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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
143. AL SIG. GIAMBATTISTA REMONDINI.
Gli manda l'aggiunta per la Morale e raccomanda d'inviare molte copie dell'Apologia, appena compita la stampa, in Roma, augurandosi molto bene per la proibizione da altri procurata.
SANT'AGATA DE' GOTI, 24 [gennaio] del 1765.
Scrissi, nella mia ultima, che avrei mandata nella settimana susseguente una certa aggiunta alla Morale; ma poi non ho potuto mandarla così presto, perché sono stato infermo. Ora la mando, e prego V. S. Illma di darla subito a conservare; perché questa aggiunta mi è costata da quindici giorni di fatica, essendo cose molto pesanti ed utili a sapersi, specialmente nei tempi presenti.
Aspetto notizia se la Risposta a Patuzzi già è finita di stampare; poiché, nell'ultima sua, già ella mi scriveva che la stampa era a qualche buon termine.
E di nuovo la prego, quando è compita, di mandarne molte copie in Roma, donde mi si scrive che tutti fanno somma premura per averla. Dico, mandarne copie in Roma; perché a me riesce difficile alquanto il mandare queste copie a Roma, stante la proibizione fatta dal regio [governo] per opera dei Sign. Domenicani, come le scrissi.
Ed aspetto poi le 200 copie, quando son fatte, per via di Manfredonia, da consegnarsi (come le ricordo) a D. Scipione Sabatelli, parroco del castello.
Io spero però che, quanto più i Domenicani procurano di far proibire la lettura di questa mia Risposta, tanto maggiormente dagli altri sarà desiderata e letta.
E per ultimo le ricordo che già sarebbe tempo di metter mano alla stampa della Morale.
Di V. S. Illma Devmo ed obblmo servitore vero
ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.
[P. S.] Ho avuto buona notizia da Napoli che facilmente otterrò l'approvazione regia per la mia Risposta a Patuzzi.
Del resto, V. S. Illma, subito che ha il comodo della barca, mi mandi a Manfredonia le 200 copie secondo l'appuntato; ed io subito che avrò l'approvazione, ce l'avviserò.
Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.