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Federico De Roberto: Raccolta di opere
Federico De Roberto
L'illusione
PARTE TERZA.
VIII.
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VIII.
Non
era
dunque un
sogno
! La
vita
aveva ancora
sorrisi
, l'
amore
aveva ancora
promesse
, la
felicità
esisteva
! Ma nel
momento
che
era
cominciata
, ella aveva
detto
ad
Enrico
:
-
Senti
, sei tu che mi
togli
alla
solitudine
a cui m'ero
rassegnata
!... Se
credi
ora
di potermi
lasciare
!... Tu non mi
sfuggirai
più,
comprendi
? Io ti
strapperò
il
cuore
con queste
mani
, se tu
tenterai
di
sfuggirmi
!...
- Sarà
difficile
. Non me l'hai già
tolto
?...
Non
era
un
sogno
; però ella aveva un
continuo
,
insaziato
bisogno
di
nuove
conferme
, tanto
era
incredibile
.
- Ed è
vero
?... Tu mi vuoi tanto
bene
?... Hai
pianto
per me?...
-
Credevo
di
morire
!
- Ed è
vero
?... Oh,
perdonami
, non è
diffidenza
... è
meraviglia
, è
stupore
... se tu
sapessi
!... È come se da un
carcere
eterno
,
buio
e
freddo
, io
fossi
passata
all'
aria
libera
e
pura
.
Grazie
!
grazie
!
grazie
! Come ti son
grata
! Come ti
amo
!...
Tentava
di
metterglisi
in
ginocchio
dinanzi; egli la
rialzava
,
protestando
,
affermando
che
era
sua la
meraviglia
, la
gratitudine
,
ripetendole
che aveva
pensato
sempre a lei, che l'aveva
amata
sempre, che la
speranza
di
incontrarla
qualche
volta
gli aveva sempre
sorriso
.
Ella
scrollava
il
capo
,
indulgentemente
.
- Sarebbe troppo
bello
!... Questo
capisco
che non è
possibile
... Allora,
perchè
non
cercasti
mai di me?
-
Perchè
...
perchè
tu eri d'altri...
Chinati
gli
occhi
, in
atto
di
riconoscere
la propria
colpa
, ella
taceva
un poco; poi gli
gettava
le
braccia
al
collo
,
mormorando
:
-
Ora
bisogna che tu mi
ascolti
... che io ti
narri
la
storia
della mia
vita
, che ti
faccia
una
confessione
completa
!...
E gli
narrava
tutto, tranne l'
avventura
del
principe
,
pensando
che a
giudizio
degli
uomini
quella sua
vendetta
le faceva
torto
. Per
legittimare
la
caduta
con
Arconti
, ella
attestava
la
prepotenza
della
passione
,
diceva
di lui:
- Pochi
uomini
sono
stati
amati
altrettanto...
Poi,
temendo
che questo
ferisse
l'
amor
proprio di
Enrico
, si
correggeva
:
- Ma non come te!.. L'
amai
, è
vero
, sulle
prime
, quando
credetti
al suo
sentimento
... ma la
benda
mi
cadde
subito dagli
occhi
; egli non
amava
che
sè
stesso!... non
credeva
a niente,
era
impastato
di
scetticismo
,
inbevuto
di
vanità
!... Non come te; tu sei
buono
,
gentile
, sei sempre quello che m'
innamorasti
fanciulla
!... Anch'io ho
pensato
a te, quand'eri
lontano
; ma le
vicende
della
vita
... le
fatalità
del
destino
....
Però
conveniva
di
essere
stata molto
sciocca
a
resistergli
tanto a lungo, a
fuggirlo
, a
rischiare
di
perdere
quella
felicità
, la prima, l'
unica
che aveva mai
provata
!
- O dunque? -
chiedeva
egli.
- Ah! tu non
sai
di quale
amarezza
fui
abbeverata
! come
disperavo
di tutto!...
E gli
narrava
l'
immenso
disinganno
sofferto
, il
naufragio
della sua
fede
, la
morte
del
cuore
. Come
credere
in qualche cosa, quando l'
uomo
pel quale ella aveva tutto
sacrificato
si
era
ridotto
a
deriderla
, a
maltrattarla
? Ella
esagerava
i
torti
di
Arconti
, col
bisogno
di
sentirsi
dare
ragione
, di
vedersi
compianta
; e come le
esclamazioni
di
Enrico
la
sollevavano
, ella
soggiungeva
:
-
Vedi
? avevo
ragione
di
dubitare
? Ho
ragione
se talvolta voglio
sentirti
ripetere
che mi
ami
, che non mi
abbandonerai
, che non farai come gli altri?
Ma, nel
ripetergli
queste
domande
, ella s'
interrompeva
dicendo
, con un
sorriso
, per farsi
tollerare
:
- Come sono,
noiosa
? Non mi
dar
retta
!
Egli non aveva l'
eloquenza
dell'altro, non
sapeva
trovare
di quelle
espressioni
poetiche
che l'avevano un
tempo
sedotta
; non
scriveva
di quelle
lettere
che l'avevano
ubbriacata
; ma ella
pensava
che
fosse
meglio
così, Aveva troppo
provato
la
falsità
vuota
di quella
rettorica
per
apprezzarla
ancora; la
prosa
umile
ma
schietta
del
linguaggio
ordinario
non
era
la più
conveniente
espressione
della
verità
? Senza
declamazioni
, egli le
provava
d'
amarla
, faceva tutto ciò che ella voleva, non le
rimproverava
mai il suo
passato
. Ella però
temeva
che il
pensiero
dell'altro
dovesse
funestarlo
; per questo, gli
propose
di
andar
via
da
Roma
.
- Qui tu sei
esposto
ad
incontrarlo
ogni
giorno
;
capisco
che non
deve
farti
piacere
! Per quanto
grande
possa
essere
la tua
fiducia
in me, egli ti
deve
dar
ombra
...
- Io non t'ho
dato
motivo
di
sospettarlo
!
- Lo
so
!... lo
so
!... E te ne
ringrazio
... Ma se tu sei
pieno
di
fede
, io ho sempre
paura
.
Credi
a me, sarà
meglio
andar
via
...
Però egli non volle. In
fondo
, l'
idea
di
buttar
giù
la sua
casa
, di
trovarsi
fra
gente
sconosciuta
, non le
sorrideva
molto; ella vi si
rassegnava
come ad un
vero
sacrifizio
, ad una
prova
d'
amore
, e dinanzi al
rifiuto
di
Enrico
, si
sentì
vinta
da un
nuovo
impeto
di
gratitudine
.
- Come sei
generoso
!... Se
sapessi
come questa tua
fiducia
mi fa
bene
, come
ingigantisce
la mia
devozione
... Tu mi hai
redenta
!... I miei
errori
, tutte le mie
tristezze
sono
cancellate
; tu mi
ridai
i miei
vent'
anni
,
torno
ad
essere
per
opera
tua come quando t'
amai
la prima
volta
... E una
risurrezione
di tutto l'
essere
mio...
E come
Enrico
protestava
, ella
affermava
,
ripetutamente
:
- Sì, sì,
redenta
!... senza l'
amor
tuo,
chissà
che cosa sarebbe
accaduto
di me!...
Ed aveva fatta una
scoperta
:
- Io ti
debbo
tutto, tu mi hai
tratto
da un
abisso
di
miseria
, hai
impedito
che
finissi
di
perdermi
; ed io non ho
fatto
nulla per te...
- Proprio? Nulla?
- Nulla!... Ti ho
data
tutta me stessa...
gran
che!...
valgo
così poco!... e poi, se ti
amavo
!... Ma di noi due, chi è in
debito
verso l'altro son io!... Non
dir
di no; è così, lo
so
!... E
vedi
, tu puoi farmi quel che ti
piace
,
maltrattarmi
,
tradirmi
; io non mi
lagnerò
,
accetterò
tutto da te...
Forse ella
commetteva
un
errore
dicendogli
questo; ma
era
così fatta, da
mettersi
tutta nei suoi
affetti
, da non
calcolare
mai. Del
resto
, egli non le
dava
motivo
di
pentirsene
. Quella
vita
che la
serietà
e la
gelosia
di
Arconti
non le avevano
consentito
,
adesso
ella
era
libera
di farla.
Enrico
rispondeva
al
tipo
dell'
uomo
di
mondo
che ella aveva
vagheggiato
: s'
era
fatto
ammettere
al
Circolo
delle
Caccie
,
amava
la
società
,
andava
a
cavallo
,
giuocava
,
fin
troppo, ma ella vi avrebbe
posto
riparo
. Le
presentava
i suoi
amici
, non essendo
geloso
, o
piuttosto
sapendo
di non averne
motivo
; l'
accompagnava
dovunque
,
era
sempre al suo
fianco
premuroso
ed
allegro
. Ella
dava
dei
pranzi
, delle
cene
;
invitava
dei
giovanotti
scapoli
,
artisti
in
voga
,
giornalisti
che
parlavano
delle sue
serate
, della
grazia
con cui ella faceva gli
onori
di
casa
.
Il
principe
di
Lucrino
era
fra gli
assidui
. Nel
rivederlo
la prima
volta
, ella s'
era
sentita
avvampare
; a poco a poco il suo
disagio
dinanzi a lui
scemò
. Come aveva
cominciato
ad
alludere
alla sua
breve
fortuna
, ella
tagliò
corto
:
- Se
tiene
a venire in
casa
mia, non
parli
di questo.
Però il
principe
aveva di tanto in tanto delle
pose
romantiche
; quando
pronunziava
certe
parole
: il
passato
, le
memorie
, le
sottolineava
,
guardandola
fiso
. Per
fortuna
,
Enrico
non
sapeva
nulla. Una
sera
le
disse
:
-
Sai
chi ho
conosciuto
?
Arconti
.
Ella
chinò
un
momento
gli
occhi
; poi gli
chiese
,
gettandogli
le
braccia
al
collo
:
- Che
cos'
hai
provato
?
- Niente.
- No, non
fingere
!...
Dimmi
la
verità
!...
dimmi
che hai
sofferto
!... non me ne avrò a
male
; è una
prova
d'
amore
!...
- Ma
perchè
vuoi che
soffrissi
? non lo
vidi
mai con te, non fu per lui che ti
perdetti
...
-
Perchè
non mi hai
portata
via
?...
Dovrò
incontrarlo
anch'io...
Ma ella
sentiva
risorgere
la
secreta
curiosità
di
ritrovarsi
in
presenza
di lui: l'
ignorata
emozione
che
doveva
occuparla
nel
rivedere
da
estraneo
l'
uomo
col quale
era
stata
legata
dalla
suprema
intimità
,
esercitava
una
irrestibile
attrattiva
sulla sua
imaginazione
.
Improvvisamente
, un
giorno
, a
Piazza
Colonna
, lo
vide
; ella
sentì
come se il
terreno
le
mancasse
sotto i
piedi
, come se le
gambe
le si
piegassero
.
Ravvisandola
tardi
, egli si
toccò
il
cappello
quando già stava per
passar
oltre; ed ella
continuava
a
procedere
a
caso
,
dimenticando
la sua
via
, col
cuore
tumultuante
, la
mente
inondata
da un
mare
di
ricordi
...
Sapeva
egli la sua
relazione
con
Sartana
? Ne
provava
gelosia
o
dispetto
?... Avrebbe voluto
mostrarglisi
a
fianco
di
Enrico
,
dimostrargli
che altri l'
amava
meglio
di lui, la faceva più
felice
di lui... Poi s'
indispettiva
contro
sè
stessa per quei
pensieri
che gli
accordava
; ma
tornava
sempre ad averlo
presente
, e
adesso
, come se la
gente
si
fosse
data
un'
intesa
, ella non
udiva
parlare
se non di lui; dei suoi
successi
politici
, del
bene
che voleva a sua
moglie
, della
passione
che questa gli
portava
, della
vita
nascosta
, tutta
intima
, nella quale essi
custodivano
la loro
felicità
. Una
curiosità
più
acre
di
vedere
questa
donna
la
pungeva
assiduamente
; un
giorno
la
scorse
finalmente,
appesa
al
braccio
di lui, col
capo
lievemente
reclinato
, tutta
intenta
a
udire
qualche cosa che egli le
mormorava
. Un
tipo
superbo
di
bellezza
bruna
,
agile
e
forte
: ella ne
conveniva
; e qualche cosa come un
rancore
impotente
, come una
gelosia
umiliata
nasceva
in lei,
insieme
con una
sorda
disperazione
,
perchè
, in
fondo
all'
anima
,
inconfessata
fin
lì
, ella aveva
nutrita
l'
idea
di
rivedere
quell'
uomo
, di
provare
ancora su di lui il suo
potere
, e
perchè
adesso
comprendeva
che questo
era
impossibile
! Ma la sua
fantasia
ammalata
la
gettava
in
pieno
dramma
: ella si
vedeva
apparire
come lo
spettro
del
rimorso
in
mezzo
a quei due,
imaginava
le
supplicazioni
della
donna
,
pensava
al
risveglio
della
passione
nell'
uomo
, lo
scacciava
lungi
da
sè
,
sorda
,
inflessibile
,
spietata
...
Sorrideva
compassionevolmente
di
sè
stessa: non avrebbe mai dunque
messo
senno
? non
era
ancora
ammaestrata
abbastanza
?... Però, tutt'ad un
tratto
, ella si
sentiva
scontenta
del
presente
; la
nuova
passione
le
pareva
meschina
in
confronto
dell'altra,
Enrico
di tanto
inferiore
ad
Arconti
. Non le erano venuti da costui tutti i
dolori
? Che cosa voleva dunque
dire
quel
nuovo
, più
acerbo
rimpianto
di un
passato
aborrito
?...
Per
soffocarlo
, ella
lavorava
a
rappresentarsi
il
danno
che quell'
uomo
le aveva
fatto
; ma i
ricordi
amari
non avevano
presa
, la sua
imaginazione
fuorviava
, le
metteva
invece dinanzi tutte le
dolcezze
d'una
passione
che
era
stata la
poesia
della sua
vita
. Il
viaggio
a
Parigi
ed a
Londra
! Le
sedute
della
Camera
dov'ella
riascoltava
le
parole
che aveva
udite
per la prima! Le
lunghe
sere
d'
inverno
passate
a
discutere
intorno
a ciò che v'
era
di più
alto
nella
vita
del
pensiero
! L'
inaugurazione
del
Nido
ancora tutto
pieno
di
ricordi
di lui... Aveva egli potuto
dimenticar
queste
cose
? Ella stessa, un
tempo
, le aveva
dimenticate
! Non s'
era
stancata
di quell'
uomo
? Non aveva
trovato
che egli non la
contentava
, che non
rispondeva
al
tipo
da lei
ideato
? E
adesso
che tutto
era
finito
, si
sorprendeva
a
rimpiangerlo
!...
L'
amore
d'
Enrico
non
dava
un
pascolo
al suo
bisogno
d'
arcane
esultanze
. Egli
era
buono
,
pieno
di
cure
; ma non aveva l'
intelletto
, la
parola
dell'altro.
Ora
ella s'
accorgeva
d'essersi
ingannata
nel
credere
che l'
amor
puro
della
giovinezza
potesse
rinascere
, in lei che
era
passata
per tante
prove
, nell'
uomo
che aveva tanto
vissuto
. Egli le
narrava
le
relazioni
avute durante il
matrimonio
e
dopo
la
separazione
: ne
parlava
come di
capricci
, di
legami
fugaci
, di
avventure
di
corta
durata
, con
leggerezza
e con una
evidente
disistima
delle
donne
.
Affermava
che
adesso
era
un'altra cosa; ma
dicendo
di
credergli
, ella
sentiva
crescere
invece il proprio
scetticismo
. Non solamente quell'
uomo
le
pareva
leggiero
, ma la stessa
fede
nell'
amore
tornava
a
scuotersi
, ed ella non
credeva
neppure a
sè
stessa... Tutte le
parole
che
diceva
a costui, le aveva
dette
all'altro: "Non ho che te... Tu m'hai
rivelata
la
vita
... Noi ci
ameremo
eternamente
..." Come
crederle
più?
Poi si faceva una
ragione
: queste
cose
la
stupivano
perchè
ella non aveva ancora
esperienza
, ma il
mondo
era
stato
sempre così! A
guardarsi
intorno
, non
trovava
una
moltitudine
di
creature
nella sua stessa
condizione
?
Bisognava
dunque
accettarla
rassegnatamente
! E si
riattaccava
ad
Enrico
, gli
dava
tutta
sè
stessa, voleva
esaltarlo
e
denigrare
quell'altro.
Era
stata
presa
dalla
tentazione
di
bruciare
tutte le
lettere
antiche
; ma, avendone
letta
una, la prima
capitata
nel
fascio
, non
potè
, non si
fidò
neppure di
continuar
la
lettura
,
sentendosi
afferrata
da quel
passato
... Però, all'
idea
che
Arconti
potesse
sospettare
questo,
pensare
che ella lo
rimpiangeva
, il suo
sentimento
diventava
una
specie
di
livore
furente
. Voleva
scrivergli
di
restituirle
le sue proprie
lettere
, i suoi
ritratti
, per fargli
intendere
che s'
ingannava
, se
pensava
questo... E un
giorno
un
fattorino
lasciò
da lei un
pacco
; ella
riconobbe
nell'
indirizzo
il
carattere
di
Arconti
.
Ruppe
i
suggelli
con le
mani
,
tolse
febbrilmente
l'
involto
: v'erano tutte le sue
lettere
e tutti i suoi
ritratti
che egli le
restituiva
con una
semplice
carta
da
visita
. Allora, ella si
sentì
così
miserabile
, che si
mise
a
piangere
.
Più che al
tempo
dell'
abbandono
patito
, ella
comprendeva
che
adesso
tutto
era
finito
tra loro,
radicalmente
, per sempre.
Fin
quando quelle
lettere
erano
rimaste
in
potere
di lui, aveva potuto
supporre
che egli se la
vedesse
accanto in
idea
, che
rammentasse
almeno il
posto
da lei
preso
nella sua
vita
;
adesso
egli le
mandava
indietro
come
cose
inutili
e
vili
,
respingeva
la sua stessa
memoria
! E ciò che
vinceva
il suo
dolore
,
era
lo
sbalordimento
prodotto
dalle
contradizioni
per le quali
passava
, dalla
rivelazione
dello
spaventevole
abisso
che
era
l'
anima
umana
... E
sapendo
bene
che ella non l'avrebbe mai
fatto
,
pensava
adesso
di
andarlo
a
cercare
, di
dirgli
: "Non mi
riconosci
più? Non
valgo
dunque più nulla?
Guardami
: hai proprio tutto
dimenticato
?..."
La
sera
,
Enrico
vide
il
biglietto
che ella non aveva
pensato
a
nascondere
; le
chiese
:
- È venuto?
- No. M'ha
restituite
le mie
lettere
.
- Le
chiedesti
tu?
- Sì; mi
seccava
lasciargliele
.
Egli le
prese
una
mano
, la
guardò
negli
occhi
.
- Che
impressione
hai
provata
?
- Nessuna.
Nello
sguardo
dell'
uomo
parve
a lei di
leggere
un
timido
rimprovero
, come se egli avesse
compreso
il
principio
di
molestia
che le
dettava
quella
nuda
risposta
.
-
Perchè
non vuoi
dirmelo
?
- Ma te l'ho
detto
... Non ho
provato
nulla.
Egli
aggrottò
un poco le
ciglia
,
scosse
appena il
capo
; poi
disse
, molto
piano
:
- È lo stesso... lo
so
... Egli t'
amava
meglio
di me.
V'
era
, per la prima
volta
, un'
umiltà
così
triste
e
rassegnata
nell'
accento
di lui, che ella
sentì
una
pena
acutissima
morderle
il
cuore
. Gli s'
afferrò
a un
tratto
alle
spalle
, lo
costrinse
a
guardarla
.
-
Perchè
dici
questo?...
Enrico
?...
Rispondi
!
Egli
rispose
, sempre molto
piano
:
-
Perchè
...
perchè
io non
so
dirti
le
cose
che ti
diceva
lui,
perchè
egli ti
sapeva
comprendere
...
perchè
io
valgo
meno...
Ella
proruppe
:
- Oh! oh!...
Amore
!...
Amor
mio!...
Povero
Amore
!
Si
strinse
, s'
avvinghiò
a lui,
comprendendo
il
male
immeritato
che gli aveva
fatto
, il
pericolo
di
perderlo
a cui s'
esponeva
da quella
stolta
che
era
.
- Ma tu non
sai
quel che mi fece
soffrire
?... E tu
credi
che l'
amore
si
pesi
, che le
parole
lo
misurino
?... Ognuno
ama
come
sa
... Anch'io non ti
so
dire
che l'
amor
tuo è tutta la mia
vita
...
Guardami
!... Il tuo
sguardo
è
sincero
, le sue
parole
mentivano
...
Ella stessa
mentiva
!
Era
vero
! Dell'
uomo
che
adesso
aveva a
fianco
vedeva
i
difetti
, e di quello che aveva
perduto
apprezzava
le
qualità
!... Ma se
Arconti
non le aveva
procurato
i
trionfi
mondani
, e se
Enrico
non
appagava
il suo
bisogno
di
sodisfazioni
intellettuali
, non v'erano altri
capaci
di
darle
tutto ad un
tempo
? Quando
udiva
parlare
delle
passioni
altrui,
supponeva
che fossero come quelle da lei
sognate
:
straordinarie
,
eccelse
,
immortali
! Forse
era
un
inganno
,
perchè
due
creature
non avrebbero potuto
conoscersi
intimamente
senza
scoprirsi
dei
difetti
, senza
andare
incontro
a dei
malintesi
... L'
amore
ideale
era
dunque quello che si
salvava
dalle
cadute
, che non si
confessava
neppure, che si
nutriva
secretamente
ad
insaputa
dell'
oggetto
amato
?... Ma ella ne aveva
provato
uno così, per
Morani
... e
adesso
s'
accorgeva
che questo non aveva
lasciato
nessuna
traccia
nel suo
cuore
e nel suo
pensiero
, che lo stesso
ricordo
se n'
era
disperso
, come se non
fosse
sorto
mai!... Ve n'
era
dunque qualcuno a cui si potesse
credere
? Quello d'
Enrico
non sarebbe
morto
anch'esso - se
pure
viveva
?...
Per
stordirsi
, s'
ingolfava
sempre più nella
vita
mondana
. La
toletta
, le
conversazioni
, i
balli
, i
teatri
la
distraevano
; in
società
ella
ritrovava
la
sicurezza
di
valer
molto ancora. A poco a poco, il
ricordo
di
Arconti
, che ella non
incontrava
più, si
tornò
a
cancellare
. Un
periodo
di
calma
cominciò
, durante il quale ella fece però una
dolorosa
scoperta
:
ingrassava
. Le sue
vesti
non le
andavano
più, il
busto
doveva
essere
continuamente
slargato
... Ella avrebbe tutto
preferito
a questo
disastro
, alla
deformazione
del suo
corpo
, al
sintomo
prosaico
e
volgare
d'un
vegetamento
materiale
. A parecchi per
volta
,
metteva
in
opera
tutti gli
espedienti
adatti
a
combattere
quell'
indecente
grassezza
: dei
giorni
andava
in
giro
dalla
mattina
alla
sera
, non
beveva
acqua
, non
toccava
pane
, si
privava
di
dolci
e di
gelati
, si
saturava
d'
aceto
e di
farmaci
: ma non
riusciva
a nulla. L'
idea
di
perdere
la
ligne
la
disperava
: si
stringeva
i
fianchi
fino
alla
soffocazione
,
evitava
di
guardarsi
allo
specchio
che le
rivelava
quella
mostruosità
. E un
giorno
che vi si
mirò
da presso, contro la
luce
, ne
scoprì
un'altra: sulle
tempie
, sulla
fronte
, aveva dei
fili
d'
argento
...
Cominciò
per
strapparli
, certa che non avrebbe
adoperata
una
tintura
; però, col
tempo
, come
ricrescevano
moltiplicandosi
,
discusse
tra
sè
la
convenienza
di
tingerli
. Se ella
fosse
stata
vecchia
, non avrebbe
pensato
a un
artifizio
ridicolo
; ma aveva
trentott
'
anni
, quella
canizie
era
troppo
precoce
, poteva e
doveva
combattersi
... Il
giorno
che
adoperò
la
tintura
, una
tristezza
mortale
le
chiuse
il
cuore
,
insieme
con una
specie
di
rimorso
, come se avesse
fatto
qualche cosa di
male
. Con
Enrico
, ella
parlò
della sua
vecchiezza
; gli
disse
,
passandosi
una
mano
sulla
fronte
:
- Mio
Dio
, come posso ancora
piacerti
!
Avrebbe voluto che egli la
rassicurasse
, che
affermasse
ancora la
forza
della sua
seduzione
; ma egli non
diceva
niente. S'
intiepidiva
anche lui?... Certi
giorni
,
sentendo
che egli non
era
più quello di prima, ella lo
interrogava
ansiosamente
, volendo esser
confortata
,
rassicurata
,
sperando
che ella stessa si sarebbe
infiammata
: egli
rispondeva
che
era
sempre lo stesso.
-
Perchè
non mi
dici
dunque delle
cose
care
?
- Ognuno
ama
come
sa
!
Egli aveva
preso
in
mala
parte
quelle sue
parole
, le
ripeteva
con una
intonazione
sottilmente
ironica
, come se
contenessero
un
biasimo
per lui. L'
amor
proprio dell'
uomo
era
rimasto
offeso
dalla
coscienza
d'una
inferiorità
dinanzi ad
Arconti
; e tutto ciò che ella
tentava
per
dissipare
quella
persuasione
,
era
invano
. Ella si
umiliava
, gli
domandava
perdono
; poi gli
proponeva
di
andar
via
, lo
scongiurava
di
dirle
se v'
era
qualcosa in lei che gli
dispiacesse
; egli
rispondeva
:
- No, no.
- Ma dunque, che hai?
Perchè
mi
rimproveri
?
Perchè
mi
accusi
?
- Non t'
accuso
.
Capisco
...
- Che cosa?
di'
su!...
- Che non ti
contento
, che non sono
fatto
per te...
Ogni
protesta
era
inutile
: egli
scrollava
il
capo
,
cedeva
per poco dinanzi all'
insistenza
dolente
di lei; poi
ricominciava
. Allora, ella
esclamava
:
- Ma non
capisci
che se tu non
combatti
questa
triste
persuasione
, l'
amor
tuo si
scuoterà
?...
- Sei tu che mi
sfuggi
...
- Io? Io?... Ma come?... Come
debbo
fare per
mostrarti
quanto t'
amo
?... Che cosa ti
dà
ombra
?... Sei
geloso
di qualcuno?...
- No...
- Non lo
negare
,
confessalo
!... Non fare come l'altro, non
covare
qualche cosa nell'
animo
... Sarà
funesto
:
credi
a me che l'ho
imparato
a mie
spese
...
Di'
, sei
geloso
?...
- No, ma no!...
Ella
finiva
per
credergli
,
poichè
la sua
gelosia
sarebbe stata senza
ragione
.
Non voleva
notare
nessuno fra quelli che le facevano la
corte
,
metteva
a
posto
il
principe
di
Lucrino
che
tornava
a
rappresentarle
il
tormento
del
ricordo
; ma delle
ore
di
scoraggiamento
suonavano
per lei, durante le quali
sentiva
che tutte le sue
prove
non erano per anco
superate
. L'
orgoglio
di
Enrico
, che ella aveva
involontariamente
offeso
, non s'
acquetava
; ma quando
pure
egli non avesse
avvertita
la propria
inferiorità
dinanzi ad
Arconti
, l'
idea
d'esser venuto
dopo
, la
confessione
del suo
passato
che ella gli aveva fatta, non
doveva
intiepidirlo
?... Ella aveva
intuito
tutto questo, a
Palermo
; gli
ammaestramenti
della
vita
non
giovavano
proprio a nulla?... Però, dinanzi al
mutato
contegno
dell'
amante
, ella
riconosceva
tutta la
sciocchezza
delle proprie
inguaribili
pose
sentimentali
. No, il suo
passato
di
fanciulla
non
era
risorto
per
virtù
di quell'
uomo
: egli aveva
capito
soltanto
di
poterne
trarre
profitto
. No, quell'
amore
non l'aveva
redenta
, l'aveva
compromessa
peggio
: non l'
avvertiva
nei
discorsi
della
gente
, nel
contegno
più
libero
degli
uomini
, nell'
ostilità
crescente
delle
donne
?... Alcuni
credevano
ancora che la sua
relazione
con
Arconti
non
fosse
rotta
, altri le
davano
nuovi
amanti
. Ella
alzava
le
spalle
; ma la sua
indifferenza
cessò
il
giorno
in cui
apprese
la
voce
incominciata
a
diffondersi
: che ella s'
era
messa
con
Sartana
calcolando
sopra un
doppio
divorzio
per farsi
sposare
da lui e
divenire
duchessa
!... Così, nello stesso
punto
in cui ella
apprezzava
il
nuovo
danno
che s'
era
cagionato
, la
malvagità
sempre
desta
le
attribuiva
l'
intenzione
di un
indegno
mercato
!
Era
dunque
inutile
aver sempre
pagato
del proprio, non aver
ricavato
che
dolori
dalle sue
cadute
:
bisognava
ancora
subir
l'
onta
di quest'altro
sospetto
!...
E nel
ripeterle
che non l'
accontentava
,
Enrico
alludeva
adesso
a qualcuno di quelli che le stavano
intorno
. Ella
esclamava
:
-
Senti
, ho
sofferto
abbastanza
; non mi
fido
più di
lottare
. Se tu
cerchi
dei
pretesti
perchè
non m'
ami
più,
dimmelo
francamente
;
preferirò
una
dichiarazione
leale
, per
dolorosa
che possa
essere
...
Egli
protestava
abbracciandola
fitta
:
- Io non
amarti
più? Ma è la
paura
di
perderti
che mi fa
dir
questo!...
- Oh! Sarai tu che mi
lascerai
...
Dei
buoni
giorni
venivano ancora. Per
dissipare
le
paure
di lui, ella
metteva
in
canzonatura
i proprii
adoratori
: delle
figure
brutte
, dei
tipi
quasi
comici
:
Respini
, uno
spadaccino
stomachevole
con la
presunzione
d'un
coraggio
a cui ella non
credeva
;
Forti
, un
letterato
che
parlava
in
punta
di
forchetta
,
dicendo
debbe
invece di
deve
e
qualsivoglia
persona
invece di ognuno.
- E puoi
credere
che io ti
preferisca
uno di costoro? Ma
rendi
un po' di
giustizia
al mio
buon
gusto
, almeno! Se io non
fossi
piena
di te, se volessi
flirtare
,
sceglierei
qualcuno che ne
valesse
la
pena
!...
- Per
esempio
?...
- Ma, non
saprei
...
Allora, egli
cominciava
a
nominare
della
gente
, senza
indovinare
. La
corte
di
Giacomo
Spinola
, il
bel
poeta
, l'
elegante
romanziere
di cui tutti
parlavano
, l'avrebbe molto
lusingata
; e se uno di quei
principi
reali
di cui ella
ammirava
il
coraggio
e le
virtù
l'avesse
voluta
, come avrebbe potuto
resistergli
?...
Nessuno le
piaceva
fra quelli che la
circondavano
; un
giorno
, però, le
presentarono
un
giovane
del quale ella aveva molto
sentito
parlare
come d'un
ingegno
fuor
del
comune
,
destinato
a un
brillante
avvenire
:
Vittorio
Bergati
, il
figliuolo
dell'
ex-ministro
degli
esteri
. Di
persona
era
avvenente
,
bastarono
pochi
minuti
di
conversazione
perchè
ella
accertasse
che la sua
reputazione
non
era
usurpata
. Il
martedì
seguente
si
presentò
da lei. L'
eleganza
e la
competenza
mondana
di
Enrico
le
parvero
a un
tratto
mediocri
dinanzi a quelle del
giovane
, che aveva
passato
molti
anni
a
Parigi
per
completarvi
i suoi
studii
.
Era
Toscano
, e la sua
voce
aveva un
timbro
indefinibile
,
pieno
di
turbamento
;
sapeva
parlare
di tutto, d'
arte
sopratutto
;
era
intimo
di
Alessandro
Dumas
; in quella prima
visita
le
narrò
l'
intreccio
della
commedia
alla quale l'
autore
da lei
ammirato
lavorava
da
tempo
.
Restò
a lungo,
fin
quando tutti gli altri se ne furono
andati
; si
alzò
a un
tratto
, quasi facendosi
forza
e
dicendo
:
- La sua
conversazione
è così
piena
di
charme
!...
Ella
restò
seduta
nell'
angolo
del suo
divano
, non
udì
la
voce
del
cameriere
che
annunziava
:
- La
signora
è
servita
.
Perchè
quella
figura
l'
attraeva
?
Perchè
pensava
a lui?... Il
domani
egli
mandò
delle
novità
francesi
che le aveva
promesse
; erano
accompagnate
da un
bigliettino
in cui glie ne
chiedeva
dei
giudizii
. Quando
Enrico
lo
lesse
, non
disse
nulla;
indugiò
soltanto
un poco a
rimetterlo
sul
tavolo
.
- Lo
conosci
? -
chiese
ella.
- Sì... -
rispose
con un
dubbio
e
impercettibile
sorriso
.
- È un
giovane
garbato
,
intelligente
...
- Con questo, si può
flirtare
?
Ella
sorrise
più
schiettamente
.
Rispose
a lungo a
Bergati
riferendogli
le sue
impressioni
su quei
libri
; egli ne
mandò
altri
dicendole
: "I suoi
giudizii
si potrebbero
stampare
con la
firma
del
Sainte-Beuve
." Allora, quella
corrispondenza
si fece più
assidua
. Egli veniva ogni
martedì
, ma le sue
parole
non
esprimevano
altro che un'
ammirazione
deferente
; nelle
lettere
era
più
esplicito
, in una le
chiedeva
di
annoverarlo
fra i suoi
amici
, un'altra
finiva
dicendo
: "Si
rammenti
Ella qualche
volta
del più
devoto
dei suoi
amici
, che si
ricorda
sempre di Lei."
Ella
lasciava
le
lettere
sul
tavolo
; quando
Enrico
lesse
quelle
parole
,
osservò
:
- Questa, al mio
paese
, non si
chiama
una
dichiarazione
?
- Come sei
sospettoso
!... È un
complimento
di
chiusura
.
- Ah, si fanno così i
complimenti
?... Non lo
sapevo
... È
vero
che io non
so
scrivere
...
Era
stupita
della
specie
di
divinazione
ch'egli aveva del
pericolo
. Le
lodi
di
Bergati
l'
inebbriavano
; il
salotto
le
parve
vuoto
il
primo
giorno
che egli
mancò
;
aspettava
le sue
lettere
con un'
ansia
secreta
, le
divorava
- e
adesso
le
nascondeva
,
poichè
venivano con tale
frequenza
che avrebbero
accresciuti
i
sospetti
di
Enrico
. Come costui si faceva più
freddo
, ella gli
chiedeva
:
- Che hai?...
Dillo
una
buona
volta
!...
- Che cosa
vedi
?
Restavano
a lungo senza
dir
niente, poi ella
esclamava
:
- Siete tutti ad un
modo
!
- Sì, hai
ragione
...
Adesso
, ella
pensava
che le
rispondesse
apposta
così,
perchè
era
stanco
di lei, per
spingerla
ad una
rottura
; e i
progressi
della sua
simpatia
per l'altro la
spaventavano
.
Ora
, nelle
parole
del
giovane
v'erano delle
reticenze
piene
di
turbamento
, i suoi
sguardi
l'
abbracciavano
tutta; egli l'
aspettava
per le
vie
, l'
accompagnava
a
casa
, nell'
ora
dolce
del
crepuscolo
- ed ella si
chiedeva
: "
Ignora
che io non sono
libera
?
Crede
che io possa
spartirmi
fra loro?..." A questo
pensiero
, si
ribellava
: mai sarebbe
scesa
tanto
giù
!
A certi
momenti
, una
tristezza
infinita
la
guadagnava
; avea
voglia
di
chiudersi
in
camera
a
piangere
tutta
sola
; se
Enrico
era
con lei e le
chiedeva
che avesse,
rispondeva
:
- Non
dirmi
nulla;
soffro
.
Egli
restava
un poco senza
parlare
, poi se ne
andava
. La
notte
ella aveva dei
sogni
torbidi
, in cui
vedeva
dei
presagi
di
sventura
. Ed a
Bergati
, quando erano
soli
, quando la
conversazione
prendeva
il
tono
d'una
confidenza
, ella
parlava
del
vuoto
della sua
vita
- come ne aveva
parlato
all'altro!... Ma se il suo
amante
era
stanco
di lei?.. E la stessa
voce
del
doppio
divorzio
, del
calcolo
che ella avrebbe
fatto
dandosi
a
Sartana
, l'
induceva
a
provare
il suo
disinteresse
,
riprendendo
la sua
libertà
.
Già
Enrico
parlava
di
partire
per
Napoli
,
dove
lo
chiamava
una
lite
di sua
moglie
, una
storia
che le
pareva
un
pretesto
. Ah! ella non avrebbe
sofferto
una
seconda
volta
l'
umiliazione
dell'
abbandono
! E come anche
Bergati
minacciava
d'
andarsene
a
Parigi
,
dove
aveva un
fratello
accasato
, ella
scrollava
il
capo
,
pensando
tra
sè
: "No, che non
partirai
per
adesso
!..."
Un
sabato
, mentre ella
leggeva
accanto alla
finestra
, il
cameriere
le
recò
una
carta
di lui,
cornée
e con due
parole
scritte
su a
lapis
: per
congedo
. Di
scatto
, ella
disse
:
- È
andato
via
?
-
Nossignora
,
aspetta
di
sapere
se la
signora
è in
casa
.
-
Fatelo
passare
.
Il
biglietto
era
caduto
per
terra
; ella si
strinse
con le
mani
le
tempie
, nel
tardo
pentimento
di quel
consenso
che la
perdeva
. Ma se
partiva
per sempre! Se forse
partiva
per lei, non
reggendo
al
tormento
di
saperla
di un altro! No, no: egli non poteva
partire
così!... Ella dunque voleva
ricominciare
un'altra
volta
? Non
era
ammaestrata
abbastanza
? Non si
sentiva
vecchia
oramai
,
giunta
all'
età
della
rinunzia
?... Ma
fattasi
allo
specchio
per
acconciarsi
i
capelli
, ella
trovava
che no, e la
secreta
brama
di
sentirsi
apprezzata
da lui la
struggeva
... E
cadere
ancora!
precipitare
sempre più
giù
... Ma non
era
la
ferrea
legge
del suo
destino
? A che pro
ribellarsi
? Ella
scrollava
le
spalle
:
oramai
!
oramai
!... Ed
Enrico
? come
lasciarlo
?... Non
era
invece egli stesso che non la voleva?...
Il
cameriere
annunziò
:
- È di
là
.
Prima di
schiuder
l'
uscio
del
salotto
, ella si
compresse
forte
il
cuore
: le
batteva
come se
fosse
sul
punto
di
rompersi
.
Aprì
con un
atto
di
risoluzione
, gli
andò
incontro
col
braccio
disteso
:
- Sono
lieta
di poterle
stringere
la
mano
, se
parte
...
- Al
contrario
, son io che la
ringrazio
... e le
chiedo
scusa
di aver
forzato
la
consegna
...
- Ma per lei non
teneva
! Due
vecchi
amici
come noi non si
lasciano
senza
salutarsi
, non è
vero
?
Va
a
Parigi
?
- Sì.
-
Spero
bene
-
aggiunse
subito, con
aria
disinvolta
- che non ci
lascia
per sempre, che la
rivedremo
presto?
Egli
rispose
,
vagamente
:
- Non
so
.
Tacquero
un poco entrambi. Ella gli
chiese
notizie
della
famiglia
di suo
fratello
, ma non
udiva
le
parole
di lui.
Pensava
: "È una
prova
che vuol fare? Che cosa mi
dirà
?..."
- E lei, stette molto a
Parigi
?
- Oh, pochissimo: due
mesi
appena. Ma è una
città
che mi
attira
... La
saluti
per me!
- Se avesse dei
comandi
da
darmi
...
-
Grazie
!
Egli s'
alzò
;
stringendole
la
mano
,
continuava
:
- Mi
farebbe
il più
gradito
dei
regali
!
-
Grazie
... Non
so
, in questo
momento
...
Parte
subito?
-
Domani
l'altro.
- Avrò dunque il
tempo
di
pensarci
.
Grazie
, comunque...
Allora, come le
mani
si
sciolsero
, come lo
vide
allontanarsi
,
sparire
dietro
la
cortina
dell'
uscio
, ella si
morse
le
labbra
,
stese
le
braccia
, e
repentinamente
passò
di
là
,
chiamando
:
- Allora
senta
,
Bergati
....
Egli
tornò
,
fissandola
in
viso
.
- Volevo
dirle
, se può
incaricarsi
...
Fu
costretta
ad
appoggiarsi
alla
spalliera
d'una
poltrona
. Il
giovane
buttò
ad un
tratto
la sua
mazza
e il
cappello
, l'
afferrò
pel
braccio
che
usciva
nudo
dall'
ampia
manica
della
veste
da
camera
,
esclamando
, con l'
espressione
dell'
estasi
:
- Ah!... ah!... non si
resiste
, non è
possibile
!... Volevo
fuggirvi
, io che v'
adoro
!...
Ella si
velò
la
faccia
con le
mani
, egli la
stringeva
alla
vita
,
tentando
baciarle
la
guancia
.
Doveva
dirgli
: "Ma io non posso esser vostra!..." e
sentiva
che la sua
condotta
le
toglieva
ogni
possibilità
di
resistenza
. Come l'
imagine
di
Enrico
sorse
nella sua
memoria
, si
lasciò
cadere
sulla
poltrona
,
esclamando
:
- Mio
Dio
! Mio
Dio
!
Perchè
avete
fatto
questo?...
Il
giovane
le
era
in
ginocchio
dinanzi, le
sollevava
il
capo
, e una
musica
di
parole
or
sommesse
ora
vibrate
,
dolcissime
tutte, le
carezzava
l'
orecchio
:
- Di che
temete
,
povero
cuore
?... Io vi
chiedo
di
lasciarvi
adorare
, come una
Madonna
, dall'
ombra
... Se
sapeste
che
meraviglia
!... Non
credo
ai miei
sensi
... Che
gratitudine
sarà la mia!... Come v'ho
amata
, da
lontano
, prima di
conoscervi
ancora,
comprendendo
che voi
sola
eravate
degna
d'
amore
! Come
credetti
di
sognare
, quando
ottenni
la vostra
intimità
, quando
compresi
di non esservi
indifferente
, quando voi mi
confidaste
le
tristezze
della vostra
vita
!...
Farvele
dimenticare
è tutta la mia
ambizione
. Che
orgoglio
metterò
nell'
obbedire
tutte le vostre
volontà
, tutte! tutte!
Sorridete
dunque,
dolcezza
...
E fece per
baciarla
sulla
bocca
.
- Ah!
- No, no... se non volete...
Ella lo
respingeva
ancora
automaticamente
,
scongiurando
:
-
Lasciatemi
, per
pietà
...
- Ebbene... non v'è
felicità
eguale
a questa di
starvi
vicino, ma se voi non volete...
guardate
:
obbedirò
...
Allora ella
disse
:
- Non
partirete
?
- Ma no!
Credevate
che
fosse
possibile
?...
Resterò
vicino a voi, vi
scriverò
, tutti i
giorni
!
consentirete
che venga talvolta?...
- I
martedì
solamente?
- Solamente!... Sarete
contenta
di me!... Mi
date
adesso
quel
fiore
?
Ella aveva una
rosa
appuntata
alla
cintura
, una
povera
rosa
mezzo
sfogliata
da quella
tempesta
: la
portò
alle
labbra
, glie la
porse
. Egli ne
bevve
il
profumo
,
baciandola
.
-
Adesso
,
lasciatemi
...
Egli le
baciò
la
mano
, dall'
uscio
le
mandò
ancora un
bacio
sulla
punta
delle
dita
. Ella s'
alzò
,
scuotendosi
per tutta la
persona
, coi
pugni
chiusi
, le
braccia
distese
,
mormorando
in un
sibilo
: "È
fatto
!..."
Non le
era
permesso
nessun
dubbio
;
sapeva
che cosa sarebbe stata l'
obbedienza
di quell'
uomo
. Ed
era
stata lei! E non aveva
trovata
una
parola
di
protesta
, neppure per
fingere
! E qualche
ora
dopo
, mentre
era
ancora tutta
piena
di lui,
Enrico
appariva
!
- Ho una
notizia
da
darti
, - egli
disse
.
- Che
c'
è'?
-
Debbo
andare
a
Napoli
, per la
lite
di mia
moglie
.
Un
senso
infinito
di
sollievo
la
penetrò
ad un
tratto
. Ella aveva del
tempo
dinanzi a
sè
, qualche cosa sarebbe
accaduto
.
Enrico
era
molto
freddo
,
parlava
unicamente
di quella
seccatura
capitatagli
addosso
;
andò
via
prima dell'
ora
consueta
.
-
Tornerai
presto?
- Appena potrò.
La
menzogna
, la
doppiezza
orribile
, il
rimorso
atroce
le erano
risparmiati
! E le
lettere
di
Vittorio
cominciarono
a
piovere
:
vibranti
di
passione
,
traboccanti
di
poesia
, più
belle
, più
inebbrianti
di quelle di
Arconti
. Ella gli
rispondeva
,
scongiurandolo
di esser più
calmo
, di
rammentarsi
la
promessa
obbedienza
. Il
martedì
seguente
venne a
trovarla
; per
fortuna
, il suo
salotto
era
sempre
pieno
di
gente
. Egli
scriveva
ancora, ed
Enrico
, da
Napoli
, non le
mandava
neppure un
rigo
.
Vittorio
veniva a
trovarla
a
teatro
, l'
aspettava
per
via
,
sollecitava
in
premio
della sua
saggezza
dei
convegni
dinanzi alla
gente
, che ella non poteva
negargli
. Ma
lottava
ancora,
aspettando
sempre che l'altro si
ricordasse
di lei, la
sorreggesse
con una
buona
parola
, con un
richiamo
alle
passate
dolcezze
. Non veniva nulla. Ella
resisteva
sempre, ma
cominciando
a
capitolare
tra
sè
,
dicendosi
: "Se
oggi
non
scriverà
, se
domani
non
scriverà
..." I
giorni
passavano
, le
lettere
di
Vittorio
le
creavano
intorno
una
calda
,
struggente
atmosfera
di
passione
. Erano due
mesi
appena che l'aveva
conosciuto
; il
giorno
in cui si
compirono
, egli le
mandò
un
libriccino
in
forma
di
piccolo
album
,
rilegato
in
rosso
. Aveva per
titolo
: Le
livre
des
Pensées
; su ciascun
foglio
di
cartoncino
erano
appiccicate
delle
pensées
variopinte
,
screziate
come
grandi
ale
di
farfalle
, e
scritti
dei
pensieri
d'
amore
, in
francese
: "
Lorsque
vous
vous
réveillez
, et
que
le
premier
rayon
de
lumière
frappe
vos
yeux
,
dites-vous
: Il m'
aime
et ce
rayon
m'
apporte
son
salut
...
Lorsque
vous
lisez
dans
les
livres
des
mots
d'
amour
,
songez
que
les
plus
beaux
,
les
plus
tendres
,
les
plus
suaves
vous
viennent
de
moi
....
Lorsque
vous
êtes
gaie
,
songez
que
votre
sourire
est ma
raison
de
vivre
...
Lorsque
vous
voyez
des
fleurs
,
songez
que
je
voudrais
les
faucher
toutes
,
en
faire
des
tapis
pour
vos
pieds
,
des
parures
pour
vos
cheveux
,
des
couches
pour
votre
corps
..."
Ella
rimase
come
stordita
da quella
lettura
. Il
domani
,
andò
fuori a
piedi
,
girò
lungamente
;
stanca
, stava per
salire
in
carrozzella
a
piazza
di
Spagna
per
tornare
a
casa
, quand'egli le si
avvicinò
. Per non
perdere
la sua
compagnia
,
rinunziò
alla
carrozza
. In
mezzo
ai
discorsi
indifferenti
, egli
metteva
all'
improvviso
delle
parole
d'
amore
,
dette
sommessamente
, con
voce
turbatrice
, quasi all'
orecchio
. La
stanchezza
di lei
cresceva
; la
via
era
lunga
, l'
aria
scura
, le
prime
fiammelle
di
gas
brillavano
nelle
mostre
dei
magazzini
. Le
gambe
le si
piegavano
: avrebbe voluto
appoggiarsi
al suo
braccio
,
cadere
con lui su qualche cosa di
soffice
.
Continuò
ancora ad
avanzarsi
, a
trascinarsi
fino
a
casa
. Quando furono presso al
portone
, egli
disse
,
piano
:
- Mi
permettete
di
salire
un
istante
?
- No... no...
-
Perchè
? che
c'
è di
male
?... Un
istante
, volete?
Ella
pensò
: "Se il
portiere
mi
desse
una
lettera
di
Enrico
!" Il
portiere
non aveva nulla.
Enrico
arrivò
il
domani
. Ella lo
ricevette
nel
salotto
,
respinse
l'
abbraccio
che
tentava
di
darle
con un'
aria
gioconda
.
- Che hai?... Mi
accogli
così?
Ella
disse
, con
voce
gelata
:
-
Credo
che v'
inganniate
. Non v'è fra noi più nulla di
comune
.
-
Teresa
!... Che
accade
?...
Perchè
?... Sei tu che
dici
questo?
- Siete
stato
voi che m'avete
lasciata
come si
lascia
una
cameriera
. Per
quindici
giorni
, non m'avete
scritto
un
rigo
, non m'avete
degnata
d'un
pensiero
.
Adesso
,
vorreste
ricominciare
quel che vi
torna
comodo
: vi
ripeto
che v'
ingannate
.
Egli si
passò
una
mano
sulla
fronte
;
disse
,
smarrito
:
- Tu mi
scacci
?... Ma è un
sogno
?... Ma non ti ho
scritto
,
perchè
ero in
collera
con te...
perchè
tu mi
lasciasti
andar
via
, senza una
parola
, senza un
rammarico
... - Le
afferrò
a un
tratto
una
mano
, la
strinse
malgrado la
resistenza
di lei. -
Teresa
!...
guardami
!... son io!...
-
Lasciatemi
...
- Il tuo
Enrico
... quello che ti vuol tanto
bene
... E che anche tu vuoi
bene
... quello a cui hai
dette
tante
parole
care
, a cui hai
giurato
tanto
amore
!... - Le si
appressò
ancora di più, ella
tremava
come per
febbre
. -
Teresa
!...
Infine
, non è
ragionevole
, per due, per tre
lettere
... per un
broncio
da
innamorati
... Se io ti voglio
bene
ancora! sempre!...
Teresa
,
Teresa
mia...
Come
avanzò
le
labbra
contro le sue, ella
gettò
la
testa
indietro
,
chiudendo
gli
occhi
.
- Non mi
baciate
.
Egli la
lasciò
. Si
guardò
intorno
, fece qualche
passo
, le
tornò
vicino.
- Tu dunque... non m'
ami
più?... Tu
ami
un altro?...
Ella non
rispose
. Nel
silenzio
, s'
udiva
il
moto
cadenzato
dell'
orologio
dell'
anticamera
. Con un altro
tono
di
voce
, egli
riprese
:
-
Perchè
non volete
dirlo
?... Voi siete
leale
, la
menzogna
vi
ripugna
...
Perchè
mentire
?... Voi
amate
un altro...
Bergati
?...
Ella non
rispose
. L'altro
continuò
,
abbassando
talmente
la
voce
che s'
udiva
appena:
- V'
ama
anch'egli?.. Ve l'ha
detto
?... Siete sua?
Ella si
nascose
ancora il
viso
tra le
mani
.
Allora, quell'
uomo
che ella aveva
giudicato
leggiero
,
incapace
d'un
forte
sentimento
,
stanco
di lei,
scoppiò
in un
pianto
così
dirotto
, così
convulso
, così
tempestoso
, che ella si
sentì
straziare
.
- Mio
Dio
!... Mio
Dio
!...
Non
sapeva
che fare, aveva
paura
di
accostarglisi
, ma non poteva
lasciarlo
così. S'
appressò
alla
poltrona
su cui
era
caduto
, contro la cui
spalliera
nascondeva
il
capo
;
tentò
di
rialzarlo
; ma il
pianto
continuava
impetuoso
,
soffocava
le
sillabe
che egli
tentava
di
articolare
.
-
Enrico
!... Mio
Dio
, non vi
disperate
così... Siate
forte
,
fatevi
coraggio
... Siete un
uomo
,
infine
!...
Egli
proruppe
, con
labbra
contorte
dallo
spasmo
:
- E sei tu che mi
dici
questo! tu!... Ma non
sai
che mi
strazii
l'
anima
?...
Ascolta
dunque: tu m'
accusavi
che sarei
stato
io a
lasciarti
!... volevi
strapparmi
il
cuore
, se ti
lasciavo
... Te ne
ricordi
,
di'
?...
- Ma se non v'
importava
più di me!
- Eri tu che mi
sfuggivi
...
- Se eravate così
freddo
,
chiuso
in voi stesso, senza più
confidenza
... Ho
pianto
anch'io,
sapete
! ho
lottato
! ho
sofferto
!... Una vostra
lettera
, una vostra
parola
m'avrebbe
salvata
...
- Oh!... Oh!... hai
fatto
questo! Tu!
A un
tratto
, le
passò
un
braccio
attorno
alla
vita
,
alzò
gli
occhi
supplici
e
lacrimosi
su di lei;
disse
, a
parole
mozze
, a
sillabe
fischianti
:
- Ebbene,
senti
... quell'
uomo
ti
lascerà
... lo
conosco
,
sai
!...
dopo
averti
ubbriacata
di
parole
, ti
lascerà
... Ebbene, quando... t'avrà
lasciata
... io sarò ancora qui...
aspetterò
...
Ella
sentì
stringersi
la
gola
; gli
fe'
cenno
di
tacere
; egli
continuò
:
- T'
aspetterò
... che
importa
?...
Aspettai
tanto!... T'ho
voluta
bene
fin
da quando eri quasi una
bambina
!... Ti vorrò
bene
lo stesso!... Io non
so
parlare
, ma questo
saprò
dirlo
, te lo
dirò
come si
dice
al nostro
paese
...
amuruzzu
...
Allora
scoppiò
in
pianto
anche lei. La
generosità
di quell'
uomo
, l'
impeto
insospettato
di quella
passione
, le
davano
la
tormentosa
coscienza
della sua
colpa
e un
rimorso
acuto
,
lancinante
, che s'
accresceva
all'
idea
dell'
irreparabile
fatalità
compitasi
.
- Tu
piangi
!... Tu m'
ami
ancora,
Teresa
!...
Ella gli si
strinse
al
petto
, gli
nascose
il
capo
contro la
spalla
.
- Ma allora...
perchè
?...
- La
fatalità
!... l'
abbandono
in cui fui
lasciata
!...
credevo
che tutto
fosse
finito
... Ah! i miei
presentimenti
...
Le sue
lacrime
s'
arrestarono
,
poichè
ella
sapeva
adesso
di
mentire
, non
dicendo
a quell'
uomo
d'esser stata invece lei stessa.
- Allora, se m'
ami
ancora...
- E quell'altro?
Si
alzò
,
tendendo
le
braccia
al
cielo
:
-
Dio
, fatemi
morire
!... No, non è
vero
che ho
forza
e
coraggio
; se avessi
coraggio
, mi
ucciderei
... Sono
vigliacca
!
vigliacca
!
vigliacca
!...
Lasciatemi
,
andate
; sono
indegna
di voi!...
Anch'egli si
alzò
; ella
girava
attorno
per la
stanza
, come
fuggendolo
, come
cercando
un
partito
.
-
Lasciatemi
... Non posso
continuare
a
vedervi
, per
ora
... Non
vedrò
neppur lui...
Datemi
tempo
,
lasciate
che
pensi
, che
rifletta
... Anzi,
partite
... vi
scriverò
...
Gli si fece
dappresso
,
prendendogli
una
mano
,
fissandogli
gli
occhi
negli
occhi
.
- Sarete
saggio
e
forte
?... Mi
promettete
che sarete
ragionevole
, che non farete nulla?... Abbiate
fiducia
!...
sperate
!... Ma
andate
,
andate
, per
pietà
...
Addio
!... no,
arrivederci
...
E
rimasta
finalmente
sola
, si
lasciò
cadere
come
corpo
morto
,
rotta
in due, senza più
forza
nemmeno per
pensare
.
Stefana
vegliò
tutta la
notte
al suo
fianco
, non la
lasciò
se non quando la
vide
assopirsi
. Col
giorno
, appena
desta
, ella ebbe due
lettere
: una di lui, l'altra di
Vittorio
. Ella si
gettò
su quest'
ultima
:
era
un
inno
squillante
, la
smentita
dell'
accusa
che l'altro, nella sua
gelosia
, aveva
lanciata
. Egli stesso, nella sua,
supplicava
ancora,
diceva
di non poter
partire
, le
chiedeva
un
nuovo
convegno
. Non gli
rispose
.
Riscrisse
, facendosi più
umile
, più
insistente
; ella gli
mandò
un
biglietto
con due
parole
: "
Parta
,
Addio
."
Egli non
scrisse
più. Tutto
era
dunque
finito
. E come
Vittorio
tornava
da lei, ella gli si
buttava
tra le
braccia
con
impeto
pazzo
,
cercando
nell'
amor
suo il
compenso
di quei
dolori
, di quei
sacrifizii
. Li
sospettava
egli? Non le aveva
letto
nel
viso
, negli
occhi
infossati
, nelle
parole
sconnesse
, l'
ambascia
per la quale
era
passata
? Aveva una
pungente
curiosità
di
saperlo
.
Lasciò
un
giorno
le
lettere
di
Enrico
sul
buvard
;
scorgendole
, egli
chiese
:
- Di chi sono?
A
capo
basso
,
dopo
un
silenzio
,
rispose
:
- Di
Enrico
Sartana
.
Egli
scosse
un poco il
capo
.
-
Leggile
!
- Non ne ho
bisogno
...
so
tutto...
Ella gli si fece
vicina
,
chiedendo
ancora:
-
Sapevi
... anche prima?
- Anche.
- E che cosa
provasti
?
Soffristi
?
- Oh, no...
capivo
bene
che non ci
era
d'
ostacolo
.
Fu come se una
mano
le
strappasse
la
benda
dagli
occhi
. Ella
comprese
che quell'
uomo
l'aveva
sedotta
senza
sentir
null'altro che il
desiderio
brutale
,
studiando
le sue
frasi
,
fingendo
la sua
partenza
,
rappresentando
la
commedia
del
rispetto
; e al
ricordo
del
disperato
dolore
di
Enrico
, del
cuore
che aveva
perduto
e che
apprezzava
ora
soltanto
, ella
vedeva
l'
abisso
in cui
era
caduta
... Ma non
era
soltanto
il suo
nuovo
amante
che
mentiva
:
era
ella stessa! No! no! no! non
era
stata la
passione
, la
fisima
dell'
amore
che l'aveva fatta
cadere
:
era
stata la
corruzione
di tutto l'
essere
suo
miserabile
! Quando la
sola
perversità
della sua
natura
aveva
parlato
in lei, ella aveva
ipocritamente
recitata
la
commedia
del
sentimento
! Aveva sempre
recitato
una
commedia
! Aveva sempre
finto
!
Metteva
una
gioia
morbosa
nel
confessarlo
, avrebbe voluto
insultarsi
ad
alta
voce
,
chiamare
Enrico
,
spartirsi
fra tutti...
Comprendeva
che
oramai
era
destinata
a una
serie
di
abbassamenti
continui
, si
vedeva
ridotta
come tutte quelle che un
tempo
le avevano
fatto
sdegno
e
ribrezzo
ma che almeno avevano il
merito
della
sincerità
: nulla avrebbe potuto
salvarla
! E come il
principe
di
Lucrino
,
incontrandola
,
tornava
ad
insistere
, a
rammentarle
il
passato
, a
dirle
: "Ma non
sapete
che
c'
è da
tirarsi
una
revolverata
, per
sfuggire
a questo
tormento
?..." delle
sdegnose
parole
le
prorompevano
dal
cuore
:
- Oh! nessuna di noi è
degna
di
costarvi
una
puntura
di
spillo
!...
«
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