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UN UOMO AMANTE DEL QUIETO VIVERE (SCHERZO IN UN ATTO PER GIOVINETTI). SCENA SESTA. Don Tranquillo solo agitato, fuori di sè, passeggiando in fretta e zoppicando senza accorgersi. |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Don Tranquillo solo
agitato, fuori di sè, passeggiando in fretta e zoppicando senza accorgersi.
Egli ha voluto fare della satira e della morale, egli l'uomo indispensabile, l'uomo omnibus, il seccatore perpetuo, il distillatore del buon senso, il sale, la canfora della virtù. E a un povero uomo non deve essere concesso di vivere a modo suo, in casa sua, no, no....
Abbiamo fatto il quarantotto, il cinquantanove, il sessanta per conquistare questa santa libertà
stringe tra le due mani la callotta
e sono questi signori liberaloni, che non permettono a un galantuomo di morire senza la croce di cavaliere. No, ci deve essere una croce prima di morire e una croce dopo sul tuo povero corpo....
Butta in alto la callotta. Scalmanato.
Melchisedecco! Mi sento già la febbre addosso, son rauco, ho freddo; ma no, miserabile, tu non hai più diritto di avere i polmoni in disordine, di tossire e di star.... star....
I tuoi polmoni sono proprietà del ministro dei lavori pubblici, e il tuo stomaco è una assicella per l'esposizione delle decorazioni e delle Grazie Ricevute. È un'infamia, un'ignominia, una barbarie che l'eguale non si è data nemmeno ai tempi dei Goti, degli Ostrogoti, dei Visigoti,
Melchidesecco! (Nota bene l'errore).
Pigliando la giubba nera dalla sedia.
Volete decorare il mio palandrone? pigliatelo!
Getta il vestito contro l'uscio.
Pigliatevi anche la mia pelle e fatene il
Più rauco ancora.
Non c'è più nemmeno un campanello! Una volta c'era un cordone qui.... Melsidechecco! sei qui, visigoto?