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Federico De Roberto: Raccolta di opere
Federico De Roberto
L'illusione
PARTE SECONDA.
IX.
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IX.
La
benda
le
cadde
dagli
occhi
quando quell'
uomo
partì
. Fra loro due, nulla v'
era
più di
comune
, ciascuno avrebbe
proseguito
per la propria
via
; egli
contava
soltanto
una
pagina
di più nel suo
album
. Ella non aveva
sospettata
l'
umiliazione
che
trovava
adesso
in quest'
idea
.
Apprezzava
troppo
tardi
l'
abbassamento
che v'
era
nei
legami
di quel
genere
,
sciolti
appena
stretti
. L'
amore
riscattava
le
colpe
, ma
bisognava
credere
in esso, nella sua
forza
, nella sua
eternità
. Avrebbe voluto
riprendersi
,
negare
contro ogni
testimonianza
quel che
era
avvenuto
.
Sola
,
fuor
della
vista
di tutti, si
nascondeva
il
viso
tra le
palme
,
scuoteva
il
capo
come in
cerca
d'
aria
,
mormorava
: "Che ho
fatto
!... Che ho
fatto
!..." E come
arrivavano
delle
lettere
di
Paolo
, ella si
gettava
su di esse.
L'
assente
scriveva
: "In
nome
di
Dio
, per l'
amore
che ti
porto
, per la
felicità
che m'hai
data
,
scrivimi
,
rispondimi
,
dimmi
che hai. Se non vuoi che io
faccia
una
pazzia
, se hai
cara
la
vita
d'un
uomo
,
mandami
un
rigo
, una
parola
, fammi
scrivere
da qualcuno se non puoi tu stessa,
spiegami
questo
eterno
silenzio
,
toglimi
a una
disperazione
mortale
.
Guarda
, la mia
mano
trema
, l'
occhio
mi si
appanna
, ogni
forza
mi
abbandona
. Per
pietà
,
rispondimi
, per
pietà
..." Il
foglio
le
cascava
dalle
mani
, le
braccia
le
pendevano
,
inerti
, intanto che con lo
sguardo
inchiodato
a
terra
, si
ripeteva
: "Che ho
fatto
, mio
Dio
! Che ho
fatto
!..." La
nuova
colpa
era
senza
scusa
, la
macchia
incancellabile
! Mentre quell'
uomo
che l'
amava
giurava
su di lei, mentre le
teneva
tutti i
giorni
il
linguaggio
d'una
passione
sempre più
divampante
, ella lo aveva
tradito
! E
adesso
bisognava
mentirgli
!
Quando si
mise
al
tavolo
, non
sapeva
che cosa gli avrebbe
detto
.
Scritta
la prima
parola
, la
lettera
fu
compita
d'un
sol
tratto
.
"
Perdonami
! Sono stata
male
, molto
male
, ho
creduto
di
morire
! Anche
ora
che ti
scrivo
, non sono
sicura
di me stessa, delle mie
idee
, dei miei
ricordi
: ho un
gran
vuoto
nero
nel
cervello
.
Comprendo
nettamente
una
sola
cosa: che fui sul
punto
di
perderti
, di
lasciarti
!...
Sai
tu che cosa vuol
dir
questo?... O
Paolo
, io
misuro
adesso
tutta la
forza
dell'
amore
che
nutro
per te; di questo
grande
,
unico
amore
che è la
forza
della mia
vita
. Io
ritorno
ad esser tua, solamente e per sempre tua! Io
ringrazio
il
Signore
che mi ha
ridonata
a te..."
Delle
lacrime
le
rigavano
le
guancie
, intanto che
scriveva
quelle
cose
. Le
pareva
di non aver
mentito
del tutto, di avere in certo
modo
confessato
l'
errore
. Egli
rispondeva
benedicendo
un
male
al quale
doveva
quella
confessione
: "Tu non mi hai
scritto
mai nulla di così
innamorato
! io non ho mai
letto
così a
fondo
nel tuo
cuore
! Che
importa
il
male
e la
morte
! Se tu
fossi
morta
, sarei
morto
anch'io! Ma
vedi
bene
che tu non puoi
morire
: mi
ami
troppo!... Qui, sul mio
petto
: ch'io ti
difenda
col mio
corpo
, ch'io ti
sorregga
con le mie
braccia
, e
sfideremo
gli
uomini
e il
tempo
ed il
mondo
!..."
"Sì, sì..."
rispondeva
ella, col
cuore
traboccante
di
tenerezza
e di
gratitudine
per quel
culto
di cui
era
l'
oggetto
non più
degno
; "sì, con te, al tuo
fianco
,
lontano
da questo
mondo
tristo
, per
vivere
finalmente come l'
anima
anela
..."
Mano
mano
che
scriveva
, la sua
esaltazione
cresceva
, ella s'
ubbriacava
delle sue stesse
parole
.
Sentiva
di non aver mai
amato
come
adesso
quell'
uomo
, neppure quando gli si
era
data
; per
riabilitarsi
ai proprii
occhi
, per non
credersi
accessibile
ai
capricci
fugaci
ed
indegni
, si
attaccava
a quell'
amore
, lo
ingigantiva
, ne faceva la
ragione
della sua
vita
, lo
esprimeva
con
parole
infuocate
che facevano
scrivere
a
Paolo
: "Che
lettere
! Che
lettere
! Quand'io le
divoro
, il
cuore
mi
batte
così
forte
come se stesse per
schiantarsi
...
Corro
alla
Posta
un'
ora
prima che
aprano
, mi
torco
le
mani
per
resistere
alla
tentazione
di
avventarmi
contro le
grate
, di
scuoterle
, di
abbatterle
, di
ghermire
il mio
bene
e di
fuggire
come un
malfattore
e come un
pazzo
. Tutti mi
leggono
in
volto
il mio
delirio
; gli
occhi
mi si
gonfiano
, le
labbra
mi
tremano
, vorrei
piangere
, vorrei
cantare
..."
Che cosa sarebbe stata la
vita
con lui? I
miraggi
della
fantasia
acquistavano
nuova
seduzione
, dinanzi alla
tristezza
della
realtà
. Il
dissesto
finanziario
di suo
marito
, del quale ella aveva avuto appena un
sospetto
,
era
in
brevissimo
tempo
talmente
cresciuto
, che tutti
adesso
lo
sapevano
.
Arrivavano
dei
protesti
, delle
citazioni
;
Guglielmo
aveva delle
lunghe
conferenze
col
notaio
e
cogli
avvocati
, ed a lei non
diceva
mai nulla.
- Non mi
seccare
anche te! -
rispondeva
quando ella gli
parlava
di
affari
. - Ti
manca
nulla? Hai le tue
vesti
, il tuo
servizio
? Non t'
occupare
d'altro...
E sempre quel
disprezzo
, sempre quel
lusso
buttatole
in
faccia
come un'
elemosina
, per
toglierle
il
diritto
di
occuparsi
del
resto
!
- Ma se non possiamo più
spendere
come prima,
dillo
!
rinunzierò
al
superfluo
!...
Credi
ch'io sia una
bambina
?
So
farmi una
ragione
anch'io!...
- Per
vederti
atteggiare
a
vittima
, eh? per
sentirti
dire
che ti sei
sacrificata
?...
Invece,
era
lui che non voleva fare nessun
sacrifizio
, che
continuava
a
prodigar
pazzamente
il
denaro
. Ella
sentiva
crescere
il proprio
rancore
, i
motivi
di
diffidenza
e di
malcontento
. La sua
dote
, che egli le aveva
rinfacciata
come una
miseria
,
adesso
gli faceva molto
comodo
; le
persone
che s'
interessavano
a lei l'
avvertivano
di stare in
guardia
, potendo anch'essa venir
travolta
nello
sfacelo
. Fra tanti
contrattempi
sopravvenne
l'
estate
; il
ritorno
a
Roma
, in quella
stagione
,
era
impossibile
. Ella che aveva
promesso
a
Paolo
di
raggiungerlo
prima del
caldo
,
doveva
venir meno alla
parola
datagli
! E
adesso
lasciava
libero
corso
all'
acrimonia
di cui
era
piena
,
teneva
fronte
a suo
marito
. Una
voce
sorda
le
diceva
che ella aveva
vendicati
ad
usura
i
torti
ricevuti
; ma non voleva
convenirne
con
sè
stessa: la
coscienza
del
torto
la faceva
insistere
di più nella
legittimazione
, le sue
ragioni
le
parevano
più
forti
ed ella
parlava
più
alto
.
-
Vattene
!... -
diceva
suo
marito
,
freddamente
. Se non ti
piace
,
vattene
; nessuno ti
trattiene
.
Ma il solo
fatto
che
era
lui a
consigliarlo
, le faceva
rifiutare
quel
partito
. Tutto ciò che egli
diceva
le
riusciva
insoffribile
, tutto ciò che faceva le
ritornava
di
danno
. Egli si
decideva
a
tornare
nel
continente
in
ottobre
,
giusto
nel
momento
in cui
Paolo
partiva
per la
Sicilia
, con la
commissione
d'
inchiesta
!
Questa
volta
, col
bisogno
di
trovarsi
accanto una
persona
di cui potersi
fidare
, ella
insistette
per
condurre
seco
Stefana
. A
Castellammare
,
dove
Guglielmo
volle
fermarsi
,
ricevette
le
prime
lettere
di
Paolo
che
salutavano
la sua
isola
: "Questo è il
cielo
che tu hai
rimirato
, l'
aria
che hai
bevuta
, il
mare
che t'ha
cullata
. Qualche cosa di te
fluttua
tutt'
intorno
, mi
sembra
di
vederti
apparire
a tutti gl'
istanti
, vorrei
fermare
i
passanti
e
dir
loro: La
conoscete
?..." A
Palermo
, egli aveva quasi potuto
vivere
della sua
vita
: "Ho
parlato
di te, ho
stretta
la
mano
alle
persone
che tu
conosci
, ho
visto
la tua
casa
, vi sono
passato
di
sera
, a
notte
tarda
. Non posso
dirti
quel che ho
pensato
, la
voluttà
amara
di cui mi sono
imbevuto
..." Ma, come egli
arrivò
a
Milazzo
, la sua
tenerezza
divenne
uno
struggimento
. "Qui tu sei
vissuta
fanciulla
! Qui tu sei
entrata
nella
vita
! Tu non
sai
che
dolcezza
v'è in questo
pensiero
, che
tentazione
di
pianto
soave
è la
vista
di tutte le
cose
a cui tu fosti
associata
nei tuoi
giovani
anni
!... Ho
visto
tuo
nonno
, ho
parlato
con lui, di te; sono
entrato
in
casa
tua. Mi sono
fermato
sulla
soglia
della tua
cameretta
; avrei voluto
piegare
i
ginocchi
,
tenderti
le
braccia
,
chiamarti
. Qui tu
sognasti
i tuoi
sogni
di
vergine
! La stessa
Purezza
abitò
fra queste
mura
!... Nessun
pensiero
triste
si
associa
a questa
evocazione
; è tutto un
sorriso
, un
incanto
. Mi sono
fermato
alla
finestra
: l'
occhio
si
perde
nell'
immensità
del
mare
, i
monti
del
Faro
sono d'
ametista
nella
lontananza
. Ho
scoperto
perchè
i tuoi
occhi
hanno una
trasparenza
così
cristallina
: il
mare
li
colorò
dei suoi
riflessi
... Tuo
nonno
ci ha
invitati
a
pranzo
: sono
vissuto
un
giorno
con te, in
mezzo
alle
cose
tue: ho
preso
posto
alla tua
tavola
, mi sono
seduto
dove
tu
sedevi
. Che
letizia
, che
incanto
! Non ho
staccato
gli
occhi
da quel
buon
vecchio
:
pensavo
come tu lo
guardavi
, volevo
essere
te. Il tuo
spirito
era
sempre
presente
; come ho
fatto
a
parlare
, a
rispondere
? avevo gli
occhi
rossi
di
pianto
...
Conosco
la tua
casa
come la mia propria, sono
salito
sulla
terrazza
, ho
visitato
il
giardino
, ho
tracciata
l'
iniziale
del tuo
nome
sul
sedile
di
marmo
che è
dirimpetto
alla
vasca
... A
San
Francesco
di
Paola
ho
visto
le
sepolture
dei tuoi
cari
; mi son
rammentato
delle
preghiere
che m'
apprendeva
mia
madre
..."
Allora, un
velo
di
lacrime
le
impedì
di
leggere
oltre. Dei
singhiozzi
brevi
come
sospiri
le
sollevavano
il
seno
, un
tremito
nervoso
le faceva
mordere
un poco le
labbra
. Tutto il suo
passato
risorgeva
dalle
profondità
della
memoria
, ella
rivedeva
i
luoghi
dove
era
trascorsa
la sua
fanciullezza
, le
cose
e le
persone
,
sè
stessa; e tutto quello che aveva
provato
, i
dolori
piccoli
e
grandi
, le
aspirazioni
, le
irrequietezze
, i
disinganni
, le
rifluivano
al
cuore
,
lentamente
e
incessantemente
. Ella non aveva più
pensato
ai suoi
morti
, a quella
sorellina
che aveva
giurato
di
tener
sempre nel
pensiero
! Quanto
tempo
trascorso
! Come la
figura
della
scomparsa
si
perdeva
, si
cancellava
! E non aveva
creduto
possibile
resistere
allo
schianto
di quella
dipartita
! Così
era
la
vita
! Le sue
lacrime
finivano
in uno
stupore
immenso
, dinanzi alla
trasformazione
operatasi
in lei, di cui aveva per la prima
volta
l'
improvvisa
coscienza
.
Era
ella
veramente
la
fanciulla
vivace
e
gioconda
d'un
tempo
, la
compagna
della
piccola
Laura
? Come la
vita
s'
era
svolta
suo malgrado! Quanti
propositi
svaniti
!... Quanti
uomini
aveva
creduto
d'
amare
! Ella li
rivedeva
tutti, i
fanciulli
ed i
giovani
, i
noti
e gli
ignoti
: il
conte
Rossi
,
Niccolino
,
Enrico
Sartana
, l'
ufficiale
di
marina
. Quante
vane
promesse
! quante
aspettazioni
deluse
! Ed ella aveva
conosciuta
la
colpa
!
era
caduta
, più
volte
! Come avrebbe ella potuto
prevedere
quell'
avvenire
ora
fatalmente
compiuto
, l'
ostilità
degli
eventi
, l'
inganno
, l'
errore
? Se avesse
saputo
!... Se avesse potuto
tornare
indietro
!...
Perchè
non aveva
conosciuto
più presto l'
uomo
dal quale le veniva
ora
l'
unica
dolcezza
, che la
comprendeva
, che
era
fatto
per lei?... E lo aveva
ingannato
! aveva
avvelenato
anche quell'
ultima
sorgente
di
gioia
!... Una
grande
passione
era
stata l'
aspirazione
della sua
vita
; e,
conseguitala
, l'aveva
disconosciuta
!
Perchè
non aveva
ceduto
in
tempo
a quell'
uomo
,
perchè
la
fede
nell'
amore
non
era
riuscita
a
salvarla
?
Apprezzava
in tutto questo l'
effetto
della
trista
esperienza
, degli
esempii
funesti
; ma gli
eventi
ora
compiutisi
erano
arrivati
imprevisti
- e che cosa le
serbava
dunque l'
avvenire
?...
La
scossa
prodotta
nel suo
spirito
da quella
paurosa
contemplazione
si
propagava
nella
persona
, le
metteva
un
moto
febbrile
nel
sangue
. La
tristezza
dell'
autunno
, il
primo
freddo
che
correva
per l'
aria
accrebbero
il suo
malessere
; per molti
giorni
fu
costretta
a
restare
a
letto
,
sofferente
e
dolente
. Quando,
superata
la
crisi
, ella si
guardò
allo
specchio
, un
nuovo
turbamento
la
vinse
.
Attorno
ai suoi
occhi
si
disegnava
un
cerchio
bistro
; le sue
guancie
avevano
perduta
la
floridezza
della
salute
; un
principio
d'
avvizzimento
guadagnava
la
pelle
; il
colore
delle
labbra
cominciava
a
passare
.
Lentamente
, come per
discacciare
un
fastidio
, ella si
stirava
la
fronte
con una
mano
,
gettava
indietro
i suoi
capelli
.
Adesso
era
un'altra
visione
che
cancellava
quella del
passato
: il
tramonto
, il
disfacimento
della sua
bellezza
, la
vecchiezza
inutile
e
triste
. Pochi
giorni
di
malattia
erano
bastati
perchè
quei
segni
funesti
si
rivelassero
. Ella si
avvicinava
a
rapidi
passi
ai
temuti
trent'
anni
, la
gioventù
fuggiva
... Così presto! così presto! Non avrebbe
creduto
!... Il
tempo
aveva l'
ali
!...
Ricordava
di aver
pensato
spesso
,
fanciulla
: "Che cosa mi
accadrà
intorno
ai
venticinque
anni
, quando sarò nel
pieno
possesso
del mio
regno
di
donna
?" E i
venticinque
anni
erano
tramontati
da un
pezzo
, e che cosa aveva ella avuto?...
Uscì
a poco a poco da quella
depressione
angosciosa
.
Tornarono
i
bei
giorni
; il
golfo
era
tutto un
sorriso
, le
lettere
di
Paolo
tutte un
sospiro
d'
amore
. La sua
vita
dipendeva
oramai
da quell'
uomo
; ella
concentrava
in lui ogni
speranza
. Suo
marito
faceva di tutto per
buttarla
nelle sue
braccia
, se non
fosse
bastato
il
bene
che gli voleva:
corteggiava
una
signorina
inglese
emancipata
, si faceva
veder
solo in
compagnia
di colei,
permetteva
col suo
contegno
le
ardite
galanterie
che gli
uomini
rivolgevano
a lei stessa. La
notte
, ella lo
udiva
andar
via
dalla
camera
,
attigua
alla sua propria, che egli
occupava
; non
rientrava
che all'
alba
. Allora, voleva anch'ella
sfidarlo
,
scriveva
a
Paolo
di venire a
Castellammare
, nello stesso
albergo
, accanto a lei. La sua
tristezza
si
dissipava
nel
proposito
di
procurare
all'
uomo
amato
la
felicità
a cui aveva
diritto
. La sua
salute
rifioriva
, ella
era
ancora
giovane
e
bella
: le
restava
ancora tanto
tempo
da
rifar
la sua
vita
!...
Nell'
attesa
della
gioia
, le
ultime
traccie
del
male
si
dissiparono
; il
giorno
dell'
arrivo
di
Paolo
ella
era
sfolgorante
; gli
uomini
glie lo
dicevano
; egli stesso glie lo
ripetè
,
piano
,
guardandola
cogli
occhi
innamorati
, alla
terrazza
dell'
albergo
, dinanzi al
mare
.
- Sei tu!... Sei tu!... Mi
par
di
sognare
!... Più
bella
, più
gentile
, più
seduttrice
...
Credevo
di non
rivederti
più!...
dopo
tanto
tempo
, tanto!... quasi un
anno
!...
- Otto
mesi
... -
corresse
ella,
sorridendo
.
- Otto
secoli
! Otto
eternità
!...
Egli le
mostrò
dei
fiori
colti
nel suo
giardino
,
laggiù
;
tentò
di
prenderle
una
mano
; ma,
temendo
che qualcuno li
vedesse
o li
udisse
, ella
scongiurava
,
sommessamente
:
- Non
ora
, non
ora
!... - Poi, a
voce
alta
,
chiedeva
: - Mi
dica
quel che ha
sentito
...
Egli le
ripeteva
le
frasi
delle sue
lettere
,
diceva
di non
potere
esprimere
ciò che
provava
,
insistendo
per
condurla
via
.
-
Ascolta
... verrò
stanotte
io stessa... m'
aspetterai
, verso l'una...
E nel
silenzio
dell'
albergo
addormentato
, in
punta
di
piedi
sulle
grosse
stuoie
del
corridoio
, con un
zufolio
alle
orecchie
, il
cuore
in
tempesta
, ella
andò
nella sua
camera
,
cadde
nelle sue
braccia
. Erano delle
strette
mute
,
convulse
,
disperate
, con le quali si
sostenevano
a
vicenda
, sul
punto
di
cadere
riversi
. Come
Paolo
tentava
di
parlare
, ella gli
metteva
una
mano
sulla
bocca
,
mormorando
: "
Taci
!
Taci
!..." e
tratto
tratto
uno dei due si
svincolava
,
porgendo
l'
orecchio
,
ascoltando
paurosamente
.
- A che
rischio
ti
espongo
!... Se tuo
marito
...
- Per te!...
Sfido
il
mondo
per te!... non m'
importa
la
morte
!...
Poi,
intrecciandogli
le
mani
dietro
il
collo
,
posandogli
il
capo
sul
petto
,
chiudendo
gli
occhi
,
mormorava
:
-
Portami
via
!...
Andiamo
via
, per sempre...
- Sì,
ora
, sull'
istante
...
Delle
ore
che
volavano
come in
sogno
, un
delirio
d'
amore
rotto
da
fremiti
d'
ambascia
senza
nome
, la
visione
della
morte
in
mezzo
all'
irrompere
della
passione
. Se suo
marito
fosse
sopravvenuto
! se l'avesse
scorta
intanto che
riguadagnava
la sua
camera
!... Però
ricominciava
,
impavida
,
sorridendo
all'
idea
di
morire
con
Paolo
:
-
Morire
insieme
, nello stesso
punto
,
stretti
così!..
E
vederlo
il
giorno
, dinanzi alle
persone
;
sentirsi
trattata
come un'
amica
, con un
rispetto
devoto
, mentre gli
leggeva
negli
occhi
le
parole
secrete
: un altro
raffinamento
di
gioia
, un'altra
specie
di
voluttà
. Suo
marito
non
vedeva
nulla o non si
curava
di nulla; allora l'
ardimento
di lei
cresceva
: una
notte
aspettò
Paolo
nella propria
camera
, accanto a quella che
Guglielmo
lasciava
deserta
.
Tragica
,
muta
, gli si
abbandonava
sul
petto
, s'
avvinghiava
a lui, con tutte le
fibre
corse
da un
brivido
, coi
capelli
drizzati
in
capo
come da un
soffio
. Egli veniva senz'
armi
, suo
marito
avrebbe potuto
ammazzarlo
... Ah, se avesse
fatto
questo, se avesse
fatto
questo!... Ella avrebbe
negato
dinanzi ai
giudici
, avrebbe
negato
anche fra gli
spasimi
della
tortura
,
perchè
l'
assassino
non
andasse
impunito
!... Nella
tensione
dolorosa
del suo
spirito
, ella
era
continuamente
in
attesa
d'una
catastrofe
, ne
imaginava
lo
scoppio
, si
chiedeva
: "Sarà per
oggi
?..." Ogni
occupazione
le
era
insoffribile
, nessuna
distrazione
aveva
presa
su di lei, non si
fidava
di
leggere
una
pagina
, nessuna
finzione
le
pareva
eguagliare
la
realtà
dalla quale
era
stretta
. Un
succedersi
di
emozioni
formidabili
, che la
maturavano
, che le
rivelavano
la
vita
come per la prima
volta
, durante le quali ella
sentiva
che il suo
destino
si veniva
compiendo
...
Nelle
ore
di
solitudine
, ella
esauriva
la sua
imaginazione
cercando
di
intravederlo
. Sarebbe
fuggita
di
casa
, con lui, alla
luce
del
giorno
? Suo
marito
,
piuttosto
, avrebbe
finito
per
lasciarla
; allora ella sarebbe stata
libera
senza
suscitare
uno
scandalo
! Altre
volte
pensava
che i due
uomini
potevan
divenire
intimi
, che
Paolo
poteva
restarle
sempre accanto con la
tacita
connivenza
di suo
marito
. Ma qualcosa si
ribellava
in lei a questa
ipotesi
: ella non si sarebbe mai
adattata
all'
ipocrisia
di una tale
situazione
.
Sentiva
il
bisogno
di qualche cosa di
nobile
e di
meritorio
nella stessa
colpa
; voleva
sfidar
dei
pericoli
,
compiere
dei
sacrifizii
. E la
romantica
idea
della
fuga
tornava
ad
occuparla
; ella si
vedeva
già
partita
,
arrivata
in una
terra
lontana
, non
sapeva
quale, ma
dove
la sua
vita
sarebbe
trascorsa
come ella
sognava
.
La sua
fantasia
si
mise
a
lavorare
ancora più
intensamente
il
giorno
che
Paolo
,
cedendo
a
malincuore
ai suoi
prudenti
consigli
, si
decise
a
precederla
di poco alla
capitale
.
Vedendosi
sola
,
condannata
nuovamente
all'
esistenza
monotona
d'un
tempo
, con la
mente
esaltata
dai
recenti
ricordi
, ella si
diceva
che
oramai
quell'
amore
era
tutto il suo
bene
al
mondo
. La
sommessione
devota
di
Paolo
, il suo
dolore
nel
lasciarla
, la
fede
cieca
che aveva
posto
in lei,
acuivano
i suoi
rimorsi
; allora,
riconosceva
la
necessità
di
dare
a quell'
uomo
una
prova
della sua
passione
. Quando la
comitiva
raccolta
nell'
albergo
faceva delle
escursioni
, delle
divertite
, ella
rifiutava
di
prendervi
parte
, si
chiudeva
in
camera
,
scriveva
a
Paolo
delle
lettere
di due
fogli
per
dirgli
tutta l'
impazienza
che aveva di
raggiungerlo
. Un
giorno
,
improvvisamente
dopo
colezione
, suo
marito
annunziò
che
bisognava
tornare
a
Palermo
.
Ella non
disse
nulla, non
chiese
il
motivo
di quella
decisione
, non
cercò
di
combatterla
.
Andò
a
guardare
il suo
orologio
: erano le due. Aveva il
tempo
di
prendere
il
diretto
.
Cavò
dalla
cassa
un
abito
da
viaggio
, dalla
scatola
un
cappello
, e
mise
tutto sul
letto
. Fu sul
punto
di
chiamare
Stefana
; poi
pensò
che
era
meglio
aspettare
d'esser
vestita
. Come
cercò
di
slacciare
la sua
veste
da
camera
, un
tremore
la
invase
. Si
fermò
un poco, ma fu
costretta
a
sedersi
. Allora si
disse
,
piano
ma
sdegnosamente
: "
Vigliacca
!...
Vigliacca
!..."
Tutte le
difficoltà
materiali
di quel
passo
le
sorgevano
improvvisamente
dinanzi;
provava
la
vertigine
dell'
ignoto
e dell'
imprevisto
,
udiva
il
clamore
dello
scandalo
.
Vedeva
la
stazione
popolata
di
gente
che la
conosceva
, si
sentiva
inseguita
e
raggiunta
,
pensava
che
Paolo
poteva non
essere
a
Roma
. Non aveva
denari
, non voleva
chiederne
a suo
marito
. E con le
labbra
contorte
da un
amaro
disprezzo
, si
ripeteva
: "
Vigliacca
!...
Vigliacca
!..."
Era
dunque lei che
ripartiva
per la
Sicilia
, che
mancava
alla
parola
data
all'
amante
? Quest'
idea
le
era
sopratutto
intollerabile
; ella
imaginava
il
corruccio
di
Paolo
, lo
ingrandiva
,
udiva
le sue
accuse
,
considerava
più delle proprie
ragioni
quelle di lui. Per
darsi
animo
, per farsi
perdonare
, gli
giurava
che la
separazione
sarebbe stata di
corta
durata
; ma un'
irrequietezza
febbrile
s'
impadroniva
di lei; a
Palermo
i suoi
colloquii
col
marito
si facevano più
aspri
; ella si
metteva
ad
enumerare
tutti i
motivi
di
dolore
che le aveva
dati
quell'
uomo
: i
tradimenti
, le
derisioni
, i
disprezzi
, le
brutalità
, gl'
insulti
. Egli non aveva avuto che
dileggi
per tutto quello che gli aveva
dato
: la
verginità
dell'
animo
e del
corpo
, il
fiore
della sua
giovinezza
, tutta
sè
stessa! Come le aveva
amareggiata
la
vita
! E nel
ribollimento
del suo
rancore
, ella quasi si
mordeva
le
mani
, all'
idea
dell'
errore
suo proprio, della
rovina
da lei stessa
voluta
,
legandosi
a quell'
uomo
quando tutto l'aveva
messa
in
guardia
contro di lui, lui stesso pel
primo
! Non v'
era
dunque più
riparo
a quel
danno
? Dov'
era
dunque l'
arditezza
, il
coraggio
che la
gente
le
riconosceva
? La
gente
,
adesso
, la
compiangeva
; sua
zia
l'
esortava
a farsi
animo
quand'ella
prorompeva
in
lamenti
sdegnosi
. Ma non
sapeva
che
lamentarsi
!
Perchè
era
così
difficile
spezzare
una
catena
trascinata
pesantemente
da
anni
,
romperla
una
buona
volta
con quel
passato
?...
Paolo
le aveva
scritto
da
principio
, poi le sue
lettere
si erano fatte
rare
e
fredde
; a un
tratto
cessarono
.
Adesso
era
lei che lo
scongiurava
, che gli
chiedeva
la
pietà
d'un
rigo
. Quando
Stefana
tornava
dalla
posta
senza
recarle
nulla, ella non
credeva
alla
donna
, quasi se la
prendeva
con lei,
restava
un'
intera
giornata
senza
dire
una
parola
a nessuno, col
cuore
oppresso
, col
bisogno
di
gridare
, di
piangere
.
Il
dissesto
finanziario
di suo
marito
era
talmente
cresciuto
, che egli aveva
dovuto
cominciare
a
vendere
; e i
creditori
insodisfatti
minacciavano
di
togliergli
di
mano
l'
amministrazione
del
patrimonio
suo e di suo
figlio
. Nell'
avversità
, egli si
avviliva
,
diventava
un altro
uomo
,
fiacco
,
indeciso
; ed ella
sentiva
che sarebbe
stato
ingeneroso
da sua
parte
lasciarlo
ora
che stava per
fallire
. Però, quando egli veniva a
narrarle
i suoi
imbarazzi
, a
chiedergli
dei
consigli
, ella
protestava
:
- Cosa vuoi da me? Sono
affari
che ti
riguardano
!
Perchè
vieni a
contarmeli
adesso
?
Una
sera
, che ella gli aveva
risposto
sgarbatamente
,
Guglielmo
osservò
, con una
freddezza
studiata
:
-
Sai
che ti
trovo
molto
mutata
?...
Dacchè
non siamo
andati
a
Roma
, sei
diventata
un'altra...
- E che
vorresti
intendere
?
- Nulla!... Avevi
fretta
di
andare
a
Roma
...
c'
erano delle
ragioni
che ti
chiamavano
lì
?
Ella
rispose
, facendo
sporgere
il
labbro
, con un
tono
di
superiorità
offesa
:
- I tuoi
sospetti
non
arrivano
alla
suola
delle mie
scarpe
...
Guglielmo
finse
di
tossire
.
- Che cosa
vorresti
dire
?... -
ripetè
allora ella,
sentendosi
avvampare
. -
Bada
che non
tollero
le tue
insinuazioni
...
- Non fare la
voce
grossa
!...
- Faccio la
voce
che mi
piace
... Non ti
permetto
d'
ingiuriarmi
...
Alzatosi
, egli le venne
incontro
, l'
afferrò
per un
braccio
.
- Sta
zitta
,
sgualdrina
... o ti
piglio
a
pedate
...
Liberatasi
con uno
sforzo
violento
,
piantato
lo
sguardo
su di lui, con l'
espressione
di un
immenso
stupore
, ella
gridò
:
- Tu mi
scacci
?... Tu mi
scacci
?... Ma son io che ti
scaccio
...
E ad un
tratto
corse
in
camera
sua. Aveva
cominciato
a
vestirsi
, al
buio
,
battendo
il
capo
contro lo
spigolo
dell'
armadio
,
rovesciando
delle
seggiole
,
strappando
dei
bottoni
; poi
chiamò
Stefana
, con un
grido
.
-
Prendi
il tuo
scialle
... vieni con me...
La
donna
,
esterrefatta
,
congiunse
le
mani
,
- Non
dirmi
nulla, o ti
strozzo
!... Lo
scialle
...
Degli
scoppii
di
tosse
nervosa
le
laceravano
la
gola
; le
mani
tremanti
non
riuscivano
ad
agganciare
la
veste
.
Rapidamente
, a
testa
alta
,
guardando
dritto
dinanzi a
sè
,
seguita
dalla
donna
che
mormorava
: "
Vergine
santa
!...
Vergine
santa
!..."
attraversò
la
casa
senza
incontrar
nessuno,
scese
le
scale
,
uscì
nella
via
.
Come sua
zia
se la
vide
dinanzi,
pallida
e
sconvolta
,
esclamò
:
- È
finita
?... Sia come vuol
Dio
!...
Nessuno
chiuse
occhio
, quella
notte
.
Aggirandosi
irrequieta
per le
stanze
,
stordita
dalla sua
risoluzione
, ma come
liberata
da un'
enorme
gravezza
, ella non
udiva
i
discorsi
della
zia
, che le
dava
dei
consigli
, che
tentava
ancora di
persuaderla
a
tornare
con suo
marito
se,
ravveduto
, egli avrebbe
promesso
formalmente
di
mutare
condotta
. Lo
zio
,
fatto
un
dispaccio
al
nonno
,
uscì
in
cerca
di
Duffredi
;
tornò
a
riferire
che egli
era
contento
di quella
soluzione
. Però anche lui
diceva
di
aspettare
il
pentimento
,
contava
sugli
imbarazzi
finanziarii
, sull'
influenza
che avrebbe potuto
spiegare
l'
intervento
del
nonno
.
La
notizia
s'
era
propagata
in un
lampo
; il
domani
, delle
persone
venivano a
trovarla
: ad una
voce
, le
davano
ragione
: aveva
veramente
sofferto
abbastanza
con quell'
uomo
,
era
stata troppo
buona
a
sopportarla
tanto... Egli si
meritava
quella
lezione
; ma si sarebbe certamente
pentito
, sarebbe venuto a
scongiurarla
di
tornare
a
casa
sua.
Ella
lasciava
dire
,
cogli
occhi
ardenti
, col
corpo
indolenzito
da una
interminabile
notte
di
veglia
.
Stefana
aveva già
consegnato
al
telegrafo
il
dispaccio
diretto
ad
Arconti
: "
Je
suis
libre
.
Attendez-moi
dans
quelques
jours
. N'
écrivez
pas
."
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