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Sant'Alfonso Maria de Liguori
Pratica del confessore

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APPENDICE II1

Dell'assistenza a' moribondi

L'opera di aiutare i moribondi a ben morire è l'opera di carità più cara a Dio e più utile per la salute dell'anime, mentre nel tempo della morte (da cui dipende l'eterna salvezza di ciascuno) gli assalti dell'inferno son più terribili e gl'infermi son meno atti ad aiutarsi da per se stessi. Il Signore per comprovare quanto gradisce l'assistenza a' moribondi, più volte fe' vedere a s. Filippo Neri gli angioli che suggerivano le parole a' religiosi ministri degl'infermi2. Quest'opera poi non è officio solamente de' parroci, ma d'ogni sacerdote. Ma, parlando specialmente de' parroci, dice il Rituale Romano3 che una delle principali incombenze del parroco è l'assistere a' moribondi; onde


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vuole ch'egli, subito che saprà esservi qualche infermo de' suoi sudditi, vada da sé a trovarlo, senz'aspettar la chiamata: e vi vada spesso, se l'infermo è infermo ancora di spirito. E che, se mai fosse impedito, vi mandi qualche altro sacerdote; ma questi dev'esser pio e prudente, mentre alcuni sacerdoti alle volte in far tale officio sogliono essere più di danno che d'utile così agl'infermi, come all'anime proprie e de' domestici, il cui profitto in tale occasione anche deve procurarsi dal sacerdote che assiste. Avverte il Rituale che, quando non potesse aversi un sacerdote, almeno procuri il parroco di fare assistere l'infermo da qualche laico di buona vita, e che sia prudente, il quale l'aiuti co' buoni sentimenti.




1 Questa seconda appendice uscì nel 1757 in italiano come appendice seconda alla Istruzione e pratica per un confessore (Napoli, Pellecchia) ed in latino nello stesso anno 1757 come capo decimoprimo della Praxis in fine della terza edizione della Theologia moralis (Venetiis, tipis Remondinianis). Così De Meulem. 20-30, ma doveva esisterne una edizione italiana a parte sin dal 1756 almeno, ché s. Alfonso nella lettera al p. d. Gasparo Caione del 24 luglio 1756 scrive: "Traducete l'Assistenza a' moribondi nel libretto" (Lettere, 3, p. 39). Nell'edizione veneziana della Pratica, Venezia, Vitto, 1771, la Pratica per l'assistenza ai moribondi, benché non notata nell'indice posto all'inizio del volumetto, è stampata da p. 249 a 298 con indice proprio in fine. D'allora in poi l'opuscolo figura regolarmente in tutte le edizioni della Pratica.



2 Bacci, o. cit. 1, 7, 8, vol. 1, p. 32.



3 Tit. 5, 4, 1-3.






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