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Non in un angol solo
Ma vezzeggiata idea
Dovunque il tuo pensier mi cerca e brama.
Ovunque il tuo pensier erra e riposa.
Son io: son io dell'ala
L'onda che lenta mormora e sospira.
Il venticel mi vuole,
Di me racchiude una memoria, un'eco.
Quando tu piangi, teco
Intenerir mi fai:
Se al poverel tu dai
La tua pietade io sono;
Io sono il tuo perdono,
Io son di te quel che giammai non muore.
Tu sulla terra ed io
Siamo la stessa Idea,
Che vince d'ogni morte ogni furore.
*
* *
Pianger perchè? - se mia fortuna piangi,
Che tutta nel morir recai finita
Pianger perchè? - se il mal che mi fu tolto
Se per assenzio mi fu dato miele,
Pianger perchè? - se questo pianto amaro,
Non proverò giammai, non è pietosa
Invidiabil cosa?
Pianger perchè? - non dir: Morte ha diviso
Ma ricongiunse in suo voler potente
*
* *
Or sai più cose che non t'eran note
Prima e che forman la tua scienza nuova:
Sai che il dolore quanto più percote
Del cor le forze invigorisce e prova.
Sai che cenere e fumo, ove le vere
Cose s'infiamman, son le cose vane:
Che come gemma tra le scorie nere
Tra i fuggevoli beni amor rimane.
Sai quanto amari son del pianto i rivi,
Che i dolori trascinano del mondo,
E quanta forza danno i morti ai vivi
A portar la speranza fino in fondo.
In mezzo al rombo degli umani guai
Dolce rifugio sai che aspetta e tace
Oltre il Tempo la Morte: ed anche sai
Come sorrida un angelo di pace.