IntraText
Indice
:
Generale
-
Opera
|
Parole
:
Alfabetica
-
Frequenza
-
Rovesciate
-
Lunghezza
-
Statistiche
|
Aiuto
|
Biblioteca IntraText
|
Cerca
Federico De Roberto: Raccolta di opere
Federico De Roberto
L'illusione
PARTE TERZA.
VI.
«
»
Link alle concordanze:
Normali
In evidenza
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
VI.
In
mezzo
alle
distrazioni
della
nuova
stagione
estiva
, quando ella
era
tutta ai suoi
trionfi
mondani
, il
pensiero
di lui le
tornava
alla
mente
. Aveva una
ansiosa
curiosità
di
sapere
ciò che egli faceva, che cosa
provava
per lei.
Pensava
che
fosse
pentito
della
rottura
, che si
disperasse
rammentando
la
felicità
perduta
, che una
fiera
battaglia
si
combattesse
nell'
animo
suo, tra la
passione
e l'
orgoglio
. La
figura
di lei
doveva
sempre
stargli
dinanzi,
seguirlo
dovunque
,
impedirgli
di
pensare
ad altro!
Era
bene
che
fosse
così, che egli
soffrisse
dopo
averla
fatta
soffrire
. Ella
riprendeva
la sua
vita
abituale
,
cercava
la
società
, si
compiaceva
di
brillarvi
; non aveva
rimorsi
, il
torto
era
tutto dalla
parte
di lui. Però s'
aspettava
da un
momento
all'altro di
vederlo
comparire
: egli avrebbe
lasciato
tutto, sarebbe
partito
di
nascosto
, l'avrebbe
raggiunta
. Che cosa avrebbe
fatto
lei stessa? Lo avrebbe
respinto
? Si sarebbe
piegata
?... All'
ora
della
posta
, ella
imaginava
di
ricevere
una
lettera
di
Paolo
piena
di
ricordi
e di
supplicazioni
; e delle
frasi
di
risposta
si
scrivevano
nel suo
pensiero
: "No, è troppo
tardi
,
credetemi
... I
disinganni
di cui mi sono
abbeverata
furono troppo
amari
,
perchè
io possa
affrontarne
di
nuovi
... La
vita
non si
rifà
, il
passato
non
torna
!...
Finite
di
dimenticarmi
e possiate esser
felice
: questo è il mio
ultimo
voto
..." Gli
occhi
le si
arrossavano
,
pensando
a queste
cose
; e con la
posta
non veniva nulla per lei. Allora degl'
impeti
di
sdegno
per poco non la
spingevano
in
braccio
ad altri. Il
ricordo
di
Morani
la
sosteneva
; ella voleva
serbarsi
pura
per lui.
Disperava
d'
ottenere
l'
amor
suo, ma non poteva,
affrontare
la sua
disistima
.
Dove
era
egli a quell'
ora
? Qual'altra
creatura
gli
sorrideva
? Forse
amava
una
vergine
che avrebbe fatta sua!...
E la propria
miseria
le si
rivelava
in tutto il suo
orrore
. Ella
era
definitivamente
abbandonata
, senza una
parola
, come l'
ultima
delle
donne
. L'
ultima
delle
donne
non si sarebbe
lasciata
così,
dopo
cinque
anni
di
vita
comune
!... A che cosa le erano dunque
giovati
i suoi
sacrifizi
? A
legittimare
le
insidie
che tutti gli
uomini
le
tendevano
, a
prepararle
un
avvenire
di
abbassamenti
continuati
... Ella si
sentiva
mancare
il
respiro
; avrebbe voluto
piangere
, e
battersi
. E allora,
pensando
all'
abisso
cui
andava
incontro
,
sentiva
la
tentazione
di
scrivere
a
Paolo
, di
cedere
per la prima. Egli l'aveva
crudelmente
ferita
; ma
era
sempre l'
uomo
che le aveva
fatto
battere
il
cuore
, a cui ella aveva
dato
tutta
sè
stessa! Forse una
falsa
superbia
li
tratteneva
entrambi dal
muovere
il
primo
passo
nella
via
della
riconciliazione
;
perchè
non lo avrebbe
fatto
lei? E
cominciava
delle
lettere
, ma le
stracciava
una
dopo
l'altra. Le
espressioni
fredde
, i
rimproveri
larvati
non sarebbero
riusciti
a nulla, e le
preghiere
non avrebbero
fatto
peggio
? S'egli l'avesse
lasciata
senza
risposta
?...
Finì
per
rinunziare
a quel
tentativo
. Che cosa le
restava
da fare?,..
Perdonando
il
male
che le aveva
cagionato
suo
padre
,
sperando
di
trovarlo
un altro per lei
ora
che la
sapeva
in quella
triste
situazione
,
rammentando
il
bacio
disperato
che aveva
posto
sulla sua
mano
la
notte
della
morte
di
Laura
,
andò
a
trovarlo
a
Venezia
. Egli la volle con
sè
in
casa
; e nel
vedersi
tutto il
giorno
dinanzi la
donna
che aveva
fatto
tanto
soffrire
la sua
mamma
, che ella stessa aveva tanto
aborrita
e che
ora
trattava
familiarmente
,
pensava
allo
strano
giuoco
del
destino
, alla
dispersione
fatale
dei
sentimenti
creduti
più
saldi
. Suo
fratello
, che
adesso
aveva
preso
moglie
,
era
per lei come un
estraneo
;
restavano
insieme
a lungo senza
sapere
che cosa
dirsi
; e il
cuore
non aveva nessuna
parte
in tutte quelle
relazioni
. Alla
lunga
,
accorgendosi
d'
essere
d'
impaccio
,
ripartì
. Per un poco,
pensò
di
tornarsene
a
Palermo
. Ma che cosa vi avrebbe
fatto
, tra l'
ostilità
di tutti?
Scrisse
, nondimeno, a sua
zia
, per la prima
dopo
tanto
silenzio
; le
disse
, in
frasi
vaghe
, i suoi
disinganni
, il
vuoto
della sua
esistenza
, il
bisogno
che ella aveva di
perdono
e d'
affetto
. La
zia
rispose
subito; ma senza
offrirle
di
riprenderla
con
sè
.
Pure
, ella non
troncò
quella
corrispondenza
.
Negli
accessi
di
tristezza
che la
piegavano
, la
folla
, il
movimento
, le erano
diventati
odiosi
; ella
riprese
più presto degli altri
anni
la
via
della
casa
. Non
c'
era
nessuno a
Roma
,
Morani
con le
sorelle
era
in
campagna
. Ella
passava
lunghi
giorni
senza
vedere
anima
viva
.
Accompagnata
da
Stefana
, in
abiti
scuri
,
dimessi
, se ne
andava
spesso
, per
vie
fuori
mano
, alla
villa
Mattei
. La
malinconia
di quella
solitudine
,
accresciuta
dal
tramonto
della
bella
stagione
, le
pareva
convenire
allo
stato
dell'
animo
suo. Il poco
verde
appassito
dei
rami
confusamente
aggrovigliati
era
uno
sfondo
adatto
alla sua
figura
, su cui l'
opera
del
tempo
diventava
ogni
giorno
più
manifesta
! La
gran
pace
, il
silenzio
rotto
ad
ora
ad
ora
dei
fruscii
lievi
delle
foglie
cadenti
, dai
trilli
degli
uccelli
migranti
, la
immergevano
in una
mestizia
senza
fine
. Qualche cosa come una
caduta
di
foglie
avveniva
dentro
di lei; ella
sentiva
di
sopravvivere
a
sè
stessa; la
miglior
parte
del suo
cuore
, della sua
bellezza
,
era
morta
. Le
restava
il
fascino
delle
rovine
, delle
torri
slabbrate
dal
fulmine
, delle
fronti
curvate
dalle
avversità
. Se un
passo
d'
uomo
risuonava
lungo i
viali
, ella
chinava
gli
occhi
,
evitando
di
guardare
,
tracciando
dei
segni
enimmatici
con la
punta
del suo
ombrellino
. Malgrado la
negligenza
della sua
toletta
, l'
istintiva
eleganza
della
signora
di
razza
doveva
imporsi
all'
attenzione
dei
passanti
; chi la
vedeva
a quel
modo
,
doveva
pensare
, con un
sottil
senso
di
rammarico
, alle
fortunose
vicende
che avevano
condotta
una
donna
come lei a
compiacersi
nella
muta
tristezza
di quel
giardino
solitario
,
doveva
provare
la
tentazione
di
leggere
in quel
cuore
ferito
pel quale il
mondo
non avea più
sorrisi
. Ed ella
sentiva
che
era
un altro
inganno
quell'
imaginarsi
oggetto
all'
attenzione
di qualcuno, quella
vaga
aspettazione
di un
essere
capace
di
vincere
lo
scetticismo
di cui s'
era
imbevuta
... Ella
sentiva
freddo
quando
pensava
a che cosa
era
ridotta
. Ah, se l'
autore
di quella
rovina
avesse potuto
leggerle
nel
cuore
,
vederne
lo
strazio
!
Stolta
ella stessa, che gli aveva
creduto
, che aveva
fatto
di quell'
amore
la
ragione
della propria
vita
!... Poi, i
rimproveri
che
formulava
contro di lui
cadevano
anch'essi; ella
riconosceva
la propria
parte
d'
errore
. Sì, ella lo aveva
amato
; ma, sulle
prime
, quell'
amore
non le aveva
impedito
di
cedere
ad un altro.
Dimenticava
dunque la sua
colpa
, l'
origine
della
freddezza
di
Arconti
?
Pensando
all'
antica
avventura
, ella si
chiedeva
: "
Perchè
feci
questo? Non sono
inaccessibile
al
capriccio
?..." E allora si
ripeteva
che la
colpa
non
era
stata sua, ma delle
circostanze
, della
mancata
protezione
materna
, dell'
esempio
che suo
padre
prima, suo
marito
dopo
le avevano
dato
, della
perversità
di
Aldobrandi
. L'
istinto
di
seduzione
, la
smania
di
piacere
l'avevano
perduta
: la sua
vanità
era
stata
esaltata
dalla
preferenza
che gli
uomini
le
mostravano
; ma
adesso
ella
riconosceva
che l'avevano
preferita
perchè
s'eran
visti
incoraggiati
.
Considerando
tutta la sua
vita
, da
lontano
, quasi
disinteressatamente
, ella
scopriva
la
logica
che l'aveva
regolata
, la
fatalità
d'ogni
evento
.
Sola
in
mano
del
nonno
buono
ma
autoritario
,
era
fatale
che ella non potesse fare un
matrimonio
felice
; il
disinganno
, la
rappresaglia
, le
persuasioni
della
fantasia
l'avevano
indotta
al
passo
falso
. Una
idea
la
disarmava
contro
Arconti
; che se non
fosse
stato
lui a
sospingerla
, un altro avrebbe
preso
il suo
posto
... Questo egli aveva
compreso
, questo lo aveva
distolto
da lei!... Ma quando
pure
ella
fosse
stata fatta a un altro
modo
? se avesse
amato
lui
soltanto
, senz'altre
ragioni
fuorchè
quelle del
cuore
? Tutto sarebbe
finito
egualmente
! Il
tempo
, i
disaccordi
inevitabili
, la
diversità
dei
caratteri
presto o
tardi
avrebbero
prodotta
la
conclusione
medesima. Ella non poteva
dire
di averlo
veramente
amato
sul
principio
; ma quando s'
era
sentita
maggiormente
stretta
a lui, non
era
stata l'
idea
di
mostrarsi
conseguente
nella
colpa
che l'aveva
sostenuta
? Ella aveva
creduto
che l'
amore
durasse
eternamente
: ma v'
era
qualche cosa senza
fine
, nel
mondo
? Aveva
creduto
ancora che ogni
creatura
umana
non potesse
amare
più d'una
volta
in tutta la
vita
: ma quanti
uomini
aveva ella
amato
, in
modo
diverso
? Ed
ora
si
domandava
che
cos'
era
dunque l'
amore
, se
esisteva
, se non
era
anch'esso un
inganno
, il più
funesto
di tutti?... La
lentezza
con cui
trascorrevano
i suoi
giorni
vuoti
alimentava
quelle
riflessioni
amare
. Per
evitare
i
tristi
pensieri
ella s'
immergeva
nella
lettura
. I
libri
le avevano
fatto
un
gran
male
esaltando
la sua
imaginazione
,
pascendola
di
allettanti
finzioni
, di
chimere
seducenti
; ma
oramai
era
troppo
tardi
per
smettere
, il
male
era
già
fatto
, e malgrado il suo
scetticismo
, le
restava
in
fondo
al
cuore
inassopito
il
bisogno
d'
emozioni
, di
scosse
, di
palpiti
.
Feuillet
era
il suo
pascolo
prediletto
; le
nobili
anime
, i
cavallereschi
amori
, le
passioni
eroicamente
contenute
o
tragicamente
divampanti
esaltavano
tutto l'esser suo.
Chiuso
il
volume
, i suoi
sguardi
vagavano
intorno
, e la
figura
di
Morani
le
sorgeva
dinanzi, con qualche cosa del
fascino
del
Giovane
povero
. Poi
scuoteva
il
capo
: che cosa
sperava
? a
quall
'altra
funesta
lusinga
voleva
abbandonarsi
?...
Spesso
, la
notte
, ella
sognava
di
Milazzo
; le
pareva
di
ritornarvi
, ma la
città
non si
trovava
più in
pianura
, le
mura
del
Castello
si
ergevano
colossali
e
paurose
, le
finestre
della
cattedrale
bombardata
risplendevano
stranamente
in
pieno
giorno
, un
vecchio
sollevava
una
lapide
,
guidandola
pei
sotterranei
comunicanti
col
sepolcreto
di
San
Francesco
di
Paola
- e si
destava
di
scatto
,
agghiacciata
e
tremante
. Quel
sogno
, per un certo
tempo
,
tornò
molte
volte
: e
sveglia
, alla
luce
del
sole
, ella
pensava
alla
piccola
città
, ai
luoghi
dov'
era
trascorsa
la sua
fanciullezza
e che non
rammentava
più
nettamente
, con un
senso
vago
e
indefinibile
di
terrore
. Le
imagini
funebri
non erano un
funesto
presagio
? Ella
diventava
superstiziosa
, tutto
era
tinto
per lei di
malinconia
.
Stefana
veniva a
mettersele
vicino,
cominciava
a
parlare
di mille
cose
,
cercando
di
distrarla
, di farla
sorridere
,
costringendola
ad
andar
fuori quando
era
rimasta
a lungo in
casa
,
rimproverandola
dolcemente
se la
vedeva
ostinarsi
nel suo
cordoglio
,
parlandole
di
Paolo
,
dicendole
:
- Gli
uomini
sono tutti così!...
vedrai
che
tornerà
!...
Ella non
sapeva
se
affrettare
o
ritardare
col
desiderio
il
giorno
in cui egli sarebbe
tornato
a
Roma
. Però
cercava
nei
giornali
, prima d'ogni altra cosa, le
informazioni
parlamentari
, le
notizie
intorno
alla
data
della
riapertura
della
Camera
. Una
sera
,
aperto
il
Fanfulla
, i suoi
sguardi
furono
attirati
dalle
grosse
sbarre
nere
di una
necrologia
. Tutte le
volte
che
scorgeva
quel
funebre
segno
, il
cuore
le si
stringeva
ed ella
dovea
vincere
un'
istintiva
repulsione
prima di
leggere
fra quelle
righe
. Anche
ora
esse l'
attiravano
e la
respingevano
insieme
; a un
tratto
un
nome
parve
balzar
fuori:
Morani
...
Eduardo
Morani
... Ella non
comprendeva
: il suo
nome
,
lì
,
impossibile
!... un
errore
, un'altra
persona
... e come il
foglio
le
tremava
nelle
mani
, le
righe
parevano
entrare
l'una nell'altra, le
parole
si
sdoppiavano
, si
confondevano
...
Impossibile
!... un altro!... e il
senso
del
periodo
le
sfuggiva
,
afferrava
solo delle
frasi
: "Di
ritorno
da pochi
giorni
a
Roma
... una
febbre
perniciosa
... malgrado tutti i
rimedii
... nel
fior
della
vita
...
Povero
amico
!
povero
cuore
!..." Ella
sorse
in
piedi
, con le
mani
fitte
tra i
capelli
, gli
occhi
spalancati
,
gridando
soffocatamente
: "
Morto
!...
Morto
!..." e dei
suoni
tremuli
come
lamenti
le
uscivano
dalle
labbra
semischiuse
ed
esangui
. "
Morto
!...
Dio
!...
Dio
!..." Con l'
impressione
di
freddo
intenso
che a un
tratto
le
serpeggiava
pel
corpo
, ella
incrociava
le
braccia
sul
seno
,
comprimendolo
,
sostenendosi
,
sentendo
che
era
sul
punto
di
cadere
, che il
cuore
le si
schiantava
....
Morto
... lui!...
impossibile
,
assurdo
!... e di
nuovo
si
precipitava
sul
foglio
,
spiegazzandolo
,
divorando
le
linee
funeste
. Allora, come non
era
lecito
più
dubitare
, come il
saluto
estremo
le
tornava
sotto gli
occhi
: "
Povero
amico
!
povero
cuore
!..." i suoi
occhi
si
gonfiarono
di
pianto
. Ah,
era
atroce
morire
così!...
apprendere
così la
morte
d'un
essere
amato
,
buono
,
ammirato
!... Ella dunque non lo avrebbe
visto
più, non avrebbe
udita
la sua
voce
dolce
, non avrebbe più
stretta
la sua
mano
leale
!... No, no;
era
più
forte
di lei... ella non voleva, non poteva
mettere
un
freno
alle
lacrime
; un'
accorata
pietà
gliele
spremeva
dal
cuore
... Si
moriva
dunque così, prima d'avere avuto il
tempo
di
vivere
?...
Perchè
?...
Terribile
,
incredibile
!... Ah! i suoi
funebri
presagi
!... E come ella
rammentava
le
volte
che
era
stato
presso di lei, le
parole
che le aveva
dette
, il suo
cordoglio
cresceva
. Come
era
stato
buono
! di quanto
rispetto
l'aveva
circondata
! di che
nobile
animo
aveva
dato
prova
!... Nell'
intimo
della sua
coscienza
, nel
secreto
del suo
cuore
, che cosa aveva
provato
per lei?... Non lo avrebbe
saputo
mai!... Egli
era
morto
,
portandosi
con
sè
il suo
secreto
...
Povero
cuore
!
Povero
cuore
!...
Essere
amata
da lui: l'
ambizione
che ella aveva
vagamente
nutrita
, la
speranza
che le aveva
confusamente
sorriso
!... Che cosa sarebbe
stato
l'
amor
suo?... E tutto invece
era
finito
, per sempre... Che
tristezza
in quello
svanire
d'una
larva
, d'un
sogno
non ancor
precisato
, d'un
sentimento
incosciente
, neppur
nato
! Come il
vuoto
le si faceva più
largo
dintorno
! Come tutto
era
freddo
, e
muto
, e
oscuro
intorno
a lei!...
Ella aveva
smarrito
l'
idea
del
tempo
in quella
lugubre
notte
, quando la
vecchia
Stefana
le venne vicino.
Vedendole
gli
occhi
rossi
, il
viso
impallidito
, la
donna
chiese
:
- Che
cos'
hai? Che
cos'
è
stato
?
- Una
triste
notizia
... una
disgrazia
...
La
vecchia
scrollò
il
capo
:
-
Vita
e
morte
sono in
mano
di
Dio
!... Non t'
affliggere
sempre...
Ma ella
trovava
un
malinconico
conforto
a
parlare
di lui, a
dirle
tutto il
bene
che le aveva
ispirato
. Come un
incubo
, il
ricordo
doloroso
non le
diede
tregua
fino
all'
alba
; e al
cessare
dei
sogni
torbidi
, ella
ritrovò
lo
stupore
attonito
della
sera
innanzi, con un
bisogno
di
sapere
qualche cosa del
morto
, con la
vaga
aspettazione
d'un
avvenimento
inatteso
, quasi d'un
miracolo
, d'una
risurrezione
.
Era
decisa
di
andare
a
trovar
le sue
sorelle
; però
Stefana
la
consigliò
di
aspettare
un altro
giorno
, e intanto la
trascinava
verso le
stanze
interne
, le
parlava
di molte
cose
, quasi volesse
fuorviare
la sua
attenzione
.
Dapprima
, ella non aveva
compreso
; a un
tratto
, come nel
silenzio
del
pomeriggio
s'
udirono
dei
lontani
squilli
di
tromba
, ella
gettò
un
grido
:
- Lui!
Allora
dovè
materialmente
lottare
contro la
vecchia
che
tentava
di
distoglierla
dalla
vista
; e
dietro
la
finestra
,
aggrappata
con una
mano
alle
cortine
,
premendosi
il
cuore
con l'altra, intanto che gli
accordi
della
marcia
funebre
si facevano sempre più
vicini
, ella
scorse
una
grande
croce
nera
, la
fila
dei
frati
reggenti
i
ceri
dalle
fiammelle
tremolanti
.
- Ah!... ah!...
pietà
!...
L'
anima
si
struggeva
al
canto
lento
, lungo,
straziante
,
echeggiante
come un
insistente
ultimo
appello
; alla
vista
della
bara
coperta
di
fiori
, delle
bandiere
lugubremente
raccolte
, del
breve
stuolo
di
amici
che
seguivano
, a
capo
chino
,
raccolti
e
silenziosi
. Ella
era
caduta
in
ginocchio
,
protendendo
le
braccia
,
dicendogli
addio
, non
vedendo
più nulla dal
pianto
,
sentendosi
trafigger
le
tempie
dai
funebri
squilli
,
scrollando
amaramente
,
disperatamente
il
capo
come se nulla potesse
consolarla
della
vita
... Più
tardi
fu una
nuova
voluttà
di
dolore
, in
casa
di lui, tra le
braccia
delle sue
sorelle
; e poi, a poco per
volta
, l'
acuto
dell'
angoscia
si venne
calmando
: ella
pensava
allo
scomparso
con un
rimpianto
infinito
e
composto
. Come lo avrebbe
amato
, se avesse potuto
rivederlo
! Come avrebbe voluto
essere
amata
da lui!... Talvolta, ella
dimenticava
che
era
morto
,
credeva
di
vederselo
innanzi, gli
tendeva
la
mano
, gli
parlava
come aveva un
tempo
parlato
agli
eroi
imaginarii
dei suoi
libri
.
Tratto
tratto
, il
ricordo
di
Paolo
risorgeva
, e qual
nuova
meraviglia
si
operava
adesso
? Il
morto
ed il
lontano
si
confondevano
per lei in un
essere
solo; attraverso la
figura
inafferrabile
di colui che se ne
era
andato
per sempre
sorgeva
la
figura
dell'
antico
amante
, ma
trasfigurata
, con qualche cosa della
seduzione
dell'altro.
Inconsapevolmente
, ella
attribuiva
all'
assente
le
attrattive
, le
virtù
che l'avevano fatta
sognare
nel
morto
, si
sentiva
prendere
da un
bisogno
irresistibile
,
violento
, di
rivederlo
, di
versar
su di lui la
passione
che le
rigermogliava
nel
cuore
. Così, quando
seppe
che
Arconti
era
a
Roma
, quando lo
scorse
da
lontano
, quando lo
guardò
un
momento
negli
occhi
, non
lottò
più. Gli
scrisse
, lo
attese
con un'
ansia
mortale
, gli si
gettò
fra le
braccia
, se lo
strinse
selvaggiamente
al
petto
,
chiamando
, senza
voce
, con un
muto
muover
delle
labbra
, non più
Paolo
, ma: "
Eduardo
!...
Eduardo
!..."
Fu un
ritorno
dell'
amore
antico
, ma più
torbido
, più
tormentato
, senza
fede
sulla sua
durata
.
Poichè
ella si
era
piegata
per la prima,
comprendeva
di non esser più in
diritto
di
lagnarsi
di nulla; ai suoi
lamenti
egli avrebbe potuto
rinfacciarle
: "Sei stata tu che m'hai
chiamato
..." Però ella gli stava dinanzi
umile
,
supplice
,
disposta
a
sopportar
tutto, ad
accettare
quel tanto che egli poteva
darle
ancora. Non lo
rimproverava
dell'
abbandono
in cui l'aveva
lasciata
, gli
chiedeva
soltanto
:
- Hai
pensato
qualche
volta
a me? Come hai
pensato
a me?
- Ma con
desiderio
, con
rammarico
, con
passione
...
Ella
scuoteva
il
capo
,
comprendendo
che egli le
diceva
quelle
cose
per
condiscendenza
; e, a quel
pensiero
,
rispondeva
con
tono
sommesso
di
preghiera
:
-
Senti
, se tu non m'
ami
, se non
provi
più nulla per me,
fingi
almeno,
dimmi
qualche
volta
una
buona
parola
...
Vedi
che io non sono
esigente
!... Non
costa
molto, una
buona
parola
!
Paolo
le
turava
la
bocca
, la
stringeva
furiosamente
; e a un
tratto
ella
credeva
di
notare
che anche lui aveva un
pensiero
secreto
,
accarezzava
in lei un
fantasma
invisibile
... E a poco a poco il suo proprio
inganno
svaniva
, ella non
riusciva
ad
operare
la
sostituzione
dei
primi
tempi
; ed
era
come se il
morto
morisse
un'altra
volta
nella sua
memoria
...
Un
senso
di
rispetto
le
impediva
di
parlar
di lui a
Paolo
, quando questi
insisteva
per
sapere
a chi ella avesse
pensato
durante la loro
rottura
; egli non s'
acquetava
all'
assicurazione
che nessun
uomo
le aveva
detto
nulla,
alludeva
ancora al
principe
di
Lucrino
.
- Sono
stanca
di
giurartelo
!... No,
credimi
; non posso più
ricominciare
... ho
sofferto
troppo!...
Dopo
di te mi
seppellirò
in qualche
solitudine
,
andrò
a
chiudermi
per sempre in qualche
campagna
di
Sicilia
...
Ma come,
ingolfato
nella
politica
, egli
ricominciava
a
trascurarla
, ella gli s'
afferrava
al
collo
,
supplicando
:
- No, non mi
sfuggire
... non mi
lasciare
...
lusingami
ancora!... - Poi,
nascosto
il
viso
tra le
mani
: - Non mi
precipitare
all'
orrore
di altre
colpe
...
- E la
campagna
dove
volevi
seppellirti
?
Egli la
prendeva
sopra un
tono
di
scherzo
; ella
rispondeva
,
sorridendo
a sua
volta
:
- Ah,
contenterebbe
il tuo
amor
proprio, non è
vero
? che una
donna
come me
rinunziasse
al
mondo
per
causa
tua?
L'
idea
della propria
umiliazione
finiva
talvolta per farla
soffrire
; la
previsione
di
essere
nuovamente
abbandonata
da lui le
riusciva
insopportabile
; ella s'
acquetava
pensando
che se avesse voluto, sarebbe stata lei a
lasciarlo
.
Così
trascorse
un'altra
stagione
. Non
era
tanto di
guadagnato
?... Quando egli
era
buono
, glie lo
diceva
:
-
Grazie
per quest'altra
felicità
che mi
dài
.. Quando
penso
a quel che
soffersi
pel tuo
abbandono
, all'
abisso
che mi
vedevo
scavato
dinanzi, non mi
pare
possibile
!...
Grazie
!
grazie
! Ma quanto
durerà
?
In
quaresima
, per la prima
volta
dacchè
si
conoscevano
, venne a
Roma
la
famiglia
di lui. Quando gli
chiese
che cosa veniva a fare, egli
rispose
,
vagamente
:
- La
mamma
sta poco
bene
... mio
padre
ha delle
seccature
da
sbrigare
...
Ella non aveva nessun
interesse
a
conoscere
quella
gente
; però, dall'
impaccio
di
Paolo
,
comprese
che egli voleva
evitare
un
incontro
. L'
orgoglio
di lei, a quell'
idea
,
ricominciò
a
sanguinare
:
era
dunque così
disprezzata
da lui!
creduta
indegna
di
entrare
per un
momento
in
mezzo
alla sua
famiglia
!... Lo
sbaglio
commesso
con quella
tarda
ripresa
d'un
legame
finito
le si
rendeva
adesso
palese
. E non le
restava
neppure il
diritto
di
lamentarsi
...
Prima delle
vacanze
.
Paolo
le
annunziò
che quell'
anno
doveva
tornare
a
casa
più presto del
solito
. Ella non
oppose
nessuna
difficoltà
,
nè
gli
chiese
se e quando
contava
di
rivederla
,
rimandando
la
spiegazione
alla
sera
del
congedo
, ma senza
essere
neppur certa che l'avrebbe
provocata
. Come lo
scoppio
di un
fulmine
, il
giorno
precedente
, una
notizia
la
stordì
. Il
principe
di
Lucrino
,
incontratala
per
via
,
accompagnatala
un
pezzo
, le
disse
a un
tratto
,
dopo
averle
inflitte
mille
sciocchezze
, con un'
allegria
espansiva
:
- Dunque, abbiamo un
matrimonio
parlamentare
?
- Che
matrimonio
?
- Ma quello dell'
onorevole
Arconti
...
Col
cuore
subitamente
afferrato
e
stretto
da una
morsa
, ella
sostenne
lo
sguardo
indagatore
di quell'
uomo
;
disse
,
ridendo
:
-
Davvero
?
- Con la
figlia
del
senatore
Rigoni
... la
famiglia
dello
sposo
è venuta a
Roma
per questo...
Ah, quel
ritorno
a
casa
, fra gli
urti
dei
passanti
, lo
schioccar
delle
fruste
dei
cocchieri
, con un
velo
dinanzi agli
occhi
, un
rumorio
minaccioso
che
pareva
inseguirla
,
incalzarla
, che faceva
precipitare
il suo
passo
; e lo
smarrimento
, la
vertigine
che l'
obbligarono
ad
arrestarsi
a
mezza
scala
,
afferrata
alla
maniglia
,
ansimante
,
perduta
; e il
sordo
ribollir
della
collera
, appena
entrata
a
casa
, il
furore
con cui si
strappava
la
veletta
, con cui
gettava
lontano
il suo
cappello
, i suoi
guanti
, la
rabbia
con cui
scacciava
la
vecchia
che le
diceva
qualcosa.
-
Vattene
!...
via
!... hai
capito
?
Scacciata
anche lei!
Gettata
via
come una cosa
inutile
e
vile
! Egli la
gettava
via
!... A quest'
idea
, all'
idea
di
sapersi
abbandonata
per un'altra, di
saperlo
felice
con un'altra, il
rancore
la
divorava
. Essergli
rimasta
scioccamente
fedele
! Non
essere
stata lei a
infliggergli
quel
tormento
, a
ferirlo
nel suo
orgoglio
, a
vendicarsi
dei suoi
disprezzi
!...
Essere
umiliata
da lui,
sferzata
a
sangue
,
calpestata
sotto i
piedi
,
derisa
,
schernita
!... Oh! oh!... due
lacrime
ardenti
le
traboccavano
dalle
gonfie
ciglia
, si
evaporavano
sulle
guancie
infiammate
... Ella si
rodeva
, nell'
impeto
furioso
di
commettere
una
pazzia
, di far
parlare
tutto il
mondo
di
sè
. E non le aveva
detto
nulla! Forse
era
già
partito
!... Allora,
corse
al
campanello
,
chiamò
a lungo,
fin
quando
Stefana
apparve
.
-
Senti
...
scusami
... ma
corri
da lui...
domanda
se è qui... se non è
partito
... No, non
dir
questo... se è qui,
soltanto
... senza farti
vedere
!...
corri
... fa presto!...
Vederlo
!
udire
da lui stesso se
era
vero
!
vedere
fin
dove
arrivava
la sua
viltà
!... E dei
progetti
le
attraversavano
lo
spirito
:
correre
da quell'altra,
dirle
: "È mio!",
gettarsi
fra loro... E poi?... A un
tratto
, la
coscienza
della propria
debolezza
l'
abbatteva
. Col
viso
nascosto
contro il
guanciale
, il
petto
compresso
, le
mani
afferrate
alla
coltre
, ella non poteva
pianger
neppure... Ma
era
nulla il
dolore
antico
, il
dolore
della
separazione
reciproca
suggerita
dalla
stanchezza
, dinanzi a quel che
avveniva
adesso
, alla
solitudine
in cui ella
restava
intanto che la
vita
ricominciava
a
sorridere
all'altro!... Allora
pensava
: "Ma se non lo
amavo
più? se ero
stanca
di lui?" E voleva
dirglielo
,
buttargli
in
viso
il
disprezzo
che le
ispirava
soltanto
... Invece,
vedeva
un
altare
sfolgorante
, una
coppia
felice
, e
dietro
un
pilastro
, nell'
ombra
, una
donna
vestita
a
nero
, la
tradita
, l'
abbandonata
... E finalmente le
lacrime
scorrevano
, il
freddo
guanciale
le
beveva
... Ma ella lo
amava
! Non lo aveva mai
amato
tanto! Come il
giorno
in cui lo aveva
tradito
, ella
assisteva
adesso
alla
rivelazione
dell'
amor
suo!...
- Non è
partito
... è qui...
Rimandò
la
donna
, si
mise
a
misurare
da un
capo
all'altro la
camera
, come una
leonessa
ferita
. Che fare? che
dire
?...
Fingere
,
aspettare
che egli si
decidesse
a
rivelarle
i suoi
progetti
...
Provocarlo
piuttosto
,
sferzarlo
... o
supplicarlo
ancora!...
Ripeteva
a
voce
alta
le
frasi
che
pensava
: "Se
credete
che io v'abbia
amato
mai!... No! tu non farai questo: non
merito
tanta
crudeltà
..."
Imaginava
le
risposte
che egli le avrebbe
date
, e come l'
ora
scorreva
, l'
ansia
, il
tormento
crescevano
; a un
tratto
, a un
improvviso
squillo
del
campanello
, ella
sussultò
,
scattò
in
piedi
,
sentì
tutto il suo
sangue
rifluirle
al
cuore
...
- Tu
parti
?
Dopo
averle
baciata
la
mano
, egli
rispose
:
-
Domani
.
-
Credevo
... che non saresti venuto...
-
Perchè
?
- Nulla!...
temevo
... Si è
sciocchi
quando si
ama
...
Egli si
cavò
lentamente
i
guanti
,
guardandone
la
cucitura
.
Disse
:
- Tu cosa farai?
- Non
so
... non ho ancora
stabilito
...
aspetto
che tu stesso
decida
...
- Ma tu sei
libera
!... non
c'
è
ragione
di
vincolarti
...
Vi fu un
momento
di
silenzio
. Ella
domandò
:
- E quando
conti
di
ritornare
?
- Presto,
spero
... più presto del
solito
...
- Non
mentire
!
S'
era
alzata
,
appoggiandosi
alla
spalliera
della
poltrona
,
fissandolo
in
viso
.
- Se tu non vuoi
credermi
... -
rispose
egli,
scrollando
le
spalle
.
- Non
mentire
...
so
tutto!...
E
adesso
egli
chinava
lo
sguardo
.
Irrigidita
, col
capo
eretto
, il
respiro
breve
e
precipitato
, ella
lasciava
cadere
delle
parole
lente
e
gelate
:
- Tu
parti
... per non
vedermi
più... per
raggiungere
un'altra...
Credevo
però che avresti avuto... la
lealtà
... di
dirlo
...
Più lungo, più
penoso
, il
silenzio
tornò
a
pesare
dintorno
. Egli
evitava
sempre di
guardarla
. Il
rancore
e lo
sdegno
ribollivano
in lei,
traboccavano
quasi; ella
frenava
gl'
impeti
da cui si
sentiva
strozzare
.
- Tu non
rispondi
nulla?
- Cosa vuoi che
dica
?... Se non sono
creduto
! se tu
presti
fede
piuttosto
alle
ciarle
della
gente
!...
- Allora... allora... - e
febbrilmente
la
mano
di lei
stringeva
la sua - allora,
giura
che mi hanno
ingannato
!...
giura
che non è
vero
... Tu
taci
!... tu
eviti
di
guardarmi
!... tu non hai il
coraggio
...
- Oh, insomma!...
Di
scatto
, anch'egli
sorse
in
piedi
. Ella
indietreggiò
,
spalancando
gli
occhi
,
riparandosi
istintivamente
con un
braccio
,
presa
da una
folle
paura
,
credendo
che
fosse
sul
punto
di
batterla
. E come egli si
stringeva
la
testa
fra le
mani
,
traendo
un
sospiro
d'
ambascia
,
prorompendo
a un
tratto
:
- Ma
perchè
mi
torturi
?... Non
vedi
che
soffro
?... Che volete da me?... - ella
cominciò
ad
assentire
, col
capo
, con la
mano
:
- Sì, sì... hai
ragione
... il
torto
è mio!... tutto mio!... Non
gridare
... Sei
libero
,
guarda
: non ti
trattengo
,
va'
...
va'
...
- Non
capisci
tu dunque...
-
Zitto
!... Non
dir
nulla!...
Capisco
, sì, sì...
capisco
che non si
dice
a una
creatura
: "
Sai
, non t'
amo
più, ne
amo
un'altra, tu sei d'
inciampo
alla mia
felicità
,
lasciami
,
vattene
..." Ah!... ah!...
Cadde
sul
divano
, col
capo
contro il
bracciale
, le
labbra
contratte
da
brividi
sibilanti
. Egli venne a
mettersele
accanto, a
tentare
di
sollevarla
, di
persuaderla
:
- Ma non è questo!... Se ti hanno
detto
male
!... È la mia
famiglia
che ha dei
progetti
... che
crede
di
costringermi
...
- Non m'
ingannare
... tutto è
finito
, per sempre...
Egli non
rispose
. Allora,
ricomponendosi
,
passandosi
una
mano
sulla
fronte
, ella
disse
:
- Tutto
era
già
finito
da un
pezzo
... il
torto
fu mio, a
tentare
di
risuscitare
un
cadavere
...
Adesso
, ecco,
comprendo
!...
Si
alzò
e gli
stese
una
mano
.
- Non è
colpa
di nessuno...
doveva
finire
così!... Siate
felice
.
Gli
occhi
di lui si
velarono
di
lacrime
.
- Vi ho molto
amata
,
credetemi
...
Ella fece un
gesto
vago
. Aveva
bisogno
di tutta la sua
forza
per
contenersi
. Egli
restò
un poco in
silenzio
, a
capo
chino
; poi fece un
passo
.
Allora un
singhiozzo
violento
le
straziò
la
gola
.
-
Dio
!... Mio
Dio
!...
Credeva
di
morir
soffocata
, il
pianto
tempestoso
si
mutava
in una
tosse
convulsiva
e
lacerante
. Egli
diceva
qualcosa; col
capo
, con tutta la
persona
, ella faceva
cenno
di no, di no. Come quello
strazio
si venne
sedando
, l'altro
disse
,
piano
:
- Se volete, non
partirò
...
Allora le sue
lacrime
cessarono
d'un
tratto
.
-
Addio
!
Egli
chinò
il
capo
.
- In qualunque
circostanza
potessi esservi
utile
,
ricordatevi
che avete in me un
amico
...
-
Grazie
... Vi
ringrazio
.
Ed
era
scomparso
! e non
era
tornato
indietro
! e non
era
venuto a
gettarlesi
ai
piedi
, a
domandarle
perdono
, a
lasciarla
almeno con una
buona
parola
... Così! Così!... Una
pietra
sepolcrale
si
chiudeva
dunque su quel
passato
, qualche cosa
crollava
nell'
anima
di lei... Un
momento
, ella stette in
ascolto
,
udendo
il
clamore
pauroso
del
silenzio
; poi si
sentì
torcere
ed
abbattere
...
E il
domani
, nell'
abisso
di
miseria
morale
, di
sofferenze
fisiche
in cui
era
precipitata
,
aspettava
ancora. Come niente veniva, come l'
ora
della
partenza
trascorse
, ella
mandò
ancora
Stefana
da lui.
Credeva
che non
fosse
partito
, che sarebbe venuto ancora una
volta
.
Era
troppo
triste
, troppo
malvagio
lasciarla
così...
-
Partito
?... è
partito
?...
Allora un
impeto
selvaggio
di
sfida
la
sollevò
. Che
viltà
! che
viltà
!... E ad un
tratto
il
cameriere
venne ad
annunziare
:
- Il
signor
principe
di
Lucrino
.
«
»
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText®
(VA2) - Some rights reserved by
EuloTech SRL
- 1996-2010. Content in this page is licensed under a
Creative Commons License