Emilio De Marchi: Raccolta di opere
Emilio De Marchi
Vecchie cadenze e nuove

PARTE II LE VAGANTI IMMAGINI

ALL'ITALIA

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ALL'ITALIA

 

Madre ritorna, Italia,

Madre de' figli tuoi,

Lascia l'amor de' fatui

Ed adiposi eroi,

Che di lor ciancie assordano

I monti, i lidi, i piani:

Dai baci onde son viscide

Asciugati le mani.

 

Non più rugosa suocera

Di trapassati tempi

Vantar ti senta i palpiti

E gli ammuffiti esempi;

Ma d'una gente libera

Che i campi suoi lavora,

In guarnellin più semplice,

Ringiovanita nuora,

 

Ti vegga al sole, all'aria

Nude le spalle e bruna

Tra messi d'oro e pampini

Coglier la tua fortuna.

Così forse pel Tevere

Di sangue ancor non rea

Venne l'antica Ausonia

Ad incontrar Enea.

 

Il vecchio elmo di Scipio,

Che ti stracciò la chioma,

Lascia alla morta polvere

Dell'infeconda Roma.

Sorgi, fanciulla, al tenero

Sospir d'un nuovo amore

Di nuove nozze a tessere

La veste tricolore.

 

Stesa la mano al vomero,

Cinta di fiori e spiche,

L'opere tue vendemmia

Sulle memorie antiche:

Forte dall'urne esauste

Di mutola rovina

Il risonante spirito

Aliti la fucina.

 

Se della lenta gondola

Già il dondolar ti piacque,

Dal lido a lidi incogniti

Ti chiama il ciel dell'acque

Novellamente a stendere

Le forti reti d'oro,

Che ad asciugar Venezia

Appese al Bucintoro.

 

Più che del flauto il morbido

Suon della luna ai rai,

Ti sia dolce la musica

De' striduli telai,

Sì che procace e cariche

D'oro le mani, il rude

Vicin non torni a ridere

Di tue bellezze ignude;

 

de' tuoi cenci, o misera,

Schifi il tesoro immondo,

Che il freddo aspro sparpaglia

Per l'ampie vie del mondo:

più muoia di lagrime

Sommersa la parola,

Che lieta nasce a Portici

Canzone o barcarola.

 

Ch'io vegga, ove la querula

Rana la morte insulta,

Uscir dai rovi indomiti

Della maremma inculta

Al tocco della giovane

Tua man gli aranci in fiore...

Oh chi mi vieta un agile

Sogno, un sospir d'amore?

 

Voi no, nell'armi attoniti

Irruginiti eroi,

Voi no, rochi di fatue

Ciancie... Chi parla a voi?

Ai baldi, ai forti, ai vergini

Cuori distende il canto

Oggi il poeta e mormora

Un requie al camposanto.

 

 

 


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