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S. Alfonso Maria de Liguori
Via della salute

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MED. VII. LA SANTA COMUNIONE CI OTTIENE LA PERSEVERANZA NELLA DIVINA GRAZIA

 

Gesù quando viene all'anime colla santa Comunione, apporta loro ogni bene, ogni grazia e specialmente la grazia della santa perseveranza.


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Questo è l'effetto principale del SS. Sagramento dell'altare, il nutrire l'anima che lo riceve con questo cibo di vita, donandole un gran vigore per camminare alla perfezione e resistere a' nemici, che pretendono la nostra morte. Perciò Gesù nel Sagramento chiamasi pane celeste: "Ego sum panis vivus, qui de caelo descendi; si quis manducaverit ex hoc pane, vivet in aeternum" (Io. 6. 51 et 52). Siccome il pane terreno sostenta la vita del corpo, così questo pane celeste sostenta la vita dell'anima, con farla perseverare in grazia di Dio. Quindi insegna il S. Concilio di Trento (Sess. 13, cap. 2.)1 che la Comunione è quella medicina, che ci libera da' peccati veniali e ci preserva da' mortali: "Antidotum, quo a culpis quotidianis liberemur, et a mortalibus praeservemur". Innocenzo III scrisse2 che Gesu-Cristo colla sua passione ci libera da' peccati commessi, e coll'Eucaristia da' peccati che possiamo commettere. Quindi dicea S. Bonaventura3 che i peccatori non debbono allontanarsi dalla Comunione, anzi4 perché sono stati peccatori debbono prenderla più spesso; poiché quanto più uno si sente infermo, tanto più ha bisogno del medico: "Magis eget medico, quanto quis senserit se aegrotum".

 

Affetti e preghiere

 

Misero me, Signore, perché mi lamento della debolezza, in veder tante mie cadute? Com'io5 potea resistere agli assalti dell'inferno, discostandomi da voi, che siete la nostra fortezza? Se io mi fossi più spesso accostato alla santa Comunione, non sarei stato tante volte vinto da' miei nemici. Per l'avvenire non sarà più così: "In te, Domine, speravi,


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non confundar in aeternum".6 No, che non voglio metter più confidenza a' miei7 propositi, la speranza mia siete voi, Gesù mio; voi mi avete da dare la forza per non cadere più in peccato. Io son debole, ma voi con la santa Comunione mi rendete forte contra tutte le tentazioni. "Omnia possum in eo, qui me confortat".8 Perdonatemi, Gesù mio, tutte l'ingiurie, che. v'ho9 fatte, delle quali mi pento con tutta l'anima mia; propongo prima di morire, che mai più disgustarvi; e confido nella vostra passione, che mi darete l'aiuto di perseverare in grazia vostra sino alla morte: "In. te, Domine speravi, non confundar in aeternum".

 

E dirò lo stesso a voi con S. Bonaventura,10 o madre mia Maria: "In te Domina speravi, non confundar in aeternum".

 




1 [9.] Concil. Trident., Sessio XIII, Decretum de SS. Euchar. sacramento, c. 2.

2 [12.] INNOCENTIUS III, De sacro altaris mysterio, l. IV, c. 44; PL 217, 885: «Per crucis mysterium eripuit nos a potestate peccati; per Eucharistiae sacramentum liberat nos a voluntate peccandi; nam Eucharistia, si digne sumatur, a malo liberat et confirmat in bono, venialia delet et cavet mortalia».

3 [14.] Ps. BONAVENTURA (= David ab Augusta), De profectu religiosorum, l. II, c. 77; Opera S. Bonaventurae, VII, Lugduni 1668, 612, col. 1: «Tanto magis aeger necesse habet requirere medicum, quanto magis senserit se aegrotum». Cfr. Opera S. Bonaventurae, VIII ad Claras Aqua 1898, p. XCV, col. 2.

4 [15.] anzi) om. V NS.

5 [21.] com'io) come io B B1 B2.

6 [1.] Ps., 30, 2.

7 [2.] a' miei) ne' miei B B1 B2.

8 [5.] Philipp., 4, 13.

9 [6.] v'ho) vi ho B B1 B2.

10 [11.] Ps. BONAVENTURA, Psalterium B. M. V., XXX, 1; Opera S. Bonaventurae, VI, Lugduni 1668, 480.




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