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Federico De Roberto: Raccolta di opere
Federico De Roberto
L'illusione
PARTE TERZA.
V.
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V.
- Io sono
vile
nei miei
affetti
!
Come
Paolo
, l'
inverno
seguente
, la
trascurava
ancora per la
politica
, ella
tornava
a
scongiurarlo
di esser
buono
con lei; e
poichè
egli
negava
di esser
mutato
e
derideva
le sue
paure
, ella
ripeteva
:
-
Ridi
,
ridi
pure
!...
Sai
che t'
amo
, che sono
vile
nell'
amore
...
- Che
frasi
drammatiche
!
E
adesso
, ogni
volta
che ella
esprimeva
qualche
pensiero
delicato
, un
sentimento
non
comune
, egli
alzava
le
spalle
:
- Non far la
romantica
!... Come sei
teatrale
!... Non per nulla
reciti
così
bene
...
Egli
diceva
queste
cose
con un
sorriso
d'
indulgenza
che ne
temperava
la
durezza
; però
era
sempre un
giudizio
poco
lusinghiero
. Ella si
domandava
: "Allora, è come con mio
marito
?"
E quel
giudizio
le veniva da lui, che
dichiarava
di
fingere
ogni
giorno
, di non
credere
a quel che
diceva
!
- Tu, intanto,
rappresenti
la tua
parte
!
- È
vero
!... hai
ragione
!... tutto è
finzione
...
- Anche l'
amore
?...
rispondi
!
Egli
rispondeva
, con un
gesto
vago
:
-
Chissà
... forse anche quello!
-
Guardami
negli
occhi
:
ripetilo
...
- No... l'
amor
volgare
, sì; non il nostro...
Spesso
,
dopo
essersi
ostinato
in qualche
concetto
, egli le
proponeva
:
-
Adesso
, vuoi che io ti
dimostri
l'
opposto
?
E come
distruggeva
ad uno ad uno tutti gli
argomenti
addotti
dapprima
, come
metteva
un più
grande
calore
nel
difendere
la
tesi
contraria
, ella
protestava
:
-
Basta
!...
Basta
!... Non
credi
dunque a nulla?
- A tutto, invece...
Ella
credeva
all'
ideale
, alla
poesia
; gli faceva
leggere
dei
passaggi
di
romanzi
, dei
versi
che le
parevano
sublimi
,
dettati
da
gente
fatta a un altro
modo
,
vivente
di
puro
etere
.
- E tu li
pigli
sul
serio
?... Non
vedi
che sono
parole
?...
- Ma sono le
parole
che
esprimono
i
sentimenti
!...
- D'
accordo
.
Dimmi
che cosa vuoi che ti
esprima
, e
parlerò
tre
ore
di
seguito
.
Ella gli
turava
la
bocca
:
-
Taci
! Mi fai
male
.
Fingeva
dunque anche quando le
parlava
dell'
amor
suo? Ma egli ne
parlava
adesso
tanto di
rado
! I
capi
del suo
partito
fondavano
un
giornale
; egli vi
prendeva
una
larga
parte
, per dei
giorni
e dei
giorni
la
lasciò
sola
. Un
tempo
, quando non poteva venire a
trovarla
le
scriveva
lunghe
lettere
;
ora
mandava
dei
biglietti
da
visita
con su due
parole
;
spesso
neppur quelli. Ella si
sentiva
stringere
il
cuore
dinanzi al
ritorno
più
frequente
di quei
sintomi
; poi si
rimproverava
le sue
preoccupazioni
, si
diceva
che
doveva
agguerrirsi
contro i
disinganni
; che, a
lasciarsi
scorgere
, avrebbe
fatto
peggio
, e che anzi, se voleva
ricondurlo
a
sè
, le
conveniva
mostrarsi
piuttosto
indifferente
e
distratta
. Ma
era
più
forte
di lei: nel
bel
mezzo
della
relazione
d'un
ballo
, d'un
giro
di
visite
, ella s'
interrompeva
,
esclamando
:
- Ma come sei
freddo
!... Non mi
ascolti
, non mi
domandi
nulla... non t'
importa
più di nulla!...
- Chi te l'ha
detto
?
- Lo
vedo
, da me!...
Credi
che io non abbia
occhi
?
- T'
inganni
!
- Ma se non mi
dici
più nessuna delle
cose
che mi
ripetevi
un
tempo
! Se vieni qui a
parlarmi
della
Camera
e del
Senato
, del
giornale
e dei
ministri
!... Cosa vuoi che me n'
importi
?... Io ho
bisogno
di
sentirmi
voluta
bene
, d'
essere
avvolta
in un'
atmosfera
d'
affetto
...
Incrociate
le
mani
sopra una
spalla
dell'
amato
,
alzando
gli
occhi
su di lui, ella
pregava
:
-
Dimmi
che mi vuoi sempre
bene
... che sono l'
amore
tuo
caro
!...
Dimmi
tante
cose
...
-
Amore
!...
Amore
!...
Egli la
stringeva
al
petto
,
ripetendo
quella
parola
, ma senza
aggiungere
altro.
Ella
diceva
:
- Se io ti
domandassi
di
darmi
una
prova
di questo
amore
... di
rinunziare
per esso alla
politica
... che cosa
diresti
?
- Sì...
Ma ella
sentiva
adesso
che egli
rispondeva
a quel
modo
perchè
era
sicuro
della sua
desistenza
; e a un
tratto
s'
accorgeva
che mai le aveva
detto
quel sì
sinceramente
, neppure ai
primi
tempi
della loro
relazione
. Non gli
rimproverava
apertamente
quel suo
egoismo
; però, in
tesi
astratta
, a
proposito
d'altri, ella
usciva
in qualche
amara
affermazione
:
- Gli
uomini
sono
incapaci
di
sacrifizio
... vogliono
essere
amati
,
solletica
il loro
amor
proprio
vedere
una
creatura
perdersi
per essi; ma
rispondere
a questo
amore
,
comprendere
questa
creatura
...
- Già,
perchè
voialtre
siete fatte a un
modo
arcano
!
- Puoi
scommettere
che abbiamo più
cuore
di voi...
- Quando vi
date
, vi
date
in
olocausto
!... lo
so
, me l'hai
ripetuto
molte
volte
... Al
visconte
hai
detto
altrettanto?...
- E sempre questo
rimprovero
!...
Non erano delle
scene
vivaci
, ma delle
piccole
punture
, dei
brevi
bisticci
, delle
allusioni
malevole
, con dei
ritorni
all'
antica
fiducia
.
Uscendo
una
sera
dal
Valle
, ella
prese
freddo
; la
tosse
e la
febbre
l'
inchiodarono
a
letto
. Allora, durante tutto il
corso
della
malattia
, per un
mese
intero
, egli
ridivenne
l'
amante
d'un
tempo
. Tutti i
giorni
, appena
desta
, ella aveva una sua
lettera
,
buona
e
bella
,
piena
di
cose
tenere
e
poetiche
, di
invocazioni
alla
primavera
perchè
spirasse
il suo
tepido
alito
a
guarire
più presto la
Diletta
, di
benedizioni
rese
a quel
male
che la
sottraeva
al
mondo
ed alle sue
distrazioni
lasciandola
tutta tutta per lui. E dei
fiori
,
perchè
le
restituissero
i
colori
rubati
alle sue
labbra
ed al suo
viso
, e dei
libri
, dei
romanzi
d'
amore
, dei
versi
d'
amore
perchè
le
parlassero
per lui: tante
care
attenzioni
che
inducevano
anche lei a
benedire
quella
malattia
,
cogli
occhi
umidi
di
pianto
, un'altra
febbre
nei
polsi
: la
febbre
divina
della
speranza
e della
fede
.
Guarì
, e a poco a poco tutto questo
cominciò
a
passare
. Ella
tornò
a
veder
gente
, egli a
sospettare
, a
punzecchiarla
senza
ragione
. Talvolta ella
alzava
le
spalle
,
opponendo
ai
sorrisi
sarcastici
di lui degli
amari
sorrisi
; tal'altra lo
scongiurava
di non
dirle
di quelle
cose
cattive
, gli s'
inginocchiava
dinanzi, gli
rammentava
la
recente
felicità
,
diceva
,
giungendo
le
mani
: "
Signore
, fatemi
ammalare
un'altra
volta
!..." Egli
tornava
buono
, ma le
parole
innamorate
che le
diceva
erano le stesse di un
tempo
- ed anche lei s'
accorgeva
di
ripetere
le
cose
già
dette
. Certe
volte
,
restavano
dei
momenti
abbracciati
, senza
dir
niente. Egli non aveva più gli
scoppii
d'una
volta
, non la
torturava
e non si
torturava
; se
parlava
degli
uomini
che le facevano ancora la
corte
, non si
scuoteva
, non l'
assaliva
coi suoi
sospetti
. Ma quella
freddezza
era
forse
studiata
?
era
un'altra
forma
della sua
gelosia
?
- Che cosa ti
dà
ombra
?
Dillo
: io potrò
correggermi
,
provarti
che non ho altro
pensiero
fuori del tuo...
- Niente... nessuno...
- Non è
vero
!... La
vita
che faccio non ti
piace
... Ma qui è un
obbligo
per me!... Quante
volte
non t'ho
detto
di
andar
via
...
- Non
dicevi
sul
serio
.
Dinanzi a quelle
accuse
, un
moto
di
ribellione
la
sollevava
; poi, quand'egli non
era
più
lì
, quando si
metteva
a
pensare
all'
avvenire
, una
paura
la
piegava
, l'
umiliava
.
Adesso
ella
intravedeva
, più
distintamente
di prima, una cosa
orribile
: la
morte
di quell'
amore
... Il
miraggio
che l'aveva
affascinata
, la
speranza
che l'aveva
sorretta
,
svanivano
, si
dileguavano
,
insensibilmente
, ma
continuamente
, senza
speranza
di
ritorno
. Quell'
uomo
per cui s'
era
perduta
, che l'aveva
sedotta
con la
promessa
d'un
amore
eterno
,
adesso
veniva da lei per
leggere
i
giornali
, per
dormire
sopra una
poltrona
... Ella si
passava
: una
mano
sugli
occhi
; si
diceva
: "Non
sogno
?..." Com'
era
dunque
avvenuto
? Quella sua
colpa
era
proprio
imperdonabile
?... E delle
cose
dimenticate
le
tornavano
alla
memoria
: dei
sintomi
di
mutamento
rivelatisi
ancor prima della sua
confessione
...
Era
dunque l'
opera
del
tempo
? la
fatalità
della
vita
?... L'
errore
consisteva
dunque nel
credere
alla
durata
di qualche cosa, quando tutto
moriva
, tutto
finiva
?... No; l'
errore
era
stato
suo, d'aver
prestato
fede
a quell'
uomo
.
Scettico
ed
ambizioso
,
declamatore
e
vano
, ella lo
vedeva
qual'
era
. Poi si
domandava
: "
Perchè
lo
giudico
così?
Perchè
non lo
scuso
?... Ho anch'io dei
difetti
da farmi
perdonare
..." Allora
tornava
ad
afferrarsi
a lui; e una
buona
parola
la
consolava
, la
paura
cessava
.
Passò
così dell'altro
tempo
, tra
accuse
e
discolpe
, tra
urti
e
riconciliazioni
, tra
brevi
ritorni
agli
entusiasmi
dei
primi
tempi
e
lunghi
periodi
d'
indifferenza
e di
freddezza
. I
tentativi
di
seduzione
si
raddoppiavano
intorno
a lei; nelle
giornate
cattive
ella
pensava
che se avesse voluto, tutti gli
uomini
le sarebbero
caduti
ai
piedi
; poi
riconosceva
che essi le stavano
attorno
perchè
era
caduta
. Qualcuno, però, la
trattava
diversamente
dagli altri. Lo aveva
conosciuto
a
Pegli
, l'
ultima
estate
;
rivedendolo
a
Roma
, la prima
volta
, non aveva
rammentato
il suo
nome
. Se ne
sovvenne
quando egli le
lasciò
una
carta
:
Eduardo
Morani
. Un
giovane
a
ventotto
anni
, con degli
occhi
dolci
, il
viso
magro
dalla
pelle
leggermente
abbronzata
dal
sole
e dall'
aria
marina
. Aveva
fatto
i suoi
studii
all'
Accademia
navale
; ma come la sua
vocazione
pel
mare
contrariava
troppo la sua
famiglia
, aveva
rinunziato
alla
carriera
. Una
serietà
attraente
spirava
dalla sua
fisonomia
; egli le
rammentava
l'
ufficiale
di
marina
incontrato
a
Milazzo
. Nelle
parole
che le
rivolgeva
v'
era
un
rispetto
così
profondo
, un
riserbo
così
scrupoloso
, che la facevano
pensare
a quel che avrebbero
dovuto
essere
le sue
parole
d'
amore
. Quand'egli
parlava
del
mare
, la sua
voce
tremava
.
- Lo
amo
anch'io -
confessava
ella - ma da
lontano
... e quando è
buono
...
- Bisogna
amarlo
com'è!
- No, no... Lei è troppo
esclusivo
nelle sue
passioni
...
Inutilmente
ella
cercava
di
provarlo
, di
provocarlo
a
parlare
delle
cose
del
sentimento
; egli
evitava
di
rispondere
,
chinava
il
capo
in
atto
di
deferenza
a ciò che
diceva
lei stessa. L'
esperienza
la
rendeva
guardinga
: quel
contegno
non poteva
essere
studiato
apposta
per fare
effetto
? Ma quando ella
sentiva
l'
accento
di
schiettezza
ingenua
col quale le
parlava
, si
ricredeva
, si
confessava
che le
era
simpatico
.
Paolo
non s'
accorgeva
di questo; a poco a poco egli aveva
finito
per non
seguirla
più in nessun
posto
, per non
vederla
altro che nell'
intimità
di quattro
mura
. Ma se ella
andava
a un
ricevimento
, a una
rappresentazione
, il
domani
erano delle
allusioni
sarcastiche
, dei
sorrisi
ambigui
, un
avvelenamento
del
piacere
che ella aveva
provato
.
Era
tanto
sciocca
da
dirgli
quali
uomini
aveva
notato
di più, quali le erano
stati
più a lungo
dintorno
: egli
accavalcava
una
gamba
sull'altra,
guardandola
con un
riso
cattivo
.
- Ma se tu sei
geloso
,
perchè
non mi
segui
?... Io ho l'
obbligo
di far questa
vita
...
- E i tuoi
progetti
di
rinunzia
?
Ciò che egli voleva,
era
dunque che ella si
appartasse
dal
mondo
per fargli
piacere
, che non
vivesse
se non del
pensiero
di lui mentre egli avrebbe
continuato
a
curarsi
d'altro! L'
egoismo
dell'
uomo
non poteva
rivelarsi
meglio
che in questa
pretesa
; però ella si
piegava
ancora. Prima di
andare
a un
ballo
in
casa
Fucino
, gli
chiese
:
- Se ti fa
dispiacere
...
- No,
assolutamente
.
-
Dillo
pure
, se non vuoi... io farò quel che tu
imporrai
.
- Che
diritto
ho d'
importi
qualche cosa?
- Tutti i
diritti
, lo
sai
!
- No, non mi fa
dispiacere
... mi
piace
che tu
brilli
, che ti
diverta
...
Ella
chiese
ancora,
irresoluta
:
- Verrai anche te?
- Sì.
Sentendo
parlare
da
madama
Duroy
di quella
festa
, si
decise
,
esaltata
come sempre all'
idea
del
trionfo
da
riportare
. Gli
scrisse
, in
francese
, un
bigliettino
: "Eh
bien
,
j
'
y
vais
,
je
t'
y
attends
;
mon
carnet
est
à
toi
". Egli non venne; quando si
rividero
,
ricominciarono
i
malumori
, le
malignazioni
. Ella dunque
doveva
interpretare
le sue
volontà
celate
,
imaginare
le sue
fisime
,
indovinare
ciò che gli
passava
pel
capo
, ma che egli non aveva la
sincerità
di
confessare
. Ella
doveva
amarlo
, e non
ricevere
in
cambio
se non le
prove
di una
diffidenza
sorda
, d'una
freddezza
crescente
... Il suo
orgoglio
s'
impennava
, ella si
fermava
nel
proposito
di
rispondere
alla sua
indifferenza
con una
noncuranza
maggiore
e, a poco a poco, non s'
interessava
più ai suoi
progetti
, non gli
chiedeva
più nulla delle
cose
sue, non
andava
alla
Camera
a
udirlo
;
nè
egli la
lodava
più, le
dimostrava
più la
stima
che aveva avuto del suo
ingegno
: se talvolta
impegnavano
qualche
discussione
, non s'
arrendeva
come prima,
rideva
degli
argomenti
di lei. Ella
sentiva
il
distacco
operarsi
lentamente
e
fatalmente
; ma come
ritornavano
ancora una
volta
le
date
della loro
passione
, una
nostalgia
s'
impossessava
di lei al
ricordo
del suo
bel
romanzo
, e
cercava
di
attaccarsi
ancora a quell'
uomo
, di
riafferrarsi
a quel
passato
. Egli la
lasciava
dire
,
chinando
il
capo
,
guardandosi
le
mani
.
- Quanto
amore
, non è
vero
?... quante
carezze
!... Ma tu non
dici
nulla... hai l'
aria
d'
essertene
pentito
...
- Tu non
sai
quel che
dici
.
- Oh, così
fosse
!... Ma io
vedo
,
penso
,
confronto
,
intuisco
...
Qualche
volta
arrivava
da lei
stringendole
la
mano
senza
baciarla
; le
restava
una
sera
accanto
parlando
di
cose
indifferenti
, non le
chiedeva
le sue
carezze
.
- Come sei
mutato
! -
esclamava
ella - come sei
freddo
!...
- Io sono lo stesso.
- Ma
sai
che qualcuno
darebbe
la
vita
, per
starmi
un'
ora
vicino, così?
- Chi, il
principe
di
Lucrino
?
Se il
discorso
tornava
sulle
memorie
del
tempo
in cui non si
conoscevano
ancora, se egli
parlava
del
primo
suo
amore
che la
morte
aveva
crudelmente
troncato
, le sue
parole
erano più
commosse
, ella lo
sentiva
più
lontano
da lei.
- Tu
pensi
sempre alla
morta
!
- Sì... ma in altro
modo
.
- Vorrei che
pensassi
in quest'altro
modo
a me stessa... Oh,
capisco
, hai
ragione
: ella ti avrebbe
dato
molto più di quel che posso
darti
io!... Che cosa
valgo
,
oramai
?...
Egli le
stringeva
una
mano
, senza
protestare
.
- Tu avresti voluto
essere
il
primo
a
leggere
nel
cuore
d'una
donna
... Un
giorno
, mi
lascerai
per
sposare
una
vergine
...
Allora, come egli
restava
senza
dir
nulla, gli si
metteva
quasi in
ginocchio
dinanzi,
pregando
:
-
Senti
,
Paolo
... se tu non m'
ami
... se non mi
amerai
più... me lo
dirai
,
francamente
,
sinceramente
?... Sarà lo
strazio
di tutto l'
essere
mio, ma non te ne vorrò...
capisco
che tutto
finisce
al
mondo
!...
procurerò
d'esser
forte
!... ma voglio che tu me lo
dica
, senza
infliggermi
il
tormento
di
vederti
così
freddo
,
stanco
,
annoiato
...
- Ma t'
inganni
!...
- No, non
mentire
... tu non m'
ami
più...
- Ebbene, come vuoi: non t'
amo
...
Un
momento
,
pensava
di
rispondergli
: "Sta
bene
,
separiamoci
dunque!..." poi
fissava
il proprio
sguardo
sul suo,
intensamente
,
dolorosamente
,
appassionatamente
, ed in quello
sguardo
ella
metteva
dei
rimproveri
umili
, una
supplicazione
devota
, tutti i
ricordi
del loro
passato
, tutte le
promesse
dell'
avvenire
. Ella gli
prendeva
una
mano
, senza
lasciar
di
guardarlo
; gli
diceva
,
sommessamente
:
-
Ripetilo
... ch'io lo
senta
ancora...
- No! non è
vero
!... Sei tu che mi fai
dire
queste
cose
...
Allora, per non
sentirsi
accusare
daccapo
,
era
lui che la
accusava
.
- Sei stata col
principe
?... A che
punto
siete
arrivati
?
- Oh,
Paolo
!...
- Allora, chi altri hai per le
mani
?
- Tu non
sai
che questo è un
insulto
?
Egli
alzava
le
spalle
,
esclamando
:
- Non
recitare
!... tu
pensi
ad altri...
- Io? Io?... Ma se
fosse
vero
,
perchè
ti
supplicherei
da tanto
tempo
di non
trattarmi
così? che cosa m'
impedirebbe
di
abbandonarti
?
- La
forza
dell'
abitudine
...
Un
velo
le
annebbiava
la
vista
, le sue
mani
tremavano
.
- E sei tu che
dici
questo?... E tu lo
credi
?... Ah, è
vero
!
Dopo
averci
fatto
cadere
, siete i
primi
a
disprezzarci
!...
Adesso
la
verità
le
appariva
in tutta la sua
crudezza
: egli non l'
amava
più, quelle
accuse
che le
rivolgeva
erano altrettanti
pretesti
per
stancarla
, per
disfarsi
di lei... Un'
amarezza
immensa
le
saliva
dal
cuore
alla
gola
; ella si
ricordava
tutto ciò che quell'
uomo
le
costava
: la
famiglia
perduta
, il
disprezzo
del
mondo
, l'
avvenire
distrutto
.
Perchè
ella sarebbe
rimasta
sola
, senza un
appoggio
,
esposta
ad ogni
sorta
di
rischi
...
Meglio
questo,
meglio
la
fine
,
piuttosto
che il
freddo
insulto
!...
Perchè
non aveva egli il
coraggio
di
confessarle
sinceramente
: "Non t'
amo
più, tutto è
finito
?..." Allora ella si
copriva
il
volto
con le
mani
,
pregava
tra
sè
: "No, più
tardi
che è
possibile
... voglio
sperare
, voglio
ostinarmi
..." Ed ella non si
confessava
che anch'ella non lo
amava
più, che quell'
amore
non
rispondeva
al
tipo
da lei
sognato
, che quell'
uomo
non le
piaceva
. Non lo aveva mai
trovato
nè
bello
nè
nobile
abbastanza
; non
era
mai
stato
molto
elegante
,
adesso
era
quasi
trascurato
; non voleva
andare
nel
mondo
, la sua
gelosia
consisteva
più che altro nell'
idea
del
posto
secondario
che egli vi
teneva
, del
vantaggio
che avevano su di lui i
giovani
alla
moda
- e
impediva
a lei stessa di fare la
vita
che
sognava
, di
ricevere
molta
gente
, di
andare
a
cavallo
, di
fumare
, di
divertirsi
a proprio
talento
.
Dell'altro
tempo
passava
: la
lusinga
rinasceva
e
tornava
a
dileguarsi
. Con una
gran
tristezza
nel
cuore
, ella
andava
nel
mondo
,
fingeva
la
serenità
e l'
allegria
, non
tollerando
che la
gente
s'
accorgesse
dell'
abbandono
in cui
era
lasciata
. La
passione
era
stata la
legittimazione
del suo
fallo
: ella non voleva
sentirsi
dire
che s'
era
ingannata
. Però, come gli
uomini
la
perseguitavano
con le loro
insistenze
, ella
rispondeva
con uno
scetticismo
corrosivo
. Non si
scopriva
in tal
modo
? Ma come
ascoltare
senza
ribellarsi
le
menzogne
che le
recitavano
?...
Solo
Morani
la
trattava
a un altro
modo
, la
circondava
d'un
rispetto
fraterno
; l'
imagine
di lui le
era
sempre
presente
. Ella
imparava
a
conoscere
la
lealtà
del suo
carattere
, la
dirittura
del suo
animo
. Un
giorno
, per
istrada
, le
presentò
le sue
sorelline
: due
belle
fanciulle
, a cui ella si
affezionò
come a delle
figlie
. E
andando
adesso
in
casa
di lui,
conoscendo
la
severità
della sua
vita
, ella aveva una
tentazione
che si faceva sempre più
forte
:
chiedergli
un
colloquio
,
confessargli
tutta la sua
storia
, la
situazione
presente
, e
seguire
i suoi
consigli
. Poi l'
impossibilità
di
parlare
del suo
stato
a un
giovanotto
l'
arrestava
: non avrebbe egli potuto
credere
a delle
avances
da
parte
di lei?... Ed ella s'
arretrava
ancora,
atterrita
all'
idea
d'
incorrere
nel suo
disprezzo
.
Come la sua
tristezza
cresceva
, ella s'
afferrava
di più a
Paolo
, gli
diceva
:
-
So
bene
che un
giorno
tutto
finirà
tra noi; ma
lascia
che il
tempo
compisca
la sua
opera
, senza
affrettarla
!..
Perchè
privarci
di qualche altro
giorno
di
gioia
?
Le sue
guancie
si
rigavano
di
pianto
; come egli
cercava
di
replicare
, di
assicurarle
che
era
sempre suo, ella
esclamava
tra i
singhiozzi
:
- T'ho per poco!... Ti
perdo
, mi
sfuggi
...
Quando egli le si
mostrava
cattivo
, quando le
ripeteva
l'
assurdo
pensiero
che ella
pensava
al
tradimento
, gli
diceva
:
- Ma non
sai
che questo
pensiero
funesto
uccide
l'
amore
? Che se non lo
combatti
, se non lo
distruggi
,
finirà
per
spegnere
il tuo
sentimento
?
Ella
pensava
che
ardesse
ancora un poco, ne
rimescolava
le
ceneri
. Un
giorno
, nel
rimettere
in
ordine
le
lettere
di lui, ne aveva
rilette
tante, s'
era
sentita
rivivere
ai
tempi
della
felicità
. La
sera
, al
sopravvenire
di
Paolo
, ella lo
abbracciò
con più
calore
, si
mise
a
riferirgli
i
passaggi
più
belli
di quelle
lettere
.
- Ti
ricordi
come
scrivesti
la prima
volta
?... E dalla
Sicilia
?...
Ascolta
:
dopo
Castellammare
mi
dicesti
così...
Egli
disse
:
-
Pensi
ancora a queste
cose
?
- Ma sempre!... non
penso
che a questo... e tu?
- È un
pezzo
che me ne sono
dimenticato
.
Fu un
urto
in
pieno
petto
. Ella
guardò
quell'
uomo
che si
stropicciava
le
mani
evitando
di
guardarla
, e ad un
tratto
sentì
che non v'
era
fra loro più nulla di
comune
, che un
abisso
si
sprofondava
tra loro,
abbattendo
,
travolgendo
,
inghiottendo
ogni cosa. E la sua propria
voce
, nel
silenzio
gelido
che s'
era
fatto
, la
stupiva
, la
impauriva
:
- Hai
dimenticato
?... neppure il
ricordo
?... Allora, tutto quello che mi
dicevi
?...
Egli s'
alzò
in
piedi
, facendo per
dire
qualche cosa. Col
petto
affondato
, il
capo
pendente
, gli
occhi
sbarrati
, ella
distese
un
braccio
,
ingiungendogli
di non
parlare
. Si
sentiva
finire
, il
sangue
le si
gelava
nelle
vene
, un
velo
le
ottenebrava
la
vista
, un
nodo
le si
aggruppava
alle
fauci
....
Fu una
crisi
come non ne
ricordava
più da un
pezzo
. Un
giorno
intero
le
convulsioni
e le
sincopi
si
alternarono
lasciandola
sfinita
,
contusa
per tutto il
corpo
, con la
lingua
e le
labbra
lacerate
dai
morsi
. Nell'
esaurimento
supremo
in cui quegli
assalti
la
lasciavano
, ella
provava
l'
impressione
di una
fatalità
ineluttabilmente
compitasi
, dell'
impossibilità
d'ogni
sforzo
, di qualche cosa d'
irreparabile
. Egli
tornava
ancora: nella sua
fibra
spezzata
ella non
trovava
la
forza
di
respingerlo
, ma
sentiva
che
era
morto
per lei, che nulla, nessuna
protesta
, nessun
pentimento
, nessuna
abnegazione
avrebbe potuto
cancellar
mai le
atroci
parole
. Tutto ciò che egli faceva o
diceva
le
era
adesso
increscioso
; la stessa
stima
nelle sue
doti
intellettuali
e nelle sue
qualità
morali
era
morta
. Ella
finiva
per
negare
di averlo
amato
mai; e un
immenso
stupore
la
invadeva
,
pensando
alla
rivoluzione
operatasi
nel suo
spirito
. Un
tempo
, con
Duffredi
, ella si
era
ròsa
all'
idea
della
catena
legatasi
al
piede
, aveva
disperato
di
poterla
infrangere
, e
adesso
che quella
catena
era
rotta
, che se n'eran
disperse
perfino
le
vestigie
, ella ne
trascinava
un'altra,
egualmente
pesante
. Come un
tempo
, all'
idea
di esser stata lei stessa a
volere
quel
nuovo
danno
, non si
dava
pace
; e nel suo
rancore
impotente
,
disperando
ancora di
liberarsi
, ma non
riuscendo
a
tollerar
quello
stato
, se
Arconti
la
teneva
fra le sue
braccia
, ella
nascondeva
il
viso
,
mormorando
:
- Vorrei
morire
!...
Si
sentiva
profanata
,
degradata
,
pensava
con
amarezza
al
disprezzo
di cui sarebbe stata
ora
degna
. Ma l'
idea
di esser
disprezzata
da
Morani
le
riusciva
particolarmente
dolorosa
. Egli
era
per lei una
specie
di
giudice
superiore
ed
invisibile
, che
assisteva
ad ogni
atto
della sua
vita
, che
leggeva
ogni
moto
del suo
cuore
. Che cosa le avrebbe
consigliato
, se avesse
consentito
ad
ascoltare
la sua
confessione
? Avrebbe potuto
ammettere
egli, nella sua
dirittura
, quel
prolungamento
d'una
finzione
incresciosa
? Ella
affrettava
la
liberazione
, ma non
sapeva
come
affrontarla
. Vi erano delle
donne
che
riuscivano
a
dire
: "Non t'
amo
più,
lasciami
,
va'
via
..." Ella non
sapeva
pronunziare
queste
parole
, per
sbarazzarsi
dell'
uomo
che
era
stato
tanta
parte
della sua
vita
; come quando aveva
lasciato
suo
marito
, degli
ostacoli
la
arrestavano
; ella
provava
ancora una
volta
che tutto
era
più
difficile
del
previsto
... Ma che cosa avrebbe
fatto
sola
?
Fin
dove
sarebbe
precipitata
? Quali
miserie
l'
aspettavano
ancora? E il suo
cuore
si
chiudeva
dall'
angoscia
, dal
terrore
; nessuna
speranza
luceva
per lei: come sarebbe
stato
meglio
morire
!
perchè
non
era
morta
?... La
figura
di
Matilde
Cerosa
, dell'
infelice
che s'
era
sfracellata
sul
marciapiedi
lo stesso
giorno
in cui ella
partiva
da
Palermo
pel
viaggio
di
nozze
,
risorse
allora
improvvisamente
,
dopo
tanti
anni
, nella sua
memoria
. Quella
tragica
coincidenza
non
era
stata una
fatalità
e quasi un
avviso
del suo
destino
? L'
atroce
coraggio
della
suicida
l'
affascinava
: in certe
ore
di
funebre
spleen
, quando il
cielo
era
di
cenere
, le
strade
silenziose
e
deserte
, la
solitudine
più
fredda
e più
triste
, voleva
finirla
anche lei,
cercare
il
riposo
nell'
ultimo
sonno
.
Pensava
di
comprare
un
revolver
,
piccolo
, dal
manico
intarsiato
, dalla
canna
damascata
, un'
arma
che sarebbe stata un
gioiello
, e con quella
darsi
la
morte
. Allora l'avrebbero
pianta
, avrebbero
saputo
qual
cuore
era
il suo!...
E come, suo malgrado, faceva
intendere
all'altro il
disgusto
da cui si
sentiva
presa
, egli
pareva
riattaccarsi
a lei!
Vedendola
nascondersi
il
viso
,
formulare
un
voto
di
morte
, le
diceva
:
- Ti faccio
orrore
, non è
vero
?... Son io che t'ho
voluta
perdere
!... Ma che
importa
?...
Restiamo
legati
lo stesso...
Altre
volte
esclamava
:
-
Rammentati
le mie
previsioni
!... "Sarai tu che non mi vorrai più"... che non mi vuoi...
- E di chi è la
colpa
?... Chi ha
ucciso
l'
amore
?... Chi ha
detto
di non
rammentare
più il
passato
?... chi lo ha
rinnegato
?... Di chi è la
colpa
?...
- La
colpa
!... la
colpa
!..,
E
tornava
ad
accusar
lei,
ricominciava
con le sue
malignazioni
. Una
sera
, ella
proruppe
:
- Oh,
senti
!... quando
devi
venir qui per
dirmi
di queste
cose
... è
meglio
farne a meno...
aspettare
dei
momenti
migliori
...
Egli s'
alzò
,
soggiungendo
subito:
- Lo
credo
anch'io... sarà
meglio
separarci
per qualche
tempo
. Tanto, fra
giorni
la
Camera
si
richiude
.
E senza
vederla
più, senza
scriverle
un
rigo
,
partì
. Nel
vuoto
fattosele
così d'
intorno
, ella
era
stupita
del
sottil
senso
di
liberazione
che la
penetrava
.
Perchè
dunque quella
rottura
non l'
accorava
?
perchè
non
provava
il
dolore
previsto
?... Forse
perchè
ella
sapeva
che la
separazione
non
era
definitiva
. Da un
momento
all'altro
contava
di
ricevere
sue
lettere
, delle
lettere
umili
,
pentite
,
imploranti
. Non
amava
più quell'
uomo
; ma voleva una
prova
dell'
impero
che aveva
esercitato
, che
doveva
ancora
esercitare
su di lui... I
giorni
seguivano
ai
giorni
, le
settimane
alle
settimane
, ed egli non
scriveva
nulla, non un
rigo
, non una
parola
...
«
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