Emilio De Marchi: Raccolta di opere
Emilio De Marchi
Vecchie cadenze e nuove

PARTE II LE VAGANTI IMMAGINI

LE DUE POESIE

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LE DUE POESIE

 

- Buon , signor Maestro.

- Bravo, sei tu, Marcello?

e a quando queste nozze?

- A quando? Iddìo lo sa.

Son disperato e temo già d'esser fritto e bello

spacciato.

- O che mi dici?

- Che l'è un'iniquità.

S'è messa sui puntigli, mi fa le brutte scene:

dice che non mi vuole e non vuol dir perchè.

- Un caso grave insomma. Però tu le vuoi bene.

- Lo cerchi come il mio un altro ben, se c'è.

- Ci vai?

- La non mi guarda.

- Scrivi una bella lettera,

in cui le tue ragioni esponi come va.

Le dici che tu l'ami, che sol disposto.. eccetera..

a far ogni promessa.

- Sta bene, ma c'è un ma.

Lei sa come si scrive noi dotti poverini:

il nome o bene o male, un te lo mette giù;

ma il core ti s'impiglia in mezzo a quegli uncini

per poco che tu voglia estenderti di più.

Se lei me la scrivesse la lettera?

- Ti pare?

e che le devo dire?

- Ma scriverla per me.

- S'intende, la tua Lisa non te la vo' rubare.

- Le dica che fa male, che una ragion non c'è,

Le dica che non dormo da dieci notti intere,

che così non la posso durare un pezzo ancor;

che se proprio si ostina e non mi vuol vedere

io.... io.... per quanto è vero che credo nel Signor,

io che ho già la febbre e l'anima avvilita

uno di questi giorni una pazzia farò:

o che mi ammazzo...

- Aspetta che trovo una matita;

- o ammazzo lei, capisce?

- Lisa? ammazzarla? oibò!

- Se buono sono e tenero, non c'è ragion, perdio,

che come un can soffrire mi facciano così:

e se c'è qualche terzo che tocca ciò ch'è mio,

scriva pure che come mi vede adesso qui,

non ho paura. Venga colle ragioni sue,

foss'anche il brigadiere, in un campo quaggiù,

Scriva che, se li trovo, li ammazzo tutti e due,

come due can' li ammazzo.

- È amor questo, Gesù?

O falso è Metastasio od io son rimbambito

senza capir un'acca di quel che sia l'amor.

- Ora però ha capito.

- Capito, arcicapito.

- Li ammazzo tutt'e due.

- Accetta, o bella, un fior!

- Se non mi farà piangere, morir di crepacuore,

se ancora la mi stende con cortesia la man,

non più vino e bestemmie, ma sol casa ed amore

sarò per lei, paziente, onesto cristian:

dica che tutti gli angeli non valgono un capello

della mia Lisa e un bacio di lei vale per me

il sol, il paradiso....

- ... la luna... Tu bel bello

mi fai scrivere un libro.

- Ma lei saprà cos'è

questo tormento e a lei non manca la grammatica,

E Dio la benedica, Maestro; tornerò.

- Addio: ma in queste cose che conta è più la pratica,

la pratica, la pratica, ahimè, che più non ho.

 

O divo Metastasio, ed io son rimbambito,

credendo che una cosa fosse così così

tra il chiaro della luna e il giùggiolo candito,

Amore... C'ingannammo: e t'ingannai, Mimì.

Perdona alla grammatica, perdona anche ai poeti,

mia vecchia, e facciam voti che si rinasca ancor.

Ma se si torna a nascere, restiamo analfabeti,

perchè l'altra non guasti la poesia del cuor.

 

 

 


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