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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
129. AL P. D. SAVERIO ROSSI, MINISTRO DELLA CASA DI CIORANI.
Il Santo prescrive la penitenza da imporsi ad un Fratello laico per un mancamento contro la carità fraterna.
Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!
NOCERA, 10 [MAGGIO 1752].
Fratello Francesco non meriterebbe compassione; ma perché è stato molti anni alla Congregazione, e perché si è umiliato, se gli usa compassione; ma bisogna che accetti la penitenza, che ha da essere lunga e grande.1
Se gli levi la sottana e stia da secolare; giacché presentemente esso non è della Congregazione, essendo stato già licenziato, ma è come ogn'altro che sta a prova. Ed in ciò non vi sia indulgenza. Stia chiuso nel noviziato senza venire al refettorio, e senza uscire né venire a ricreazione. Al mangiare, dategli anche qualche mortificazione. Mi rimetto alla vostra prudenza, ma mortificatelo. Assistitelo o fatelo assistere per lo spirito. La comunione, una volta la settimana.
Dite a D. Angelo Antonio2 che venga un giorno qui, perché qui l'istruirò di ciò che ha da studiare, e del modo.
Mandatemi un'altro poco di caffè abbruscato. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!
Dite a Fratello Francesco che esso ave questa indulgenza da me, perché gli voglio bene; perché un altro Superiore non so se gliela farebbe. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!
Fratello ALFONSO.
Conforme all'originale che si conserva presso il Sig. Principe Antici, in Roma.