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Federico De Roberto: Raccolta di opere
Federico De Roberto
L'illusione
PARTE TERZA.
IX.
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In evidenza
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IX.
Malgrado ella
fosse
partita
a
precipizio
appena
giunto
il
telegramma
, quando
arrivò
a
Messina
già la
Gazzetta
annunziava
che il
senatore
Palmi
era
morto
a
Milazzo
, due
giorni
innanzi, nella
tarda
età
di
ottantasette
anni
.
Ella aveva
preveduta
quella
catastrofe
; la sua
paura
era
un'altra...
Era
cominciata
dal
momento
che il
piroscafo
entrava
nello
Stretto
, nel
contemplare
le
rive
che ella aveva
lasciate
da
lunghissimi
anni
, per le quali
era
passata
spensierata
e
gioconda
, quando non
sospettava
neppure le
nequizie
che la
vita
le
preparava
. L'
idea
di
appressarsi
alla
piccola
città
dove
era
trascorsa
la sua
fanciullezza
serena
, di
rivedere
la sua
casa
, il
Castello
, la
spiaggia
di
San
Papino
, tutti i
luoghi
incerti
nella sua
memoria
,
vaghi
come
cose
sognate
, della cui
esistenza
ella quasi
dubitava
, le
incuteva
un
muto
terrore
come se delle
cose
sognate
minacciassero
di
apparire
nella
realtà
...
S'
andava
adesso
in
ferrovia
, quella
ferrovia
che
trent'
anni
addietro
dicevano
di
dover
costrurre
di
giorno
in
giorno
. Ma il
piroscafo
aveva tanto
tardato
che non v'eran più
treni
; le
convenne
aspettare
il
domani
.
Partì
all'
alba
. Dal
finestrino
del
vagone
ella
guardava
il
paesaggio
, i
dorsi
nudi
dei
monti
, i
burroni
cincischiati
e
rovinosi
, come fossero delle
vane
parvenze
, delle
forme
fantastiche
. Il
treno
andava
lentamente
per la
ripida
salita
,
cacciandosi
in
gallerie
interminabili
, lungo le quali ella
chiudeva
gli
occhi
,
fiutando
dei
sali
,
sentendo
crescere
l'
oscura
minaccia
che
pesava
su lei. Quando
vide
le
mura
merlate
di
Gesso
- di
Ibbisu
- ella
cominciò
a
provare
uno
stupore
immenso
.
Era
dunque proprio la
via
tante
volte
percorsa
! I
luoghi
, le
cose
esistevano
ancora, eran sempre al loro
posto
!...
Adesso
cominciava
la
discesa
,
appariva
il
mare
,
verde
e
spumoso
, e la
penisoletta
del
Capo
, e la
striscia
bianca
della
città
. Allora uno
strano
sorriso
le
spuntò
sulle
labbra
: un
momento
, ebbe
paura
d'
impazzire
; lo
sguardo
affettuoso
di
Stefana
la
sostenne
.
Era
lì
!
era
lì
!... S'
avvicinava
,
spariva
,
riappariva
più
vicina
, più
grande
, più
netta
!...
La sua
carrozza
aspettava
alla
stazione
; ella veniva
riconoscendo
la
via
, i
Mulini
, il
porto
; si
diceva
: "La
piazza
del
Carmine
!... Ecco
San
Giacomo
!..." Le
pareva
che
dovesse
ancora
passare
un lungo
tratto
prima d'
essere
a
casa
sua - agli
occhi
della
fanciulla
, le
distanze
erano
parse
tanto più
grandi
! Vi fu invece in pochi
minuti
.
Salì
le
scale
appoggiandosi
al
braccio
della
vecchia
,
salutando
con un
cenno
del
capo
le
persone
sconosciute
che avevano in
viso
la
costernazione
dal
lutto
recente
. La
casa
era
vuota
,
triste
,
silenziosa
; il
passo
di lei
risuonava
per le
stanze
nude
, quasi qualcuno la
seguisse
,
invisibile
; ed ella
sentiva
opprimersi
il
cuore
sempre più
forte
, sempre più
fitto
,
ritrovando
la
camera
della
mamma
, quella di
Lauretta
, la sua propria, i
vecchi
mobili
, i
ritratti
polverosi
alle
pareti
... Che
fascino
misterioso
nel
risveglio
delle
sepolte
memorie
, nella
contemplazione
delle
cose
scampate
da tanti
naufragi
!... Ella
sedette
,
chiudendo
gli
occhi
per
veder
apparire
i suoi
morti
, la
mamma
, la
sorellina
, il
nonno
; ma una
disperazione
la
prendeva
: i
fantasmi
non
sorgevano
, tanto
tempo
era
passato
! tante
imagini
s'erano
sovrapposte
alle
antiche
!... Ed ella stessa,
era
forse la
creatura
d'allora? La
trasformazione
operatasi
nel suo
pensiero
, nel suo
cuore
, nella stessa
persona
,
era
così
profonda
, che ella si
sentiva
veramente
divenuta
estranea
a
sè
stessa. Nei
giorni
lontani
dell'
adolescenza
, quanti
sogni
aveva
sognati
ad
occhi
aperti
fra quelle
mura
,
insofferente
del
presente
,
impaziente
dell'
avvenire
? E l'
avvenire
d'allora
era
adesso
passato
! E non le
restava
che un lungo,
cocente
e
sterile
rimpianto
, di tutto!...
Nessuno la
conosceva
o la
riconosceva
: l'
unica
visita
che ella
ricevette
fu quella del
notaio
. Prima di
morire
, suo
nonno
non aveva voluto
prendere
nessuna
disposizione
: v'
era
soltanto
un
testamento
fatto
trent'
anni
addietro
,
dopo
la
morte
di sua
figlia
, col quale
lasciava
tutto alle
nipoti
Teresa
e
Laura
. Anche il
povero
vecchio
non aveva voluto
credere
a quel che
era
avvenuto
,
era
rimasto
a
vivere
di
ricordi
, come se il
tempo
non
fosse
trascorso
...
Le
cure
della
successione
, l'
amministrazione
del
vasto
patrimonio
richiedevano
che ella non si
muovesse
di
lì
.
Dopo
l'
emozione
dei
primi
giorni
, una
tranquillità
cominciò
a farsi nel suo
spirito
; la
quiete
della
cittadina
silenziosa
le
era
propizia
, il
risveglio
delle
memorie
non aveva più nulla di
disperato
,
diventava
una
malinconia
quasi
dolce
, una
tenerezza
che la faceva
migliore
,
disposta
a
compatire
tutte le
miserie
, a
lenire
tutti i
dolori
.
Quando
andò
fuori per la prima
volta
,
salì
a
San
Francesco
di
Paola
, a
pregare
sulla
lapide
che i
passi
della
gente
aveano
consunta
. Non v'
era
nessuno in
chiesa
: delle
lampade
ardevano
dinanzi alle
imagini
, la
trave
miracolosa
si
mostrava
ancora in
mezzo
al
tetto
, e un
frate
vecchissimo
,
scheletrito
,
uscì
dalla
sacrestia
piegandosi
un
momento
dinanzi all'
altare
. Ella
andò
ancora al
camposanto
dei
Cappuccini
,
dove
avevano
scavata
la
nuova
fossa
, e poi alla
spiaggia
di
San
Papino
: anche
lì
, come da per tutto,
trovava
i
luoghi
e le
cose
più
brevi
, più
piccoli
che non
ricordasse
.
Restò
un
pezzo
,
addossata
ad una delle
barche
che i
marinai
ancora
tiravano
a
secco
,
guardando
il
mare
, le
isole
di
Lipari
, le
montagne
di
Tindari
, la
costa
insenata
che
fuggiva
fino
al
Capo
d'
Orlando
....
/# "
Voga
quel
remo
:
Chissà
se un'altra
volta
ci
vediamo
,
Capo
d'
Orlando
e
Monte
Pellegrino
!..." #/
Voleva
salire
su al
Castello
, ma
Stefana
non si
fidò
. Vi
andarono
un altro
giorno
: la
rovina
dei
muri
, delle
torri
, degli
archi
era
ancora più
grande
; gli
stormi
delle
mulacchie
si
levavano
ancora dai
crepacci
della
rocca
; non v'erano più i
vecchi
cannoni
, le
piramidi
di
palle
; solo le
sentinelle
del
carcere
, sulla
Batteria
Tedesca
- e lo stesso
silenzio
, lo stesso
ronzìo
d'
insetti
sciamanti
intorno
ai
ciuffi
d'
erba
che
invadevano
tutto.
Per le
vie
, ella non faceva che
guardarsi
intorno
,
riconoscendo
ogni
angolo
, ogni
finestra
, tutte le
cose
; solo le
persone
le erano
estranee
. Quanti non v'erano più, di quelli che avea
conosciuti
!
Luigi
Accardi
era
morto
; di
Manara
, il
giovane
che l'aveva
amata
fanciulla
, in
secreto
, senza
dirglielo
mai, nessuno
sapeva
darle
più
nuove
.
Bianca
Giuntini
, la
bella
giovanetta
che le aveva
fatto
battere
il
cuore
,
era
una
lamentosa
rovina
. Al
Capo
, la
moglie
del
fattore
, colei che le aveva
narrate
tante
fiabe
,
era
morta
anch'essa;
morto
il
fratello
del
fattore
, quello che l'aveva
ricondotta
a
casa
, a
viva
forza
, per la
via
polverosa
, il
giorno
d'un'altra
morte
indimenticabile
!... E quanta
gente
nuova
! In
chiesa
, a
messa
,
scorgendo
delle
fanciulle
, delle
giovanette
intorno
ai
vent'
anni
,
pensava
: "Non erano
nate
, quando io
andai
via
!..." e
rivedendosi
in esse,
pensando
al suo
triste
destino
, con uno
slancio
di
tenerezza
gelosa
invocava
sul loro
capo
la
benedizione
di
Dio
.
Le
madri
impedivano
adesso
che ella le
avvicinasse
,
uomini
e
donne
,
sapendo
chi
era
, la
guardavano
come un
essere
strano
,
pieno
di
pericolose
attrattive
; delle
leggende
correvano
sul suo
conto
, una più
sinistra
dell'altra. In quel
piccolo
ambiente
, la sua
vita
, i suoi
gusti
, le sue
opinioni
,
divenivano
oggetto
di
scandalo
: ella non aveva ancora
idea
d'un
accanimento
come questo contro una
creatura
che non aveva
fatto
male
se non a
sè
stessa.
Dicevano
che ella aveva
seminata
la
rovina
dovunque
era
passata
, che
era
senza
cuore
, che aveva il
genio
del
male
. Come
rispondere
a questo? Come
mostrare
agli
increduli
la
rovina
della sua propria
esistenza
, l'
unica
ch'ella avesse
causata
? Ella si
chiudeva
nel suo
dolore
,
sdegnando
difendersi
,
considerando
amaramente
l'
ingiustizia
del
mondo
.
Accusavano
lei di avere
esercitato
un
potere
funesto
e non avevano una
parola
di
rimprovero
per tutti coloro che l'avevano
spinta
, uno
dopo
l'altro, nella
via
della
perdizione
!
Terribile
potere
, in
verità
, quello che l'aveva
ridotta
alla
perdita
di ogni
affetto
, d'ogni
protezione
, alla
solitudine
continua
, al
dileggio
quotidiano
! Ella
era
stata, in
verità
, di
gran
danno
agli
uomini
che avevano
fatto
di lei ciò che avean voluto! In quell'
ora
che ella
sentiva
aggravarsi
le
conseguenze
dei suoi
errori
, essi se ne
andavano
pel
mondo
,
liberi
,
sereni
, in
cerca
di
nuove
sodisfazioni
, forse
felici
per
opera
d'altre, certo non
infelici
per
colpa
sua!... Ed
era
lei che non aveva avuto
cuore
, lei che aveva
messa
tutta
sè
stessa nelle sue
affezioni
, che aveva
mendicate
delle
buone
parole
, un poco d'
indulgenza
, la loro
pietà
!... Così non avesse avuto
cuore
davvero
! Non lo avrebbe almeno
lasciato
a
brani
per
via
! Poi
sorgeva
il
ricordo
della sua
parte
di
colpa
- ed ella s'
accusava
, si
considerava
con un
disprezzo
più
freddo
, più
duro
di quello della
gente
. Gli
uomini
che l'avevano
perduta
avevano
fatto
il loro
mestiere
;
era
stata lei stessa a
secondarli
, a
volere
quel
danno
- ed a farne! La
memoria
di
Enrico
era
il suo
rimorso
,
sentiva
ancora talvolta le
lacrime
roventi
stillate
sulle sue
mani
; se ella non
fosse
passata
per una
trista
scuola
, forse sarebbe stata
felice
con lui! Ma
perchè
s'
era
spento
l'
amore
di
Arconti
se non pel
tradimento
suo proprio? Ed ella lo aveva
tradito
perchè
le avevano
corrotta
l'
anima
!... Così, d'
evento
in
evento
,
rimontava
il
corso
della sua
esistenza
, ed ogni
stato
le
pareva
migliore
di quello che
era
venuto
dopo
:
adesso
, per la prima
volta
,
pensava
a tutti i
momenti
buoni
di suo
marito
, al
partito
che un'altra
donna
avrebbe
saputo
trarre
al suo
fianco
,
rassegnandosi
a
difetti
, a
disinganni
inevitabili
... La
colpa
era
dunque stata sua, delle
insofferenze
della sua
indole
, delle
morbosità
della sua
natura
; ma nei
momenti
più
tristi
non aveva ella
provato
dei
buoni
sentimenti
, degli
impulsi
generosi
,
delicatezze
,
scrupoli
,
sincerità
? Il
pianto
non
era
stata un'
espiazione
? Il suo stesso
pentimento
non
dimostrava
che ella non
era
pervertita
del tutto? Allora, ella
pensava
che nessuna
creatura
era
al
mondo
tutta
trista
o tutta
buona
- e che la
colpa
più
grande
non
era
stata la sua, non degli altri, ma della stessa
vita
... Però
passava
triste
e
silenziosa
tra i
dileggi
del
volgo
; e il suo
composto
dolore
a poco a poco lo
disarmava
. Coloro che
imparavano
a
conoscerla
, che
vedevano
il
vuoto
della sua
esistenza
, la
sincerità
del suo
rammarico
, si
ricredevano
, la
compiangevano
,
finivano
per
difenderla
. Degli
uomini
avevano ancora
parole
d'
ammirazione
pei
resti
della sua
bellezza
; ella li
lasciava
dire
,
scrollando
il
capo
, malgrado il
secreto
piacere
che la
lode
le
procurava
. V'erano ancora dei
giorni
che, sotto la
veletta
, col
viso
sparso
di
crema
fredda
e di
veloutine
, coi
capelli
dorati
di
fresco
, ella poteva
credere
di non aver
varcato
i
quarant'
anni
; ma tutte le
mattine
, appena
sveglia
, e la
sera
, quando
disfaceva
la sua
toletta
, aveva
paura
di
guardarsi
allo
specchio
. Per
fortuna
,
dimagrava
nuovamente
, l'
orribile
pinguedine
spariva
nell'
assiduità
delle
penose
emozioni
.
Fortuna
?... Che cosa
aspettava
dunque ancora?...
L'
assestamento
delle sue
cose
le
portava
via
molto
tempo
; ella aveva sempre
dintorno
gente
d'
affari
,
andava
continuamente
in
campagna
,
formando
il
progetto
di
ricostrurre
per suo
figlio
la
fortuna
distrutta
da
Duffredi
, di
prendersi
con
sè
il
giovanetto
quando sarebbe
uscito
di
collegio
e di
dedicarsi
tutta a lui. Gli
scriveva
quasi tutti i
giorni
, gli
mandava
dei
regalucci
,
era
tutta
felice
di aver
trovato
un
nobile
scopo
alla sua
vita
che
trascorreva
in una
solitudine
quasi
completa
. Vi si
rassegnava
, vi
trovava
un
senso
di
fierezza
e di
nobiltà
, come una
purificazione
. Ma
tornavano
anche i
tristi
momenti
. Certe
giornate
grigie
, col
cielo
basso
, il
mare
plumbeo
, al
ricordo
delle
feste
luminose
l'
oppressione
si faceva
insoffribile
. Delle
frasi
sospirose
d'
opere
in
musica
le
gonfiavano
il
seno
di
rammarichi
infiniti
: "
Addio
, - del
passato
..." della
Traviata
; la
romanza
di
Nadir
nei
Pescatori
di
Perle
: "Mi
par
- d'
udire
ancor..."
Scrivendo
una
lettera
,
guardando
il
calendario
,
aprendo
un
giornale
, delle
date
le
saltavano
agli
occhi
: l'
incontro
di
Arconti
a
Castellammare
, il
ritorno
di lui
dopo
la
rottura
, la
caduta
coi
visconte
, l'
onomastico
di
Enrico
, la
presentazione
di
Bergati
.... Quando
arrivò
la
mobilia
della
casa
di
Roma
, che ella aveva
licenziata
, si
sentì
schiacciata
dal
cumulo
delle
rimembranze
. La
sera
,
aprì
la
cassa
dov'erano
custoditi
i
ricordi
d'
amore
, i
fasci
delle
lettere
.
Passò
la
notte
leggendone
delle
centinaia
;
spuntò
l'
alba
che ne
restavano
ancora altrettante. Ve n'erano di così
buone
, di così
tenere
, di tutti, che ella
esclamava
: "Ma costoro furono
sinceri
!...
Perchè
dunque tutto questo è
finito
?..."
Perchè
tutto
passava
...
Malgrado il
pentimento
, il
ricordo
dei suoi
trionfi
le
dava
talvolta un
moto
d'
orgoglio
. Ella aveva
provate
grandi
passioni
! Poche
donne
le
parevano
capaci
di
destarne
come le sue. Gli stessi
scettici
avevano
dovuto
rappresentare
la
commedia
del
sentimento
per
arrivare
fino
a lei. Poi
vedeva
il
rovescio
della
medaglia
, e
negava
ciò che aveva
affermato
.
Perchè
i
casi
dell'
esistenza
sfuggivano
ad una
precisa
definizione
? Ella non
riusciva
a
sapere
se
era
stata
amata
o pur no!...
Per la
vendemmia
,
andò
a
Gelso
. I
Giuntini
, i suoi
antichi
vicini
, avevano
subìto
dei
rovesci
; la
proprietà
,
venduta
all'
asta
,
era
passata
in
mano
del
barone
Squillace
. Dei
rapporti
di
vicinato
cominciarono
a
stabilirsi
; a poco a poco
diventarono
intimi
. La
famiglia
si
componeva
del
barone
, della
baronessa
e d'una
sorella
di questa. Ogni
sera
, quando
cessava
il
lavoro
e l'
aria
si
rinfrescava
, s'
incontravano
sul
confine
dei
poderi
e
passeggiavano
un
pezzo
insieme
. Il
barone
, un
bel
vecchio
dall'
aria
d'un
militare
in
ritiro
,
camminava
adagio
,
appoggiandosi
a un
grosso
bastone
, per
via
dei
reumi
che gli
tormentavano
le
gambe
, e
parlava
del
raccolto
, degli
affari
,
stupito
dell'
intelligenza
che ella ne aveva
acquistato
,
finendo
per
chiederle
dei
consigli
.
-
Sentite
!
sentite
!... -
esclamava
, mentr'ella
discorreva
di
culture
, di
contratti
, di
prezzi
- se non
pare
che abbia
fatto
la
proprietaria
dacchè
è
nata
!... Ma v'
intendete
di tutto, voi?...
- È la
profondità
del mio
talento
!... -
rispondeva
ella,
ridendo
; poi,
mettendosi
accanto alla
baronessa
,
ascoltava
compiacentemente
le
lodi
che quella
tesseva
,
insieme
con la
vecchia
sorella
, dell'
unico
suo
figliuolo
Maurizio
.
Viaggiava
in quel
tempo
, col
conte
Marulli
di
Messina
;
arrivavano
dalla
Germania
, dall'
Inghilterra
, le sue
lettere
che le
donne
leggevano
ad
alta
voce
,
orgogliosamente
, dinanzi alla
gente
di
campagna
stupefatta
dalle
meraviglie
di cui vi si
parlava
, dalla
distanza
che quei
pezzi
di
carta
aveano
percorsa
. Un
giorno
,
dentro
una di queste
lettere
, si
trovò
la
fotografia
del
giovanetto
, fatta a
Parigi
; una
figura
graziosa
,
gentile
,
minuta
, dagli
occhi
profondi
, dal
labbro
appena
ombreggiato
da una
fine
peluria
. Aveva
vent'
anni
, le
donne
esaltavano
la sua
intelligenza
e la sua
bontà
. Sul
principio
dell'
inverno
, quando tutti erano
rientrati
a
Milazzo
, egli
tornò
.
Era
più
grazioso
e più
gentile
di quel che non
mostrasse
il
ritratto
, ma un
fanciullo
ancora. Ella lo
guardava
con una
tenera
simpatia
: le
pareva
di aver dinanzi quel
figlio
al quale si
era
tutta
dedicata
,
augurava
al suo
ragazzo
un'
indole
buona
e
dolce
come quella di lui. Lo
vedeva
spesso
, in
casa
di sua
madre
, qualche
volta
per
istrada
;
parlavano
dei loro
viaggi
, dei
libri
che egli le aveva
cominciato
a
prestare
; ma
era
lei che lo
interrogava
,
poichè
una
timidezza
infantile
lo
confondeva
, gli faceva talvolta
salire
al
viso
bianco
e
delicato
le
fiamme
d'un
sangue
vivido
e
sano
. Una
sera
, a un
battesimo
in
casa
D'
Arrico
, dov'ella aveva
portata
,
dopo
tanto
tempo
, una
toletta
che la
favoriva
, s'
accorse
che egli la
guardava
da
lontano
, in
atto
di
estatica
ammirazione
; come lo
sguardo
di lei lo
sorprese
,
parve
avvampare
in
viso
. Più degli
elogi
che la
gente
le
prodigava
pel suo
gusto
, per la sua
eleganza
, quel
muto
omaggio
le
procurava
un
gradimento
sottile
ma lungo,
persistente
,
rinnovato
a
misura
che quell'
estatica
espressione
tornava
a
dipingersi
sul
volto
del
giovanetto
. Di
tratto
in
tratto
, ma con una
frequenza
sempre
maggiore
, ella si
sorprendeva
in
atto
di
pensare
a lui, al
turbamento
che aveva
dovuto
produrre
nella sua
vergine
fantasia
. Per quel
fanciullo
che
pena
s'
affacciava
alla
vita
, che non aveva
paragoni
da
istituire
, ella
personificava
la
seduzione
; ma
benchè
sapesse
quanto
piccolo
fosse
il proprio
merito
, non poteva
sottrarsi
all'
intimo
contento
che quell'
omaggio
le
procurava
.
Era
una
vanità
innocente
; il
pensiero
di
spiegare
l'
istinto
della
civetteria
era
tanto
lontano
da lei! Con un
fanciullo
! con chi poteva esser suo
figlio
!...
In
primavera
,
andò
ancora al
Gelso
. La
famiglia
, di lui
tornò
ad
esserle
vicina
, si
riprese
l'
intimità
della
passata
stagione
. Si
vedevano
ogni
giorno
,
spesso
più d'una
volta
in uno stesso
giorno
: la
vita
libera
della
campagna
stringeva
la loro
confidenza
. Le
sere
che ella
andava
a
trovare
i
vicini
, essi la
riaccompagnavano
a
casa
; talvolta, quando le
donne
erano
stanche
e i
reumi
tormentavano
più
fortemente
il
barone
, veniva
Maurizio
solo. Un
silenzio
misterioso
regnava
sui
campi
addormentati
,
rotto
ad
ora
ad
ora
da un
lontano
latrare
di
cani
, dal
primo
stridore
delle
cicale
, delle
modulazioni
d'uno
zufolo
. Sull'
orlo
dei
fossati
, fra le
erbe
che
cominciavano
a
ingiallire
, s'
accendevano
i
fuochi
pallidi
e
freddi
delle
prime
lucciole
, e i
profumi
delle
piante
aromali
, della
menta
, del
rosmarino
, del
fior
d'
arancio
, si
diffondevano
nell'
aria
dolce
e
molle
. Ella s'
attardava
pei
sentieri
,
lasciando
cadere
il
discorso
,
traendo
lunghi
sospiri
.
- Com'è
buono
!...
Sentite
che
odore
di
reseda
!... È quella dei miei
viali
.
Egli ne
portava
ora
, ogni
giorno
, una
ciocca
all'
occhiello
. Tutte le
volte
che la
accompagnava
, ella lo
invitava
a
lasciarla
dinanzi al
cancello
,
dove
il
fattore
l'
aspettava
attorniato
dai
cani
saltellanti
; ma egli
mormorava
:
- Se mi
manda
via
...
- Ma no, tutt'altro!...
dico
per voi che
dovete
tornare
indietro
Dinanzi alla
fontana
, ella
reiterava
il suo
invito
; ma il
giovane
insisteva
per
accompagnarla
ancora,
fin
quando, ai
piedi
della
scala
della
terrazza
, come dinanzi ad una
soglia
vietata
, ella
diceva
risolutamente
,
tendendogli
una
mano
:
-
Adesso
,
addio
!
Egli se ne
tornava
a
lenti
passi
; talvolta s'
udiva
il
fruscio
delle
erbe
che
sferzava
col suo
bastone
. Una
sera
che
era
piovuto
e la
via
pareva
un
pantano
, ella
andava
accanto a lui,
guardando
dove
metteva
i
piedi
,
alzando
l'
orlo
della sua
veste
, facendosi
forza
per non
dirgli
: "
Datemi
il vostro
braccio
!" Egli la
guidava
,
avvertendola
di
torcere
cammino
, di
evitare
una
pozzanghera
; a un
tratto
le
disse
:
- Vuole
appoggiarsi
?
Ella
passò
una
mano
dietro
il
braccio
che egli le
offriva
, ma non
ardiva
appesantirvisi
.
Andavano
così, a
fianco
, ma or
discosti
ora
vicini
, come le
difficoltà
del
cammino
volevano; il
giovane
parlava
con
maggiore
vivacità
del
consueto
; si
sentiva
nella sua
voce
una
gioia
trepida
e
contenuta
: ella non aveva ancora
provato
accanto ad un
uomo
un
turbamento
simile
a quello che la
guadagnava
.
Perchè
?... Ella non voleva
comprendere
il
significato
dell'
attitudine
di lui, voleva
stornare
gli
sguardi
dalla sua
figura
che le
risorgeva
continuamente
dinanzi... Il
domani
di quella
passeggiata
,
aprendo
un
libro
che egli le aveva
mandato
, dei
petali
di
rosa
le
caddero
in
grembo
: ma quanti! una
pioggia
:
bianchi
,
giallognoli
,
rosei
,
rossi
d'un
rosso
così
cupo
che
sembrava
sangue
rappreso
... Egli l'
amava
! quei
fiori
erano
stati
sfogliati
per lei, per
dirle
ciò che il
labbro
non
osava
!... Ella
scrollava
il
capo
,
impercettibilmente
e
tristamente
: per quale
fatalità
doveva
incontrare
altre
passioni
nel
breve
cammino
che le
restava
ancora a
percorrere
? La
delicatezza
ingenua
di quel
fanciullo
le
procurava
una
commozione
tenera
e
malinconica
; ella
pensava
ai
tesori
d'
affetto
che quell'
anima
vergine
avrebbe voluto
spendere
per lei, agli
slanci
di cui
doveva
esser
capace
, alla
morte
che sarebbe stata per lui l'
inevitabile
rifiuto
col quale gli avrebbe
risposto
. Ma ella avrebbe
saputo
lenire
la
piaga
, gli avrebbe
fatto
vedere
l'
impossibilità
di quell'
amore
,
parlandogli
come una
madre
!...
Aveva
serbato
qualcuna di quelle
foglie
di
rosa
di cui il
libro
era
pieno
. Nel
restituirlo
, gli
disse
:
-
Scusate
se ho
confuso
i
segni
posti
tra le
pagine
...
Egli
rispose
,
avvampando
:
- Non fa nulla... non erano
segni
...
Però, in un altro
volume
, un
romanzo
, ella
trovò
un
passaggio
d'
amore
sottolineato
con la
matita
rossa
. Allora, prima di
continuare
nella
lettura
,
cominciò
a
sfogliare
il
libro
: non v'
era
espressione
appassionata
,
frase
poetica
, che non
fosse
notata
. Ella le
divorò
tutte, con la
fronte
in
fiamme
, il
respiro
affrettato
, un'
inquietudine
s'
impadroniva
di lei, un'
irrequietezza
nervosa
che si
sfogava
sulla
gente
da cui
era
attorniata
. Nessuno dei due faceva un
accenno
a quella
corrispondenza
indiretta
; ma un
imbarazzo
sempre più
grande
li
vinceva
entrambi. Una
volta
che ella gli aveva
mostrato
un
lavoro
all'
uncinetto
eseguito
da lei, le
punte
delle sue
dita
sfiorarono
quelle di lui sotto il
tenue
merletto
: un
tocco
lieve
, l'
ombra
d'una
carezza
che le
mise
però un lungo
brivido
per tutto il
braccio
... Un
giorno
,
repentinamente
, i suoi
vicini
annunziarono
che
tornavano
in
città
: una
freddezza
insolita
era
nell'
accoglienza
che le facevano;
Maurizio
aveva gli
occhi
rossi
, come se avesse
pianto
.
Lo
portavano
via
; si erano
accorti
di qualche cosa e lo
sottraevano
al
pericolo
d'una
passione
per una
donna
come lei! E ad un
tratto
, non
vedendolo
più, ella si
nascondeva
il
viso
tra le
mani
,
atterrita
dalla
verità
che non poteva più
rifiutare
di
conoscere
: ella lo
amava
! lo
amava
! lo
amava
perchè
egli
era
buono
e
sincero
!
perchè
il suo
vecchio
cuore
le
batteva
sotto il
seno
sfiorito
così
forte
come un
tempo
!
perchè
aveva ancora
bisogno
d'un
pascolo
! L'
interesse
che quel
fanciullo
le aveva
destato
fin
dal
primo
momento
, l'
assiduità
con la quale aveva
pensato
a lui, la
commozione
provata
nello
scoprire
i
primi
sintomi
della
passione
nascente
, il
turbamento
che la sua
vicinanza
le
metteva
nello
spirito
e nei
sensi
,
era
l'
amore
che
tornava
ad
avvamparla
! Ella
sentiva
mancarsi
,
pensando
a quel che
dovevano
essere
le
parole
d'
amore
di quel
fanciullo
che non aveva ancora
amato
; e lo
chiamava
,
sommessamente
,
imaginando
di
tenerselo
a
fianco
, di
passargli
una
mano
fra i
capelli
, di
sentire
la sua
guancia
candida
e
fresca
poggiarsi
sulla
guancia
di lei, le sue
labbra
cercare
le sue. Come lo avrebbe
amato
! Come avrebbe
prodigato
per lui tutto quel che le
rimaneva
di ciò che
era
stata una
volta
!... Poi, nel
rivedersi
allo
specchio
, nell'
osservare
il
disfacimento
delle sue
fattezze
, il
raccapriccio
le faceva
chiudere
gli
occhi
;
sentiva
orrore
di
sè
stessa,
riprovava
il
disgusto
che le avevano
destato
le
vecchie
avide
dei
fanciulli
,
ridotte
al
mestiere
delle
iniziatrici
...
A
Milazzo
, la
freddezza
della sua
famiglia
s'
accrebbe
:
evitavano
di
incontrarla
, la
salutavano
appena. La
madre
aveva
cominciato
a
parlare
contro di lei, s'
era
schierata
fra i suoi
avversarii
,
minacciava
di fare uno
scandalo
se ella non si
levava
dal
capo
di
sedurle
il
figliuolo
. Delle
lacrime
di
umiliazione
le
bruciavano
gli
occhi
; ma ella
riconosceva
che la
madre
aveva
ragione
, che quell'
amore
era
un
tristo
inganno
, che se si
fosse
consumato
avrebbe avuto per tutti il più
sciagurato
domani
.
Andar
via
era
il
partito
che le si
presentava
ancora: ma
dove
? sotto qual
cielo
ella sarebbe stata
sicura
? Quando avrebbe finalmente
trovato
il
riposo
?... E come
scorgeva
Maurizio
passare
e
ripassare
dalle sue
finestre
,
aspettarla
nelle
vie
,
seguirla
in
chiesa
,
guardarla
con un'
espressione
più
ardente
, il
cuore
cominciava
a
tumultuarle
, le
persuasioni
lusingatrici
tornavano
ad
assalirla
.
Era
egli proprio il
fanciullo
che
pareva
?
Compiva
a
momenti
ventidue
anni
:
era
un
uomo
. Ed ella
lottava
ancora contro la
vecchiezza
, si
trovava
a
giorni
non ancora
disprezzabile
,
sentiva
che malgrado le
tristezze
provate
, ella
era
rimasta
nell'
anima
come a
vent'
anni
.
Tornava
quasi a
riaverli
. Uno
sguardo
che egli le
dava
da
lontano
la
rendeva
felice
per tutto un
giorno
; un'
ora
prima che egli
passasse
sotto la sua
finestra
, ella si
metteva
ad
aspettar
dietro
i
vetri
,
sussultando
all'
apparir
d'ogni
forma
che le
ricordasse
quella di lui; se egli non
portava
la
ciocca
di
reseda
all'
occhiello
, un
rammarico
sottile
l'
invadeva
, come per un
segno
di
trascuranza
.
Era
uno
stupore
. All'
appressarsi
della
domenica
, ella
ritrovava
lo stesso
senso
di
giocondità
, che la
guadagnava
,
fanciulla
, all'
idea
della
festa
: in quel
giorno
ella poteva
vederlo
più da presso, più a lungo; e come la
sera
calava
sulla sua
letizia
, il
cuore
le si
tornava
a
chiudere
, come al
tempo
dei
tempi
, quando ella si
rannicchiava
nel suo
verginale
lettuccio
... E la sua
fantasia
le
svolgeva
ancora1
dinanzi altri
romanzi
;
vincere
tutti gli
ostacoli
che
sorgevano
fra loro,
fuggire
con lui in una
plaga
remota
,
ignorata
,
deserta
: un
idillio
soavissimo
, una
gioia
ineffabile
... Oppure
sacrificarsi
per lui,
indurlo
a
sposare
una
fanciulla
che avrebbe potuto farlo
felice
,
disarmare
il
rancore
di sua
madre
, farla
ricredere
, e poi
scomparire
,
nascondere
a tutti il proprio
lutto
inconsolabile
... Ma come
seppe
che egli
era
ammalato
, come
comprese
che
soffriva
per lei, per la
lotta
sostenuta
fra l'
amore
che le
portava
e il
rispetto
filiale
, ella
sentì
traboccare
la sua
tenerezza
. La
notte
, tra
veglia
e
sonno
,
era
uno
strazio
senza
fine
che ella
provava
,
credendo
di
vederlo
dinanzi a
sè
,
slanciarsi
verso di lei, con le
braccia
tese
,
disperatamente
, e
ricascare
indietro
, alle
stratte
delle
catene
da cui
era
avvinto
.
Anelando
di
confondersi
in un
abbraccio
supremo
, essi erano a
forza
disgiunti
, e
lontani
l'uno dall'altro un
languore
mortale
, un
lento
esaurimento
li
spegneva
a poco a poco. Le
vecchie
fiabe
di cui la sua
fantasia
s'
era
prima
nutrita
, le
storie
d'
amor
disperato
, di
giovinetti
principi
sospiranti
alle
Belle
superbe
, di
madri
imploranti
la
compassione
di queste, le
tornavano
a
memoria
: nel
veder
la
vecchia
Stefana
aggirarsi
per la
casa
,
curva
dagli
anni
,
rammentava
le
sere
dell'
infanzia
remota
,
passate
nell'
udir
quei
racconti
e nel lungo
fantasticare
quando la
voce
della
serva
moriva
nel
sonno
...
Tutti gli
espedienti
da lei
posti
in
opera
per avere
notizie
di
Maurizio
, per
sapere
qualche cosa della sua
salute
,
cadevano
intanto dinanzi all'
ostilità
della
famiglia
di lui. La sua
disperazione
cresceva
; ella
finiva
per non
intender
più nulla
intorno
a
sè
, per
trovar
tutto
inutile
, per
veder
tutto
nero
. Non
spendeva
più nessuna
cura
per la sua
toletta
:
poichè
egli non poteva
vederla
, che
interesse
aveva a farsi meno
brutta
?... Una
domenica
che
era
andata
a
messa
senza
veletta
, coi
capelli
malamente
raccolti
, ella
sentì
soffocarsi
,
scorgendolo
.
Era
pallido
e
smunto
, i suoi
occhi
accerchiati
da un
lividore
splendevano
più
intensamente
nel
fissarsi
su di lei; ma sopra la
gioia
del
rivederlo
, sopra la
pietà
del suo
male
; ella
sentiva
serrarsi
il
cuore
d'
angoscia
nel
mostrarsi
a lui come
era
,
orribile
,
spaventevole
, nell'
imaginare
la
repulsione
che la sua
vecchiezza
doveva
ispirargli
. E con uno
sguardo
d'
umiltà
implorante
, di
trepidazione
paurosa
, ella
interrogava
la
fisionomia
di lui, come nell'
attesa
di una
sentenza
di
morte
; ma lo
sguardo
del
giovane
,
fisso
,
avvampante
,
diceva
che ella
era
sempre per lui la
bellezza
, la
seduzione
, l'
amore
! Con un
gesto
smarrito
ella
tentava
di
raccogliere
i suoi
poveri
capelli
, di
nascondere
le
guancie
dietro
ai
larghi
nastri
del suo
cappello
; ma, a
casa
,
fermandosi
dinanzi allo
specchio
,
sentì
mancarsi
, come all'
apparizione
di uno
spettro
; la sua
pelle
era
macchiata
, il
collo
rugato
,
annerito
; i
capelli
rari
,
secchi
,
giallastri
: ella non s'
era
ancora
vista
così!... Nel
nuovo
studio
di
nasconder
quelle
rovine
, un
riverbero
dell'
antico
splendore
luceva
sul suo
viso
; ma ella si
sentiva
oramai
colpita
al
cuore
; la sua
seduzione
le
pareva
simile
a quella di
Armida
, e nel
rileggere
il
vecchio
Tasso
macchiato
d'
inchiostro
sentiva
di
sè
stessa la
pietà
che la
maga
le aveva un
tempo
ispirata
.
Contava
di
vederlo
più da vicino in
autunno
; ma gli
Squillace
andarono
invece, per
evitarla
, a
Spadafora
.
Triste
autunno
,
passato
nella
solitudine
, nell'
evocazione
dolorosa
di una
gioconda
stagione
, ma
confortata
non
sapeva
ella stessa da qual
vaga
lusinga
, da quale
aspettazione
. A
novembre
, ella
tornò
a
casa
. Fu una
sera
fredda
e
piovosa
,
passata
col suo
notaio
che
era
venuto a
parlarle
di certi
contratti
: sul
punto
di
andarsene
, egli
cominciò
a
riferirle
le
notizie
cittadine
, i
casi
della
gente
, dei quali
era
sempre
informato
pel
primo
.
- Gli
Squillace
sono
partiti
, pel
continente
... Staranno un
pezzo
;
pare
anzi che vogliano
stabilirsi
fuori...
Ella non
udì
altro, non
vide
l'
uomo
andar
via
: si
trovò
dinanzi alla
finestra
, con la
fronte
sul
vetro
freddo
e
rigato
dalla
pioggia
.
Perduto
!... senza
speranza
!...
disgiunto
per sempre da lei, oltre quel
mare
, da uno
spazio
smisurato
!... Il
mare
era
formidabile
,
cingeva
la
riva
d'una
corona
di
spuma
; la
luna
correva
impazzata
tra le
nuvole
rotte
,
proiettava
la sua
luce
scialba
sulla
cresta
dei
cavalloni
e l'
orizzonte
si
perdeva
in un
buio
fitto
di
nebbia
... Un
sogno
svanito
, l'
ultima
lusinga
distrutta
: e un
rammarico
tanto più
lancinante
, quanto più quel
sogno
s'
era
salvato
dalla
jattura
delle
prove
reali
.
Ora
,
pensando
alle
commozioni
soavi
, alle
delicatezze
timidamente
ingenue
, all'
alito
fresco
di
poesia
che quell'
amore
inespresso
le aveva
fatto
passare
per l'
anima
stanca
e
sconfortata
,
pensando
che tutto questo
moriva
per non più
rinascere
, uno
strazio
ineffabile
le
rigava
di
lacrime
il
volto
... Il
vento
fischiava
,
spazzava
la
via
, faceva
oscillare
le
fiamme
dei
lampioni
; non un
passante
, non un
segno
di
vita
; solo la
voce
sorda
, il
cupo
rombo
del
mare
...
Addio
!
Addio
! per sempre!... Non
era
lui
soltanto
che
spariva
:
era
la
speranza
, la
lusinga
, tutto ciò che aveva
dato
un
prezzo
alla
vita
e che non sarebbe
tornato
mai, mai più!.. Che
freddo
! che
gemiti
nell'
aria
, che
schianto
nel
cuore
!... Il suo
pianto
non
cessava
; ella non aveva la
forza
di
togliersi
di
lì
, le
pareva
che un'
oppressione
mortale
l'avrebbe
soffocata
fuor
della
vista
della
tempesta
: avrebbe voluto
correre
lungo la
riva
fragorosa
,
mescolare
agli
urli
degli
elementi
l'
urlo
della sua
disperazione
... Il
rumor
d'un
passo
la fece
trasalire
ad un
tratto
;
era
Stefana
che le si
appressava
,
trascinandosi
penosamente
per
domandarle
:
- Hai nulla?... che hai?...
- Nulla...
lasciami
!... Non ho nulla;
va
a
letto
.
Tornava
ad
appoggiar
la
fronte
sul
vetro
,
rabbrividendo
; e il
ricordo
di altre
notti
passate
così, senza
sonno
, senza
riposo
, col
cuore
in
tempesta
, con la
mente
smarrita
, si
evocava
nella sua
memoria
. Quante! Quante! La
notte
che
era
fuggita
dalla
casa
maritale
, quella in cui
Arconti
l'aveva
abbandonata
, quella in cui ella aveva
abbandonato
Sartana
; e ancora la
notte
della sua
partenza
da
Palermo
, quando aveva
tentato
sottrarsi
all'
amore
di quest'
ultimo
, e le
notti
passate
con
Arconti
a
Castellammare
, quando un
pericolo
di
morte
le
sovrastava
, e ancora la
notte
in cui aveva
appresa
la
morte
di
Morani
... Allora, la
storia
della sua
vita
le
ripassava
tutta sotto gli
occhi
; ella
rivedeva
le
figure
di quelli che s'erano
trovati
sul suo
cammino
, dei
vivi
e dei
morti
; ella
ripensava
i suoi
amori
, i i suoi
errori
, i suoi
dolori
, le
continue
alternative
di
fede
e di
sfiducia
, di
cieche
impazienze
e di
tardi
pentimenti
, le sue
eterne
aspettazioni
risolte
nella
presente
vuota
tristezza
; ma da questa il suo
pensiero
ricorreva
ancora al
passato
, a
scene
perdute
, a
profili
appena
intravisti
, e l'
evocazione
si
svolgeva
continuamente
, come una
serie
d'
imagini
sfilanti
dietro
a una
lente
...
Tratto
tratto
, delle
persuasioni
si facevano nel suo
spirito
; come
lampi
, delle
verità
l'
abbagliavano
. Aveva
aspettato
troppo
grandi
cose
, per questo tutto l'aveva
scontentata
! Aveva
temuto
troppo, e qual
dolore
era
stato
veramente
insopportabile
? Nel
credersi
diversa
dagli altri come s'
era
ingannata
! La sua
storia
era
la
storia
d'ognuno! Come tutti, aveva
apprezzato
le
cose
prima di
ottenerle
o quando eran
svanite
. In ogni
periodo
della sua
esistenza
, aveva tutt'in una
volta
rimpianto
il
passato
e
riposte
le sue
speranze
nell'
avvenire
! Nondimeno, dei
giorni
felici
erano
sorti
per lei; ma la
felicità
dileguata
era
un
nuovo
motivo
di
cruccio
!... Uno solo di quei
giorni
tramontati
poteva forse
risorgere
? Che cosa non avrebbe
dato
perchè
anche i
tristi
tornassero
? Ma tutto
era
scomparso
per sempre!... Come il
pellegrino
nel
deserto
,
era
andata
innanzi,
attirata
dalla
vista
dell'
oasi
fresca
ed
ombrosa
; ma il
miraggio
l'aveva
ingannata
; e il più
terribile
era
questo: che
dopo
aver
riconosciuto
nell'
allettante
spettacolo
un
vano
giuoco
di
luce
, aveva
continuato
a
crederlo
vero
, a
lacerarsi
i
piedi
sulla
sabbia
infocata
!... Quante
volte
l'
ingrata
realtà
le si
era
svelata
? Ed aveva
accolto
sempre
nuove
lusinghe
! Quante
volte
aveva
creduto
di
conoscere
la
vita
? E l'
esperienza
passata
era
stata
inutile
, ed a
costo
di
lacrime
aveva
ricevute
nuove
lezioni
inutili
anch'esse!...
Ora
però che
chiudeva
gli
occhi
e si
volgeva
indietro
col
pensiero
riconosceva
la
gran
vanità
. Che cosa
distingueva
più i
ricordi
delle
impressioni
reali
da quelli dei
sogni
? E sul
punto
di
chiuder
gli
occhi
per sempre, questa
vita
che prima d'esser
vissuta
era
piena
di tante
promesse
, non si
riduceva
ad un
mero
sogno
, tutta?... E poi
dopo
?...
Triste
!
Triste
!
Terribile
!...
La
tempesta
non si
placava
, il
freddo
si faceva più
acuto
: che
notte
!... che
notte
!... Ancora un
rumor
di
passi
strascicato
, e
Stefana
tornava
a
chiederle
,
premurosa
ed
inquieta
:
-
Perchè
non
vai
a
letto
?.. È
mezzanotte
suonata
....
-
Adesso
... più
tardi
;
lasciami
, non
vedi
che
soffro
?...
Ella
andava
ora
di su e di
giù
per la
stanza
, si
lasciava
ogni tanto
cadere
sopra una
seggiola
; poi
scattava
in
piedi
,
insofferente
dell'
immobilità
. Le
mancava
il
respiro
, si
sentiva
tolta
l'
aria
,
pensando
all'
avvenire
, ai
giorni
incerti
ed
oscuri
che l'
aspettavano
; poi, come la
figura
di
Maurizio
le si
ripresentava
alla
mente
, ella s'
incolpava
come d'un
tradimento
dei
pensieri
che aveva
sottratti
a lui.
Addio
!
Addio
!... Ella
tornava
a
piangere
,
inconsolabilmente
,
pensando
che nulla avrebbe potuto
consolarla
della
perdita
di quell'
amore
, dell'
ultimo
amore
,
tenero
e
puro
e
forte
com'erano
stati
i
primi
....
Le
ore
passavano
, ella non le
avvertiva
; le
pareva
che quella
notte
durasse
da un'
eternità
, che non avrebbe avuto mai
fine
.
Girava
gli
occhi
per la
camera
, e ciascuna cosa su cui il suo
sguardo
si
posava
le
suggeriva
nuove
visioni
; a
ondate
, i
ricordi
la
travolgevano
. Di
repente
, uno
scricchiolio
la fece
rabbrividire
.
Sorse
in
piedi
,
irrigidita
,
cogli
occhi
sbarrati
dalla
paura
. Il
silenzio
tornava
a
piombare
sulla
casa
, non si
udiva
più che il
gemito
della
raffica
e il
fragore
del
mare
. Ella
ricadde
sulla sua
seggiola
, col
capo
sul
petto
, le
braccia
pendenti
. Una
gravezza
di
sonno
morboso
ora
la
inchiodava
a quel
posto
; i
contorni
delle
cose
si
perdevano
dietro
il
velo
delle
ciglia
calanti
, i suoi
pensieri
fluttuavano
, si
confondevano
,
finivano
per
ismarrirsi
. A
scatti
, ella
rialzava
il
capo
,
guardava
attonita
dinanzi a
sè
; poi
tornava
ad
abbattersi
. Un
rumor
sordo
, come un
lamento
trattenuto
, la fece
sussultare
di
nuovo
. Questa
volta
ella s'
alzò
,
passò
nella
stanza
vicina
.
Seduta
contro l'
uscio
,
agghiacciata
dal
freddo
, con la
testa
reclinata
e le
braccia
raccolte
sul
petto
,
Stefana
aspettava
lì
dietro
.
Vedendo
la
padrona
,
tentò
d'
alzarsi
, ma l'
intorpidimento
delle sue
vecchie
membra
non glie lo
consentiva
.
Ella
prese
ad
ammonirla
,
affettuosamente
:
-
Perchè
non sei
andata
a
letto
? Vuoi
ammazzarti
, così?
-
Adesso
... -
rispose
, con
voce
velata
- Quando
andrai
anche tu...
L'
aiutò
ella stessa a
levarsi
, la
sorresse
fino
alla sua
cameruccia
. La
vecchia
batteva
i
denti
.
- Stai
male
?
- No... no.
Col
giorno
, la
febbre
l'
assalse
. Non volle che la
padrona
chiamasse
nessuno,
asseriva
di non aver nulla. Ma come la
febbre
era
alta
, ella
mandò
pel
dottore
. Il
delirio
sopravvenne
. Nel
delirio
biascicava
parole
incomprensibili
; un
nome
solo s'
udiva
:
Teresa
. Il
terzo
giorno
un
miglioramento
parve
determinarsi
. La
riconobbe
: nel
vederla
i suoi
occhi
velati
tornavano
a
brillare
. Coi
segni
, le
diceva
di
mettersi
a
sedere
accanto al
capezzale
, le
prendeva
una
mano
e
restava
un
pezzo
tenendola
così.
Peggiorò
rapidamente
. Sul far della
notte
, la
casa
fu
invasa
dalla
gente
che
seguiva
il
Viatico
; ma i
sacramenti
le furono
amministrati
che già
rantolava
.
Era
una
nuova
tristezza
che
scendeva
su lei.
Ora
, ella non aveva più la
paura
d'una
volta
in
presenza
della
morte
; la
miseria
della
vita
non le
rendeva
più
insoffribile
quel
tragico
spettacolo
. Così, all'
alba
del
domani
, quando vennero a
dirle
che
Stefana
era
spirata
, ella s'
inginocchiò
,
pregò
un poco, poi
passò
nella
camera
mortuaria
. La
finestra
ne
era
spalancata
, due
candele
ardevano
sopra un
tavolo
dinanzi a una
imagine
sacra
. Il
cadavere
era
così
rimpiccolito
che
pareva
quello d'una
bambina
. Una
benda
passata
sotto il
mento
e
annodata
sul
capo
tratteneva
la
mascella
cascante
. Ella
restava
a
contemplare
una
mano
della
morta
, una
povera
scarna
mano
che aveva avute tante
carezze
per lei, e la sua
mente
si
perdeva
al
pensiero
dell'
umiltà
di quel
destino
, dell'
oscurità
di quella
vita
ora
spenta
.
La
vecchia
serva
non aveva più nessun
parente
; nessuno veniva a
reclamare
la
misera
successione
. Ella ne fece l'
inventario
. V'
era
della
biancheria
, delle
vesti
, un
piccolo
gruzzolo
di
risparmii
. Una
cassetta
dipinta
in
verde
, che
Stefana
aveva sempre
trascinata
con
sè
quando aveva
accompagnata
la
padrona
,
era
posta
dentro
una
cassa
più
grande
, ma la
chiave
non si
trovava
. Ella non
sapeva
che cosa
contenesse
;
supponeva
vi fossero degli altri
denari
, il
frutto
di
lunghi
anni
di
lavoro
.
Pensava
di
distribuirle
in
elemosine
, di far
dire
delle
messe
in
suffragio
di quell'
anima
semplice
e
buona
, quando, un
giorno
, il
cameriere
le
presentò
una
piccola
chiave
,
cascata
da una
vecchia
veste
della
morta
.
Era
quella della
cassetta
. Come ella l'
aprì
, come ne
trasse
le
cose
che vi erano
dentro
, le sue
mani
cominciarono
a
tremare
. V'
era
una
vesticciuola
che ella aveva
portata
a dieci
anni
, un
ramoscello
del
fior
d'
arancio
del suo
abito
nuziale
, i
vecchi
quaderni
delle sue
lezioni
, una
puppattola
con la quale aveva
giuocato
bambina
, i
carnets
dei suoi
balli
, gl'
imbuti
di
carta
ricamata
che avevano
rivestito
i
mazzi
di
fiori
offertile
per le sue
feste
, le
imagini
di
santi
ricevute
in
premio
al
tempo
delle sue
prime
comunioni
.
Man
mano
che ella
traeva
uno di quegli
oggetti
sformati
e
scoloriti
, i
rottami
della sua
vita
che un
affetto
cieco
, del quale
ora
apprezzava
l'
intensità
, aveva
serbato
come
reliquie
,
era
una
trafittura
che ella
sentiva
al
cuore
. In un
angolo
, tra
vecchi
fiori
e
nastri
di
cappelli
, stava il suo
ritratto
di
fanciulla
, quella che ella non
era
riuscita
a
trovare
quando aveva voluto
donarlo
ad un
amato
. Non
contenta
di
starle
sempre al
fianco
, la
vecchia
aveva voluto
custodir
la sua
imagine
; quelle
cose
religiosamente
raccolte
, per tanti e tanti
anni
, attraverso
continue
peregrinazioni
,
dicevano
la
devozione
, l'
idolatria
che quel
povero
essere
aveva avuto per lei. Le
reliquie
le
restavano
ora
tutte dinanzi: ella le
contemplava
con
occhio
arido
e
fisso
. Il
pensiero
di non poter più
confortare
quella
povera
donna
d'un
sorriso
, d'un
abbraccio
, l'
opprimeva
. Ella non l'aveva
pianta
neppure!
Adesso
rammentava
tutte le
volte
che l'aveva
maltrattata
, che le aveva
date
delle
risposte
dure
, che l'aveva
respinta
come un
essere
inferiore
,
incapace
di
comprenderla
. Invece, la
buona
creatura
le si
era
attaccata
sempre di più. Che
bene
le aveva voluto! Come l'aveva
protetta
bambina
, come l'aveva
ammirata
fanciulla
e
sposa
! "Tu
sembri
una
regina
!.." Che
orgoglio
metteva
nel farla più
bella
, che
indulgenza
nel
piegarsi
a tutte le sue
volontà
! In ogni suo
dolore
, ella l'aveva
trovata
al
fianco
,
vigile
,
inquieta
;
era
vissuta
della sua
vita
,
era
morta
quasi per lei. Ed ella l'
apprezzava
ora
soltanto
;
riconosceva
, sempre
tardi
, che nessuno, mai, l'aveva
amata
così.
FINE
.
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