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S. Alfonso Maria de Liguori
Via della salute

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DEL MOMENTO DELLA MORTE

 

"Oh momentum a quo pendet aeternitas!"1 Oh quanto pesa quest'ultimo momento della nostra morte, quest'ultima aperta di bocca! pesa o un'eternità di tutti i contenti o un'eternità di tutti i tormenti: pesa una vita o sempre felice o sempre infelice. Che pazzia dunque per un misero e breve piacere di questa vita mettersi a rischio di fare una mala morte, ed indi cominciare una vita infelice, che non avrà mai da finire!

Oh Dio, che ne sarà di me in quell'ultimo momento della mia vita! Gesù mio, voi siete morto per salvarmi, non permettete ch'io mi perda, e perda voi unico mio bene.

 

Quei miseri rei che son2 condannati a giocarsi la vita, oh Dio come tremano in aprir la mano per buttare i dadi sul tamburro,3 dall'evento de' quali dipende la vita o la morte. Dimmi, lettor mio, se ti trovassi in tal pericolo, quanto pagheresti per liberartene? ma è di fede che un giorno avrai da trovarti vicino a quest'ultimo momento, dal quale dipenderà la tua vita o la tua morte eterna. Dirai allora: "Oimè ora sta ad essere o per sempre beato con Dio o sempre disperato senza Dio".

No, mio Dio, io non vi voglio perdere; se vi ho perduto per lo passato, me ne dolgo, me ne pento, non vi voglio perdere più.

 

O ci crediamo o non ci crediamo. E se ci crediamo che vi è eternità, e che si ha da morire, e che una volta si muore, sicché se allora la sgarriamo, l'avremo sgarrata per sempre, senza speranza d'esservi più rimedio; come non ci risolviamo a distaccarci da ogni


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pericolo di perderci e di prendere tutti i mezzi per assicurare una buona morte? Non vi è sicurtà che basti, per accertare la vita eterna. I giorni che abbiamo, son tutte grazie che Dio ci dona per aggiustare i conti al punto della morte. Presto, perché non vi è tempo da perdere.

Eccomi, Dio mio, ditemi che ho da fare per salvarmi, ch'io tutto voglio farlo. Io vi ho voltate le spalle, me ne pento sommamente, vorrei morirne di dolore. Signore, perdonatemi e non permettete ch'io vi lasci più. V'amo4 sopra ogni cosa e non voglio lasciare più d'amarvi.

Vergine santa Maria, ottenetemi la santa perseveranza.

 




1 [5.] L. SINISCALCHI, La scienza della salute eterna, med. VIII (morte); Venezia 1789, ed. VII, 189: «È vero o no quello che Guglielmo Gramberghi arcivescovo di Cambrai fece scrivere con grandi caratteri nel suo gabinetto: A filo vita, a vita mors, a morte pendet aeternitas». G. di Grimberghe (m. 1609). L'assioma pare più antico: cfr. LOHNER, op. cit., tit. 13 (axiomata ascetica), n. 12; I, 93, col. 2.



2 [15.] son) sono B B1 B2.

3 [16.] tamburro)B B1 B2.

4 [8.] V'amo) Vi amo B B1 B2.




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