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S. Alfonso Maria de Liguori Canzoncine spirituali IntraText CT - Lettura del testo |
Sull'amore che Gesù porta all'Anime1.
Ch'è 'l più bello, più degno d'amor3.
Ah ch'Ei solo e sì amabil, sì vago,
Ch'ogni gemma, ogni stella, ogni fiore4
Perde tutto il suo pregio e splendore,
Posto a fronte al suo Viso Divin.
Egli sempre va a caccia di cori,
Ed ha un dardo, che appena ferendo,
È costretto ad amar chi 'l ferì.
Prende amante diverse sembianze5,
Per ferire quest'alme dilette,
Per vederle via sempre più strette
E più unite al Divino suo Cor.
Perciò in terra già il Verbo Divino6
Pria fanciullo a noi volle apparire,
E da noi col suo dolce vagire7
Tutto Amor venne amore a cercar.
Poi qual umile e bel garzoncello
Diè a vedersi di povero Artiere,
Non sdegnando in quel vile mestiere
Volle in fine legato qual reo8
Comparire all'amata sua Sposa,
Giunse a porsi sott'ombra di pane10
E donarsi ivi tutto Egli aspira
A chi unirsi più seco sospira,
Tutte insomma sa l'arti d'amare11,
Quando tratta far preda d'un core,
O dimanda da quello più amor12.
Or vedersi fa tutto da Sposo13
Spirar grazia, dolcezza ed amore:
Son tutt'arti per farsi più amar.
Questo è Quello, che antico mio Amante
Prima il core d'amore m'accese,
Poi per pegno d'amore sel prese,
Taci dunque, da me non cercare
Mondo iniquo, più stima, né amore14:
Altr'oggetto si prese il mio core
A morire ferito d'amore». («Amore delle Anime», Ed. II, 1751, Paci).
Dà a vedersi all'amato suo Bene,
Per ligarlo con doppie catene,
E tirarsi più forte il suo amor» (Sarn. «Via facile del Paradiso» 1737).
Venne amor, e pietade a cercar» (Sarn. «Via facile del Paradiso» 1737).
«Volle infine ligato qual reo» («Am. Delle An.» 1751; «Canz. Spir.» 1769).
Spirar grazie, dolcezze ed amore» (Sarn. «Via facile del Parad.» 1737).