Emilio De Marchi: Raccolta di opere
Emilio De Marchi
Oggi si recita in casa dello zio Emilio

LA FIGLIUOLA DEL DIAVOLO (SCENE IN UN ATTO PER BAMBINI).

SCENA QUINTA. Alcuni contadinelli condotti da Peppino entrano a passo lento in fila, suonando una marcia funebre sui pezzi di legno. In testa hanno dei cappelli di carta con mortella dentro. Entrano e fauno il giro della scena, sempre suonando, finchè vanno a schierarsi nel fondo. L'ultimo della fila è Bartolomeo, un coso lungo e magro, con aria di gaglioffo, che suona fuor di tempo in un imbuto. Segue poi Mariuccia. Durante la sfilata Giulietto e Battista. affettano d'essere l'uno il maestro e l'altro il curato e fanno una controscena comica.

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SCENA QUINTA.

 

Alcuni contadinelli condotti da Peppino entrano a passo lento in fila, suonando una marcia funebre sui pezzi di legno. In testa hanno dei cappelli di carta con mortella dentro. Entrano e fauno il giro della scena, sempre suonando, finchè vanno a schierarsi nel fondo. L'ultimo della fila è Bartolomeo, un coso lungo e magro, con aria di gaglioffo, che suona fuor di tempo in un imbuto. Segue poi Mariuccia. Durante la sfilata Giulietto e Battista. affettano d'essere l'uno il maestro e l'altro il curato e fanno una controscena comica.

 

Battista.

 

Suonano bene, non o vero, signor Conciossiachè?

 

Giulietto.

 

Per essere villani suonano benone, caro don Abbondio.

 

Peppino.

 

Alt! tirate il fiato e tenete riparati i vostri strumenti dall'umidità.

 

Battista.

 

 

Venga, sor maestro della banda, io sono il signor Curato.

 

Giulietto.

 

Ed io il Maestro del villaggio.

 

Peppino.

 

Che cosa ne dicono della marcia funebre?

 

Battista.

 

 

Non c'è male, è una musica che fa proprio morire.

 

Peppino.

 

Solamente quell'ultimo piffero

 

segna Bartolomeo

 

stenta a stare cogli altri.

 

Battista.

 

Ci vuol pazienza. Non si diventa pifferi tutto in un tratto. Signori suonatori, dopo il funerale vi daremo da bere acqua fresca appena attinta dal pozzo e vi procureremo una tavola pulita. Procurate d'andare d'accordo, almeno nel passo, quando suonate.

 

A Bartolomeo.

 

Come ti chiami, giovinotto?

 

Bartolomeo.

 

Barto, Bartolo, Barlolome...meo...

 

Battista.

 

Si vede che sei un uomo di talento. Tu riescirai un celebre suonatore di campane.

 

Viene in scena Mariuccia coperta da un ampio velo nero, con una corona e un mazzo di fiori in mano.

 

Giulietto

 

Silenzio, rispetto al dolore. C'è qui la signora Canarina, la povera vedovella.

 

Battista con comica gravità.

 

Venga avanti, donna Canarina, e asciughi le sue lagrime. Certamente fu una grande disgrazia. S'egli non fosse morto forse vivrebbe ancora, ma egli ha avuta almeno la consolazione di morire noi suo letto. Pensi invece a tanti poveri uccellini che muoiono fritti in una padella o infilzati sopra uno stecco o in bocca al gatto.

 

Mariuccia.

 

in uno scoppio di risa e si copre il volto col fazzoletto

 

Giulietto.

 

Queste lagrime sono il giorno più doloroso della mia vita. Chiamato dal mio dovere di maestro a parlare dello virtù di Canarino Canterello, Che fu mio diletto scolaro, che cosa dirò io? Chi potrà descrivere con acconcie parole la virtù o la modestia dell'estinto defunto? Chi potrà ripetere i suoi dolci gorgheggi coi quali soleva rallegrare la casa, la corte, il giardino, l'aja o la cascina? Chi meglio di lui sapeva pigliare una pinocchia dalle dita, o divorare una foglia d'insalata? O amici, impariamo da lui a non essere merli ed allocchi, imperocchè come dice il poeta

 

a egregie cose il forte animo accendono

l'urne dei forti, o mammalucchi,

 

A me pare di sentire ch'egli aleggi ancora intorno a noi ripetendo:

 

Piangi piangi, in tua favella

Canarina vedovella.

 

Peppino.

 

Dopo le elette parole dell'illustre Maestro permetta, nobile signora, che io esprima anche a nome dei miei pifferi il mio profondo dolore.

 

I ragazzi ripigliano la marcia funebre. Giulietta e Battista con atti comicamente solenni continuano a consolare Mariuccia. La marcia funebre finisce con tre cadenze l'una più bassa dell'altra sopra un trillo acuto di Bartolomeo. Peppino si avanza e dice:

 

Peppino.

 

Dove lo si seppellisce questo morto?

 

Giulietto.

 

Io direi di scavare una fossa sotto il pino.

 

Battista.

 

mostrando la tabacchiera,

 

Ecco la cassa.

 

Peppino.

 

È la tabacchiera di nonna Teresa.

 

Battista.

 

Zitto, non vogliamo mica rubarla. Finito il funerale, andremo tutti colla banda a portargliela: c'è da guadagnare un soldo e un pezzo di torta,

 

Tutti.

 

Viva la torta.

Battista.

 

 

Adesso siete andati tutti d'accordo. Meritate che io vi offra un pizzico di questo tabacco. A lei, signor maestro, provi, è vera foglia....

 

Giulietto.

 

Foglia di fico?

 

Piglia un po' di tabacco.

 

Battista a Peppino.

 

E voi ne pigliate, Peppino?

 

Peppino.

 

Uno spolvero non si rifiuta mai.

 

Come sopra.

 

Battista.

 

 

E voi, giovinetti?

 

Tutti ne pigliano un poco.

 

Misericordia! vien la nonna Teresa.

 

Battista.

 

 

Ragazzi, silenzio. Voi non avete veduto nulla.

 

Nasconde la tabacchiera in tasca.

 

 

 


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