
senti
male
?
- Sì, un poco.
La
voce
di quell'
uomo
le faceva
male
; ogni sua
parola
era
un
rimprovero
, un'
accusa
, una
sferzata
.
Sola
finalmente nella sua
camera
, ella
tentava
di
rammentarsi
tutti i
motivi
di
dolore
che egli le aveva
dati
, i
propositi
di
vendetta
che l'avevano
animata
contro di lui. Non aveva ella voluto questo? Non si
era
sentita
nel
dritto
di
prendere
finalmente la sua
rivincita
? Però ella non aveva
previsto
il
secreto
rammarico
che l'
occupava
. Oltre alla
vergogna
provata
dinanzi a suo
marito
, oltre alla
superstiziosa
paura
del
castigo
, un
sentimento
di
stupore
doloroso
le s'
imponeva
. Ella si
diceva
: "Io sono
caduta
!" e
ripeteva
quella
frase
,
meccanicamente
,
fino
a
smarrirne
il
senso
. Qualche cosa d'
irrevocabile
s'
era
compito
in lei! Ella non aveva
provato
questo, il
giorno
che si
era
svegliata
donna
.
Sentiva
che quest'altro
uomo
le aveva
tolto
assai di più che non il
primo
. Una
specie
di
pentimento
sorgeva
in lei; ella si
diceva
che non avrebbe più
ricominciato
. Ma non
era
stato
l'
amore
che l'aveva
sospinta
? E allora si
domandava
: "Sono dunque
sicura
di
amarlo
?.." Com'
era
possibile
che ella si facesse questa
domanda
? Non si
era
interrogata
tante
volte
, il suo
cuore
non le aveva
detto
di
vivere
per quel
sentimento
? Però ella si
diceva
adesso
: "È questo, l'
amore
?..."
Nella
fluttuazione
a cui
era
in
preda
il suo
spirito
,
tratto
tratto
ella si
scuoteva
,
vagava
per la
camera
senza uno
scopo
, s'
avvicinava
alla
finestra
,
guardava
giù
nella
via
. Alla
vista
della
folla
, un
sorriso
cominciò
a
spuntarle
sulle
labbra
: ella non
invidiava
più nessuno,
conosceva
adesso
la
passione
! Poi la
paura
dello
scandalo
la
turbava
. Ma chi avrebbe potuto
saper
nulla? E non
doveva
ella
sfidar
tutto e tutti? Allora
affermava
sicuramente
,
alzando
il
capo
: "Io l'
amo
!..." E a poco a poco la
compiacenza
cresceva
.
La
Mazzarini
aveva
mandato
un
invito
per l'
Argentina
; malgrado le
notizie
di
Palermo
,
Guglielmo
la
indusse
ad
accettare
. Il
teatro
era
pieno
d'una
folla
elegante
; ella
trovava
un'altra
espressione
alla
gente
che
conosceva
. Non
prestava
ascolto
allo
spettacolo
; si
diceva
: "Se
sapessero
!..." e
guardava
in
platea
,
temendo
e
sperando
di
vedervi
il suo
amante
. Aveva un
amante
!... Com'egli
apparve
, come la
cercò
con lo
sguardo
, ella
sentì
rimescolarsi
; per
darsi
un
contegno
, si
rivolse
all'
amica
,
chiedendole
notizie
della
crisi
ministeriale
. Delle
visite
si
alternavano
nel
palco
, la
consueta
ammirazione
rispettosa
si
leggeva
in tutti gli
sguardi
. La sua
paura
era
sciocca
!... Fra il
secondo
e il
terz'
atto
si
schiuse
l'
uscio
di un
palco
vuoto
di
seconda
fila
, e la
principessa
di
San
Terenzio
entrò
,
unicamente
accompagnata
dal
marchese
Romani
, che la
sbarazzava
del
mantello
,
parlandole
all'
orecchio
. Allora ella
vide
, nelle
poltrone
, la
Respigliani
,
seduta
tranquillamente
fra il
marito
e l'
amante
;
Madame
Duroy
,
sola
, nel
palco
degli
ufficiali
;
Marino
Cortona
col
cannocchiale
appuntato
verso la
Ferazzano
, che lo
salutava
fingendo
di
passarsi
una
mano
sulla
nuca
, per
accomodarsi
i
capelli
. L'
esempio
delle altre
dissipava
i suoi
scrupoli
: tutte facevano così! Ella avrebbe
adesso
voluto che
Paolo
fosse
venuto a farle una
visita
.
Il
domani
, appena
desta
, ebbe la
lettera
di lui: un
inno
squillante
: "Dal
cielo
che tu le
schiudesti
, ai tuoi
piedi
viene l'
anima
mia, ti
dice
la sua
trepida
meraviglia
, la sua
folle
esultanza
, l'
eternità
della sua
gratitudine
..." Però, quando fu
arrivata
in
fondo
, il
foglio
le
cadde
di
mano
.
Riconosceva
che
era
una
lettera
scritta
bene
, ma le
restava
un
senso
vago
e
ingiustificato
di
malcontento
. Nel
pomeriggio
,
andò
al
Pincio
; egli
era
là
ad
aspettarla
.
-
Love
,
sweet
love
!...
Si
era
messo
a
parlare
con un
fervore
così
intenso
che, malgrado
adoperasse
una
lingua
straniera
, ella gli
disse
,
accennando
al
cocchiere
:
-
Speak
low
, I
pray
you
...
Appoggiato
un
braccio
allo
sportello
,
guardandola
negli
occhi
, egli
lasciava
traboccare
in
parole
rapide
e
sommesse
la
gioia
di cui il suo
cuore
era
ricolmo
,
attestava
l'
amor
suo dinanzi al
cielo
.
- E sarà sempre così?
- Che cosa bisogna fare per
dimostrarlo
?
Ella
abbassò
un poco le
ciglia
, come per
sottrarsi
ad una
incresciosa
visione
; poi
disse
:
- Siete
preparato
a una
triste
notizia
?
- Qual'è?
-
Probabilmente
dovrò
partire
.
- Voi?... È
impossibile
!
-
Purtroppo
...
Egli
impallidì
, intanto che
udiva
le
notizie
di
Palermo
.
- Vi
seguirò
!...
- Ah, non lo
dite
!
- Vi
seguirò
!...
Credete
dunque che io possa
rinunziare
a voi,
ora
?... Verrò in
capo
al
mondo
, a
costo
di tutto...
In quel
momento
, ella lo
trovava
più
bello
.
Pensava
: "Come mi
ama
!..." intanto che
cercava
di
persuaderlo
, di fargli
intendere
ragione
.
- E i
pericoli
a cui mi
esponete
?... Volete
perdermi
per sempre?... D'
altronde
, nulla è ancora
deciso
; forse non ci sarà
bisogno
di
andare
laggiù
!...
La
fisonomia
di lui si
schiariva
;
abbassata
ancora la
voce
,
chiese
:
- Quando verrete?
Dinanzi ai suoi
sguardi
divoratori
, ella
chinò
i proprii. Si
mise
a
tirare
lentamente
un
guanto
sul
braccio
,
mormorando
:
- No... non mi
chiedete
questo.
- Come?... Volete dunque che io
faccia
una
pazzia
?...
-
Tacete
... Abbiate
pietà
di me!...
E gli
confessò
i suoi
terrori
, la
coscienza
della
colpa
, il
timore
della
punizione
.
- Voi non mi
amate
!
- Infatti, non ve ne ho
dato
la
prova
!...
-
Perdono
!...
perdono
!... Avete
ragione
, sempre!
Una
grande
sodisfazione
la
penetrava
, all'
idea
di averlo
ridotto
a non
insistere
; l'
impero
che
esercitava
su di lui l'
assicurava
dell'
avvenire
.
- Ma allora,
perchè
siete così
bella
!
Perchè
m'avete
inebriato
l'
anima
, i
sensi
, tutte le
potenze
della
vita
?
Come una
nuova
vampa
gli
passava
negli
occhi
, ella
smise
di
parlare
inglese
.
-
Conosce
chi sono quelle
signore
,
laggiù
in
fondo
?
Voltatosi
a
guardare
, egli
rispose
:
- Non
so
... non le
ravviso
... - e a un
tratto
,
tornando
a
fissarla
,
esclamò
: -
Sentite
, volete
sapere
che cosa faccio
adesso
?
- Che cosa?
-
Apro
lo
sportello
,
salgo
accanto a voi, e dinanzi a questa
gente
,
tranquillamente
, vi
prendo
la
testa
fra le
mani
, vi
metto
le
dita
fra i
capelli
, e vi
bevo
a
baci
sulla
bocca
, sul
collo
, sugli
occhi
...
- No... no... per
pietà
!...
Ella si
tirava
indietro
,
spaurita
,
credendo
che
dicesse
sul
serio
, e lo
scongiurava
sottovoce
di esser
paziente
e
prudente
, di aver
fiducia
in lei. Poi
esclamò
con
disinvoltura
,
ordinato
al
cocchiere
di
avanzare
:
-
Arrivederla
dunque; a ben presto!
Era
contenta
di
sè
, non aveva nulla
perduto
se
restava
arbitra
di quell'
uomo
, di
guidare
gli
eventi
, di
concedersi
o di
rifiutarsi
. Egli
tornava
alla
carica
, con
lettere
ardenti
,
implorando
,
minacciando
. Dinanzi alla
gente
, al
ballo
, si
chinava
su di lei, a
rammentarle
quell'
ora
di
cielo
, a
dirle
: "
Ora
vi
porto
via
!..." Ella
implorava
cogli
occhi
,
atterrita
; l'altro
ripeteva
: "E
credete
possibile
che io
rinunzii
a voi,
adesso
?..."
finchè
,
vinta
, ella si
lasciava
strappare
una
promessa
, ma
chiedendogli
di
rimettersi
a lei stessa pel
compimento
.
Le
notizie
di
Palermo
erano
migliori
, e come il
carnevale
si
avanzava
, ella
andava
da per tutto,
trovando
un
nuovo
sapore
, in quelle
condizioni
, alla
vita
mondana
. Il
giorno
che
lesse
l'
invito
pel
ballo
del
Quirinale
, il
sangue
le
die
' un
tuffo
; e come
Paolo
riprendeva
con
nuovo
ardore
a
esigere
il
mantenimento
della
promessa
, ella
tornò
da lui, due
giorni
prima della
festa
.
Un
pensiero
d'
amore
riscattava
la
mediocrità
di quelle due
stanze
quasi
vuote
.
Disseminati
per
terra
,
sparsi
sui
tavoli
, sulle
seggiole
,
raccolti
a
piccoli
mazzi
nelle
coppe
e nei
calici
, dei
fiori
rallegravano
la
vista
,
esalavano
delicati
profumi
. Le
tendine
di
cretonne
,
accostate
,
impedivano
che degli
sguardi
indiscreti
penetrassero
, e
lasciavano
filtrare
una
mezza
luce
propizia
al
turbamento
dell'
ora
. Ella si
guardava
intorno
,
muta
,
tendendo
l'
orecchio
,
credendo
di
udire
il
rumore
di un
passo
,
facendogli
segno
di
parlar
sottovoce
,
chiedendogli
che
gente
abitasse
vicino.
- Sei
sicuro
che non mi
conoscano
?
- Ma sì... e poi, di che
temi
? Non sono qua io? Chi ti
strappa
dalle mie
braccia
?
Ella si
lasciò
stringere
al suo
petto
; poi
tentò
difendersi
, ma
restò
senza
forza
dinanzi alle
soave
blandizie
delle
carezze
. A un
tratto
si
nascose
il
viso
dietro
un
braccio
,
soffocando
un
sospiro
di
vergogna
e di
rimorso
. Egli la
consolava
, l'
obbligava
con
dolce
violenza
a
voltarsi
verso di lui, a
guardarlo
in
faccia
.
- Negli
occhi
...
leggimi
negli
occhi
!... Non
credi
all'
amor
mio?...
Allora,
scuotendo
il
capo
,
buttando
indietro
i
capelli
, ella
incrociava
le
mani
sulla
spalla
di lui,
mormorando
:
- Sì, ti
credo
... Sarei qui, se non ti
credessi
?
- È
vero
!
- Ma tu non
sai
che cosa mi
costi
!... o
Paolo
!...
-
Amore
!
Egli l'
accarezzava
, in
silenzio
; ed ella si
lasciava
fare,
inerte
,
lievemente
contrariata
nella sua
aspettazione
di
eloquenti
conforti
e di
proteste
ferventi
,
sentendo
che malgrado la
suprema
intimità
si
conoscevano
ancora poco per fare un'
anima
sola
.
-
Lunedì
sera
, al
Quirinale
?
L'
idea
di quel
convegno
secreto
in
mezzo
agli
splendori
della
Corte
, delle
specie
di
connivenza
che a loro
insaputa
le avrebbero
prestata
quelle
grandi
dame
da lei un
tempo
invidiate
, la
colmava
di
sodisfazione
.
Tornando
a
casa
, con un
mazzo
di quei
fiori
che egli le aveva
composto
, non
ritrovava
più la
paura
dell'altra
volta
; e intanto che,
vestita
dell'
abito
da
ballo
, la
sarta
le
girava
intorno
,
raccogliendo
delle
pieghe
,
appuntando
dei
merletti
, ella si
guardava
allo
specchio
,
trovandosi
un'altra
fisonomia
, un'
aria
più
femme
,
pensando
che la
vita
cominciava
soltanto
adesso
per lei.
Ella
era
di
nuovo
nella
reggia
! Una
chiarezza
abbagliante
, una
diffusa
luminosità
che faceva
parere
più
vasti
e più
alti
i
saloni
, e quasi
bagnava
le
morbide
stoffe
, le
carni
vellutate
, le
chiome
lucenti
. Uno
sfolgorìo
di
gemme
, un
palpitar
di
ventagli
, lo
splendore
delle
uniformi
tempestate
di
croci
, la
sfilata
dei
diplomatici
, dei
generali
, dei
cerimonieri
, la
scomposizione
e la
ricomposizione
incessante
di un
quadro
magnifico
dove
i
toni
più
caldi
e più
ricchi
eran
profusi
....
Grazie
alla
Mazzarini
, ella aveva potuto
trovar
posto
vicino all'
ingresso
dei
sovrani
; ed
ammirava
il suo
carnet
dalle
cifre
reali
,
esaminava
le
tolette
e le
bellezze
,
sussultava
alle
battute
della
fanfara
, all'
entrata
del
re
e della
regina
;
contemplava
la
quadriglia
d'
onore
scandalizzata
dagli
sbagli
che
commetteva
un
ministro
e che facevano
sorridere
la
sovrana
; e nella
esaltazione
che le
luci
, i
profumi
, la
musica
, la
visione
di tutte le
ricchezze
le
procurava
, ella quasi non
vide
Arconti
che veniva a
salutarla
.
L'
abito
nero
di lui le
pareva
un po' troppo
semplice
. V'
era
un
addetto
militare
russo
, un
capitano
,
giovane
,
alto
,
biondo
, dalla
cambrure
quasi
muliebre
, dall'
uniforme
splendente
, sul quale i suoi
sguardi
tornavano
spesso
. Però, come ella
conosceva
poca
gente
, come non
era
molto
notata
, un
sottile
scontento
le
guadagnava
l'
anima
; ella avrebbe voluto esser
moglie
di un
ministro
o d'un
ambasciatore
, aver
diritto
ai
primi
posti
,
attirare
l'
attenzione
di tutti. Nella
specie
di
umiliazione
che la sua
fantasia
le
creava
, si
sentiva
ora
prendere
da una
tenerezza
dinanzi a
Paolo
, il cui
sguardo
innamorato
cercava
di lei, non
vedeva
che lei.
La
regina
cominciava
il
giro
delle
sale
; ella
invidiava
le
signore
alle quali Sua
Maestà
accordava
l'
onore
di
rivolgere
la
parola
.
Pensava
: "Si
ricorderà
di me? Mi
parlerà
?..." e la
seguiva
cogli
occhi
. Ma la
sovrana
s'
era
seduta
accanto alla
baronessa
Tchernicheff
, e la
circolazione
si
ristabiliva
.
Sfilavano
delle
coppie
superbe
,
intorno
alle quali tutti facevano
ala
: delle
principesse
di
sangue
reale
, delle
grandi
dame
straniere
a
braccio
di
diplomatici
, di
ufficiali
, di
personaggi
magnifici
e
superbi
che avevano l'
aria
di non
guardare
nessuno. E il
principe
di
Lucrino
apparve
ad un
tratto
,
dando
il
braccio
alla
marchesa
del
Nepal
, la
Inglese
che faceva
girar
la
testa
a tutta
Roma
. Si
chinava
un poco su di lei, la faceva
ridere
d'un
riso
che
scopriva
fin
sopra alle
gengive
i
denti
lunghi
e
abbaglianti
. Che cosa le
diceva
? Forse
era
en
bonne
fortune
.
Più
tardi
, nel
salone
degli
Specchi
, le si
avvicinò
a
domandarle
l'
onore
di una
danza
. Ella si
aspettava
dei
complimenti
, una
dichiarazione
larvata
. Invece il
principe
parlava
della
festa
,
trovando
che questi del
Quirinale
erano dei
balli
borghesi
; egli
sapeva
un
incidente
occorso
nella
quadriglia
d'
onore
, la
bévue
dell'
ambasciatore
turco
, un
motto
della
sovrana
. Quantunque
fosse
in
abito
nero
,
spiccava
tra la
folla
per l'
eleganza
del suo
portamento
, per la
distinzione
del
tratto
; si
vedeva
che egli
era
come in
casa
sua;
Arconti
le
pareva
un poco
spostato
.
Le
battute
della
fanfara
reale
annunziarono
il
ritiro
dei
sovrani
: dei
generali
facevano
aprire
la
folla
, e il
re
passava
dando
il
braccio
alla
regina
. L'
animazione
cresceva
,
adesso
cominciava
quell'
assalto
al
buffet
di cui ella aveva tanto
sentito
parlare
. Vi erano dei
tipi
curiosi
: un
vecchio
dai
capelli
inverosimilmente
neri
, con due
grossi
smeraldi
alla
camicia
, delle
decorazioni
complicate
, un
taccuino
in
mano
.
- Chi è? -
chiese
ella.
Il
principe
sorrise
.
- Ah! ah!... Non lo
conosce
? Il
conte
Ferdinando
Spirelli-Gloria
di
Calcaterra
e
Argenta
... un
pezzo
grosso
!... un
reporter
!
Passava
in quel
momento
Arconti
insieme
con un
vecchio
signore
dalla
commenda
al
collo
.
- Sono gl'
intrusi
del
giornalismo
e della
politica
-
finì
di
dire
il
principe
.
Ella
credette
che l'
allusione
fosse
rivolta
ad
Arconti
; che,
sapendo
di avere in lui un
rivale
, il
principe
glie ne avesse voluto
dimostrare
l'
inferiorità
. Allora ella
protestava
tra di
sè
: non
era
vero
che egli
fosse
un
intruso
! Anche non essendo un
principe
romano
, la sua
nascita
gli
dava
il
diritto
di
entrare
nella
reggia
cogli
altri.
Era
vero
, invece, che in quell'
ambiente
non
brillava
molto, che quella
luce
non gli
era
troppo
favorevole
... Ma
perchè
giudicava
ella l'
uomo
che
amava
?
Ballando
con lui, ella
rispondeva
alla
pressione
della sua
mano
,
abbassava
le
ciglia
alle
parole
turbatrici
che egli le
mormorava
.
Lucrino
, da
lontano
, non
cessava
di
guardarla
; le
piaceva
di farne un
geloso
. La sua
ebbrezza
andava
crescendo
coll'
inoltrarsi
della
notte
; accanto alla
Mazzarini
, ella si
vedeva
ora
molto
circondata
,
conosceva
nuova
gente
; e al
ricordo
della
mediocrità
in cui
era
prima
vissuta
, un
senso
di
stupore
l'
invadeva
. A un
tratto
ella si
rivedeva
con la
fantasia
nella
casa
di
via
Leonina
; allora dei
sorrisi
le
increspavano
le
labbra
.
Le
durava
ancora nell'
anima
il
fermento
prodotto
da quelle
impressioni
, quando, il
domani
,
arrivò
da
Palermo
un
telegramma
inquietante
. Suo
marito
,
deciso
di
partire
subito,
diè
l'
ordine
di
preparare
i
bauli
. Nella
confusione
in cui
era
messa
la
casa
, ella si
chiuse
un
momento
in
camera
, per
raccogliere
le proprie
idee
, per
iscrivere
a
Paolo
. "La
contrarietà
che io
temevo
" gli
scrisse
"è
avvenuta
; sono
costretta
a
seguire
mio
marito
in
Sicilia
,
debbo
lasciarti
.
Spero
che sarà per poco;
fàtti
coraggio
e non
toglierne
a me..." Invece, ella non
sapeva
perchè
l'
idea
di quella
separazione
le
desse
una
specie
di
compiacenza
.
Era
pel
sentimento
della propria
libertà
che avrebbe
riacquistata
? O per la
prova
a cui
metteva
l'
amore
di
Paolo
?
Egli
rispose
: "Bisogna
assolutamente
che io ti
veda
;
comprendi
? Se non mi
assicuri
che
domani
verrai anche per un
istante
solo, mi
presenterò
a
casa
tua."
Impaurita
da quella
minaccia
,
promise
. E il
domani
,
abbreviata
la sua
visita
alla
Mazzarini
,
corse
in
via
Leonina
. L'
uscio
le si
schiuse
dinanzi: egli
era
lì
che l'
afferrava
per le
mani
, che le
piantava
gli
occhi
in
viso
.
- Tu
parti
?... Tu mi
lasci
?...
Ora
?...
- È
necessario
!
- E me lo
dici
così?... Io non
conosco
che una
sola
cosa
necessaria
al
mondo
, ed è l'
amor
nostro!...
Parlava
concitatamente
,
martoriandole
il
polso
,
trascinandola
verso la
luce
.
- Ma che
colpa
ci ho io?... È un mio
capriccio
, forse?...
Credi
che io
vada
a
divertirmi
?... Che cosa posso farci?
Egli
disse
, con
voce
sorda
:
- Verrò anch'io.
- No,
Paolo
, non lo
ripetere
!... Non è
possibile
... A che
scopo
verresti
?
Credi
che
laggiù
potrei fare quel che faccio qui? Tutti mi
conoscono
, non potrei
dare
un
passo
senza
essere
riconosciuta
, senza avere tutta
Palermo
alle
calcagna
! Tu non potresti nemmeno venire da me due
volte
di
seguito
...
Vedi
dunque?
Perchè
?...
-
Perchè
?...
Perchè
?
Egli la
stringeva
, la
soffocava
,
cogli
occhi
rossi
, la
voce
selvaggia
:
-
Perchè
ho
bisogno
di te!...
Perchè
non possa
vivere
senza di te!...
Perchè
ti voglio
portar
via
... - Poi,
sconvoltisi
i
capelli
,
scuotendo
il
capo
,
prendeva
a
supplicare
: - No... non mi
lasciare
!... Tu non
sai
che
dolore
!... O
consenti
che venga anch'io, senza
vederti
, che cosa
importa
? Ma
respirare
l'
aria
che tu
respiri
; poter
dire
: ella è qui, forse la
incontrerò
, forse
vedrò
, da
lontano
, il
colore
della sua
veste
, il
gesto
del suo
saluto
!...
-
Povero
amore
!...
Povero
amore
!...
Accarezzandogli
lievemente
i
capelli
, ella
socchiudeva
un poco gli
occhi
,
inebbriata
,
dicendosi
: "Come mi
ama
! Come mi
ama
! Non
credevo
così..."
- Tu
soffri
,
povero
amore
... -
mormorava
-
Soffro
anch'io,
sai
!...
Coraggio
!
Tornerò
presto, te lo
giuro
! più presto che tu non
creda
!... Mi
scriverai
tutti i
giorni
, ti
scriverò
anch'io; d'
altronde
, tu non verrai
laggiù
, con la
commissione
d'
inchiesta
?
- In
autunno
, fra un
secolo
!
-
Vedrai
che il
tempo
passerà
...
pensa
alla
gioia
del
rivederci
...
Suvvia
,
coraggio
!...
- Oh, se tu
sapessi
!...
Allora,
mettendoglisi
più
amorosamente
vicino,
obbligandolo
a
guardarla
, ella
chiedeva
:
- È più
forte
di te, non è
vero
?...
Dimmi
che cosa
provi
,
aprimi
tutto l'
animo
tuo; sarà una
consolazione
,
vedrai
...
Egli
disse
,
piano
:
- Mi
pare
che il
mondo
perisca
, che la
luce
si
spenga
per sempre...
- Oh, sì; è così!... E
dimmi
ancora,
perchè
?...
perchè
io sono, che cosa?...
- Il mio
respiro
, la
vita
dell'
anima
mia...
Le
mani
si
cercavano
, le
labbra
si
univano
, e nel
languore
stanco
in cui la sua
esaltazione
finiva
, egli
ascoltava
con
maggior
tolleranza
la
voce
della
ragione
, le
persuasioni
con le quali ella lo
confortava
, le
istruzioni
che gli
dava
sul
modo
con cui avrebbero
corrisposto
.
- Ogni
sera
, quando
tornerai
a
casa
, mi
narrerai
la tua
giornata
; io ti
dirò
tutta la mia
vita
, ci
parrà
così di esser
vicini
.
-
Dammi
almeno il tuo
ritratto
.
Egli fece quella
domanda
con un
tono
di
voce
così
supplice
,
guardandola
con tanta
passione
, che ella fu
punta
da un
vivo
dolore
all'
idea
di non poter
contentare
il
desiderio
di lui.
- Non ne ho nessuno! E non
c'
è il
tempo
di farne... Ma te lo
manderò
da
Palermo
, appena
arrivata
...
-
Dammi
almeno una
ciocca
dei tuoi
capelli
.
- Tutti!
Presa
una
forbicina
sulla
toletta
, egli le si
avvicinò
.
Restava
fermo
a
guardarla
,
cogli
occhi
luccicanti
.
Alzò
le
mani
; ma come gli
tremavan
forte
,
finì
per
dire
:
-
Guarda
, non posso...
-
Lascia
a me.
Recise
un
ricciolo
della
nuca
; egli fece per
prenderlo
, ma ella
disse
:
- Non ancora,
aspetta
.
Il suo
cappellino
nero
era
guarnito
d'una
ghirlanda
di
fiori
; ne
colse
due e li
intrecciò
coi
capelli
. Egli si
chinava
a
baciarle
la
punta
delle
dita
intente
a quel
lavoro
. Allora, come l'
istante
della
separazione
si
avvicinava
,
persuasa
che
toccava
a lei di esser
forte
, ella s'
affrettò
, lo
scongiurò
rapidamente
,
sottovoce
, di aver
fede
in lei, e si
sottrasse
ai suoi
abbracci
disperati
.
Un
sentimento
di
meraviglia
la
occupava
,
partendo
: non avrebbe
creduto
a tanto
dolore
da
parte
di lui. Nel
mondo
in cui ella
entrava
, i
legami
si
stringevano
, si
rompevano
, si
riprendevano
,
secondo
le
esigenze
degli
avvenimenti
. Se egli
soffriva
tanto per una
separazione
temporanea
, che cosa avrebbe
fatto
per una
rottura
? Però l'
idea
della
passione
ispiratagli
la
colmava
d'
orgoglio
sodisfatto
. Ella si
considerava
come un'
eccezione
; si
diceva
: "Io sono una di quelle
donne
fatali
a cui nulla
resiste
!..." Il
pensiero
di quell'
uomo
sospirante
la sua
memoria
, del
desiderio
cocente
di cui ell'
era
oggetto
, l'
accompagnava
per
via
, le
dava
un
secreto
compiacimento
,
perchè
ella
trovava
giusto
che quell'
uomo
soffrisse
un poco, che
pagasse
col
dolore
la
felicità
ottenuta
.
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