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Federico De Roberto: Raccolta di opere
Federico De Roberto
Il colore del tempo
DUE CIVILTÀ
I.
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In evidenza
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
I.
Gli
uomini
vogliono e
debbono
intendersi
; ma non vi
riescono
facilmente
, alla prima. La
Cina
è un
paese
tanto
diverso
dal nostro, e di
accesso
così
difficile
, che i
libri
dei
viaggiatori
europei
non ne
danno
un'
idea
adeguata
.
Posto
anche che l'
accesso
fosse
agevole
, e la
diversità
non troppo
grande
, saremmo noi
buoni
giudici
in
casa
altrui? Certo, se si
trovasse
un
Cinese
a cui la nostra
civiltà
fosse
familiare
, costui potrebbe
meglio
di ogni altro
svelarci
il suo
paese
. Questo
Cinese
si è
trovato
, ed è il
colonnello
Tcheng-ki-tong
,
addetto
militare
durante dieci
anni
all'
ambasciata
del
Celeste
Impero
a
Parigi
.
Disgraziatamente
lo
scrittore
asiatico
ci
rassomiglia
troppo, se non altro nella
pretesa
di
mettere
il
naso
nelle
faccende
altrui;
perchè
nel suo
libro
intitolato
I
Cinesi
dipinti
da loro stessi non tanto
dipinge
i suoi
connazionali
, quanto
critica
noi...
«Il
carattere
essenziale
della
civiltà
europea
»,
dice
egli, «è di
essere
invadente
. Non ho
bisogno
di
dimostrarlo
. In altri
tempi
le
orde
dei
barbari
invadevano
egualmente
, non già per
diffondere
i
benefizî
d'uno
spirito
nuovo
, ma per
saccheggiare
e
rovinare
gli
Stati
fiorenti
. Gl'
inciviliti
seguono
oggi
la stessa
via
, ma
presumono
d'
instaurare
così il
regno
della
felicità
sulla
terra
. La
violenza
è il
punto
di
partenza
del
progresso
. Mi
lusingo
di poter
credere
che il
metodo
non è
perfetto
...».
Gli
daremo
noi
torto
su questo
punto
? Avrà
ragione
la
civiltà
europea
di
imporsi
con le
cannonate
? I suoi
benefizî
sono tanti da farle
perdonare
i
mezzi
cruenti
?
Leone
Tolstoi
risponderebbe
subito no;
Federico
Nietzsche
affermerebbe
che il
diritto
del più
forte
basta
a
legittimare
la
lotta
dei
popoli
progrediti
contro i più
deboli
.... Certo il
colonnello
Tcheng-ki-tong
ha
ragione
di
dolersi
perchè
,
dischiusi
i
porti
cinesi
ai
commercianti
europei
, le
prime
cose
che questi
importarono
furono le
armi
da
fuoco
. «
Domandate
a un
Cinese
come
chiama
gl'
Inglesi
; vi
risponderà
:
mercanti
d'
oppio
. Allo stesso
modo
vi
risponderà
dicendo
che i
Francesi
sono
missionarî
. Egli non
conosce
altrimenti questi
stranieri
; e si
capirà
facilmente
che ne
serbi
un
ricordo
indelebile
,
poichè
i
primi
rovinano
la sua
salute
a
spese
della sua
borsa
, e gli altri
sconvolgono
le sue
idee
. Io qui
accerto
soltanto
il
fatto
;
perchè
può
darsi
, in
fine
dei
conti
, che l'
oppio
e le
religioni
nuove
siano
progressi
straordinarî
...».
L'
ironia
del
colonnello
ha ben altri
soggetti
intorno
ai quali
esercitarsi
. Che la
civiltà
della
Cina
sia
antichissima
ed
originale
, che questo
popolo
relegato
in
fondo
al
maggior
continente
, oltre i
monti
e oltre i
mari
,
chiuso
da una
muraglia
di
sassi
e da un'altra, più
salda
, di
idee
, di
giudizî
e di
pregiudizî
tutti suoi, sia
pervenuto
da solo, senza
sussidio
straniero
, a un'
altezza
morale
e a un
ordinamento
sociale
degni
di molto
rispetto
, non si può
ragionevolmente
negare
. A chi lo
considera
come
barbaro
,
sublimando
invece le
idee
, le
abitudini
, i
costumi
nostri, il
colonnello
Tcheng-ki-tong
dà
pertanto qualche
lezione
molto
sottile
.
«Gli
esempî
dei
sacrifizî
abbondano
nella nostra
storia
nazionale
. Così taluno si
spoglierà
del proprio
vestito
per
darlo
all'
amico
povero
incontrato
per
via
. Questo
caso
è molto
frequente
; ma i
caritatevoli
non sono da noi
santificati
come
San
Martino
...». Fare il
bene
, in
Europa
, è cosa
straordinaria
e
meravigliosa
; in
Cina
assistere
gli
amici
è un
uso
, non una
virtù
.
«Io ho
tentato
di
spiegare
ai miei
compaesani
che cosa s'
intende
per
matrimonio
di
convenienza
; essi hanno sempre
capito
che
fosse
un
atto
di
commercio
, un
affare
...». Questa
botta
è tanto più
felice
, quanto che in
Cina
i
matrimonî
si fanno dalle
famiglie
, senza che gli
sposi
si
conoscano
prima del
giorno
delle
nozze
; ma tutto lo
studio
dei
parenti
è di
sceglier
bene
,
badando
alle
qualità
morali
, e non alle
doti
. E i
matrimonî
si fanno senza
assistenza
di
autorità
civili
o
religiose
, solo dinanzi alle
famiglie
degli
sposi
, agli
amici
e a
Dio
, - quasi come vorrebbero i
fautori
dell'
amore
libero
... E i
vecchi
celibi
e le
zitellone
sono d'una
rarità
straordinaria
; e
c'
è il
divorzio
, ma se la
legge
lo
permette
, l'
uso
lo
biasima
, e pochi, nei
casi
estremi
, lo
praticano
. La
moglie
, in
Europa
,
diventa
minorenne
, è
posta
sotto
tutela
, non può
disporre
neanche di ciò che le
appartiene
: in
Cina
può
vendere
e
comprare
,
firmare
effetti
di
commercio
,
accasare
i
figli
,
dar
loro la
dote
che
crede
, e
via
discorrendo
.
Esiste
laggiù
, è
vero
, il
concubinaggio
, che agli
Europei
non
parrà
istituzione
molto
delicata
; ma, in
Europa
, «col
pretesto
della
delicatezza
, si
commettono
delitti
più
grandi
, quando i
figli
illegittimi
sono
buttati
via
...».
Passiamo
alle
invenzioni
, alle
scoperte
, che sono il
vanto
della
civiltà
occidentale
. Molti e molti
secoli
prima di noi i
Cinesi
trovarono
la
polvere
da
sparo
; ma se ne
servirono
per
tirare
fuochi
d'
artifizio
, non già «per far
saltare
il
mondo
»; e
trovarono
anche la
stampa
, ma non la
impiegarono
«a
corrompere
gli
spiriti
e ad
eccitare
le
passioni
inutili
». I
Cinesi
non hanno
accettato
le
ferrovie
,
perchè
non hanno
giudicato
necessario
correre
all'
impazzata
; ed anche
perchè
,
lacerando
esse la
faccia
della
terra
,
passando
sulle
tombe
,
offenderebbero
il
sentimento
di
religioso
rispetto
che quel
popolo
nutre
per i
morti
e gli
antenati
. «I nostri
popoli
non si sono dunque ancora
decisi
a
lasciarsi
invadere
dal
cavallo
di
fuoco
; e
veramente
non si può farne loro una
colpa
, se si
pensa
che lo stesso
Istituto
di
Francia
rifiutò
di
ammettere
la
scoperta
di
Fulton
,
relativa
all'
adattamento
del
vapore
alla
locomozione
delle
navi
. Essi
meritano
pure
altrettanta
indulgenza
quanta i
dotti
dell'
Accademia
..».
Noi non
staremo
a
confutare
il
bravo
colonnello
; ma
vedete
che egli è a
giorno
delle nostre
cose
molto
meglio
che noi delle sue. Quando
parla
dei
proverbî
cinesi
,
concettosi
e
pratici
, in
gran
parte
simili
agli
europei
, -
giacchè
l'
uomo
, chi ben
guardi
, è sempre e
dovunque
lo stesso, - egli
dice
che ve ne sono alcuni
capaci
di
offendere
le
orecchie
francesi
, e
soggiunge
che non li ha
tradotti
non
conoscendo
abbastanza
il
latino
da
poterli
travestire
. «Ma forse un
giorno
mi
deciderò
a
riparlarne
, quando avrò
letto
Rabelais
...».
Tcheng-ki-tong
ha
trovato
i
massimi
soggetti
di
stupore
in
società
, nella
buona
società
. Se un
attore
è
invitato
in un
salotto
parigino
, ha il
posto
d'
onore
; i
gentiluomini
e gli
accademici
passano
in
seconda
linea
. «In
Cina
noi
osserviamo
un'
etichetta
rigorosa
. Mi
dicono
che
rispettarla
, in
Francia
, non è ben
fatto
: lo
credo
...». E l'
assalto
dei
buffets
, nelle
grandi
feste
ufficiali
! Un
Cinese
che
osservasse
le
cose
d'
Europa
con la
leggerezza
degli
Europei
nel
giudicare
quelle
cinesi
, potrebbe
scrivere
nelle sue
note
di
viaggio
: «Le
persone
che
compongono
la
classe
più
alta
, quando sono in
presenza
del
Capo
dello
Stato
, non si
mettono
a
tavola
, ma vi si
precipitano
con
furia
guerresca
...». In
Cina
le
donne
si
riuniscono
tra loro; gli
uomini
non possono
prender
parte
a questi
convegni
. «È
probabile
che i nostri
legislatori
,
diminuendo
quanto è
possibile
il
numero
delle
occasioni
che possono
mettere
in
presenza
uomini
e
donne
, abbiano
agito
nell'
interesse
della
famiglia
». E nelle
conversazioni
cinesi
«le
persone
bene
educate
non
parlano
di
politica
».
Che
dire
dell'
abito
europeo
? Il
colonello
non
capisce
come noi possiamo
vestirci
con la
orribile
marsina
, con la
marsina
livellatrice
,
comune
ai
servi
ed ai
signori
. Sarà forse
perchè
in
Europa
regnano
i
principî
liberali
e
democratici
? «Io
domando
ancora a me stesso,
dopo
dieci
anni
di
soggiorno
a
Parigi
,
dopo
tanti
studî
pazienti
, quale può
essere
, nelle
istituzioni
del
mondo
occidentale
, il
principio
veramente
degno
d'esser
chiamato
democratico
e
liberale
. Mi hanno
parlato
del
suffragio
universale
: ma è una
rosa
dei
venti
, un
principio
senza
principî
.... Cosa
strana
: nessuno potrebbe
proporre
l'
elezione
degli
accademici
per
mezzo
del
suffragio
universale
senza
coprirsi
di
ridicolo
; e poi si
ammette
che il
suffragio
universale
debba
esso
scegliere
i
legislatori
.
Crederei
che
scegliere
i
legislatori
sia più
difficile
che non
scegliere
gli
accademici
...». In
Cina
, invece, solo lo
studio
e gli
esami
e i
concorsi
che
provano
il
profitto
negli
studî
,
portano
gli
uomini
a tutti i
gradi
della
scala
sociale
; e tutti i
cittadini
,
indistintamente
, hanno il
diritto
di
concorrere
; e i più
umili
, gl'
infimi
, possono
arrivare
alle più
alte
cariche
dello
Stato
.
«Noi siamo più di
400
milioni
di
abitanti
in
Cina
»,
dice
ancora il
colonello
, «e non abbiamo
nè
notai
,
nè
avvocati
; e i
titoli
di
proprietà
, gli
atti
, i
contratti
, in una
parola
tutte le
cose
che
riguardano
gli
affari
, non sono perciò meno
regolari
che in
Europa
».
E nondimeno egli non
chiede
che i
Cinesi
siano
lasciati
a
godersi
questa loro
civiltà
;
nè
, tanto meno, che l'
Europa
prenda
esempio
dalla
Cina
;
chiede
soltanto
, e in
verità
non potrebbe
essere
più
discreto
, che, se gli
Europei
vogliono
diffondere
in
Cina
ciò che hanno
trovato
di
buono
,
adoperino
la
persuasione
, e non già la
forza
. E
riferisce
un
aneddoto
per
difendere
i proprî
connazionali
dell'
accusa
di
essere
refrattarî
alla
civiltà
europea
. «In
Francia
, si
narra
, il
popolo
non volle sul
principio
mangiar
le
patate
,
perchè
gli furono
imposte
. Avevano
reso
la
patata
obbligatoria
; il
popolo
non ne volle, non volle neppure
assaggiarla
. Fu
necessario
l'
esempio
della
Corte
; fu anche
necessario
, se la
storia
non
mente
,
proibire
le
patate
; e allora tutti ne
mangiarono
. Ecco la
vera
civiltà
, quella che si
fonda
sulla
conoscenza
del
cuore
umano
, il quale è lo stesso sotto tutte le
latitudini
». E il
buon
Cinese
aggiunge
un
motto
che
dimostra
come egli abbia
studiato
anche i per
finire
dei
giornali
spiritosi
: «Quante
patate
, quanti
pomi
di
terra
(
ricordiamoci
che
scrive
in
francese
) non ci
farebbero
mangiare
, con le
belle
maniere
! Ma non hanno
finora
importato
fra noi altro che il
pomo
della
discordia
!»
«
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