Emilio De Marchi: Raccolta di opere
Emilio De Marchi
Oggi si recita in casa dello zio Emilio

UN UOMO AMANTE DEL QUIETO VIVERE (SCHERZO IN UN ATTO PER GIOVINETTI).

SCENA OTTAVA. Don Tranquillo e il servo.

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SCENA OTTAVA.

 

Don Tranquillo e il servo.

 

Il Servo entra in furia.

 

Eccomi.

 

Don Tranquillo.

 

Chi ha levato il cordone del mio campanello?

 

Il Servo.

 

Ella sa: ora c'è il campanello elettrico qui....

 

Indica il luogo presso il caminetto.

 

Don Tranquillo.

 

non volendo ascoltare.

 

Che elettrico! vieni qua. Conosci tu i denari?

 

Toglie dal taschino del panciotto alcune monete.

 

Il Servo.

 

Un poco.... di vista.

 

Don Tranquillo.

 

aprendo il pugno.

 

Quante lire sono queste?

 

Il Servo conta.

 

Una, due, tre, quattro lire d'argento.

 

Don Tranquillo.

 

Piglia, son tue.

 

Il Servo sorpreso.

 

Mie?

 

Don Tranquillo.

 

Tue, a un patto, che tu faccia tutto ciò che ti dico....

 

Il Servo.

 

Comandi.

 

A ogni frase del padrone dirà: Sissignore.

 

Don Tranquillo.

 

Uscirai. Chiuderai l'uscio con due giri di chiave: metterai la chiave in tasca: senza lasciarti vedere da nessuno andrai all'osteria del Falchetto: e beverai alla salute del tuo padrone, fin che hai un soldo. Non tornerai che quando sarà bujo fatto.

 

Il Servo.

 

Sissignore. (È un bel matto).

 

Don Tranquillo.

 

E se ti chiedono di me, di' pure che ho un febbrone di quaranta gradi.

 

Il Servo.

 

Sissignore.... e il vino lo bevo rosso o bianco?

 

Don Tranquillo.

 

spingendolo verso la porta.

 

Andiamo, to' la chiavetta, va fuori, chiudi....

 

il servo eseguisce

 

gira la chiave.... un'altra volta.... crac.... Così.

 

Con un sospirone.

 

Ah! vediamo ora chi avrà coraggio d'entrare. Il signor Segretario generale, immagino, non vorrà passare per il buco della chiave. - Per le corna e per la coda del diavolo! bisogna proprio che un uomo si faccia chiudere in casa per salvarsi dalle persecuzioni?

 

Accomodandosi le pieghe della veste.

 

Vediamo ora se ci riesce di leggere una pagina del mio vecchio Virgilio.

 

Siede sulla poltrona e stende le gambe.

 

Benedetta pace! e dire che si sta tanto bene colle gambe distese, tra i suoi libri, colla coscienza tranquilla. Che cerco io agli uomini? lascio loro le locomotive, i telegrafi, i telefoni, le torpedini, la polvere, la dinamite e tutte le diaboliche invenzioni che fanno rumore....

 

A questo punto risuona nell'interno uno scampanio a festa.

 

Don Tranquillo continua.

 

....le campane....

 

Si rannicchia nella poltrona e prende un libro, legge forte:

 

"Tityre, tu patulae recubans sub tegmine fagi.

" tenui musam....

 

 - Una volta le campane suonavano solamente per i santi, adesso suonano anche per il diavolo.

 

"Silvestrem tenui musam...."*

 

Appoggia un orecchio contro la poltrona.

Se si può tornerebbe a tempo un bel colpo di mortaio.

 

Don Tranquillo.

 

rivoltandosi nella poltrona.

 

Anche i mortaj! E chiamano questo un far allegria.

 

Risuonano molto grida di evviva.

 

Don Tranquillo.

 

Sì, evviva, evviva!

 

Colle cocche del fazzoletto si tura le orecchie e torna a leggere più forte.

Seguita lo scampanio.

 

"O Meliboee, Deus nobis haec otia fecit

Namque erit ille mihi semper Deus: illius aram.

 

Gridando.

 

Saepe tener nostris ab ovi....li....bus...."

 

Risuona in mezzo agli evviva una banda campestre.

 

Don Tranquillo.

 

Buon Dio, perdona loro perchè non sanno quel che suonano. Di legger non c'è maniera. Vediamo so almeno ci riesce di dormire.

 

Colloca una sedia presso il caminetto, e sopra mette un cuscino della poltrona in modo che si appoggi al bottone del campanello elettrico. Accosta un'altra sedia, sulla quale si siede o si sdraia, appoggiando la testa sul cuscino. Il campanello vibra. Don Tranquillo alza la testa un momento: il campanello cessa di suonare. Ripone la testa e il campanello torna a vibrare. Prende un altro cuscino, se lo mette sulla faccia. Per un quarto di minuto gli evviva, le campane, la banda, i mortai e il campanello elettrico fanno un chiasso indescrivibile.

 

 

 


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