Emilio De Marchi: Raccolta di opere
Emilio De Marchi
Due anime in un corpo

PREFAZIONE DELL’AUTORE

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PREFAZIONE DELL’AUTORE

 

Pubblico di buon grado per incominciare una lettera che mi scriveva il Cav. Prof. Marco D’Olona:

 

Caro De Marchi,

 

Io sono d’avviso, amico mio, che raccogliendo voi queste novelle sparse su pei muricciuoli, non facciate opera di cui la Patria senta estrema necessità; come quella che intesa tutta alle pratiche cose e alle severe discipline sociali, ha manco bisogno di queste vane quisquiglie. Infatti io sento gridare che l’arte deve oggidì, fatta meno parolaia, occuparsi di gravi e solenni argomenti a sollievo dell’umanità sofferente; mentre voi, se per avventura la mia mente qui non delira, scriveste un po’ troppo a cuor leggero. Ecco quel che non vi sarà perdonato ed a ragione: un paese che si al bozzettino e alla novelluccia, se cronico non è, corre ad esserlo. Perciò non abbiate in mala parte, se vecchio e pedante qual io sono, aspetto da chi mi fu discepolo affezionatissimo opere di maggior momento, come so che già state elaborando. Quel vostro studio per esempio “Se l’Y sia consonante o vocale” di cui vidi le prime righe, credo che vi procurerà maggior lode presso il pubblico savio ed intelligente.

Devo però lodare in voi che non abbiate fatta pompa in queste frascherie né di troppo genio, né di procacità, della quale si compiace l’arte presente, come donna che perdute le caste seduzioni della giovinezza, fa ricorso alle nudità, al liscio, ai fronzoli.

L’arte di oggidì mi sembra una gallina e il raspare, credetelo a me, è segno di carestia.

Lodare solamente in voi un atto di temperanza vi parrà poco, ma la parsimonia degli elogi compensi quella dei biasimi.

Il dirvi oggi: Caro mio, la favola è zoppa, le parti disarmoniche, vi si vede la fretta, il rabberciamento e così via, oltre essere noioso, mi sembra rubare il mestiere ai critici, persone a modo, che non scrivono libri soltanto per non farli troppo belli.

[74] Non mi resta che raccomandarvi, come figliuolo, alla pietà dei lettori, i quali vedendo essere molti nel mondo anche gli uomini inutili, non vorranno offendersi per un libro di più.

 

Credetemi il Vostro

più intimo amico
Cav. Prof.
Marco D’Olona

Aprile 1878.

[75]

 

 

 

 


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