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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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467. AL P. D. ANDREA VILLANI.

Approva la scelta del maestro de' novizi; mostra il suo dispiacere per la residenza lungi dalla cattedrale, e il desiderio che una sua opera sia letta da' giovani Congregati.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

 

AIROLA, 26 GIUGNO 1765.

 

Rispondo all'ultima vostra. Sì signore, il P. [D. Francesco Antonio] de Paola lo stimo buono per maestro de' novizi; ma una difficoltà vi trovo: che da maestro non può uscire per le missioni, e quando de Paola non esce, subito s'infracida, perde lo stomaco ed il colore. Basta: quando V. R. vedrà che comincia ad infracidarsi, ci metta un'altro. Io credo che 'l P. [D. Michele] de Michele sarebbe anche buono, e forse migliore di lui.

Non ho avuto ancora risposta da Roma per quello che sa,1 ma difficilmente avrò la grazia; mentre ho inteso che non hanno voluto accettare neppure la rinunzia del vescovo di Lettere,2 il quale è un vero cadavere. Faccia Dio quel ch'è di sua maggior gloria!

Frattanto conservi quella nota delle missioni, le quali facilmente si avranno da fare in tempo mio.

A Sant'Agata dispiace assai ch'io nel verno venturo stia in Arienzo, ed a me anche dispiace, perché ivi [a Sant'Agata] sta la cattedrale, la curia e, quel che più importa, il seminario. Ma all'incontro, nelli due inverni passati, vi sono stato male; onde altri mi hanno consigliato a stare in Arienzo, in una casa che già ho trovato a S. Maria a Vico, dove l'aria non è così umida come quella di Sant'Agata.

L'angustia mia maggiore è che, lasciando per tanti mesi Sant'Agata, ch'è un paese infetto, s'infetterà molto più con tale mia assenza lunga. Voglio il consiglio di V. R. per rimaner sicuro.


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Io non ho cacciata fuori ancora la mia Apologia1 in Napoli, benché mi scrive [da Venezia il tipografo] Remondini che la mia Apologia è approvata sommamente da per tutto, avendola sparsa per tutti i luoghi e se ne fanno ricerche. Quando io la caccerò, coll'Appendice ultimamente fattavi, ne manderò una per casa, e prego V. R. ad ordinare che i nostri giovani la leggano, perché non voglio che stiano fide magistri, e quando quella è contrastata da' rigoristi che al presente girano, sappiano che rispondere. Ma temo che li Nostri ogn'altra cosa vogliano leggere che la mia Apologia, dicendo forse: la leggo appresso, e frattanto se alcuno oppone qualche cosa, non sanno che rispondere.

Io ho veduto che qualche Padre ch'è stato a Sant'Agata, appena l'ha cominciata a leggere, e poi l'ha lasciata; e così temo che forse faranno gli altri: e poi, com'è facile, se alcuno si oppone, resteranno colla bocca aperta.

La benedico, e resto

 

Fratello ALFONSO MARIA del SS. Redentore,

vescovo di Sant'Agata.

 

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 




1 La rinunzia al vescovado.



2 Il vescovo di Lettere, Mgr Agostino Giannini, era nato il 20 giugno 1685.

1 Il titolo di questa opera è il seguente: Apologia in cui si difende la

dissertazione circa l'uso moderato dell'opinione probabile dalle opposizioni fatte da un molto Rndo P. lettore, che si nomina Adolfo Dositeo.






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