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Federico De Roberto: Raccolta di opere
Federico De Roberto
Il colore del tempo
IL FEMMINISMO
I.
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Normali
In evidenza
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
I.
I
femministi
cominciano
col
sostenere
che il loro
partito
non
chiede
nulla di
nuovo
; che la
donna
già
esercitò
la
supremazia
della quale fu
arbitrariamente
privata
ed alla quale ha
nuovamente
diritto
. In
Assiria
,
dicono
, la
madre
aveva
maggiori
diritti
del
padre
; ed anche
oggi
, fra le
popolazioni
turaniche
, quando un
figlio
diffama
il
padre
, è
passibile
di una
semplice
ammenda
; mentre, se
insulta
la
madre
, gli si
rade
la
testa
, gli si
nega
la
terra
e l'
acqua
e
spesso
lo si
chiude
in
prigione
.
Prima di tutto è da
osservare
che questo
costume
significa
semplicemente
come alla
madre
si
debba
maggior
rispetto
e
venerazione
che non al
padre
, come l'
insultare
la
madre
sia un
delitto
tra i più
gravi
e
nefandi
. Anche presso di noi, senza che si
rada
la
testa
ai
figli
snaturati
capaci
di
commetterlo
, tale è l'
opinione
generale
. In
secondo
luogo
, quando
pure
tra i
costumi
antichi
e tra quelli dei
popoli
selvaggi
se ne
trovasse
qualcuno che
veramente
dimostrasse
la
supremazia
sociale
della
donna
, - e non già quella
soltanto
familiare
della
madre
, -
bisognerebbe
forse per ciò
concludere
che hanno
torto
la
civiltà
e il
secolo
nostro, e che hanno
ragione
i
tempi
andati
e le
genti
incivili
? «Dagli
Sciti
ai
Galli
, dagli
Iberi
ai
Germani
di
Tacito
»,
dice
il più
autorevole
tra i
femministi
, il
Bebel
, «noi
vediamo
la
donna
prendere
, sin dai più
remoti
tempi
, in
mezzo
alla
famiglia
ed alla
società
, il
posto
eminente
che ha
perduto
nelle
età
successive
». Vogliamo per ciò
dire
che gli
Sciti
, i
Galli
, gl'
Iberi
e i
Germani
erano più nel
vero
e nel
giusto
di noi? Se bisogna
credere
al
progresso
, - e i
femministi
debbono
crederci
;
perchè
, in
caso
contrario
, come potrebbero
sperare
nei
miglioramenti
futuri
? - se
veramente
dobbiamo
dire
che la
storia
del
genere
umano
dimostra
un
successivo
nostro
perfezionamento
, bisogna allora anche
ammettere
che la
supremazia
della
donna
è
oggi
scomparsa
perchè
non
era
ragionevole
, non
tollerabile
, non
sostenibile
. Vogliamo
dire
che le
società
umane
,
progredite
per certi
rispetti
, sono
andate
indietro
per altri? Questo
modo
di
ragionare
è
pericoloso
;
perchè
chi
distinguerà
in quali
cose
abbiamo
peggiorato
e per quali altre siamo
andati
avanti? A
Sparta
si
lasciavano
morire
i
bambini
deboli
e
mal
fatti
, per la
salvezza
della
razza
; è
preferibile
l'
antico
costume
a quello
presente
di
sostentare
finchè
è
possibile
le
vite
grame
?
E poi: quale fu
veramente
questa
supremazia
femminile
ai
tempi
antichi
, ed in che cosa
consistette
? Nella medesima
Sparta
le
fanciulle
erano
educate
come i
giovani
, si
addestravano
nelle
palestre
insieme
con quelli. Noi possiamo
lodare
l'
educazione
spartana
: non la
lodava
però
Aristotile
, che poteva
meglio
di noi
valutarne
gli
effetti
. «Il
legislatore
di
Sparta
»,
dice
lo
Stagirita
, «ha
ordinato
le
istituzioni
dello
Stato
in
modo
che gli
uomini
siano
educati
conformemente
alle loro
attitudini
; quanto alle
donne
, le ha molto
neglette
: esse
vivono
licenziosamente
in
mezzo
a quel
popolo
guerriero
». Alla
distanza
di parecchie
migliaia
d'
anni
un
dottore
americano
, -
esagerando
certamente, ma l'
esagerazione
è
sintomatica
, - così
descrive
gli
effetti
dell'
educazione
virile
delle
fanciulle
americane
: «Le nostre
fanciulle
non sono più
capaci
di
perpetuare
la
razza
; e se si
continua
ad
impartir
loro questa
educazione
, fra
cinquant'
anni
bisognerà
far venire le
donne
dalle altre
parti
del
mondo
». Il
Nietzsche
va
più in
là
, come abbiamo
visto
:
giudica
che per ogni
dove
i
costumi
presenti
rendono
la
donna
incapace
di
perfezionare
la
specie
umana
.
Ma
torniamo
all'
argomento
.
Era
forse
segno
di
supremazia
femminile
, a
Roma
, la
facoltà
di
battere
le
donne
con le
verghe
fino
alla
morte
per il
semplice
sospetto
d'
ubbriachezza
? O l'
obbligarle
a
restare
confinate
nel
focolare
domestico
,
dove
solo l'
uomo
poteva
celebrare
il
culto
degli
avi
? E quando le
vere
virtù
muliebri
, la
modestia
, il
pudore
, il
timore
degli Dei, il
rispetto
filiale
, tutti gli
affetti
familiari
furono
dimenticati
, e le
donne
si
emanciparono
, la
società
romana
si
rafforzò
, oppure
andò
all'
ultima
rovina
?
Il
padre
Roesler
,
grande
confutatore
, nella
Quistione
femminista
, del
Bebel
,
giudica
tuttavia che, se non nell'
antichità
, almeno nel
medio
evo
la
donna
fosse
più
libera
o
meglio
protetta
che non
oggi
:
era
sovrana
,
dettava
sentenze
,
impugnava
le
armi
,
sosteneva
tesi
giuridiche
,
esercitava
la
medicina
. Questo
modo
di
giudicare
somiglia
troppo a quello, tanto
famoso
quanto
criticato
, dell'
Inglese
a
Calais
:
vedendo
una
donna
con i
capelli
rossi
,
scrisse
nel suo
libro
di
viaggio
: «Le
Francesi
sono
rosse
». Le
donne
, nell'
età
di
mezzo
,
esercitarono
la
medicina
,
sostennero
discussioni
legali
,
combatterono
,
giudicarono
? Ma quante fecero queste
cose
? Dieci, cento, mille? E le altre? E la più
gran
parte
? E quasi tutte? Non
continuarono
quasi tutte a fare ciò che avevano
fatto
sempre?
Secondo
Gringoire
e
Filippo
da
Novara
le
donne
dovevano
filare
e
cucire
; non
leggere
nè
scrivere
. Lo stesso
autore
non
avverte
che
Bertoldo
di
Ratisbona
predicava
: «L'
uomo
per la
guerra
, la
donna
per la
tessitura
»? E che la
parola
tedesca
weib
,
donna
, ebbe la stessa
origine
del
verbo
weben
,
tessere
? E che
schwertmagen
, il
nome
col quale si
designano
i
parenti
dal
lato
paterno
, viene da
schwert
,
spada
, e quello della
parentela
materna
,
spillmagen
, da
spindel
,
fuso
?
Ma
concesso
che parecchi
secoli
addietro
le
quistioni
poste
dal
moderno
femminismo
fossero tutte
risolte
,
bisognerebbe
allora far
voti
perchè
quei
tempi
tornassero
tali e quali: con le
monacazioni
più o meno
spontanee
, con le
corti
d'
amore
più o meno
dissolute
, con le
cinture
di
castità
e tutto il
resto
. Noi possiamo,
considerando
un
periodo
storico
,
lodare
certi
costumi
e
biasimarne
altri; ma i
costumi
, le
leggi
e tutti i
fenomeni
sociali
sono
collegati
in
modo
che non è
possibile
isolarli
e
mantenerne
a
piacimento
alcuni ed
evitarne
altri. Per una
logica
, per una
necessità
contro la quale non possiamo nulla, un'
epoca
è quella che è, con tutte le sue
virtù
e tutti i suoi
vizî
;
tener
conto
delle
virtù
sole
sarebbe
desiderabile
, ma non è
possibile
: bisogna
prenderla
,
purtroppo
, con le une e con gli altri.
Ora
, a questo
patto
, chi vorrebbe
tornare
addietro
?
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