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Federico De Roberto: Raccolta di opere
Federico De Roberto
L'illusione
PARTE TERZA.
II.
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II.
La
schiera
dei suoi
ammiratori
si faceva
numerosa
: ella ne aveva sempre qualcuno d'
intorno
.
Imaginavano
di poter
trarre
profitto
della sua
libertà
,
supponevano
che ella l'avesse
cercata
per
darsi
alla
vita
galante
! I loro
elogi
, sì, le
piacevano
,
solleticavano
la sua
vanità
femminile
; ma come s'
ingannavano
nel
resto
! Ella
teneva
fronte
a tutti,
voltava
in
ridicolo
le loro
dichiarazioni
,
scherzava
a
parole
, li
metteva
a
posto
se
passavano
il
segno
, e quella
lotta
acuiva
il suo
spirito
, le
dava
la
coscienza
della propria
forza
. Il
marchese
di
Durazzo
, uno dei più
brillanti
, dei più
assidui
e dei più
insistenti
, non
restava
due
minuti
con lei senza farle delle
dichiarazioni
più o meno
velate
; ella
sosteneva
imperterrita
i suoi
attacchi
.
-
Dubitate
delle mie
parole
?
- Me ne
guarderei
bene
!
- Allora,
consentite
ch'io
speri
?
- La
speranza
è l'
ultima
a
morire
.
- Siete
crudele
!... Non potrò far mai nulla per
provarvi
l'
amor
mio?
- Sì, una cosa
semplicissima
...
-
Ditela
!
-
Parlarmi
d'altro.
D'
Azeglio
, un
capitano
di
cavalleria
, molto
brillante
, molto
lancé
, l'
assediava
anche lui, ma in un
modo
speciale
, facendo il
difficile
,
presumendo
d'
interessarla
, di
destare
la sua
gelosia
mostrandole
tutte le
donne
che se lo
contendevano
.
Era
venuto una
sola
volta
a farle
visita
, poi le aveva
dichiarato
che non sarebbe
tornato
più, non volendo
vederla
dinanzi alla
gente
! Ogni tanto,
dopo
averle
concesso
la
grazia
di
guardarla
, le
chiedeva
:
- Mi
permette
di
venirla
a
trovare
?
- Ma sempre!
- Quando?
- Tutti i
martedì
!
Con le loro
pose
, con le loro
pretese
, la facevano
ridere
! Ella li
giudicava
tutti al loro
giusto
valore
,
sapeva
quel che volevano, stava sempre sulle
difese
. Ve n'erano di
superiori
a
Paolo
per
ricchezza
, per
avvenenza
, per
eleganza
; l'
amore
che aveva per lui non l'
accecava
di certo; la
garantiva
, però; la faceva
passare
immune
in
mezzo
ai
fuochi
incrociati
di quegli
assedii
. Il
principe
di
Lucrino
le si
era
presentato
di
nuovo
, ma senza
domandarle
più nulla.
Era
fra i pochi che non
fingessero
d'
ignorare
la sua
relazione
con
Paolo
;
alludeva
alla
felicità
di lei, le
chiedeva
soltanto
di
esserle
amico
. Si
rassegnava
al suo
scacco
; una
volta
, anzi, aveva
fatto
prova
di
spirito
:
- La mia
disgrazia
è stata quella dei
carabinieri
d'
Offenbach
: sono sempre
arrivato
tardi
!
Ella
riferiva
tutto a
Paolo
,
attenuando
soltanto
qualche
frase
,
tacendo
qualche
circostanza
; se
vedeva
un'
ombra
velare
un poco gli
sguardi
di lui, gli
buttava
le
braccia
al
collo
:
- Ti
dispiace
?... Vuoi che io non li
veda
più? che
rinunzii
ad ogni
distrazione
, che
fugga
la
società
?
- No!... ma no!... Chi ti ha
detto
questo!...
- Hai
fede
in me?
-
Piena
,
cieca
,
assoluta
.
-
Grazie
!...
grazie
!...
credi
pure
che nessuna ne è più
degna
!... Che
bene
mi fai!...
Avrebbe voluto
mettersi
in
ginocchio
dinanzi a lui; con
dolce
violenza
egli l'
obbligava
a
rialzarsi
:
- Sei tu che mi fai
bene
!...
Perchè
sospetti
di me?.. Io
capisco
che il
mondo
ti
seduce
, che tu hai
bisogno
di
brillarvi
, che l'
atmosfera
dei
salotti
è l'
ambiente
tuo
vitale
.
- È
vero
...
- Che le
galanterie
degli
uomini
ti sono
gradite
, come sono
graditi
a me, per
esempio
, gli
applausi
dei miei
colleghi
, le
lodi
dei
giornali
...
- Sì, è così... come mi
comprendi
!...
- Ma che questo non t'
impedisce
di
sorridere
delle loro
pretese
,
perchè
il tuo
cuore
è
preso
, è tutto mio...
Ella lo
abbracciava
fitto
,
esclamando
:
-
Amore
!...
Amor
mio
caro
!... Come sei
fatto
per me!... Che
bene
, che
bene
ti voglio...
La
virtù
di cui gli
dava
prova
,
serbandoglisi
fedele
in
mezzo
alle
seduzioni
,
riscattava
la sua
colpa
antica
, le faceva
dimenticare
l'
avventura
di
Palermo
e l'
obbligo
di
confessarla
. Alcune
volte
, ella
trovava
perfino
eccessivi
i suoi
scrupoli
,
pensando
alla
leggerezza
trionfante
delle altre
donne
; ma la sua
lealtà
la
rimordeva
, le
dimostrava
il
dovere
di
confessar
l'
errore
a quell'
uomo
così
diverso
dagli altri, così
pieno
di
delicatezza
e di
nobiltà
. Però
differiva
il
compimento
di questo
dovere
,
cullata
dalla
fiducia
di
Paolo
,
distratta
dalle
esigenze
della
vita
. Con l'
inoltrarsi
dell'
inverno
i suoi
successi
mondani
crescevano
; ella
era
sempre più
entourée
, i
giornali
citavano
la sua
presenza
alle
premières
; il
Fanfulla
aveva
detto
di lei: "un
fiore
di
leggiadria
che i
giardini
profumati
della
Conca
d'
oro
hanno
ceduto
agli
Orti
romani
."
Al
primo
piano
della
palazzina
dove
ella
abitava
,
era
venuta a stare una
famiglia
d'
inglesi
, i
Watson
: una
madre
,
giovane
ancora, e tre
ragazze
una più
graziosa
dell'altra. Ella s'
era
legata
con esse,
andava
in
casa
loro tutti i
sabati
,
troneggiava
in
mezzo
al
mondo
cosmopolita
che vi si
dava
convegno
.
Sentiva
tratto
tratto
gli
effetti
della sua
falsa
posizione
, nella
freddezza
che
incontrava
qua e
là
, ma vi si
rassegnava
, senza
dir
nulla a
Paolo
.
Comprendeva
che non avrebbe potuto
tornare
al
Quirinale
; però, nei
giorni
che
precedevano
i
balli
a
Corte
, una
sorda
irritazione
la
prendeva
: tutte quelle che la
trattavano
freddamente
parlavano
a
posta
dei loro
preparativi
, vi
insistevano
, quasi per farle
notare
che ella sarebbe
rimasta
fuori; e, come quando
era
bambina
,
affrettava
il
corso
del
tempo
perchè
quella
festa
a cui non poteva
intervenire
fosse
una cosa
passata
.
In
quaresima
, dai
Watson
, si
recitava
la
commedia
, si
rappresentavano
i
quadri
viventi
:
Cinderella
,
Midsummer
'
s
night
'
s
dream
,
Cordelia
. Nella
commedia
ella aveva le
prime
parti
; ed
era
la sua
passione
e il suo
trionfo
.
Entrava
nei
panni
del suo
personaggio
, si
muoveva
sulla
scena
, dinanzi a un
centinaio
di
spettatori
, con la stessa
disinvoltura
che se
fosse
stata nel proprio
salotto
,
diceva
le
cose
imparate
a
memoria
come se avesse
parlato
d'
istinto
.
Fioccavano
gli
applausi
, i
complimenti
. Il
piacere
di lei sarebbe
stato
più
grande
se avesse potuto
recitare
insieme
con
Paolo
, ma egli
era
troppo
serio
per
chiedergli
questo, e poi sarebbe
stato
sfidar
troppo l'
opinione
. Però
rivolgeva
a lui,
intenzionalmente
, le
frasi
d'
amore
, le
parole
soavi
, gli
diceva
che
rappresentava
unicamente
per lui, che la
folla
scompariva
dai suoi
occhi
, che egli
era
tutto il suo
pubblico
. Come
Paolo
scuoteva
un poco il
capo
, ella
insisteva
:
- Non mi
credi
?... Ma tu non fai altrettanto per me? non
parli
per me
sola
?
- Sì; ma io non sono
circondato
da
belle
signore
che mi
sorridono
!... io
parlo
solo al mio
banco
...
- E
supponi
che quegli
uomini
esistano
per me? Che io mi
accorga
di loro?... o
Paolo
, come t'
inganni
! come mi
conosci
male
!...
- Tu non t'
accorgerai
di loro, sarà
bene
; ma son essi che si
accorgono
di te...
- Se tu non vuoi, non li
vedrò
più!
- No, no... non mi
dar
retta
;
perdonami
!
Ella gli
passava
una
mano
fra i
capelli
, lo
costringeva
a
guardarla
.
- Sei
geloso
,
di'
... sei
geloso
? - Come egli
assentiva
, con un
moto
degli
occhi
, ella
chiedeva
ancora. - Di chi?...
Dimmelo
...
dillo
!...
- Ma di tutti e di nessuno, di quelli che ti
stringono
la
mano
, di quelli che ti
parlano
, che ti
guardano
appena... delle tue
amiche
, della
gente
che
incontri
, dei
libri
che
leggi
, di tutto ciò che mi
sottrae
qualche cosa del tuo
pensiero
.
Ella
esclamava
,
sommessamente
,
ripetutamente
:
- Com'è
bello
... com'è
bello
,
essere
amate
così!
Poi
riprendeva
,
tenendolo
stretto
per una
mano
,
guardandolo
negli
occhi
:
- Tu, è
vero
? non
vivi
che per me... non
cerchi
nessun'altra?...
Perchè
nessuna potrebbe
amarti
come me, non è
vero
?... E quanto mi
ami
? quanto?
- Quanto non è
possibile
dire
! Sempre più! Ogni
giorno
più dell'altro! E queste
ore
che tu mi
dài
non mi
bastano
, sono troppo
corte
,
volano
presto... Vorrei
starti
sempre vicino, a tutti gli
istanti
, come al
tempo
del nostro
viaggio
;
di'
, ti
ricordi
?...
- Ah!...
Tacevano
un poco; egli
mormorava
:
-
Perchè
non
dev'
esser sempre come allora?
Perchè
dobbiamo
rinunziare
a quella
felicità
?
-
Perchè
!..
Perchè
tu hai dei
doveri
,
perchè
io non sono
libera
,
perchè
bisogna
contare
sul
mondo
,
salvare
le
apparenze
... E poi,
credimi
, è
meglio
che sia così: la
sazietà
ucciderebbe
l'
amore
,
farebbe
nascere
la
stanchezza
.
Alle
proteste
di lui, ella
soggiungeva
:
- Oh, non lo
negare
!...
Perchè
dunque è così
difficile
che l'
amore
resista
al
matrimonio
?... No, non ci
lagniamo
. Del
resto
,
torneranno
i
giorni
più
belli
: l'
estate
è
vicina
,
andremo
via
, ai
bagni
, sui
monti
... e saremo sempre
insieme
, quasi come allora,
vedrai
!...
Invece, come si
diedero
convegno
a
Livorno
, lo
scontento
di lui
crebbe
; in
mezzo
ad una
società
scioperata
ed
osservatrice
, tra una
folla
di
conoscenze
vecchie
e
nuove
, essi erano
costretti
a
prendere
maggiori
precauzioni
, a
contenersi
di più. Ella
era
più che mai
felice
di
vederselo
vicino, a tutte le
ore
, in
presenza
della
gente
,
trattandolo
come un
amico
,
rappresentando
una
commedia
; questo a lui non
bastava
. E,
prendendosela
con lei, quasi
fosse
sua
colpa
, la
evitava
, la
lasciava
sola
, le
mostrava
il suo
corruccio
!
- Ma
perchè
fai questo? -
chiedeva
ella,
umilmente
,
giungendo
le
mani
. - Che cosa mi
rimproveri
?
perchè
mi
punisci
?
perchè
?...
-
Perchè
? -
prorompeva
egli -
perchè
ho
bisogno
di te:
perchè
quando
penso
che
debbo
restarmene
lontano
da te,
sento
la
tentazione
di
afferrarti
pel
collo
, così, e di
strozzarti
,
piuttosto
...
- Sì... sì... -
cogli
occhi
chiusi
,
abbandonata
, ella si
offeriva
al suo
furore
appassionato
. -
Uccidimi
, sì; è
dolce
morire
di tua
mano
!...
-
Perdono
!...
Perdono
!...
Nella
stretta
convulsa
che
seguiva
quell'
impeto
, ella
mormorava
:
-
Andiamo
via
!...
nascondiamoci
fuori del
mondo
, in
campagna
, in un
deserto
...
- Questo non è
possibile
.
- Sì,
purtroppo
hai
ragione
! ma allora bisogna
rassegnarsi
!... Quel che tu
vorresti
è anch'esso
impossibile
, con la
vita
a cui ci
costringono
la nostra
posizione
, i nostri
doveri
!... Tu
soffri
, non è
vero
? nel
sentirmi
maltrattata
? ma che cosa sarebbe se facessimo quel che tu
vorresti
?
- È
vero
!... hai
ragione
!... Ma la
ragione
è una
triste
cosa; io non la
so
tollerare
!...
Infatti,
dovendo
andare
a
casa
sua,
chiamato
da
affari
di
famiglia
, da
interessi
elettorali
,
rimandava
sempre la
partenza
, non voleva
staccarsi
da lei. Ella
diceva
:
- Se potessi venire anch'io con te!... Come vorrei
conoscere
il tuo
paese
, la tua
famiglia
,
entrare
nella tua
casa
,
rovistare
sul tuo
tavolo
... Vi
troverei
i
ricordi
di quelle altre che ti hanno
amato
prima di me, li
disperderei
tutti,
lascerei
dovunque
qualche cosa di mio!
-
Perchè
non vieni?
- Io?... No,
so
bene
che non è
possibile
... A qual
titolo
entrerei
in
casa
tua?... Poi, ti
nuocerei
...
- Non
dir
questo,
intendi
?
- Oh!...
credi
pure
che lo
capisco
bene
...
Vedi
, bisogna
essere
ragionevoli
!... Anche tu
devi
intender
ragione
,
andare
a
casa
,
pensare
ai tuoi
affari
!... Che cosa è una
separazione
di un
mese
?... Se hai
fiducia
in me...
-
Amore
!...
Amor
mio!...
povero
Amore
!
E allora
soltanto
egli s'
indusse
a
lasciarla
. Per essergli più
vicina
, ella
andò
a
Recoaro
; la
tristezza
della
solitudine
si
dissipò
presto nell'
animazione
che le
regnava
d'
intorno
. Come da per tutto, ella
era
sempre molto
festeggiata
, i
giovanotti
la
corteggiavano
, i
mariti
lasciavano
le
mogli
per fare i
galanti
con lei. Ella
accoglieva
i
complimenti
di tutti,
opponeva
a tutti la stessa
resistenza
vivace
,
agguerrita
. Talvolta si
sorprendeva
a
pensare
a qualcuno di quegli
uomini
: ve n'erano che le
piacevano
fisicamente
, o per le
doti
dello
spirito
: ella si
rimproverava
questi
pensieri
che
accordava
loro.
Amando
un altro, essendosi
data
a lui,
anima
e
corpo
, per sempre, come
era
possibile
pensare
ad altri, sia
pure
per un
momento
? La
passione
non
era
dunque come aveva
creduto
,
cieca
,
esclusiva
; o
era
lei stessa
incapace
di
provarla
,
leggiera
,
volubile
? No; ella
amava
Paolo
, con tutte le sue
forze
,
ora
molto più di prima. Prima
era
stato
capriccio
,
curiosità
,
attrattiva
del
frutto
proibito
,
persuasione
vendicatrice
;
adesso
ella si
sentiva
legata
a lui,
indissolubilmente
, dal
culto
che egli stesso le aveva
votato
, dalla
gratitudine
per la
felicità
che le aveva
fatto
conoscere
... Forse anche il
bisogno
di
legittimare
la sua
caduta
esagerava
la
forza
di quell'
amore
?...
Perchè
riconosceva
ella questo?
Perchè
scendeva
in
fondo
alla sua
coscienza
ad
esplorarne
le
pieghe
recondite
!
Ella
scopriva
ora
la
differenza
passante
tra le
cose
imaginate
e le
reali
. Quella
passione
creduta
ideale
era
cominciata
male
, non
era
bastata
una prima
volta
a
salvaguardarla
;
adesso
non le
impediva
di
trovare
che v'erano altri
uomini
dai quali si sarebbe
lasciata
amare
...
Era
dunque
veramente
una
perversa
?... No. Ella
riconosceva
ancora che qualche cosa di
simile
accadeva
in tutti, che nel
fondo
del proprio
animo
nessuno
era
quale
appariva
; che tanti
istinti
, tanti
moventi
, tante
idee
, si
nascondevano
, si
mascheravano
... Non
doveva
accadere
lo stesso in
Paolo
? Nell'
amore
di lui non
doveva
entrare
l'
orgoglio
di
averla
fatta
cadere
, di
vedersi
additare
come l'
eroe
d'un
romanzo
?...
Le
riflessioni
non
duravano
a lungo; la
vita
la
riprendeva
; ella
pensava
che la
vivacità
della sua
imaginazione
, l'
acutezza
del suo
spirito
erano le
cause
di quelle
osservazioni
un po'
tristi
. Che
importavano
tutte quelle
sottigliezze
? Ella
affermava
la
prepotenza
dell'
amore
, dell'
ideale
. Se
pensava
talvolta a qualche altro
uomo
,
ammetteva
forse la
possibilità
di
tradire
l'
assente
? Avrebbe voluto
vedersi
messa
alla
prova
dalla
seduzione
in
persona
, da
don
Giovanni
redivivo
,
perchè
rifulgesse
la
forza
della propria
costanza
!
Tradire
l'
amato
,
adesso
, le sarebbe
parsa
una
infamia
senza nessuna
scusa
. Egli le
scriveva
delle
lettere
traboccanti
di
passione
, di
tenerezza
, che ella
divorava
,
rileggeva
due e tre
volte
,
fino
ad
impararle
a
memoria
,
assistendo
così a tutta la sua
vita
,
dimenticando
coloro che le stavano
attorno
.
Il
cavaliere
Augusto
di
Sant'
Uberto
, fra questi,
era
uno dei più
insistenti
. Un
elegante
, un
seduttore
di
professione
, con una
fama
di
spadaccino
, di
duellista
fortunato
: lo
spauracchio
dei
mariti
.
Magro
,
alto
, dagli
occhi
vivaci
, dai
mustacchi
a
punta
, dalle
mosse
eleganti
; un
ballerino
consumato
,
compromettente
. Le aveva
mormorato
le
prime
frasi
galanti
durante una
danza
,
tenendola
stretta
, facendole
sentire
tutto il suo
corpo
, il
peso
d'uno
sguardo
divoratore
. Ella aveva
evitato
di
guardarlo
: uno
scambio
di
sguardi
,
ballando
a quel
modo
,
dopo
quelle
parole
, poteva
decidere
il
destino
d'una
donna
! Le sue
qualità
mondane
, la sua
reputazione
di
conquistatore
lo
rendevano
interessante
per lei; ella non voleva però
compromettersi
, tanto più che lo
sapeva
legato
con la
Rinardi
, una sua
nuova
amicizia
. Egli
tornava
alla
carica
, e come
trovava
sempre la stessa
resistenza
, si
vendicava
punzecchiandola
,
contraddicendola
in ogni sua
opinione
; se la
vedeva
con un
romanzo
in
mano
, se l'
udiva
ammirare
la
calma
della
notte
, lo
stormire
degli
alberi
, il
chiaror
della
luna
,
canzonava
con
insistenza
il suo
ideale
poetico
.
- Volete
dirmi
con questo che voi
comprendete
il solo
reale
? Vi
credo
!
- E voi
andate
dietro
alle
finzioni
!
- Se la
verità
è tanto
brutta
...
- Che cosa ne
sapete
?
-
Purtroppo
!
Ella si
dava
l'
aria
di una
scettica
, come se
uscisse
allora da un
inganno
crudele
; in
secreto
rideva
di quella
commedia
.
Sant'
Uberto
,
pigliandosi
beffe
di lei, le
diceva
che uno solo poteva
comprenderla
in
mezzo
a quella
società
: l'
avvocato
Trovisani
. Glie lo avevano
presentato
alla
Trink-Halle
: un
uomo
sulla
quarantina
, un po'
basso
,
bruno
, con una
barbetta
corta
ma
folta
, con delle
mani
ben fatte, delle quali
era
molto
vano
. Le stava
spesso
vicino,
rispettosamente
,
prevenendo
i suoi
desiderii
,
schierandosi
sempre, ad ogni
costo
, dalla sua
parte
, ogni
volta
che s'
impegnava
qualche
discussione
. Come per alcuni
giorni
non si
vide
,
Sant'
Uberto
le
disse
:
-
Sa
che
Trovisani
la
evita
?... Ha
detto
: "
Sento
che quella
donna
mi sarebbe
fatale
!"
- Oh,
Dio
!
Malgrado lo
trovasse
un po'
comico
, e quantunque
Sant'
Uberto
fosse
capace
d'avere
inventato
lui quel
motto
, ella ne
provò
un
senso
di
piacere
. L'
avvocato
tornò
ad
avvicinarla
, a farle la sua
corte
discreta
. Ella lo
credeva
perfettamente
innocuo
, quando, un
giorno
che erano
andati
a fare un'
escursione
alla
Civillina
,
trovandosi
solo con lei, le
afferrò
una
mano
e si
mise
a
baciargliela
.
-
Trovisani
, siete
matto
?
Tentava
di
liberarsi
, con una
voglia
di
ridere
, tanto le
pareva
buffo
. Egli
continuava
,
esclamando
:
- Vi
amo
! Vi
adoro
!
Dovete
esser mia...
- -Siete
pazzo
?
Lasciatemi
, o
grido
...
Riuscì
finalmente a
svincolarsi
,
raggiunse
quegli altri; ma l'
avventura
la fece
pensare
ai
pericoli
cui la sua
posizione
l'
esponeva
. Così,
tornò
a
Roma
un po' prima del
tempo
stabilito
con
Paolo
,
scrivendogli
di
venirla
a
raggiungere
, di non
lasciarla
più
sola
... "È troppo
eterna
questa
separazione
; non mi
fido
più di
starmene
lontano
da te. Come sono
stati
tristi
,
lunghi
,
interminabili
, questi
giorni
di
solitudine
! Tutto mi è
parso
vuoto
ed
inutile
;
trovandomi
in
mezzo
alla
gente
,
ammirata
,
invidiata
,
pensavo
: Che cosa sto a far qui? Per chi
fo
questa
toletta
, per chi
spendo
queste
cure
?... Per nessuno, egli è
lontano
, non può
vedermi
, i
soli
elogi
suoi avrebbero un
prezzo
. O
Paolo
, la
vita
senza di te è una cosa
impossibile
!
Ritorna
,
affrettati
, io ti
tendo
le
braccia
, t'
invoco
..." Egli
tardò
ancora qualche
giorno
,
scusandosi
in
lunghissime
lettere
; ai
primi
di
novembre
finalmente fu a
Roma
.
-
Perchè
hai
anticipato
? - le
chiese
, nella
furia
dei
primi
abbracci
. - Ti
annoiavi
? Mi
desideravi
?
- Quanto!... Quanto!... Almeno qui tutto mi
parla
di te; la tua
figura
, il tuo
ricordo
è
associato
a tutto; ma
lì
...
sola
, in un
albergo
, in un
paese
sconosciuto
... e poi...
- Che cosa?...
Perchè
questa
reticenza
?...
Dimmi
tutto!... - E le
stringeva
forte
una
mano
, le
figgeva
, gli
occhi
negli
occhi
.
- Nulla... non t'
allarmare
!...
Mentre gli
riferiva
l'
avventura
di
Trovisani
, egli s'
arricciava
i
baffi
, si
mordicchiava
le
labbra
,
esclamando
tratto
tratto
: "
Buffone
!...
Buffone
!..."
- Non è
vero
?... Ci vuole del
toupet
ad
aggredire
così una
signora
!... a
credere
di
poterla
prendere
come una
cameriera
!... Avesse almeno avuta qualche
qualità
dalla sua;
fosse
stato
piacente
,
simpatico
...
- E ve n'erano, di questi?
- Ma.... sì.... qualcuno....
Sant'
Uberto
, per
esempio
...
- T'ha fatta la
corte
anche lui?
-
Sai
... me la fanno un po' tutti!
- -Che cosa ti ha
detto
?
Ella
chinò
il
capo
,
diede
dei
buffetti
alle
pieghe
della sua
veste
,
rispondendo
:
- Eh!... che mi
trovava
bella
,
elegante
... che
eclissavo
tutte le altre... che
ballavo
divinamente
...
- E tu, che cosa gli hai
risposto
?
- Nulla; cosa volevi che
rispondessi
? Non gli
davo
retta
...
Dicono
tutti la stessa cosa!... Con una
signora
come me, poi,
libera
o che si
suppone
tale, tutti si
credono
in
dovere
di fare i
galanti
, di
attaccare
arditamente
...
Oramai
, ci sono
avvezza
!
Egli
disse
,
tornando
a
guardarla
:
- E ti
piace
,
confessalo
...
- No, te lo
giuro
!... Mio
Dio
, i
complimenti
, gli
elogi
, la
corte
elegante
, sì, mi
piace
,
mentirei
se lo
negassi
...
piace
a tutte,
stanne
pur
sicuro
, alle più
rigide
, alle più
scrupolose
; siamo fatte per questo!... ma l'
indiscrezione
, le
grossolanità
, le
brutalità
...
- Lo
scopo
però è tutt'uno...
- Sì, certo... anzi, puoi
dire
che a quell'altro
modo
si
raggiunge
più
facilmente
...
Allora egli
osservò
, con un
sorriso
forzato
:
-
Vedo
che
calcoli
tutto...
- Come lo
dici
!...
Credi
che io
pensi
a colui?...
Paolo
, non lo
credere
!... Te lo
giuro
, neppur per
sogno
!... Non ho
detto
per lui... chi lo
vedrà
più?... Come vuoi che io
pensi
ad altri, quando sono
piena
di te, tutta,
unicamente
?
-
Perchè
hai
detto
questo, dunque?
- Ma
perchè
è una cosa che ho
pensata
sempre,
fin
da quando ero con mio
marito
...
Pensavo
che il
rispetto
, la
discrezione
, la
corte
poetica
, erano più
pericolose
... E tu
credevi
?... O
Amore
!
Amore
!
All'
abbraccio
, al
bacio
con cui
suggellava
la
pace
,
successe
un
breve
silenzio
. Egli
chiese
a un
tratto
:
- Chi ti fece
pensare
a questo?
- Ma... un po' tutti... quelli che mi stavano
attorno
, quelli che ti
nominai
...
- Ma, più specialmente?
- Che cosa t'
importa
?
Acqua
passata
!...
- Non
monta
: lo
vo
'
sapere
...
- Ebbene...
Aldobrandi
.
Per la
seconda
volta
, ella
abbassò
gli
occhi
. L'altro
insisteva
:
- Ti fece la
corte
?
- Molto.
-
Discretamente
?
- Sì... da
principio
...
Egli s'
era
chinato
su di lei,
divorandola
con lo
sguardo
,
pendendo
dalle sue
labbra
.
- E più
tardi
?... più
tardi
?
- No, no... -
Nascondendosi
il
viso
tra le
mani
, ella
scongiurava
: - No...
lasciami
... non mi
chieder
nulla...
- Lo
vo
'
sapere
... te ne
prego
!... non
debbo
saper
tutto di te? possiamo avere dei
segreti
l'uno per l'altro?... Poi, che cosa
temi
?... Non mi
conoscevi
, allora!...
Dimmi
la
verità
, quell'
uomo
...
- No, te lo
giuro
!...
E a
mezze
parole
, più
rispondendo
alle
domande
di lui che non
narrando
, gli aveva
detta
la
diabolica
perversione
di quel
seduttore
, l'
oscura
avventura
da cui
era
cominciata
la sua
perdita
.
Spasimava
, tra il
dovere
di
dir
tutto, il
resto
, il
tradimento
meno
scusabile
, e il
terrore
di
perdere
l'
amore
di lui, la sua
stima
;
poichè
già una
tristezza
si
dipingeva
in
volto
all'
amato
, già i suoi
sguardi
l'
evitavano
.
- Hai
visto
? M'hai
fatto
soffrire
, per
soffrire
tu stesso...
Paolo
! Che hai?...
Guardami
,
Paolo
;
dimmi
che mi
perdoni
...
- No; con qual
diritto
t'
incolperei
?
-
Grazie
!
grazie
!... Tu sei
generoso
; t'
amo
per questo, specialmente per questo!...
Egli
disse
ancora,
guardandosi
intorno
, quasi
trasognato
:
- Com'è
accaduto
stasera
che abbiamo
rimestate
queste
cose
?
- Mentre
doveva
essere
una
festa
serena
!... il
giorno
della nostra
riunione
, il
primo
d'una
serie
infinita
...
I
bei
giorni
infatti
tornarono
, con la
felicità
di un
tempo
, le
dimostrazioni
d'un
amore
che
andava
sempre
crescendo
, la
fusione
completa
delle loro
esistenze
. La
delicatezza
di cui
Paolo
aveva
dato
prova
l'
incoraggiava
a
completare
la
confessione
;
oramai
non
aspettava
che l'
opportunità
. Però, quando
parlavano
delle
donne
che
cadono
, dei
giudizii
severi
che il
mondo
ne
dà
, ella gli
chiedeva
,
guardandolo
, un po'
triste
:
-
Dimmi
la
verità
: tu non mi
disprezzi
?
Egli le
turava
la
bocca
,
esclamando
:
- Tu sei il
vanto
mio
dolce
! il mio
orgoglio
!... Vorrei
mostrare
all'
universo
l'
amore
che ti
porto
...
- Ma se non
fossi
tua? se
sentissi
parlar
di me come d'una
estranea
?
- E questo è
possibile
imaginarlo
soltanto
? se sono così
pieno
di te!... No,
povero
Amore
:
fuor
dell'
amore
tu non m'
ispiri
che una
sola
cosa; una
grande
pietà
...
- Come sei
buono
!... Com'è
bello
, questo!
-
Poveretta
!...
Poverina
!...
Allora ella
sentivasi
prendere
da una più
grande
tenerezza
; gli
nascondeva
il
viso
sul
petto
,
mormorando
:
- Sì, è
dolce
esser
compianta
da te!...
Dimmi
poveretta
, se
sapessi
che
bene
mi fa!...
Ah, nessun
uomo
valeva
quanto lui! Egli la
lasciava
sempre
libera
, non le
chiedeva
mai quel che aveva
fatto
in sua
assenza
, le
dimostrava
una
fiducia
sempre più
salda
. Non la
seguiva
, anzi, come prima; non
cercava
di
vederla
in
presenza
della
gente
, quando altri
uomini
le stavano
intorno
. Questo però non le
piaceva
; ella lo voleva vicino, sempre,
sopratutto
in
cospetto
del
mondo
.
- Tu hai l'
aria
di
sfuggirmi
...
- Ma no! ma no!
- Lo
so
perchè
fai questo: è per
delicatezza
, per
provarmi
che hai
fiducia
in me...
- Non
c'
è
bisogno
di
provare
ciò che non si
mette
in
dubbio
.
-
Grazie
! Ma io voglio che tu mi
segua
dovunque
...
- Sarà
fatto
...
era
solo per
evitare
le
maldicenze
...
-
Oramai
!...
Dicano
quel che vogliono!... Tu farai quel che
dirò
io?
- Sempre!
- Che cosa
faresti
per
provarmi
che mi vuoi
bene
?
- Non
so
;
morirei
.
Ella
sussurrava
:
- Ti
danneresti
per me?...
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