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Federico De Roberto: Raccolta di opere
Federico De Roberto
L'illusione
PARTE TERZA.
I
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PARTE
TERZA
.
I
- Il nostro
viaggio
di
nozze
!
L'
amato
s'
appendeva
al
braccio
di lei, le
carezzava
lievemente
una
mano
, e il
treno
filante
con
moto
rapido
e
uguale
metteva
una
cadenza
nelle sue
parole
:
- L'
avvenire
è nostro per sempre!... la
vita
incomincia
per noi da questo
giorno
!...
Guarda
: mi
sembra
che il
treno
non si
lasci
indietro
dello
spazio
soltanto
, ma il
tempo
con esso!...
- Com'è ben
detto
!... Sì, il
tempo
: tutto il mio
passato
...
- Che il
passato
si
sprofondi
in un
abisso
, che se ne
disperda
la stessa
memoria
!...
Una
dolcezza
grave
occupava
l'
anima
di lei. Malgrado tutto e tutti,
sfidando
l'
opposizione
dei suoi
parenti
, non
curando
lo
scandalo
che
sollevava
, aveva
rotto
con quel
passato
;
era
partita
col
pretesto
di
andarsene
da suo
padre
, aveva
raggiunto
l'
amato
, gli aveva
detto
,
schiudendo
le
braccia
: "Eccomi,
prendimi
, son tua!" Così
doveva
esser l'
amore
: che cosa avrebbe potuto
resistergli
? Però, tutte le
ténere
parole
che
Paolo
diceva
le
scendevano
come un
balsamo
all'
anima
, l'
avvincevano
a lui sempre più
fitto
,
fugavano
ogni più
vago
suo
turbamento
. Ed
era
l'
incanto
supremo
dell'
indipendenza
; la
sensazione
intensa
e
profonda
del
rinascimento
, la
completa
rivelazione
della
felicità
durante quel
viaggio
che ella aveva voluto e che
permetteva
loro di
isolarsi
dal
mondo
mescolandosi
ai suoi
spettacoli
...
Parigi
, il
teatro
dei
romanzi
che erano
stati
il
pascolo
della sua
imaginazione
, la
mostra
di tutte le
grandezze
e di tutte le
ricchezze
; poi le
tranquille
cittadine
della
Fiandra
e dell'
Olanda
, dai
tetti
acuminati
, dalle
cattedrali
gotiche
, dai
tesori
d'
arte
; poi ancora il
tumulto
vasto
di
Londra
, la
grandiosità
sconfinata
della
metropoli
unica
. Ciascun
angolo
della
terra
aveva la sua
particolare
attrattiva
, da per tutto essi
vedevano
rispecchiata
la loro
letizia
. Ella s'
appoggiava
al suo
braccio
,
languida
ed
amorosa
, quasi per fargli
sentire
materialmente
che egli
era
tutto il suo
sostegno
; però, talvolta, gli
chiedeva
:
- Ti
peso
?...
Egli
rispondeva
:
- Vorrei
portarti
su queste
braccia
,
sentirti
avvinghiata
al mio
collo
,
essere
schiacciato
da te!
Dinanzi ad un
quadro
o ad una
statua
, nei
corridoi
silenziosi
di un
museo
popolato
di
visitatori
tossicchianti
,
era
egli stesso che s'
appoggiava
al
braccio
di lei, che si
stringeva
a lei, ed un
senso
di
fierezza
la
invadeva
nel
sorreggerlo
a sua
volta
, nel
dare
agli
sconosciuti
lo
spettacolo
di quel
legame
che nulla avrebbe potuto
rompere
più.
E l'
amato
diceva
:
- Se potessero
sapere
quanto siamo
felici
,
morirebbero
tutti d'
invidia
!
Lasciavano
i loro
nomi
accoppiati
sul
registro
d'una
pinacoteca
, sulla
torre
d'un
campanile
, sui
libri
d'una
sala
di
lettura
; e una
sottile
malinconia
le
velava
lo
sguardo
nel
punto
di
lasciare
un
luogo
dove
s'erano
amati
.
- Chi verrà ancora qui, le
primavere
future
?
- Vi
torneremo
noi stessi; di
persona
o con lo
spirito
, che
importa
?... Qualche cosa del nostro
spirito
non vi
resta
, non vi
aleggerà
sempre?... Noi vi
ritroveremo
tutte le nostre
carezze
, tutti i nostri
baci
...
Ogni sua
parola
era
una
delicatezza
, un
conforto
. Egli non
parlava
che per
dirle
delle
cose
care
, non aveva
volontà
che non
fosse
quella di lei, non faceva nulla che non
fosse
una
prova
d'
amore
. Per
cancellare
del tutto il
ricordo
del suo
passato
, per
dimostrare
che v'
era
in lei come una
donna
nuova
,
unicamente
nata
per lui, le aveva
dato
un
nuovo
nome
, un
vezzeggiativo
creato
apposta
:
Rina
, col quale la
chiamava
sempre; e
trovava
per le sue
bellezze
delle
espressioni
care
e
poetiche
: la sua
chioma
era
il "
Mantello
d'
oro
", un
piccolo
grain
de
beauté
che aveva sull'
omero
sinistro
il "
Nido
dei
Baci
."
Ella si
sentiva
circondata
da un
affetto
così
vigile
, da una
devozione
così
previdente
, da una
cura
così
instancabile
, che un
sentimento
d'
orgoglio
si
mescolava
alla sua
gratitudine
. Ella aveva degli
atteggiamenti
d'
idolo
,
aspirava
la
lode
come un
incenso
, non si
stancava
di
ascoltarlo
. Alcune
sere
, invece di
andar
fuori, a
teatro
, a
passeggio
, gli si
metteva
a
fianco
, gli
diceva
:
-
Restiamo
qui... sto
bene
accanto a te!... - E
appoggiando
il
capo
sulla sua
spalla
,
chiedeva
: -
Dimmi
chi sono.
- L'
amor
mio
grande
,
immenso
,
smisurato
,
pazzo
,
superbo
!
Ella
sorrideva
di
benigna
indulgenza
all'
esagerazione
delle sue
parole
.
- E m'
amerai
sempre?
-
Eternissimamente
!
- Ho
bisogno
di
sentirlo
ripetere
... Quasi non
credo
a me stessa...
Perdonami
: non è
sospetto
verso di te, è
meraviglia
, è
stordimento
,
perchè
io
disperavo
di
sentirmi
dire
mai questo.
Allora gli
narrava
la sua
vita
, i
disinganni
patiti
, le
amarezze
di cui s'
era
abbeverata
, il
disastro
di quel
matrimonio
sciagurato
.
Negava
, con tutte le sue
forze
, d'aver mai
amato
suo
marito
;
esagerava
un poco i
torti
di lui, la
virtù
della propria
resistenza
, col
bisogno
di
giustificarsi
; quantunque nell'
attitudine
, nelle
parole
dell'
amato
non
fosse
che un
grande
compianto
.
- Non
parlare
di questo -
protestava
egli -
parlami
del
tempo
in cui eri
fanciulla
.
Voleva
saper
tutto, le
cose
capitali
e le più
insignificanti
, i suoi
giuochi
, le sue
fantasie
, quando aveva
messa
la prima
veste
lunga
, che cosa aveva
pensato
dell'
amore
, se aveva
amato
.
- Sì, ma in un altro
modo
!...
Ascolta
dunque: bisogna che tu
sappia
tutto di me...
E si
rifaceva
da
bambina
, dai
ricordi
di
Firenze
, dai
dolori
della sua
povera
mamma
, dal
turbamento
istintivo
e
incosciente
destatole
dal
conte
Rossi
; poi
narrava
l'
amoretto
con
Niccolino
Francia
,
enumerava
le sue
amicizie
,
insistendo
su quella di
Bianca
Giuntini
.
-
Era
più
grande
di me, più
bella
...
- Non è
vero
!
- O
bella
a un altro
modo
... Quando
penso
all'
impressione
che mi faceva nei
primi
tempi
,
trovo
che fu
simile
a quella
destata
poi dagli
uomini
. Come sono,
strana
?...
E veniva a
Luigi
Accardi
, alle
strette
di
mano
, ai
baci
, alle
ciocche
di
capelli
, poi alla
morte
della
sorellina
, al
soggiorno
di
Palermo
, ad
Enrico
Sartana
.
- Lo
amai
, sì: non ero più una
bambina
.
Sognai
di
dividere
la sua
vita
, fui sul
punto
di
veder
avverato
il mio
sogno
. Se
fossi
stata sua
moglie
, non avrei tanto
sofferto
, chi
sa
...
Ma come il
sospiro
che le
gonfiava
il
petto
poteva
sembrare
un
rimpianto
, ella gli
gettava
le
braccia
al
collo
:
- Non
pensare
a questo,
sai
! Tutti questi non sono
stati
veri
amori
, ma
simpatie
fanciullesche
,
ingenue
imaginazioni
. La
realtà
ideale
sei tu!
Perchè
non t'ho
conosciuto
prima?... Come saremmo
stati
felici
!...
- Come
ora
!
- No, più di
ora
!
-
Perchè
non sei
libera
dinanzi al
mondo
...
Ella si
stringeva
a lui ancora di più,
chiedeva
a
voce
bassa
,
esitante
:
- Tu... mi
sposeresti
?...
Allora gli
sguardi
dell'
amato
lampeggiavano
, una
aura
di
beatitudine
spirava
da tutto il suo
viso
fatto
più
bello
; allora egli le
prendeva
il
capo
fra le
mani
, le
mormorava
sulla
bocca
,
soavemente
,
carezzosamente
:
- Ah! per tutta la
vita
con te, sempre con te, ad ogni
ora
, ad ogni
istante
;
confonderci
insieme
, fare un
essere
solo, sempre sempre,
fino
alla
morte
...
Il
sorriso
beato
di
Paolo
si
comunicava
a lei, quella
visione
l'
estasiava
- ma non
era
condannata
a
restare
una
visione
? Se anche ella avesse potuto
sciogliere
legalmente
il
vincolo
che aveva
spezzato
di
fatto
, il
passato
di lei avrebbe
gettato
su quella
felicità
un'
ombra
da cui l'
amor
libero
era
difeso
.
- No, questo non è
possibile
... sarebbe
pericoloso
... ed
inutile
ancora!...
perchè
la
realtà
è più
bella
della
visione
!...
perchè
noi
staremo
sempre
insieme
egualmente
!...
Ed
era
lui,
adesso
, che
ripeteva
:
- Se ci fossimo
conosciuti
prima?
- Ah, sì!... Tu sei
pieno
di
generosità
, ma
sento
che il mio
passato
non ti
deve
far
piacere
... che non te ne fece almeno un
tempo
... Non hai
ragione
,
sai
: non ho mai
amato
quell'
uomo
! tu sei il
primo
a
rivelarmi
la
vita
del
cuore
... Se
sapessi
, se
sapessi
...
E gli
diceva
la
differenza
fra quel
viaggio
e l'altro
compiuto
con suo
marito
, l'
abbandono
in cui l'aveva
lasciata
pochi
giorni
dopo
il
matrimonio
, tutte le
sofferenze
che le avea
procurate
.
- Ero
sciocca
, nella mia
gelosia
? Ma ancora non
sapevo
, avevo delle
fisime
...
Poi
ricostruivano
la
storia
della loro
passione
,
fin
dai
primi
giorni
che s'eran
visti
,
fin
dal
primo
incontro
, a
Roma
, molti
anni
addietro
.
- Ti
ricordi
? Fu all'
albergo
di
Milano
...
- Mi
par
di
vederti
: ti avevo
scorta
dalla
piazza
, mi
sentii
attratto
verso di te da una
forza
magnetica
.
- Anch'io ti
notai
subito, quando
salutasti
...
Era
predestinato
!...
Perchè
non mi
portasti
subito
via
?
- Se avessi
ascoltata
la
voce
del
cuore
!...
- Che
impressione
ti
feci
?
- Mi
sembrasti
un
fulgore
abbagliante
; contro la
luce
i tuoi
capelli
splendevano
. Da quel
momento
pensai
sempre a te, come all'
unica
donna
degna
d'esser
desiderata
. Da quel
tempo
, nessun'altra
donna
mi ha
occupato
... E tu
pensasti
qualche
volta
a me?
- Ma sì, ma sì!...
Allora egli voleva
sapere
tutto quello che le
era
avvenuto
durante il
matrimonio
; ella
parlava
vagamente
della
simpatia
ispiratale
da
Sampieri
, da
Aldobrandi
, della
corte
discreta
che le avevano
fatto
altri; ma tutte le
volte
che le loro
confidenze
prendevano
quella
piega
, ella
sentiva
più
acuto
il
rimorso
del
tradimento
, più
imperioso
il
dovere
di
confessarlo
; però, non
riusciva
a
parlare
, non si
sentiva
la
forza
di
affrontare
lo
sguardo
di lui
limpido
e
fermo
;
acquetava
la propria
coscienza
con la
risoluzione
di
dir
tutto più
tardi
. Intanto, anch'ella voleva
conoscere
il suo
passato
,
insistendo
per
sapere
ogni cosa se egli
rispondeva
ambiguamente
a qualche sua
domanda
.
- No -
assicurava
Paolo
- neppure i miei furono
amori
, furono le
prove
per cui
passano
tutti, dei
legami
fugaci
...
- Però, una
volta
...
Allora
esigeva
che egli le
raccontasse
la
storia
del suo
fidanzamento
, una
storia
triste
, che egli
riferiva
a
bassa
voce
: l'
agonia
della
povera
creatura
che si
era
afferrata
a lui come alla
vita
, lo
strazio
di non poter nulla contro la
fatalità
del
male
, di
sentirle
dire
: "Fra un
mese
, fra una
settimana
, io sarò
morta
... tu mi
piangerai
, non è
vero
?..."
Piangeva
ella stessa, nell'
ascoltarlo
; la
voce
dell'
amato
tremava
un poco, ma i suoi
occhi
erano
secchi
.
- Neppur tu
devi
esser
gelosa
di quella
povera
morta
...
- Ebbene: non sono
gelosa
. Tu mi
conoscevi
forse, allora?
- Non è
vero
?
- Sì, sì; sono
ragionevole
,
vedi
!
Però come il
termine
di quel
viaggio
si
avvicinava
, la sua
malinconia
cresceva
. Forse
era
il
pensiero
che non avrebbero potuto più fare la stessa
vita
, che le
convenienze
sociali
li avrebbero
costretti
a
riguardi
continui
.
- Se tu vuoi - gli
proponeva
-
andiamo
a
stabilirci
in un
angolo
ignorato
del
mondo
, in un
paesuccio
di
campagna
,
dove
nessuno ci
conosca
,
dove
saremo
liberi
di fare quel che ci
piacerà
...
- Sarebbe l'
ideale
ottenuto
... Ma io non ho il
diritto
di
seppellirti
viva
...
- Oh, per me!... È
piuttosto
che tu stesso hai dei
doveri
, il tuo
avvenire
da
assicurarti
... Tu sei
fatto
per
salire
ai
primissimi
posti
, per
conquistare
il
potere
! Sarebbe il
rimorso
di tutta la mia
vita
,
impedirti
di
proseguire
in una
via
dove
t'
aspetta
il
trionfo
...
Ciascuno
riconosceva
, per le
ragioni
dell'altro, l'
impossibilità
di
conseguire
quel
sogno
;
riconoscevano
ancora la
necessità
di
vivere
separati
, ma
disponevano
anticipatamente
la loro
vita
in
modo
che nessun
giorno
sarebbe
passato
senza
vedersi
da
soli
o dinanzi a quel
mondo
nel quale anch'ella
contava
di
sostenere
una
parte
.
Non
era
soltanto
per lui che ella
rinunziava
a
vivere
insieme
ignorati
;
era
per
tutelare
l'
amore
: l'
intimità
di tutti i
momenti
avrebbe
finito
per
intiepidirlo
. Se ella voleva esser sempre
desiderata
, le
bisognava
spiegare
tutte le sue
attrattive
,
mostrarsi
or da
lontano
or da vicino,
brillare
in
società
,
perchè
egli si potesse
dire
: "Questa
donna
che tutti
desiderano
è mia,
unicamente
!..."
Assaporando
la
dolcezza
d'un
autunno
mite
e
sereno
, si
attardavano
intanto sulle
rive
del
lago
di
Ginevra
,
peregrinando
a
Losanna
, a
Vevey
,
visitando
il
castello
di
Chillon
,
spingendosi
fino
a
Yverdun
e a
Neuchâtel
,
fin
quando il
primo
freddo
fece
prender
loro a
malincuore
la
via
di
Roma
. Per
prolungare
ancora quell'
incanto
,
andarono
nei
primi
giorni
allo stesso
albergo
;
Paolo
aveva
lasciata
la sua
casa
ed ella
doveva
ancora
trovare
la propria. Come la
città
era
ancora
deserta
del loro
mondo
, essi
andavano
spesso
insieme
, si
davano
dei
convegni
al
passeggio
, in un
negozio
; s'
incontravano
come per
caso
, ed
era
un
fascino
supremo
mormorarsi
delle
parole
d'
amore
tra i
saluti
reverenti
delle
persone
che ancora non
sospettavano
nulla.
Ella
trovò
, al
Maccao
, un
quartiere
che si
meritava
il
nome
di
Nido
datogli
da
Paolo
;
piccolo
, ma
civettuolo
,
soleggiato
, con del
verde
dinanzi. Le
corse
per
provvedere
al
mobilio
le
prendevano
adesso
tutto il suo
tempo
; ella
domandava
dei
consigli
all'
amato
sopra ogni cosa, ma
finiva
per
scegliere
lei stessa,
guidata
dal proprio
gusto
che egli
esaltava
.
Paolo
le aveva
mandato
delle
grandi
ceramiche
, dei
piccoli
quadri
, degli
oggetti
d'
arte
, volendo che da per tutto i suoi
occhi
si
posassero
su qualche cosa che le
parlasse
di lui.
- Ma tu hai forse
bisogno
di
essermi
ricordato
? Se
sapessi
come mi sei
presente
, sempre, a tutti gli
istanti
!... come non
vedo
che te, non
penso
che a te, non
odo
che la tua
voce
!...
- Il tuo
pensiero
-
diceva
egli - è il
sostrato
, la
trama
sulla quale si
ricama
tutta la mia
vita
...
- Come
parli
bene
!... Io
sento
quanto te; ma le
espressioni
mi
mancano
...
- Non
basta
il tuo
sguardo
?
Quando si
compì
l'
arredamento
del
Nido
, ella vi
passò
; fu un
giorno
di
festa
.
Là
si sarebbero sempre
amati
,
là
ella avrebbe
assaporata
la
dolcezza
di
vivere
! Ma tutti i
giorni
era
festa
:
ricorreva
quasi tutti i
giorni
una
data
luminosa
nella
storia
del loro
amore
; egli ne aveva
compilato
il
calendario
, nel quale erano
segnati
il
primo
incontro
, la
confessione
, la prima
lettera
, il
primo
bacio
, il
possesso
,
Castellammare
, l'
unione
assoluta
, cento altri
piccoli
avvenimenti
che ella non aveva neppure
notati
. Che
pensiero
poetico
era
stato
il suo! Che
baci
aveva ella
posto
su quel
foglio
,
documento
dell'
adorazione
ispiratagli
! E nella
ricorrenza
di quelle
feste
, appena ella
apriva
gli
occhi
alla
luce
,
Stefana
le veniva dinanzi coi
fiori
che egli le
mandava
: l'
omaggio
più
gradito
, l'
attenzione
sempre
sognata
e mai
ottenuta
; ella li
carezzava
, ne
aspirava
il
profumo
, ne
custodiva
alcuni tra le
pagine
di un
libro
, in una
lettera
di lui. Che
felicità
!
Però, come
adesso
la
gente
cominciava
a
dimostrar
di
conoscere
i loro
rapporti
,
Paolo
avrebbe voluto farsi
vedere
meno
spesso
con lei; ella
insorgeva
contro quell'
idea
dettata
da uno
scrupolo
eccessivo
:
- Non ci
mancherebbe
altro! Il
mondo
ci
costa
già
abbastanza
. E poi, che ci
vedano
insieme
, dov'è il
male
?
Suppongano
quel che loro
piace
...
La
vita
che ella faceva non le
impediva
di esser
trattata
dalle
persone
con cui
era
stata prima in
relazione
; ma v'erano alcune che
cominciavano
a far le
difficili
, che le
parlavano
un po' fra i
denti
quando la
incontravano
in
visita
, o che la
salutavano
appena. Ella si
consolava
pensando
che le più
pudibonde
erano quelle che per proprio
conto
si
permettevano
le più
ampie
libertà
, sotto l'
egida
dei
gerenti
responsabili
; poi,
era
felice
di
soffrire
quei
piccoli
dolori
per
amore
di
Paolo
.
Era
stato
un
dolore
più
grande
la
rottura
coi suoi
parenti
.
Dopo
la sua
risoluzione
incrollabile
di
partire
, il
nonno
e la
zia
le avevano
scritto
ancora, quantunque
freddamente
, per
darle
notizia
dei suoi
affari
, dell'
amministrazione
della sua
dote
che
Duffredi
le aveva
ceduta
interamente
;
adesso
non le
rispondevano
più. Ella
pensava
con uno
scettico
sorriso
all'
idolatria
che il
nonno
aveva avuto per lei, e che
cessava
così, dall'
oggi
al
domani
,
perchè
ella s'
era
ribellata
a un
destino
insoffribile
,
perchè
non s'
era
fidata
di
rinunziare
più oltre alla sua
parte
di
gioia
sulla
terra
. Poi si
stringeva
nelle
spalle
, s'
avvinghiava
al
collo
dell'
amato
; per lui tutto le
era
dolce
, l'
amor
suo la
compensava
di tutto.
Egli
era
più
difficile
,
soffriva
al
pensiero
dell'
ostilità
a cui
era
esposta
;
presumeva
che nessuno avesse a
parlare
di lei.
- Come è
possibile
,
amore
?
Ormai
, tutti
sanno
che siamo
stati
quattro
mesi
insieme
!
- Non tutti... E poi, che
importa
?
Purchè
ora
non
trovino
nulla...
- Ebbene, che cosa
trovano
? Ci
vedono
insieme
, come ogni altra
gente
!
Per questo ella voleva che, nel suo
giorno
, egli venisse di tanto in tanto a
trovarla
, come per una
visita
, all'
ora
delle altre
visite
:
vederlo
a
distanza
, in
presenza
delle
persone
,
pensando
a quel che erano l'uno per l'altro, le
procurava
un'
emozione
sempre più
forte
; poi,
era
anche un
mezzo
per
allontanare
i
sospetti
.
Ella
prendeva
esempio
dalle altre: la
Giacomelli
non si faceva sempre
accompagnare
da
don
Marcantonio
Bragadino
?
Emma
Triburzi
non
andava
e veniva da
Firenze
con
Giacomo
Mastellani
?
-
Infine
,
dicano
quel che vogliono: noi facciamo quel che ci
piace
; sarebbe
stolto
occuparsi
di loro!
E la
notte
, all'
uscir
dal
teatro
, com'egli l'
accompagnava
,
giravano
lungamente
in
carrozza
per le
vie
deserte
,
stretti
l'uno all'altra,
dicendosi
piano
il
bene
che si volevano,
rinnovandosi
i loro
giuramenti
dinanzi alle
stelle
.
- Se ci
vedessero
così?... Ci
vedano
pure
! Essi non
sapranno
mai il
bene
che ti voglio!
Facevano delle
scappate
anche di
giorno
,
andavano
spesso
per la
campagna
romana
, sulla
via
Appia
, a
Ponte
Molle
: dei
squadroni
di
cavalleria
facevano
esercitazioni
, gli
ufficiali
cercavano
di
guardare
dentro
alla
carrozza
; ella gli
diceva
:
-
Parlami
!...
ripetimi
qui, dinanzi a questa
natura
, ciò che
provi
per me...
Un
giorno
nuvoloso
, che
minacciava
pioggia
,
andarono
a
Villa
Borghese
: come i
viali
erano
deserti
, ella
abbassò
un
vetro
dello
sportello
. A un
tratto
, s'
udì
uno
scalpitar
di
cavalli
, un'altra
carrozza
s'
incrociò
con la loro:
era
il
re
, che si
sporse
un poco a
guardare
e, prima ancora che
Paolo
districasse
il
braccio
passato
dietro
la
vita
di lei, si
cavò
il
cappello
, con un
breve
sorriso
di
compiacente
intelligenza
, quasi a
dire
: "I miei
complimenti
!..."
Ella
arrossì
tutta,
chiedendo
:
- Ti ha
riconosciuto
?
- Hai
visto
bene
...
Tutto questo non faceva all'
amato
il
piacere
che
procurava
a lei stessa; ma egli s'
arrendeva
sempre alle sue
volontà
.
Andavano
insieme
a
Tivoli
, a
Frascati
; ella
realizzava
ad una ad una le
fantasie
di cui si
era
nutrita
; si
diceva
di tanto in tanto,
stupita
della
rivoluzione
operatasi
nella sua
vita
: "Sono proprio io che
fo
questo?..." La
felicità
di cui si
sentiva
piena
faceva
rifiorire
la sua
persona
; ella non
era
mai stata così
bella
, si
trovava
un'
aria
più
provocante
, come tutti le
affermavano
. Ella
sorrideva
ai
complimenti
degli
uomini
, li
riferiva
a
Paolo
, gli
diceva
,
buttandogli
le
braccia
al
collo
:
- Tu non sei
geloso
?... Se
sapessi
che
effetto
mi fanno! Tutti mi
sembrano
vuoti
,
stupidi
,
insignificanti
,
meschini
, dinanzi a te!
Come i
lavori
parlamentari
ricominciarono
, ella lo
costrinse
a
prendervi
parte
assiduamente
;
andava
ella stessa alla
Camera
, voleva che egli
parlasse
per lei
sola
,
ritagliava
dai
giornali
i
resoconti
dei suoi
discorsi
. Per lei, egli
era
un po' troppo
liberale
e
democratico
,
accarezzava
troppo l'
ideale
dell'
eguaglianza
umana
che le
pareva
impossibile
; e il suo
secreto
desiderio
era
di
convertirlo
, di
ottenere
quest'altra
prova
del proprio
potere
.
Paolo
non
esaltava
il suo
ingegno
? non s'
arrendeva
spesso
ai suoi
giudizii
? non
sollecitava
i suoi
consigli
? Certe
volte
ella
pensava
di avere un
salone
politico
, come ve n'erano a
Parigi
, per
contribuire
alla
fortuna
dell'
amato
; poi si
diceva
che questo
conveniva
alle
donne
sul
tramonto
, a quelle che
perdevano
o non avevano mai avute altre
attrative
: ella
era
giovane
,
piacente
,
capiva
poco di
politica
. Quando
chiedeva
a
Paolo
di che cosa s'
era
occupato
, quali
affari
studiava
,
cominciava
ad
ascoltarlo
attentamente
,
approvando
,
chiedendo
spiegazioni
; alla
lunga
,
finiva
per
batter
le
ciglia
, per
reprimere
dei
piccoli
sbadigli
; allora
poggiava
il
capo
sui
ginocchi
di lui,
interrompendolo
:
-
Dimmi
tante
cose
!... delle
cose
care
, come tu solo
sai
dirne
...
Egli le
ripeteva
che
era
l'
amor
suo
grande
, il suo
orgoglio
, il suo
sorriso
, la sua
vita
, che avrebbe voluto
metterle
ai
piedi
l'
universo
,
immolarle
l'
umanità
; che
era
un
sacrilegio
distogliere
un'
ora
sola
dall'
amore
, che voleva
rinunziare
a quella
miserabile
politica
,
vivere
unicamente
,
interamente
per lei. Ella,
socchiudeva
gli
occhi
ridenti
,
dilatava
le
narici
,
aspirando
la
lode
,
imbevendosene
tutta; l'altro
insisteva
:
- Mi
dimetterò
, non m'
occuperò
più di nulla; se v'è qualcuno che
crede
al mio
ingegno
, al mio
avvenire
, voglio che
dica
: "È
stato
l'
amore
di lei che l'ha
esaurito
..."
- No!... No!... Tu non
pensi
a me, dunque? al
dolore
che mi
daresti
?... No, non lo farai!
Rina
tua non vuole!... Tu non
sai
che i tuoi
trionfi
sono i miei, che io
fremo
d'
orgoglio
quando la tua
parola
è
soffocata
da uno
scoppio
d'
applausi
?...
Ella s'
infervorava
, quantunque egli non
insistesse
; si faceva
promettere
obbedienza
, ma per
compenso
voleva che le
scrivesse
ogni
giorno
. Ella stessa gli
rispondeva
assiduamente
,
dicendogli
: "Noi
dobbiamo
fare
oramai
una
sola
vita
: io voglio
dividere
i tuoi
lavori
, i tuoi
piaceri
, i tuoi
pensieri
d'ogni
momento
. Se tu
dovessi
soffrire
, io
soffrirei
per te, più di te!..." Si faceva
leggere
le sue
relazioni
, voleva
essere
informata
degli
umori
della
Camera
, delle
probabilità
di
crise
; gli
diceva
: "Che
festa
sarà per noi il
giorno
che
salirai
al
potere
!"
Montecitorio
non la
divertiva
molto;
pure
vi
tornava
più
spesso
,
cercando
l'
emozione
del
mistero
, del
pericolo
arditamente
sfidato
;
sedotta
all'
idea
del
dominio
esercitato
su quell'
uomo
. Un
giorno
,
vestita
di
nero
, con una
veletta
spessa
sul
viso
,
andò
all'
ufficio
di
via
della
Missione
,
domandò
dell'
onorevole
Arconti
,
scrivendo
il suo
nome
sulla
scheda
presentatale
da un
usciere
. V'erano dei
contadini
, dei
provinciali
, dei
sollecitatori
d'ogni
genere
, ai quali i
deputati
facevano
rispondere
che
avevan
da fare. Ella
restava
in
piedi
guardando
intorno
,
temendo
di
toccare
qualche cosa di poco
pulito
, quando
Paolo
comparve
e le si
accostò
in un
angolo
.
- Tu qui!... Che
imprudenza
!
- Mi
rimproveri
?... Avevo
bisogno
di
vederti
, volevo
dirti
... - Come della
gente
poteva
udire
, ella s'
interruppe
per
riprendere
a
voce
più
forte
: - Una
seduta
interessante
?
- Tutt'altro...
- Tu m'
ami
, non è
vero
?...
Dillo
!
ripetilo
...
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